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Autore: Dan    11/07/2010    2 recensioni
Questo era un compito in classe che ci aveva assegnato la prof di italiano. Il titolo è lo stesso della one-shot. Lei mi ha dato un 7, ma vorrei sapere che cosa ne pensate voi. "C’ era solamente una ragazza seduta sul ciglio della strada. Ma era come se non fosse presente, il suo sguardo vitreo e assente era fisso su una casa dalle mura bianche, però non la osservava veramente. Perché lei stava guardando qualcosa che va ben oltre , qualcosa forse impossibile da definire. Stava cercando qualcosa dentro di lei, nel suo cuore o anche nella sua mente. Non le importava dove, ma voleva solo qualche cosa per cui valesse la pena andare avanti e continuare a vivere."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda notte d'inverno; precisamente il giorno della Vigilia di Natale.

Le strade erano deserte; tutti erano chiusi in casa a festeggiare con i propri amici, la propria famiglia.

La neve scendeva silenziosa e copriva tutto ciò che incontrava lungo il suo cammino: alberi, panchine, automobili..

L’unico rumore che spezzava quel silenzio religioso, quasi inquietante, erano i bambini che intonavano i canti di Natale.

Ma, tendendo bene le orecchie, si potevano ascoltare anche degli strani rumori provenienti da dietro un angolo; simili quasi al miagolio costante di un gattino appena nato bisognoso dell’affetto della propria madre.

Forse era veramente un gattino, magari sua madre non era sopravvissuta al gelo dell’inverno e lui gridava disperato con le poche forze che gli erano rimaste per cercare aiuto.

Ma non c’era nessuno nei dintorni, nessuno avrebbe sentito il suo flebile lamento; nessuno lo avrebbe portato in casa accarezzandolo piano per scaldarlo e magari dargli del latte.

C’ era solamente una ragazza seduta sul ciglio della strada.

Ma era come se non fosse presente, il suo sguardo vitreo e assente era fisso su una casa dalle mura bianche, però non la osservava veramente.

Perché lei stava guardando qualcosa che va ben oltre , qualcosa forse impossibile da definire.

Stava cercando qualcosa dentro di lei, nel suo cuore o anche nella sua mente.

Non le importava dove, ma voleva solo qualche cosa per cui valesse la pena andare avanti e continuare a vivere.

Ecco cosa stava cercando: la voglia di vivere.

Perché la vita era sempre stata ingiusta con lei, anche se non aveva mai fatto niente di male per meritarlo.

I suoi genitori erano morti in un incidente l’anno precedente; proprio quel giorno, la vigilia di Natale, cadeva quelle ricorrenza per lei così dolorosa.

Quando era accaduto, lei aveva sentito qualcosa spezzarsi dentro si sé, qualcosa che non si sarebbe mai più aggiustato; ma solo successivamente aveva capito che quel qualcosa era il suo cuore!

Da quel momento era rimasta sola; nessuno aveva voluto adottarla perché ormai era quasi maggiorenne e i suoi familiari l’avevano abbandonata perché dicevano che era troppo triste per la sua età e che non sarebbe stato belle averla in casa in quello stato.

Così lei, soprattutto per quello, aveva perso completamente la fiducia nel prossimo.

Si era trovata un lavoro, però non la pagavano abbastanza per poter andare avanti.

Aveva pensato molto volte di farla finita seriamente; e quella era una di quelle volte.

Pensava alla sua vita che era stata così ingiusta e crudele nei suoi confronti, quando lo sentì anche lei, sentì quel rantolio proveniente dall’angolo della strada.

Allora si alzò, si tolse la neve che era scesa candida sui suoi capelli scurissimi, e avanzò verso la fonte di quel rumore.

Alla fine si trovò davanti ad uno scatolone; credette anche lei si trattasse di un gattino, ma quando si trovò davanti un esserino infreddolito e che riusciva a malapena a respirare ne rimase colpita: era un bambino!

Chi aveva avuto il coraggio di lasciarlo lì, con quel freddo?

Era disumano!

Lo accolse tra le sue braccia cercando di scaldarlo e donandogli un po’ di sollievo; infatti incominciò a respirare normalmente appena entrò in contatto con la sua pelle calda.

La ragazza lo guardò negli occhi, quei suoi occhi blu dello stesso colore del mare in tempesta e ne rimase abbagliata, rimase a guardarlo incantata.

In quel momento pensò a tutte le volte che con i suoi genitori era andata al parco, a quando stava con loro, a come si sentiva serena quando li abbracciava.

E pensò che quel piccolo, infreddolito esserino non avrebbe mai provato quella gioia.

Ricordò quanto era felice e decise di andare avanti; perché se prima era stata felice poteva esserlo anche adesso; perché nel mondo c’è un po’ di felicità per tutti e bisogna accontentarsi di quella che si riceve, non bisogna essere avari!

Si rese conto che quelle era la sua felicità, quel piccolo neonato gliel’aveva donata e lei, per sdebitarsi, lo avrebbe accolto nella sua casa.

Gli avrebbe fatto provare la gioia e il calore che si provano quando si ha una famiglia, che però si percepiscono solo quando la si perde.

Lo avrebbe cresciuto con amore, non le importava di essere troppo giovane; la cosa più importante era che quel bambino avrebbe avuto una madre che avrebbe fatto di tutto per lui, si sarebbe trovata un lavoro migliore, lo avrebbe mandato a scuola, avrebbe fatto anche dei sacrifici per lui.

E così, per il bene del bambino, decise di non pensare più a quel periodo orrendo che aveva vissuto, ma di pensare ai genitori solamente con i bei ricordi e di andare avanti costruendo un futuro per il suo bambino e per lei, perché ormai era come se fosse suo figlio, perché, anche se con alti e bassi, la vita va avanti!

E bisogna avere sempre la forza di essere felici e sorridere; perché più triste di un sorriso triste, c’è la tristezza di non saper sorridere!

 

 

Salve^^
spero che la mia "storia" non vi abbia annoiato.. ma ci tenevo davvero tanto a pubblicarla e mi piacerebbe sapere quello che ne pensate..
E a parte questo, sono felicissima anche perchè è la prima volta che riesco a capire come si mette il codice HTML *-*
Mi sento realizzata xD
E' inutile dire che rileggendola avrei voluto modificare molte cose, se non tutto o aggiungerne delle altre, ma ho deciso di lasciarla uguale all'originale.. forse per sapere se siete d'accordo con il voto che mi ha dato la prof..
E' normale che io mi aspettassi di più visto che mi sono impegnata veramente tanto per farlo in sole 2 ore e ricopiarlo; quindi sono di parte..
Naturalmente vi ringrazio per aver avuto la pazienza di leggere questo "coso" e vi saluto..
Ciao^^
p.s.: dimenticavo, l'ultima frase non è mia, ma di Jim Morrison (lo adoro xD) anche se l'ho un po' modificata all'inizio..
  
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