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Autore: Karyon    10/07/2010    2 recensioni
Russia aveva sempre pensato che – un giorno – un nuovo grande Zar sarebbe giunto,
da qualche punto indefinito del suo sterminato paese, a dominare quella terra logorata da travagli infiniti.
Ora era ancora assetata di sangue.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Smutnoe Vremja
 
Russia aveva sempre pensato che – un giorno – un nuovo grande Zar sarebbe giunto, da qualche punto indefinito del suo sterminato paese, a dominare quella terra logorata da travagli infiniti.
Ora era ancora assetata di sangue.
Un fragore poco lontano annunciò l’inizio di un nuovo contrasto: un fiume di urla, mani e gambe mutilate, visi contratti e armi a riversarsi nelle strade già appestate da un male più profondo e antico.
A pochi anni dall’Opričnina – solo venti a lenire ferite troppo grevi per essere rimarginate – i suoi abitanti vivevano un nuovo Terrore, e un nuovo tradimento a insediare cuori induriti dal dolore.
Alla morte dello Zar Fëodor I Ivanovič, nessun erede era sopraggiunto a raccoglierne l’eredità e la Moscovia si era ritrovata orfana di un padre.
Adesso, proprio in quel momento, un gruppo di Boiari – loro, gli aristocratici fedeli allo Zar – si contendevano pezzo per pezzo un trono troppo piccolo per tutti e una corona che avrebbe dovuto essere un lascito troppo pesante per ciascuno di loro – dov’era, dov’era la Gloria del Grande Gosudar’ Ivan?
Russia alzò lo sguardo sul frammento di Mosca che riusciva a intravedere attraverso i Larici rossicci, senza che nulla mutasse nella sua espressione indifferente; talmente avvezzo a mostrarsi Grande, che persino l’immagine del Cremlino in rovina – immerso nel caos di una politica insanguinata – riusciva a penetrargli l’anima come smorzata, nonostante sottili e profonde crepe si stessero ramificando sotto quella corazza barocca che insisteva ad indossare.
Stanco troppo stanco per lottare ancora, contro l’intero Mondo e addirittura contro se stesso.
Nuove voci spezzarono il silenzio ovattato in cui la Piazza delle Cattedrali era annegata e un nome – Gudonov, Gudonov! – rimbalzava di angolo in angolo, infilandosi nel cervello.
Boris Gudonov. Boiaro.
Russia si alzò dalla panchina su cui aveva desiderato trovare un po’ di pace e tornò a fissare lo sguardo sulle alte e variegate cupole del Kreml’, poi sospirò: era il tempo di risposarsi – dormire – dormire per molto tempo. Quello non sarebbe stato posto per lui, almeno per qualche anno.
 
Qualcuno, in futuro, avrebbe chiamato quegli anni che intercorsero tra il 1598 e il 1613 con il nome di Smutnoe Vremja.
Il periodo dei Torbidi.
Anni in cui la Moscovia – la giovane Russia dell’epoca Moderna – sarebbe rimasta sepolta sotto strati di bugie, falsità e sangue; senza nessuno che potesse guidarla.
Solo nel 1613 qualcuno capì che la guerra non poteva durare per sempre.
Uno Zemskij Sobor, il parlamento russo, avrebbe deciso per l’elezione di un uomo che potesse condurli verso una nuova luce.
Michail Romanov sarebbe stato eletto alla sola età di sedici anni.
Dalla sua eredità e per tre secoli, i Romanov governeranno con un regime assolutistico che trasformerà la Moscovia nel Grande Impero di Russia.
Ma, fino ad allora, Ivan avrebbe vissuto lontano – nelle terre desolate della sua impietosa Seberad aspettare.
 
 
Piccolo vocabolario:
Opričnina (da Opric’ “a parte”): Governo a parte.
Ivanovič: Figlio di Ivan.
Gosudar’: Signore.
Boiaro (da boyarin o boiardo o boijar): Membro dell’alta aristocrazia.
Kreml’: Cremlino.
Seber: Siberia.
 
Pronuncia esatta:
Opričnìna e Ivan dovrebbero leggersi come Opričnìna e Ivàn, anche se noi tendiamo a leggere Ivan.
La č si legge come una “c” normale.
 
N/A
 
*Toc-toc* Ehm, salve?
Dunque, questa è la prima cosetta che scrivo su Hetalia (e neanche mi piace), però su Russia ho dovuto scriverla. Cioè, con tutti gli esami di Storia della Russia che sto facendo, potrei scrivere l’intera biografia della sua vita, ma per ora mi limito a questo obbrobrio XD
Dunque, il periodo è quello subito successivo alla morte di Fëodor “figlio di Ivan IV – Il Terribile”; essendo morto senza eredi nel 1598, il potere fu preso con un colpo di Stato dall’aristocratico boiaro (di origine mongolica) Boris Gudonov. Questo diede il via al Periodo dei Torbidi, durato ben quindici anni. Durante questo periodo ci furono un gran numero di sovrani o presunti tali, ma nessuno che potesse guidare la Moscovia. Solo dopo un tentativo di conquista della Polonia e della Svezia, i moscoviti capirono che dovevano reagire e si riunirono per eleggere un nuovo Zar. La scelta cadde sul giovane Michail Romanov e quindi sulla famiglia dei Romanov (sì, quella di Anastasia), che governerà fino alla caduta dell’assolutismo.
Per quanto riguarda la Moscovia: il territorio con a capo Mosca  si chiamava così fino a Pietro I il Grande, eletto come “Zar di tutte le Russie”.
Ah, l’Opričnina è un organo creato da Ivan IV, quando venne definitivamente colpito da gravi crisi paranoiche: convinto che tutti stessero complottando, divise la Moscovia in tue parti e lui si mise a capo della parte chiamata Opričnina. Da lì mise a morte un elevatissimo numero di aristocratici.
Spero che questo piccolo excursus non vi abbia annoiato. Io amo Hetalia anche – e soprattutto – perché è storico e volevo esordire con qualcosa che mi sta particolarmente a cuore.
Bon, io posto lo stesso e aspetto pomodori.
Grazie anche solo a chi leggerà.
 
   
 
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