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Autore: dadachan87    18/09/2005    3 recensioni
Fan fic demenziale in cui ritroviamo Harry alla presa con ehm......diciamo con il bagno!^^'''''
Genere: Avventura, Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley, Il, trio, protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un fragoroso vento montano celò le porte dell’inverno quella sera

 

CATTIVI ODORI AD HOWARTS

( By Dadachan XD)

 

 

 

Capitolo 1

 

Un fragoroso vento montano celò le porte dell’inverno quella sera. Le fronde degli alberi vorticavano in maniera ossessiva, una guerra insanguinata di pioggia faceva scontrare miriadi di foglie che, al termine del loro glorioso impeto venivano sbattute nei vari angoli che rivestivano il castello di Hogwarts. Tutto ciò avrebbe dimostrato palesemente, che ogni persona era protetta al suo interno grazie alle possenti mura. Quella sera però non fu per tutti così. Nel dormitorio dei Grifondoro il nostro Harry Potter (e chi sennò? By dachan) dormiva, se così si può dire,dal momento che la mente non voleva saperne di adattarsi alla pace notturna, infatti iniziò a vomitare qualche incubo, che non diede modo a nessun muscolo di rilassarsi. Oscurità, ecco ciò che gli occhi della mente proiettavano, poi dal nulla apparve una figura umana, man mano sempre più nitida e riconoscibile: un ragazzo dai capelli biondo platino; in lui spiccavano delle sopracciglia fiere e precise che disegnavano un viso magro e freddo. Assunse una postura sicuramente affascinante, saccente ma soprattutto di potenza, una potenza che fa sentire un verme chiunque lo veda. Draco Malfoy parlò come rivolto ad uno schermo con l’aggiunta di una risatina alquanto grottesca: “POTTER FA LA CACCA CHE PUZZA!EHEHEHEHEHEH!”.(XD By dachan) Queste immagini svanirono quando Harry spalancò di scatto le palpebre, colto da un affanno e grondante di sudore. Egli si impegnò ad ispezionare rapidamente il luogo circostante: tutti gli studenti sembravano trovarsi tra le braccia di Morfeo, specie il suo amico Ron che di tanto in tanto russava lasciando intravedere la sua, non ammirabile gola; la porta del dormitorio era chiusa, e l’unico ma quasi impercettibile rumore era provocato dalla sua civetta Edvige, che spesso sfregava il beccuccio contro la gabbietta di ferro.

Ancora del tutto spaventato, si alzò dal letto attirato dalla fioca luce che proveniva dalla finestra gotica, una processione di foglie si era depositata sul davanzale, la pioggia doveva aver fatto da colla per il fogliame.

A quel punto realizzò di aver avuto un altro dei suoi soliti e indomabili incubi. I nervi erano ancora del tutto tesi, soprattutto quando Harry avvertì un leggero ma sempre più intenso fastidio nell’intestino, ben presto il dolore fece contorcere quel corpicino nervoso, poi una breve corsa: doveva solo andare in bagno.

 

La tempesta era ormai cessata da parecchie ore e al suo posto, sfilò un sole luminoso, come in segno di un nuovo inizio, un paradiso di calore pronto per scagliarsi dolcemente sui sopravvissuti all’acquazzone notturno.

Quella mattina, come era solita fare, Hermione arrivò in sala grande puntuale a modo di orologio svizzero. Adorava il delizioso profumo dell’abbondante colazione che ogni giorno veniva servita accompagnata dalla lettura di un buon libro. Harry varcò le porte dell’atrio poco dopo, non sembrava molto felice ed Hermione ipotizzò che non avesse studiato gli argomenti del giorno così il suo fare da secchiona la spinse a ritornare tra le pagine del libro. Finalmente arrivò anche Ron, ancora nel mondo dei sogni, con le palpebre semichiuse e sommerso da una capigliatura che faceva apparire la testa molto grande, ogni singolo ciuffo era separato dai suoi simili, ognuno per conto proprio. Con un profondo sbadiglio si unì ai suoi amici e anche se ci mise un po si accorse dell’insolito comportamento di Harry, il quale vedendo le prelibatezze mattutine che gli studenti degustavano davanti a se venne accolto da un senso di vomito che non gli fece toccare cibo. A quel mentre Ron, si rese finalmente conto di aver iniziato la giornata ed Hermione staccò

Nuovamente gli occhi da quelle miriadi righe scritte. I due si guardarono con stupore poi finalmente la ragazza ruppe il silenzio: “ Harry…che cosa c’è? Perché non mangi niente ?”

Harry momentaneamente riconquistò il silenzio, poi quasi sottovoce disse:” No, non ho fame.”

Quell’espressione non abboccò negli sguardi dei suoi amici che ormai lo conoscevano fin troppo bene per obiettare che il ragazzo non avesse niente di particolare. Harry negli ultimi anni ne aveva passate davvero tante, forse anche troppe per un giovane mago della sua età e spesso preferiva non parlarne, ma risolvere le faccende da se. Ma stava crescendo, fortificando, tanto da ribellarsi a chiunque provasse ad osservarlo anche solo con la coda dell’occhio in modo sadico.

La giornata continuava ma non migliorava anzi, Harry sospirava di continuo durante l’ora di Divinazione (fino ad allora non che adorasse  frequentare le lezioni della Cooman ma quella volta la questione era diversa). La professoressa riccioluta non si poteva considerare una donna moderna, infatti come al solito, rimase in silenzio per alcuni minuti, impegnata ad osservare la sua amata sfera di cristallo, assumendo una posizione tipo da yoga sussrrò:”Ampliate la mente..!” Al termine di tutto ciò come da brava veggente, confessò per l’ennesima volta che qualcuno di loro presto sarebbe morto.   Al termine della noiosissima ora Ron prese Harry per un braccio: “Andiamo Harry, si può sapere che cosa hai? Sei proprio strano!Ti è morto il gufo?”

Il ragazzo dalle iridi color cobalto, si girò di scatto amaramente stufo del suo stesso atteggiamento. Osservò per un attimo le sopracciglia ramate del suo amico protratte verso il basso poi il suo sguardo si fermò sulla figura che sempre meno sbiadita si avvicinava verso loro, Hermione arrivò correndo. A quel punto Harry fissando con lo sguardo Draco Malfoy allontanarsi con la sua solita banda di amici maliziosi parlò: Uffa….e va bene ve lo dico! Ecco….ehm…come dire…”. Non  riuscì a raccontare con tanta facilità il problema che lo assillava, quella ambigua balbuzienza apparve molto strana agli occhi dei suoi compagni di avventure. Inizialmente Hermione, cominciando ormai a capire la mente dei ragazzi per quanto riguarda l’approccio con l’altro sesso ipotizzò: “Harry….centra per caso quella Cho? Se vuoi posso darti qualche consiglio in proposito…non c’è nulla di cui vergognarsi!”

In effetti chi non conosceva la situazione poteva pensare che centrasse proprio una ragazza. Il moretto era diventato di un rosso furente, quasi più forte di quello naturale dei Weasley, i suoi occhi fissarono con durezza il pavimento, le braccia tremavano leggermente, cambiando posizione con insistenza davano la possibilità di tracciare ogni volta dei panneggi diversi sull’aderente camicia bianco latte. “No!No! No! Se…ormai ho chiuso con quella fontanella ambulante! Non centra proprio niente Cho…ehm..ecco si tratta di un sogno…un sogno che ho fatto questa notte..”

“Oh andiamo Harry ancora con questi sogni premonitori??? Tutti facciamo degli incubi a volte! C’è stato un periodo in cui sognavo solamente quei ragni orrendi e pelosi, ultimamente invece sogno mia madre che da alla luce altri figli!Fino ad arrivare a quota 100…davvero orribile!!” Spiegò Ron.

Hermione come se non avesse minimamente ascoltato il discorso disse preoccupata: “Che genere di incubo Harry….? Qualcosa di veramente brutto? È importante saperlo!”

Il profondo silenzio di Harry non poteva che trepidare i due, alla fine insieme sbottarono:” ALLORA??”

Harry sprofondò nel rosso peperoncino e in men che non si dica sputò tutto quello che aveva dentro: E  VA BENE!!!!!!!!! HO SOGNATO MALFOY! ….DICEVA CHE HO FATTO LA CACCA CHE PUZZA!!!!!!!!CONTENTI ADESSO???”

Ron ammutolito guardava Harry con stupore, poi strappò una soffocata risata che pian piano diventò incontrollabile. Mentre Hermione corrugò la fronte guardando in basso a destra e poi a sinistra, prima l’erbetta fresca poi il pavimento antico lacerato dal tempo. Ragionò sulla questione, poi balbettando leggermente disse:“Beh…dai Harry è stato solo un sogno….non penso ci sia nulla di cui preoccuparsi!”  

La mente di Harry sapeva che la sua confessione avrebbe provocato questo sconquasso, sin dall’inizio avrebbe preferito il silenzio ma gli erano scappate le parole di mano, anche quando disse:” Ma non è vero!!!!!!!! Io…non puzza..!”

Nel frattempo il rosso aveva terminato il suo film di risate, si schiarì la voce e affermò con franchezza:”Beh….se ti può consolare anche la mia puzza….e pure tan..!” Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Hermione gli pestò con irruenza un piede.:” Caro Ronald non è il momento di scherzare! Se Harry è così preoccupato vuol dire che c’è un motivo ben preciso!”

Ma io ho solo detto la verità! Puzza da morire! Ad esempio ieri ho mangiato la frittata di cipolle e…”

“Grazie ma non mi interessano i dettagli!!!” Urlò la ragazza dai capelli crespi.  Poi si rivolse con più calma al diretto interessato e disse:” Comunque Harry…insomma, quella puzza a tutti….”.

Harry si rassegnò alla vergogna, il suo viso tornò moderatamente candido, qualche gradazione di rosso rimase ancora, ma se non altro le sfumature non occupavano più tutto il resto della testa. “ Lo so…ma…ma poi come mi sono svegliato ho avuto una colica e mi sono sentito tanto male…non potete immaginare quanto puzzava…Molto di più dell’odore di cacche che si sente entrando nella guferia..!”

“…..” L’ultima frase pronunciata dal povero grifondoro acquietò Ron e Hermione.

Poi il ragazzo dai capelli corvini poggiò una mano chiusa sul mento inarcando lo sguardo verso l’alto. I suoi occhi color mare riflettevano le mura dell’imponente castello a differenza dei secondi in cui soffiava un leggero ma piacevole venticello che spostava la sua folta frangia davanti alle iridi. Il pensatore rimase così per qualche istante dopodiché la sua voce vigorosa fece sobbalzare i due: “ Hermione!!Non conosci qualche incantesimo per non farla puzzare?”

La ragazza sinceramente parlando non capiva tutta la preoccupazione che nutriva Harry per la cosa, ma da buona amica propose: “Proprio non lo so, ma se è questo il problema posso controllare in biblioteca!” Detto questo non ci pensò due volte e raggiunse il luogo da lei più frequentato di tutta Hogwarts.

  
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