Memories about a Death
Ritorni
in quel luogo. Le scarpe consunte non sono allacciate, un laccio
striscia sull'asfalto, sporcandosi più di quanto già non sia.
Cammini
incurante, come fossi capitata lì per
caso, e poi, sempre con estrema noncuranza, ti
siedi su una sedia fuori a un bar e accendi
una sigaretta.
La porti
alle labbra, ma dopo la prima boccata
eccola lì, sull'asfalto. La schiacci con il piede. Lo strisci.
Strisci la suola sottile più e più volte, finché sull'asfalto non
resta altro che una macchia di cenere e di tabacco.
Un
cameriere accaldato nella sua divisa elegante ti
raggiunge. Ti chiede cosa desideri
con tono professionale. Rispondi
solo un the, la tua voce appena udibile sotto il rumore della
musica e del traffico. Il cameriere scompare, e tu torni a fissare la
sigaretta.
Una smorfia
indefinibile ti deforma il viso. Gli occhi, di un colore del tutto
anonimo, guardano un po' più in là. Di poco. Qualche metro. Appena
dopo il marciapiede che divide la strada dalla gallerai con i negozi
e i bar.
Il
cameriere ti porta il the freddo, tu gli consegni subito i soldi che
gli devi. Non tocchi il the.
Chiudi gli
occhi, fai in modo che la lacrima che prepotentemente spinge per
uscire rimanga intrappolata tra le ciglia. Non vuoi dimostrare ciò
che provi. Di lacrime ne hai versate fin troppe.
L'ultima
volta le hai versate proprio in quel posto, un anno fa esatto.
Ricordi lo
schianto, la macchina che gli andava addosso, le luci accecanti, le
urla dei passanti. Ricordi la macchina che se ne va, i pneumatici
rossi, macchiati di sangue. Ricordi il suo corpo inerme, bianco,
rosso. Ricordi la ferita alla testa. Quell'espressione morta negli
occhi.
Poi non hai
visto più niente. Avevi pianto troppo, quella notte. Le lacrime
annebbiavano tutto. Il sangue sulle mani lo faceva sentire vicino a
te, dimentica che la vita andava avanti.
Ti fissi le
scarpe, ragazza. Le scarpe che avevi indosso anche quella
notte. Ti sembra che odorino ancora del suo sangue. Non le vuoi
gettare via, nonostante tutti ti dicano che sarebbe la cosa
migliore.
Ti alzi,
senza avere toccato il the.
Ti porti in
quel punto della strada. Ti senti uno zombie. Vuoi piangere,
ma ti manca il coraggio di farlo. Ti inginocchi sull'asfalto. Senti
gli sguardi dei curiosi addosso, ma te ne freghi. La strada è stata
pulita già da tempo, così come tutta la faccenda è stata messa
sotto chiave.
Prendi un
gessetto bianco dalla tasca dei jeans strappati. Scrivi un nome
sull'asfalto.
Ritorni a casa. Le scarpe consunte non sono allacciate. Cammini non curante, come se fossi davvero stata lì per caso.
In
cards and flowers on your window
Your friends all plead for you to
stay
Sometimes beginnings aren't so simple
Sometimes good bye's
the only way
-The shadow of the day, Linkin Park.
Note: NOTHING ELSE.