Passione su tela.
La luce era perfetta.
Creava delle ombre sul corpo, meraviglioso in ogni dettaglio.
La posizione rendeva le curve sinuose e poetiche.
Quella creatura, così liscia e chiara, era meravigliosa da riprodurre sulla tela.
Il pennello sembrava danzare, percorrendo le linee dei muscoli uniti alla carne soda.
Avrebbe voluto riprodurla tutta, davanti e dietro, pezzo per pezzo, esplorando quella meraviglia che si era trovato davanti, e di cui non conosceva nemmeno il nome.
-signor Octave..-
-si?-
La creatura parlava di spalle, rimanendo immobile nella posizione che le era stata imposta.
-mi pagherete, dopo?-
-ma certo, ragazza, ti ho presa in affitto.-
-e l'affitto quando termina?-
-quando io vorrò che termini.-
-ah, capisco..-
-ora non parlare, mi deconcentri.-
-scusatemi-
Octave sbuffò, asciugandosi la fronte.
-cosa vuoi sapere, realmente?-
-niente, signore, scusatemi.-
L'uomo intinse il pennello in un recipiente colmo di tinta nera.
Si avvicinò alla fanciulla e, dopo aver delicatamente poggiato la punta sulla bianca schiena, tracciò una curva, e altre ancora, fino a completare uno splendido fiore.
-sei meravigliosa, ragazza-
la fanciulla si girò, coprendosi i seni con le braccia.
-avete terminato il vostro dipinto?-
c'era una nota di tremore nella sua voce.
-no.-
Octave continuava ad ammirarla. La bocca piegata in un mezzo sorriso.
-e allora perché non tornate alla vostra tela?-
-mi sto prendendo una pausa-
-non mi sembra-
Octave la guardò in volto. Le tremavano le labbra rosee. Vi ci poggiò un dito, come a calmarle.
-ti ricordo che ti ho presa in affitto-
-mi avete affittata per il vostro quadro, che vendendolo vi porterà un mucchio di soldi. Più di quanti ne guadagnerò io una volta accontentati i vostri capricci-
Octave alzò una mano, per schiaffeggiarla, ma si fermò, carezzandole la morbida pelle del viso.
-quanti anni hai?-
-16..-
-non hai mai avuto un uomo, immagino-
-no. E se mi prendete voi adesso, non ne avrò nessun altro-
-beh, non ne avri comunque. Perchè la signora che ti ha portata qui si aspetta questo, e anche se non dovesse accadere nulla, lei è convinta che io ti prenderò sotto di me. Sei segnata lo stesso.-
la ragazza chiuse gli occhi, rimandando giù qualche lacrima.
-prendetemi, allora. Non posso fermarvi-
fece scivolare giù il lenzuolo rosso che la copriva dal basso ventre in giù.
-credi che sarà un'esperienza spiacevole?-
-beh, non siete voi l'uomo che amo.-
-e senza amore pensi che sia una brutta cosa?-
-non sono una di quelle donne della strada.-
-allora fai finta di amarmi, fanciulla. Io ti amerò, per questo breve tempo che ci rimane.-
avrebbe voluto rispondere, la ragazza. Ma le parole le morirono in gola, quando Octave poggiò una mano sui suoi seni, carezzandoli dolcemente.
La fece sdraiare sul materasso, rosso anch'esso.
-mi ami?-
le sussurrò in un orecchio, dopo averlo assaporato.
-vi amo.-
rispose lei, rilassando i muscoli sotto quelli forti dell'altro.
Le sue dita scivolarono su tutto il corpo bianco e morbido.
La bocca assaggiò quelle carni, arrivando alla fessura calda nascosta tra le cosce.
Fu un'esplosione di piacere, per entrambi.
Quando lui penetrò quell'apertura umida, le scappò un gridolino di dolore.
-allora è vero che sei vergine. Non temermi.-
si lasciò andare, aprendo le porte a quel corpo estraneo.
Gemiti di piacere uscivano dalla bocca di entrambi.
Sembravano non esserne mai sazi.
La passione li avvolse completamente.
Spinte violente, morsi, unghia conficcate nella carne bollente.
E quella stessa passione, venne riprodotta sulla tela, rendendola pulsante.
-ti amo, fanciulla-
-vi amo, signor Octave.-