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Autore: Pacci    13/07/2010    4 recensioni
Che cosa sarebbe successo se Bree invece di seguire il consiglio di Diego, sarebbe ritornata indietro per salvarlo da Riley e dalla sua creatrice? Questa domanda è il punto di partenza di questa nuova storia: di Bree Tanner e della sua seconda vita. (SPOILER per chi non ha letto “la breve seconda vita di Bree Tanner”)
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1°capitolo

 

 

Fuga

 

 

 

Appena vidi Diego sparire tra gli alberi, mi voltai e iniziai a correre verso il nostro nascondiglio. Continuavo a ripetermi che Riley non gli avrebbe mai fatto del male. Era il suo secondo e la persona su cui faceva affidamento, e visto come si stavano mettendo le cose, Riley aveva bisogno di gente come lui.

Ma questo non riusciva calmarmi.

Avevo paura. Paura di quei vampiri incappucciati; paura di lei; paura di non rivedere mai più Diego.

Riley sembrava un pazzo. Anzi, aveva totalmente perso la ragione.

E fu in quel momento, che provai una sensazione così forte che mi fece arrestare a non più di duecento metri dalla casa.

Non l’avrei più rivisto.

Cominciai a respirare più velocemente e mi guardai intorno in cerca di una soluzione. Dovevo tornare indietro, ma come? Mi avrebbero sentito arrivare, e questo avrebbe peggiorato la situazione.

“Pensa, Bree. Pensa!” mormorai, ringhiando.

Dalla casa giunsero ringhi e urla. Sicuramente qualcuno stava per essere fatto a pezzi, e gli altri avrebbero assistito senza muovere un muscolo, contenti di quella piacevole distrazione.

Solo Freaky Fred sarebbe rimasto impassibile e se qualcuno avesse avuto intenzione di disturbarlo, avrebbe usato il suo potere per allontanarlo, nascondendosi così agli occhi dei presenti.

Fu come un fulmine a ciel sereno: Fred!

Mi fiondai verso casa, mentre la mia mente lavorava senza sosta. Che cosa potevo dirgli? La verità? Che Riley e lei ci stavano usando come i pedoni di una scacchiera? Che ci avrebbero mandato a morire senza nessun motivo apparente? E se glielo avessi raccontato, mi avrebbe creduto?

Non avevo tempo per rispondere a queste inutili domande. Diego, in quel momento, poteva essere in pericolo.

Scesi le scale dello scantinato e vidi davanti a me Jen e Sara acquattate l’una di fronte all’altra, con gli altri neonati radunati intorno a loro.

Ne approfittai per individuare Fred. Girai la testa, socchiusi gli occhi e sbirciai ovunque. A un tratto una nausea improvvisa mi colpì violentemente e, cercando di combattere i conati, mi avvicinai verso il punto dove credevo si celasse Fred.

Ebbi fortuna. Appena raggiunsi il vampiro, la nausea sparì e riuscii a vederlo. Stava giocando a carte e sembrava preso dal gioco.

Non sapevo come affrontare il discorso. Di solito mi nascondevo nella sua ombra e rimanevo zitta fino a quando non arrivava il momento di uscire per andare a cacciare. Ma ora era diverso. Ora c’era Diego.

“Piccoletta, se non ti metti a sedere vicino a me, dovrò usare il mio potere anche su di te”.

La sua voce calma e tranquilla mi sorprese, tanto che mi scappò un piccolo gemito. Fred alzò la testa e mi sorrise.

Era la prima volta che lo osservavo da vicino e notai quanto fosse bello. Va bene che tutti noi vampiri eravamo attraenti, ma lui doveva essere stato affascinante anche quand’era umano.

I suoi capelli biondi ricadevano sul suo volto marcato e i suoi grandi occhi cremisi sembravano risplendere nel buio dello scantinato.

Era grosso ed ero certa, che quando si fosse alzato, avrebbe raggiunto come minimo il metro e novanta.  Come mai notavo quei particolari,solo ora?

“Bree?” mi chiamò sempre con quel tono rassicurante.

Io mi misi subito a sedere e Fred mi regalò il suo sorriso. Prese una carta e iniziò a studiare il suo solitario.

“Fred” dissi esitante, ” ho bisogno del tuo aiuto”.

Il vampiro non mi degnò di un’occhiata e continuò nel suo gioco.

“è importante, e dovremmo muoverci subito!”.

La paura nella mia voce attirò la sua attenzione. Depose il mazzo di carte e si voltò verso di me.

“Si tratta di Diego?” chiese.

“Sì” dissi, sperando che non mi facesse troppo domande. Era già passato molto tempo dall’ultima volta che avevo visto Diego.

Fred mi stupì. Si mise in piedi e mi offrì la mano.

“Andiamo! Mi spiegherai strada facendo!”.

“Ma come facciamo uscire? Gli altri…”.

“Non preoccuparti degli altri. Lascia fare a me. Tu stammi solo vicina!”.

Obbedii.

Fred iniziò ad avanzare verso le scale e io lo seguii a ruota, gettando occhiate spaventate verso il gruppetto che si era formato intorno alle due vampire. Sembrava che non esistessimo, anche se potevo notare le smorfie di disgusto sulle bocche dei miei compagni.

Appena uscimmo dalla casa, emisi un sospiro di sollievo e feci cenno a Fred di seguirmi.

Mentre saltavamo da un albero all’altro, vidi all’orizzonte la luce rosata che annunciava l’alba.

Anche Fred se ne accorse e mi guardò preoccupato.

“Dovremmo muoverci. Tra poco sorgerà il sole!”.

 “Il sole non ci farà niente. È una bugia!” ribattei, concentrata sull’odore di Diego.

“E come fai a saperlo?”

Esitai, ma poi decisi di raccontargli tutto. Era solo grazie a lui se era ancora viva.

Gli parlai di quello che era successo in quelle ultime ore e Fred mascherò molto bene la sorpresa.

Mi ascoltò in silenzio, senza interrompermi, e io gliene fui grata. Parlarne, mi aiutava a controllare la paura che stavo provando in quel momento.

Intanto la scia di Diego stava diventando sempre più forte, eravamo vicini.

“Bree, perché non sei andata con Diego da Riley?”.

“Perché Diego mi ha estromesso dal piano!” gli risposi, irritata.

Fred rise e lo guardai seccata.

“Non c’è niente da ridere!”.

 “Scusami. So solo che voi due mi farete impazzire!”.

“Non sei costretto” mormorai, tenendo lo sguardo fisso davanti a me.

“Lo faccio con piacere”.

“Perché?”.

“Se ti dicessi che non lo so, ci crederesti? Forse sono solo annoiato. E poi tu e Diego mi state simpatici!”.

Sorrisi. “Anche tu mi sei simpatico”.

Fred rise nuovamente.

“è per la mia irrefrenabile simpatia che mi sei stata attaccata tutti questi mesi?”.

Se fossi stata ancora umana, sarei arrossita furiosamente. Non risposi. Era ovvio che fosse una domanda retorica.

Fred decise di lasciar perdere, per passare a un altro argomento.

“Chi sono, secondo te, quei vampiri incappucciati?”.

Questa era un’ottima domanda e avrei dato qualsiasi cosa pur di avere una risposta.

“Non lo so. So solo che lei ha paura di loro! È per colpa loro se ha deciso di attaccare i suoi nemici tra cinque giorni”.

“E non ha aggiunto niente su questo clan da affrontare?” indagò Fred, curioso.

“Ha detto solo che sono molto forti, ma visto che siamo in ventidue, dovremmo riuscire a batterli!”.

“Diciannove” disse Fred.

Mi voltai guardarlo, inarcando un sopracciglio.

“Se dovessimo riuscire a salvare Diego, è più che logico che dopo dobbiamo sparire. Hai già pensato dove potremmo andare?”.

Riflettei. Seattle era fuori discussione. Ci avrebbero trovato subito.

Imprecai. Non ero mai andata oltre i suoi confini. Ero sempre rimasta in quello schifo di città.

“Dall’espressione che hai in faccia, deduco che non né hai idea”.

“Tu, invece?” domandai seccata.

“Non basta il mio potere? Devo pure pensare dove possiamo andare” si lamentò Fred, ma notai il divertimento nei suoi occhi cremisi.

“Devi renderti utile in qualche modo” ridacchiai, per poi interrompermi.

L’odore di Diego era molto forte, ma non il solo. Oltre all’odore di Riley, con lui, c’era anche quello di lei. La nostra creatrice.

 Diego era nei guai.

Mi affrettai e Fred faticava a starmi dietro. Ero più giovane, quindi più forte, ma sapevo che senza di lui, sarei morta sicuramente.

All’improvviso sentii delle voci. Le riconobbi: erano quelle di Diego e Riley. Sembravano furiosi e questo non fece altro che aumentare la mia paura. Stavo per lanciarmi dall’albero, quando sentii la grande mano di Fred afferrarmi per un braccio.

“Lasciami!” sibilai, ma il vampiro invece di mollarmi, aumentò la stretta. “Fred!”.

“Vuoi morire, Bree?”.

La domanda mi spiazzò.

“No” sussurrai.

“Allora, stai calma. Non ci sono solo Diego e Riley. Un’altra persona è in ascolto”.

“Chi?”.

Ma sapevo già chi era.

Fred mi sorrise e sentii una leggerissima nausea. Mi aveva incluso nel suo guscio difensivo.

“Dov’è?”.

“Lì”. E m’indicò gli alberi davanti a noi. Merda, se non fosse stato per lui, sarei andata a sbatterci contro.

“Che cosa facciamo?”.

Fred ci pensò un attimo. Mi guardo intensamente e io deglutii involontariamente. Aveva lo sguardo di un assassino.

“Adesso, torniamo indietro. E ci avvicineremo camminando, non saltando da un albero all’altro. Il mio potere è capace di renderci invisibili, ma solo per venti minuti. Dobbiamo raggiungere Diego e scappare il più lontano possibile”.

“Tutto in venti minuti?”.

“Sì. Venti minuti” confermò Fred.

Annuii e cominciammo a tornare sui nostri passi. Quando ci sentimmo abbastanza al sicuro, scendemmo dall’albero e c’incamminammo verso Diego e Riley.

Continuavo alzare lo sguardo nervosa, con la secreta paura che lei sbucasse da un momento all’altro per uccidere me e Fred.

Il mio nuovo amico sembrò decifrare il mio stato d’animo, poiché mi prese per mano e si mise davanti a me.

Quella camminata durò un’eternità. Tenevo le orecchie ben aperte e il mio naso non smetteva di fiutare gli odori che mi circondavano. Se avessi sentito odore di fumo, mi sarei precipitata da Diego, infischiandomene di Riley e di lei.

Intanto Fred procedeva con passo tranquillo, come se stessimo facendo una passeggiata. Mi affiancai a lui e notai il suo volto indurito dalla concentrazione.

A quanto pareva, doveva essere difficile renderci invisibili.

“Riley!”.

Un urlo fece sussultare me e Fred. Quella voce infantile e acuta l’avevo riconosciuta all’istante.

Guardai il vampiro al mio fianco e lui annuii. Prendemmo un respiro profondo e iniziammo a correre, sperando che non ci sentissero arrivare.

Raggiungemmo il luogo dove Diego e Riley stavano parlando. Era la stessa radura che avevamo visto prima insieme.

Al centro, si trovavano Riley e lei e sembrava che stessero lottando. Ma poi quando sentii il grido lacerante di Diego, capii cosa stessero facendo.

Il fiato mi si bloccò in gola quando vidi Riley reggere un braccio di Diego, mentre lei accatastava in gran fretta della legna per accendere un falò.

Dovevamo intervenire. Subito.

“Bree, sei pronta?”.

“Sì”.

“Dobbiamo agire in fretta. Ora sono presi dalla bramosia della lotta. Dovremo colpirli alle spalle con tutta la forza che possediamo e poi…”.
Un altro urlo spezzò il silenzio della radura. Mi girai di scatto e vidi una gamba di Diego a parecchi metri di distanza da dove si trovava.

“E poi dovremo prendere Diego e i suoi pezzi”.

Rabbrividii, ma la mia determinazione di salvare Diego si rafforzò. Era il mio amico. Era la prima persona in quella nuova esistenza che si era accorta di me. Non potevo lasciarlo.

Fred e io ci scambiammo un cenno d’intesa e sbucammo nella radura. Eravamo velocissimi e io provai una forte e crudele gioia quando colpii Riley dietro la testa.

Il vampiro volò per parecchi metri, andando a sbattere contro un albero.

Afferrai il braccio e la gamba di Diego, per poi precipitarmi verso di lui. Fred stava ancora combattendo contro lei e il guscio che ci rendeva invisibili era sparito.

“Bree”.

La voce sofferente di Diego, mi fece provare una furia omicida senza precedenti.

M’inginocchiai accanto a lui e gli tolsi la maglietta. Sputai il veleno sul moncherino che aveva al posto del braccio sinistro e gli riattaccai l’arto strappato.

Stavo per fare lo stesso con la gamba, quando avvertii al mio fianco Fred.

Era ridotto malissimo, ma un enorme sorriso era stampato sulle sue labbra.

“Siamo invisibili!”.

“Che cosa?” chiesi incredula. Che avesse battuto lei?

“Forza, andiamo!” fece Fred, issandosi sulle spalle Diego.

Mi guardai intorno e vidi solamente Riley, che tentava in tutti modi di combattere la nausea e il disgusto che Fred, grazie al suo potere, gli stava facendo provare.

Dov’era andata a finire lei? Era impossibile che fosse scappata. Era la vampira più temibile che avessi mai incontrato.

“Bree!”.

Fred mi stava aspettando ai confini della radura, con in spalla Diego. Anche se era malridotto, vederlo ancora vivo, mi fece provare una sensazione così forte che, se fossi stata ancora umana, sarei scoppiata a piangere dalla gioia.

Con un sorriso, corsi verso di loro stando attenta a non danneggiare più del dovuto la gamba di Diego che reggevo in mano.

“Ciao BFF” mi salutò quest’ultimo, facendo un enorme sforzo per sorridermi.

“Devi un favore a me e a Fred. Sappilo!”.

“Lo so! Alla prossima riunione del nostro club supersegreto dei ninja, ne parleremo!”.

“Perfetto” dissi io, “ Ho già una mozione da proporre”.

Diego mi guardò confuso.

“D’ora in poi, qualsiasi cosa dovesse succedere, dovremmo rimanere insieme” dissi, guardandolo negli occhi.

Lui sorrise e mi offrì la mano.

“ Sempre insieme” mormorò, mentre gliela stringevo.

Con un ultimo sguardo alle mie spalle guardai Riley, chiedendomi che fine avrebbe fatto.

Poi, mi voltai e andai incontro al vero inizio della mia nuova vita.
  
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