Era una calda giornata d’estate e una giovane ragazza sulla ventina era accoccolata sul divano rosso fuoco del salotto in stile barocco della sua casa: il suo nome era Rachel Wilson.

Dormiva, ma non era un sonno tranquillo, sognava per l’ennesima volta la morte della sua famiglia: a quell’epoca aveva 16 anni, era giovane e stupida. Stava con un ragazzo, Damon, che, nonostante fosse il più ambito della scuola, non era mai riuscito a legarsi sentimentalmente ad una ragazza.

Una sera la famiglia di Rachel stava tornando a casa da una festa di alto rango, nella villa di una delle famiglie fondatrici delle quali gli Wilson facevano parte.

Durante il tragitto mandre, padre e fratello maggiore vennero attaccati, la piccola Rachel riuscì a nascondersi dietro ad una massa di cespugli, fu costretta a vedere tutto: la sua famiglia venne sterminata senza pietà per opera di vampiri.

Gli Wilson sapevano dell’esistenza di questi esseri sovrannaturali, ma evidentemente non erano stati abbastanza prudenti.

Dal suo nascondiglio Rachel riuscì a vedere il piccolo gruppo di vampiri che si dissetava con il sangue dei suoi cari, ma la cosa che più le fece male fu il riconoscere il capo-banda di quegli assassini: Damon.

Non riuscì a trattenersi, scoppiò il lacrime, svelando il suo nascondiglio.

Il ragazzo andò verso di lei, aveva sul viso un ghigno malvagio e Rachel sapeva che tra poco sarebbe stata uccisa proprio dal ragazzo con cui aveva passato le due ore precedenti.

Damon si avvicinò, ma mentre la stava mordendo sul collo prosciugando ogni goccia di sangue nel suo corpo, si fermò.

Non capì il motivo di quell’azione, negli istanti successivi cercò di trovare la causa di quel gesto, ma non ci riuscì.

V(vampiro): Dai Damon, muoviti ad uccidere la ragazza, dobbiamo andare!

D: io non..non ci riesco.. non posso

V: ascolta non possiamo lasciarla in vita, spostati forza, ci penso io

D: tu prova a toccarla e ti uccido

Il vampiro cercò di assalire la ragazza, ma Damon lo prese per il collo e lo sbattè contro un albero; successivamente prese un paletto di legno e lo conficcò nel cuore dell’assalitore.

D: io te l’avevo detto..

V2: Ma Damon, non puoi lasciarla viva!

Così fu un attimo, Rachel sentì il sangue di Damon scorrerle lungo la gola e poi si sentì solo il rumore del suo gracile collo spezzato.

Pochi minuti dopo si risvegliò, con una strana sensazione nel corpo: riusciva a reprimere le sensazioni più sgradevoli, riuscendo a provare solo ciò che voleva.

Forse era morta, non lo sapeva, si ricordava solamente di Damon su di lei,  intento a morderle il collo: il suo ormai ex ragazzo era un vampiro ed aveva ucciso la famiglia che aveva dato loro supporto e aiuto, l’unica cosa che riusciva a pensare era vendetta e fuga, preferibilmente in quest’ordine.

Ma Damon era ancora accanto a lei, la guardava chiedendosi se aveva fatto la cosa giusta.

“Per sempre”, erano queste le due parole che gli echeggiavano nella testa, non ne capiva il senso ma sapeva che non doveva darci troppa retta, doveva solo far assaggiare il sangue umano a Rachel e poi fuggire, e cercare di uscire dalla sua vita..

Rachel si svegliò di colpo, credette di ritrovarsi ancora in quel boschetto, con il cadavere di un povero ciclista ai piedi di Damon e invece tornò alla realtà, il suo divano, nel suo salotto nella sua casa.

E: bella bionda, ti sei svegliata finalmente..

R: grazie Elena, ora sono sveglia.

Elena, la coinquilina di Rachel, le due ragazze si erano conosciute molto tempo prima ed avevano deciso di andare a vivere insieme nella cittadina di Mystic Falls.

E: allora la tua è una delle famiglie fondatrici di questo posto, no? Possibile che non conosci nessuno?

R: Beh, sperando che i Salvatore si siano trasferiti, no.. Ti ricordo che ho 132 anni.

E: Ah già, ma forse qualche altro della tua specie è ancora qui!

R: ti saprò dire.. Adesso dobbiamo andare a scuola, preparati!

Oltre che a coinquiline Elena e Rachel erano grandi amiche, Elena sapeva della natura della compagna, ma sapeva che non le avrebbe mai fatto del male, quindi l’aiutava nella  sua vita rubando sacche di sangue all’ospedale o, in casi disperati, donando il suo per il bene dell’amica.

Dopo la sua fuga dalla cittadina post-trasformazione, Rachel aveva deciso che si sarebbe vendicata: prima Damon l’aveva illusa, poi aveva ucciso i suoi genitori e infine l’aveva trasformata in vampiro.

Arrivate al scuola le due ragazze si dovettero subito separare, si erano scritte a corsi diversi e per questo avevano lezioni in classi separate.

Rachel entrò nella sua classe, era la lezione di storia, ovviamente la sua preferita e dove, per ovvie ragioni, andava meglio.

Ps(prof.storia): allora oggi faremo una lezione extra sulla storia di Mystic Falls, chi sa dirmi quante vittime ci furono nella guerra civile?

R: 144 nel villaggio, 123 nelle campagne.

Ps: ottimo signorina Wilson, finalmente abbiamo qualcuno che può dare del filo da torcere al signor Salvatore.

Il suo cuore perse un colpo, aveva detto Salvatore? No, impossibile.. Non poteva essere ancora lì.

S: possiamo dire di aver studiato insieme, professore.

Rachel si girò di scatto, appena dietro di lei vide il ragazzo che aveva appena parlato: Stefan Salvatore.

Il fratello di Damon, quello buono però, quello che non uccideva la gente e non faceva male a nessuno.

La ragazza emise un sospiro di sollievo, era felice di vedere Stefan, la sua fuga non le aveva permesso di salutarlo come si deve, erano buoni amici, un tempo.

Nel frattempo la campanella suonò, Stefan raccolse le sue cose e si avvicinò a Rachel, abbracciandola le diede un bacio sulla guancia, felice di rivederla di nuovo.

S: Rachel! Come stai? È un sacco che non ci vediamo, dove sei stata?

R: tutto bene dai, se non ci fosse quel piccolo problema del nutrirsi di sangue umano! Diciamo che ho viaggiato molto, ma ora sono tornata.

S: penso di sapere il motivo, ma stai attenta a quello che fai.. può essere pericoloso!

R: ormai non ho più nulla da perdere, a parte Elena.

S: Elena? E chi è? Una dei nostri?

R: no, è umana, però conosce tutti noi; se vieni te la presento!

S: con piacere, però aspetta un attimo.

R: dimmi..

S: vedi, se io sono qui, saprai bene che c’è anche mio fratello, non viene a scuola perché lo crede una perdita di tempo, però è in città.

R: la notizia più bella che potessi darmi! Ti voglio bene, siamo amici, ma lui ha rovinato la mia vita, non merita di vivere.

S: è mio fratello, non costringermi a scegliere..

R: non lo farò, dai arriva Elena.. Hey ragazza! Sono qui!

Così Elena si avvicinò alla coppia e ci furono le dovute presentazioni, fu pura felicità vedere come i due amici si fossero trovati subito, forse era amore.. chissà.

S: dai vi do uno strappo a casa..

R: non ti preoccupare, abbiamo la macchina!

Con queste parole il terzetto si diresse al parcheggio, Rachel osservava Stefan: notò che, come lei, non era cambiato di una virgola, era sempre stato un bel ragazzo e il suo viso infondeva fiducia.

E: Ahah.. Stefan sei troppo simpatico!

S: grazie, dai Elena, ti faccio vedere quel libro di cui ti parlavo!

E: davvero? Che bello, mi piacerebbe molto! Rachel, posso andare?

R: certo che puoi! Stefan trattamela bene!

S: ti puoi fidare!

Così i Elena e Stefan  salirono sull amacchina di lui, diretti verso casa Salvatore.

R:”finirà che Elena tornerà a casa con il fidanzato, però sono contenta per lei!”

Con questi pensieri Rachel montò sulla sua auto, quando il suo sesto senso la fece voltare di scatto.

D: Ciao piccola.