1°capitolo
Fuga
Appena
vidi Diego sparire tra gli alberi, mi voltai e iniziai a correre verso
il
nostro nascondiglio. Continuavo a ripetermi che Riley non gli avrebbe
mai fatto
del male. Era il suo secondo e la persona su cui faceva affidamento, e
visto
come si stavano mettendo le cose, Riley aveva bisogno di gente come lui.
Ma
questo non riusciva calmarmi.
Avevo
paura. Paura di quei vampiri incappucciati; paura di lei;
paura di non rivedere mai più Diego.
Riley
sembrava un pazzo. Anzi, aveva totalmente perso la ragione.
E
fu in quel momento, che provai una sensazione così forte che
mi fece arrestare a
non più di duecento metri dalla casa.
Non
l’avrei più rivisto.
Cominciai
a respirare più velocemente e mi guardai intorno in cerca di
una soluzione.
Dovevo tornare indietro, ma come? Mi avrebbero sentito arrivare, e
questo
avrebbe peggiorato la situazione.
“Pensa,
Bree. Pensa!” mormorai, ringhiando.
Dalla
casa giunsero ringhi e urla. Sicuramente qualcuno stava per essere
fatto a
pezzi, e gli altri avrebbero assistito senza muovere un muscolo,
contenti di
quella piacevole distrazione.
Solo
Freaky Fred sarebbe rimasto impassibile e se qualcuno avesse avuto
intenzione
di disturbarlo, avrebbe usato il suo potere per allontanarlo,
nascondendosi così
agli occhi dei presenti.
Fu
come un fulmine a ciel sereno: Fred!
Mi
fiondai verso casa, mentre la mia mente lavorava senza sosta. Che cosa
potevo
dirgli? La verità? Che Riley e lei
ci
stavano usando come i pedoni di una scacchiera? Che ci avrebbero
mandato a
morire senza nessun motivo apparente? E se glielo avessi raccontato, mi
avrebbe
creduto?
Non
avevo tempo per rispondere a queste inutili domande. Diego, in quel
momento,
poteva essere in pericolo.
Scesi
le scale dello scantinato e vidi davanti a me Jen e Sara acquattate
l’una di
fronte all’altra, con gli altri neonati radunati intorno a
loro.
Ne
approfittai per individuare Fred. Girai la testa, socchiusi gli occhi e
sbirciai ovunque. A un tratto una nausea improvvisa mi colpì
violentemente e,
cercando di combattere i conati, mi avvicinai verso il punto dove
credevo si
celasse Fred.
Ebbi
fortuna. Appena raggiunsi il vampiro, la nausea sparì e
riuscii a vederlo.
Stava giocando a carte e sembrava preso dal gioco.
Non
sapevo come affrontare il discorso. Di solito mi nascondevo nella sua
ombra e
rimanevo zitta fino a quando non arrivava il momento di uscire per
andare a
cacciare. Ma ora era diverso. Ora c’era Diego.
“Piccoletta,
se non ti metti a sedere vicino a me, dovrò usare il mio
potere anche su di
te”.
La
sua voce calma e tranquilla mi sorprese, tanto che mi scappò
un piccolo gemito.
Fred alzò la testa e mi sorrise.
Era
la prima volta che lo osservavo da vicino e notai quanto fosse bello.
Va bene
che tutti noi vampiri eravamo attraenti, ma lui doveva essere stato
affascinante anche quand’era umano.
I
suoi capelli biondi ricadevano sul suo volto marcato e i suoi grandi
occhi
cremisi sembravano risplendere nel buio dello scantinato.
Era
grosso ed ero certa, che quando si fosse alzato, avrebbe raggiunto come
minimo
il metro e novanta. Come
mai notavo quei
particolari,solo ora?
“Bree?”
mi chiamò sempre con quel tono rassicurante.
Io
mi misi subito a sedere e Fred mi regalò il suo sorriso.
Prese una carta e
iniziò a studiare il suo solitario.
“Fred”
dissi esitante, ” ho bisogno del tuo aiuto”.
Il
vampiro non mi degnò di un’occhiata e
continuò nel suo gioco.
“è
importante, e dovremmo muoverci subito!”.
La
paura nella mia voce attirò la sua attenzione. Depose il
mazzo di carte e si
voltò verso di me.
“Si
tratta di Diego?” chiese.
“Sì”
dissi, sperando che non mi facesse troppo domande. Era già
passato molto tempo
dall’ultima volta che avevo visto Diego.
Fred
mi stupì. Si mise in piedi e mi offrì la mano.
“Andiamo!
Mi spiegherai strada facendo!”.
“Ma
come facciamo uscire? Gli altri…”.
“Non
preoccuparti degli altri. Lascia fare a me. Tu stammi solo
vicina!”.
Obbedii.
Fred
iniziò ad avanzare verso le scale e io lo seguii a ruota,
gettando occhiate
spaventate verso il gruppetto che si era formato intorno alle due
vampire.
Sembrava che non esistessimo, anche se potevo notare le smorfie di
disgusto
sulle bocche dei miei compagni.
Appena
uscimmo dalla casa, emisi un sospiro di sollievo e feci cenno a Fred di
seguirmi.
Mentre
saltavamo da un albero all’altro, vidi
all’orizzonte la luce rosata che
annunciava l’alba.
Anche
Fred se ne accorse e mi guardò preoccupato.
“Dovremmo
muoverci. Tra poco sorgerà il sole!”.
“Il sole non ci
farà niente. È una bugia!”
ribattei, concentrata sull’odore di Diego.
“E
come fai a saperlo?”
Esitai,
ma poi decisi di raccontargli tutto. Era solo grazie a lui se era
ancora viva.
Gli
parlai di quello che era successo in quelle ultime ore e Fred
mascherò molto
bene la sorpresa.
Mi
ascoltò in silenzio, senza interrompermi, e io gliene fui
grata. Parlarne, mi
aiutava a controllare la paura che stavo provando in quel momento.
Intanto
la scia di Diego stava diventando sempre più forte, eravamo
vicini.
“Bree,
perché non sei andata con Diego da Riley?”.
“Perché
Diego mi ha estromesso dal piano!” gli risposi, irritata.
Fred
rise e lo guardai seccata.
“Non
c’è niente da ridere!”.
“Scusami. So solo
che voi due mi farete
impazzire!”.
“Non
sei costretto” mormorai, tenendo lo sguardo fisso davanti a
me.
“Lo
faccio con piacere”.
“Perché?”.
“Se
ti dicessi che non lo so, ci crederesti? Forse sono solo annoiato. E
poi tu e
Diego mi state simpatici!”.
Sorrisi.
“Anche tu mi sei simpatico”.
Fred
rise nuovamente.
“è
per la mia irrefrenabile simpatia che mi sei stata attaccata tutti
questi
mesi?”.
Se
fossi stata ancora umana, sarei arrossita furiosamente. Non risposi.
Era ovvio
che fosse una domanda retorica.
Fred
decise di lasciar perdere, per passare a un altro argomento.
“Chi
sono, secondo te, quei vampiri incappucciati?”.
Questa
era un’ottima domanda e avrei dato qualsiasi cosa pur di
avere una risposta.
“Non
lo so. So solo che lei ha paura di
loro! È per colpa loro se ha deciso di attaccare i suoi
nemici tra cinque
giorni”.
“E
non ha aggiunto niente su questo clan da affrontare?”
indagò Fred, curioso.
“Ha
detto solo che sono molto forti, ma visto che siamo in ventidue,
dovremmo
riuscire a batterli!”.
“Diciannove”
disse Fred.
Mi
voltai guardarlo, inarcando un sopracciglio.
“Se
dovessimo riuscire a salvare Diego, è più che
logico che dopo dobbiamo sparire.
Hai già pensato dove potremmo andare?”.
Riflettei.
Seattle era fuori discussione. Ci avrebbero trovato subito.
Imprecai.
Non ero mai andata oltre i suoi confini. Ero sempre rimasta in quello
schifo di
città.
“Dall’espressione
che hai in faccia, deduco che non né hai idea”.
“Tu,
invece?” domandai seccata.
“Non
basta il mio potere? Devo pure pensare dove possiamo andare”
si lamentò Fred,
ma notai il divertimento nei suoi occhi cremisi.
“Devi
renderti utile in qualche modo” ridacchiai, per poi
interrompermi.
L’odore
di Diego era molto forte, ma non il solo. Oltre all’odore di
Riley, con lui,
c’era anche quello di lei.
La nostra
creatrice.
Diego era nei guai.
Mi
affrettai e Fred faticava a starmi dietro. Ero più giovane,
quindi più forte,
ma sapevo che senza di lui, sarei morta sicuramente.
All’improvviso
sentii delle voci. Le riconobbi: erano quelle di Diego e Riley.
Sembravano
furiosi e questo non fece altro che aumentare la mia paura. Stavo per
lanciarmi
dall’albero, quando sentii la grande mano di Fred afferrarmi
per un braccio.
“Lasciami!”
sibilai, ma il vampiro invece di mollarmi, aumentò la
stretta. “Fred!”.
“Vuoi
morire, Bree?”.
La
domanda mi spiazzò.
“No”
sussurrai.
“Allora,
stai calma. Non ci sono solo Diego e Riley. Un’altra persona
è in ascolto”.
“Chi?”.
Ma
sapevo già chi era.
Fred
mi sorrise e sentii una leggerissima nausea. Mi aveva incluso nel suo
guscio
difensivo.
“Dov’è?”.
“Lì”.
E m’indicò gli alberi davanti a noi. Merda, se non
fosse stato per lui, sarei
andata a sbatterci contro.
“Che
cosa facciamo?”.
Fred
ci pensò un attimo. Mi guardo intensamente e io deglutii
involontariamente.
Aveva lo sguardo di un assassino.
“Adesso,
torniamo indietro. E ci avvicineremo camminando, non saltando da un
albero
all’altro. Il mio potere è capace di renderci
invisibili, ma solo per venti
minuti. Dobbiamo raggiungere Diego e scappare il più lontano
possibile”.
“Tutto
in venti minuti?”.
“Sì.
Venti minuti” confermò Fred.
Annuii
e cominciammo a tornare sui nostri passi. Quando ci sentimmo abbastanza
al
sicuro, scendemmo dall’albero e c’incamminammo
verso Diego e Riley.
Continuavo
alzare lo sguardo nervosa, con la secreta paura che lei
sbucasse da un momento all’altro per uccidere me e Fred.
Il
mio nuovo amico sembrò decifrare il mio stato
d’animo, poiché mi prese per mano
e si mise davanti a me.
Quella
camminata durò un’eternità. Tenevo le
orecchie ben aperte e il mio naso non
smetteva di fiutare gli odori che mi circondavano. Se avessi sentito
odore di
fumo, mi sarei precipitata da Diego, infischiandomene di Riley e di lei.
Intanto
Fred procedeva con passo tranquillo, come se stessimo facendo una
passeggiata.
Mi affiancai a lui e notai il suo volto indurito dalla concentrazione.
A
quanto pareva, doveva essere difficile renderci invisibili.
“Riley!”.
Un
urlo fece sussultare me e Fred. Quella voce infantile e acuta
l’avevo
riconosciuta all’istante.
Guardai
il vampiro al mio fianco e lui annuii. Prendemmo un respiro profondo e
iniziammo a correre, sperando che non ci sentissero arrivare.
Raggiungemmo
il luogo dove Diego e Riley stavano parlando. Era la stessa radura che
avevamo
visto prima insieme.
Al
centro, si trovavano Riley e lei e
sembrava che stessero lottando. Ma poi quando sentii il grido lacerante
di
Diego, capii cosa stessero facendo.
Il
fiato mi si bloccò in gola quando vidi Riley reggere un
braccio di Diego,
mentre lei accatastava in gran
fretta
della legna per accendere un falò.
Dovevamo
intervenire. Subito.
“Bree,
sei pronta?”.
“Sì”.
“Dobbiamo
agire in fretta. Ora sono presi dalla bramosia della lotta. Dovremo
colpirli
alle spalle con tutta la forza che possediamo e
poi…”.
Un altro urlo spezzò il silenzio della radura. Mi girai di
scatto e vidi una
gamba di Diego a parecchi metri di distanza da dove si trovava.
“E
poi dovremo prendere Diego e i suoi pezzi”.
Rabbrividii,
ma la mia determinazione di salvare Diego si rafforzò. Era
il mio amico. Era la
prima persona in quella nuova esistenza che si era accorta di me. Non
potevo
lasciarlo.
Fred
e io ci scambiammo un cenno d’intesa e sbucammo nella radura.
Eravamo
velocissimi e io provai una forte e crudele gioia quando colpii Riley
dietro la
testa.
Il
vampiro volò per parecchi metri, andando a sbattere contro
un albero.
Afferrai
il braccio e la gamba di Diego, per poi precipitarmi verso di lui. Fred
stava
ancora combattendo contro lei e il
guscio che ci rendeva invisibili era sparito.
“Bree”.
La
voce sofferente di Diego, mi fece provare una furia omicida senza
precedenti.
M’inginocchiai
accanto a lui e gli tolsi la maglietta. Sputai il veleno sul moncherino
che
aveva al posto del braccio sinistro e gli riattaccai l’arto
strappato.
Stavo
per fare lo stesso con la gamba, quando avvertii al mio fianco Fred.
Era
ridotto malissimo, ma un enorme sorriso era stampato sulle sue labbra.
“Siamo
invisibili!”.
“Che
cosa?” chiesi incredula. Che avesse battuto lei?
“Forza,
andiamo!” fece Fred, issandosi sulle spalle Diego.
Mi
guardai intorno e vidi solamente Riley, che tentava in tutti modi di
combattere
la nausea e il disgusto che Fred, grazie al suo potere, gli stava
facendo
provare.
Dov’era
andata a finire lei? Era
impossibile
che fosse scappata. Era la vampira più temibile che avessi
mai incontrato.
“Bree!”.
Fred
mi stava aspettando ai confini della radura, con in spalla Diego. Anche
se era
malridotto, vederlo ancora vivo, mi fece provare una sensazione
così forte che,
se fossi stata ancora umana, sarei scoppiata a piangere dalla gioia.
Con
un sorriso, corsi verso di loro stando attenta a non danneggiare
più del dovuto
la gamba di Diego che reggevo in mano.
“Ciao
BFF” mi salutò quest’ultimo, facendo un
enorme sforzo per sorridermi.
“Devi
un favore a me e a Fred. Sappilo!”.
“Lo
so! Alla prossima riunione del nostro club supersegreto dei ninja, ne
parleremo!”.
“Perfetto”
dissi io, “ Ho già una mozione da
proporre”.
Diego
mi guardò confuso.
“D’ora
in poi, qualsiasi cosa dovesse succedere, dovremmo rimanere
insieme” dissi,
guardandolo negli occhi.
Lui
sorrise e mi offrì la mano.
“
Sempre insieme” mormorò, mentre gliela stringevo.
Con
un ultimo sguardo alle mie spalle guardai Riley, chiedendomi che fine
avrebbe
fatto.