Lacrime nere
La scelta
Scandalo.
Imperfezione.
Vertigine nera su bianca disperazione.
Sono il Signore degli Amori Impossibili.
Sono il Principe dei malaugurati affari.
Raccolgo grani di tempesta
dentro il crepuscolo elettrico
di un cielo violetto.
Segno la pelle con denti di pantera,
e con sospiri sanguinosi
come beccate di corvo.
Scrivo ogni più innocente, candida epidermide,
con le lacrime nere incessanti
dei miei lontanissimi, infelici Occhi scuri.
Dimmi, ora
sul curvo limitare di una definitiva scelta
se la tua pelle indifesa accetta il rischio.
Se il soffio caldo del tuo cuore
teme il ghiaccio nero della mia desolazione
o il lampo incandescente del mio dolore.
L’Offerta
Dischiudi ai miei sensi
nella tenera oscurità della tua bocca
l’Oro e l’Argento del tuo palato.
Separa le sillabe dai sospiri:
per chiamarmi, trepida
per pregarmi, nitida,
in un coro sommesso
di mobili, diafane Sirene
saettanti e umide e sinuose:
lamenti che sfuggono
al freddo dominio delle acque,
sull’onda ròsa e tenera.
E dall’arco pallido di seta
ancora fresco
appena colto
scaturisce un Sorriso.
Accetta
trepidante, incauta
l’oscuro omaggio della mia carne dolente,
accogli l’ansia mortale dei miei Ricordi.
Senza peso,
sfiori il mio Cuore
la Luce della tua Primavera.
Ma scivola tra le dita
la pelle tiepida e chiara,
sfugge,
ed è già fredda.
Dal ricordo di una sera lontana
riascolto la tua Voce:
“Non sono più.
Tutto l’incenso della passione,
tutto il miele della nostra giovinezza,
tutto il caldo vapore dei fiori colti insieme:
Tutto,
si è bruciato in una notte,
in un lampo doloroso-amaro,
del verde aspro delle erbe morte.
Io sono Colei che inciderà il tuo Cuore
con lacrime più sanguinose e nere del Marchio,
Colei che farà impallidire ogni gioia futura,
ogni futuro incanto.
Come adesso che,
pallida,
muta,
intatta simile a cera,
giacendo nella stanza vuota,
imbianco la notte col mio spettrale Dolore”