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Autore: Buzzy95    10/07/2010    1 recensioni
Scoprire di amare il proprio migliore amico è cosa dura. Certo, se poi lui ricambia, allora può essere qualcosa di fantastico, anche perchè lo conosci talmente bene... Anche io pensavo di conoscerlo bene, meglio di me stessa. Ma mi sbagliavo. Conoscevo solo la facciata più esterna, la "copertura"... (l'avvertimento non è proprio azzeccato, ma questo non rientrava in nessuna categoria...)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1° capitolo Lizzy&William

Ciao!! Le note sono alla fine. Buona lettura!!

Tinc!

Mi rigirai nel letto, borbottando.

Tinc!          “Lizzy!”        Tinc!

Aprii gli occhi, portandomi il braccio davanti al viso, per leggere l’ora. Le quattro di notte? Chi è a quest’ora? Giuro che lo ammazzo!

Tinc! Tinc!

Mi alzai dal letto, vedendo sconfortata il lenzuolo appallottolato ai piedi del letto. Faceva troppo caldo, anche con le finestre spalancate, nonostante indossassi solo un paio di pantaloncini e una canottiera. Mi avvicinai alla finestra e mi affacciai al balcone. Il mio cuore saltò un battito, facendomi svegliare del tutto.

“William! Che ci fai qui a quest’ora?”

“Devo dirti una cosa!”

“Alle quattro di notte?! Torna a dormire!”. Avevo paura che si girasse e se ne andasse, ma lui sorrise, vedendomi così imbronciata.

“Che c’è, ho disturbato il tuo sonno?”, disse, continuando a ridere.

“Non fare troppo casino! E comunque si, stavo dormendo. Almeno tre ore di sonno me le vuoi lasciare?”. Gli feci la linguaccia, mentre richiudevo la finestra. Non volevo che se ne andasse, ma era veramente troppo tardi e se i miei si fossero svegliati avrebbero ucciso prima lui e poi me. Quindi sperai che se ne andasse senza fare storie, ma dopo poco sentii nuovamente qualcosa che faceva rumore. Scocciata, riandai alla finestra e la riaprii. “La vuoi smettere?”

“Posso salire su?”

“Oh, certo! Vuoi prendere anche l’ascensore magari?”. Me lo ritrovai davanti in un attimo.

“No, non c’è bisogno”, sussurrò. Poi andò a chiudere la porta.

Lo guardai, mentre comodamente si sedeva sul mio letto, si guardava un po’ in giro, come se fosse a casa sua e non fosse appena entrato in casa mia dalla finestra al secondo piano. “Ma come hai fatto?”

“È facile arrampicarsi da lì”

“Si, immagino”, risposi sarcastica. Mi guardò. I suoi capelli scuri erano scompigliati, come se avesse messo la testa fuori dal finestrino della macchina. Vedendo che lo guardavo, se li mise a posto con una mano.

“Cosa dovevi dirmi?”

“Io…”, guardava intorno, senza guardarmi negli occhi. Mi sedetti vicino a lui. “…niente, in realtà”.

“Cioè, fammi capire, tu sei arrivato fino qua, da casa tua, per dirmi qualcosa di cui ti sei dimenticato?”. Era proprio bello. Finalmente i suoi occhi verdi mi guardarono.

“Veramente, non mi sono dimenticato, ma… non se se è il caso”

“E non potevi pensarci prima di venire qua?”. Sorrise, e il mio cuore mancò nuovamente un battito. Il suo sorriso era contagioso, ma cercai di non ridere anche io, per non fare la figura della stupida. Erano due giorni che non lo vedevo, e già stavo cercando una stupidissima scusa per rivederlo. Invece era venuto lui.

“Perché sorridi?”

“Perché in realtà c’ho pensato, fino ad arrivare alla conclusione che dovessi dirtelo, ma… ora ho paura”, farfugliò.  Ma cosa stava dicendo? Da quando in qua, aveva paura di dirmi qualcosa? Avevamo sempre parlato di tutto e ora…?

“Non capisco. Ci siamo sempre detti tutto, adesso hai paura di dirmi questa cosa?” Bè, in realtà non proprio tutto. Ad esempio non ti ho detto che mi fai impazzire, ma questo non credo te lo dirò mai. Troppa paura delle conseguenze, credo. Come si può biasimarmi per questo? Avevamo un’amicizia fantastica, nata in modo spontaneo da quando ci eravamo visti, non potevo pensare di rovinarla solo per averlo tutto per me. Sono sempre questi i problemi quando ti accorgi che quella che pensavi fosse una semplice amicizia è molto di più. Dirglielo o nasconderlo per preservare il rapporto? Io avevo optato per la seconda, nonostante ci soffrissi.

“Si, ma non so come potresti prenderla… ho due notizie che devo darti. Ma sono tutte e due alquanto scioccanti! Credo che inizierò con la prima, poi a seconda di come reagirai… insomma, mi comporterò di conseguenza”. Guardava il pavimento, mentre mi diceva questo. Poi mi guardò, io annuii, sempre stupita del suo comportamento diverso dal solito. Avevo notato che c’era qualcosa che non andava da un paio di giorni, ma l’avevo attribuito alla nostra crescita, insomma, non eravamo più i due bambini di una volta. Io ormai avevo sedici anni, lui diciassette, ci eravamo conosciuti quasi cinque anni prima, che possono sembrare pochi, ma non con una conoscenza come la nostra. Da quel giorno ci eravamo visti praticamente sempre,tutti i giorni. Ma non era mai successo che entrasse in casa mia di notte, comportandosi così. Probabilmente nessuno avrebbe detto che si stesse comportando diversamente dal solito, ma io lo conoscevo troppo bene, riuscivo ormai da anni a capire i suoi sentimenti solo guardandolo, cosa che lui non era mai riuscito a fare, ma, mi sembra logico, essendo lui un maschio. Non riusciranno mai ad essere al nostro livello. Da un anno, quasi, vedendo quanto mi mancava, quanto avevo voglia di stare con lui e quanto ero felice quando lui c’era, mi ero resa conto che mi ero innamorata. Ma per la nostra amicizia, continuai a comportarmi il più normalmente possibile, senza lasciar trapelare nulla dei suoi sentimenti per lui.

Per questo, riconobbi subito il suo strano modo di essere, sembrava quasi imbarazzato. Mentre io pensavo a questo, lui intanto mi guardava, cercando di leggere qualcosa nel mio sguardo.

“William, cosa devi dirmi?”, chiesi con un filo di voce, sembravo quasi timorosa, anzi lo ero.

I suoi occhi brillarono, lui si passò per la seconda volta la mano tra i capelli neri, poi sospirò. Si avvicinò a me, lentamente, poi mi appoggiò una mano sulla guancia, rubandomi un bacio, timido. Il mio cuore cominciò a danzare al ritmo dei suoi stessi battiti, frenetico. Poi, dopo pochissimo, dopo solo un bacio molto casto, lui si allontanò e mi sorrise. Senza dire una parola si avvicinò alla finestra e si buttò giù, lasciandomi confusa e sbalordita sul bordo del mio letto. Confusa, si, ma felice.

 

 

Questa mia fan fiction è nata solo per ricevere alcune recensioni sul mio modo di scrivere. So come continuarla, ma non ho proprio ancora idea di come si possa concludere, ma state tranquilli, sono una a cui piacciono i lieto fine =)
    I nomi li ho presi da Orgoglio e Pregiudizio, senza alcun motivo specifico, solo perché mi piacciono molto (in realtà lui si dovrebbe chiamare Fitzwilliam, ma ho preferito utilizzare un nome più comune ^^). Perché ho messo questa storia in questa categoria, lo scoprirete. Intanto potete pensare che William è bello, proprio come Clark (in Smallville, interpretato da Tom Welling), ma sicuramente non è solo questa la somiglianza. Ma non voglio svelarvi niente. In queste pagine non ci sarà alcun tipo di SPOILER sul telefilm, potete stare sicuri… Non credo di aver nient’altro da dire. Spero vi sia piaciuto e che vi piaceranno anche i prossimi capitoli (sempre se continuerete a leggere, certo, ma spero vivamente di si) !! ^^

Buzzy

  
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