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Autore: Mauro Raul    13/07/2010    2 recensioni
Ammetto, con vergogna, che questa storia l'ho scritta sedotto dai fumi dell'alcol... pero ve la voglio proporre lo stesso perché la trovo molto interessante da punto di vista del significato. Il linguaggio è sempre semplice ma immediato. Buona lettura.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuovi Vicini


La via Stradacchiusa si appisolava sotto il noioso sole di un 3 maggio che pareva lunghissimo. Stradacchiusa era da anni una via i cui abitanti conducevano una vita regolare, discreta e quindi monotona. Neanche gli alberi si ricordavano più la data dell’ultimo trasloco.

La famiglia Question dopo un abbondante pranzo si abbandonava, chi sul letto chi sul divano, alla dolce sonnolenza della digestione quando sentirono il rombo di qualche motore rompere lo stato di dormiveglia in cui Stradacchiusa si coccolava. Era un camion dei traslochi, seguito da un vecchio fuoristrada verde.

Il camion dei traslochi si fermò di fronte alla casa situata esattamente al centro della via, ergo in mezzo a tutte le altre. Si pensava che quella casa fosse abbandonata sebbene fosse sempre stata tenuta in perfetto stato non si sa da chi. Il trasloco irritò i dormienti abitanti di Stradacchiusa e creò rapidamente un flusso di telefonate tra vicini dove pettegolezzi, supposizioni (di qualsiasi tipo) e informazioni mutavano ogni volta che qualcuno alzava la cornetta. Il tutto si concluse con una ipocrita decisione: accogliere i nuovi arrivati.

E così i nuovi arrivati dopo un estenuante trasloco si ritrovarono con una scorta di dolci che avrebbe fatto invidia ai più rispettabili pasticcieri, e con un carico di “Benvenuti!” assai pesati e indagatori.

La nuova arrivata famiglia Cappello era un nucleo di quattro persone: il papà, la mamma, un figlio di quindici anni e il nonno.

 

La vita della famiglia nuova arrivata inizialmente era stata al centro delle attenzioni e dei pettegolezzi di tutta la strada, e la situazione non variò col passare del tempo. La famiglia Cappello agli occhi dei vicini aveva comportamenti non proprio entro la norma. Dalla casa si sentivano spesso urla anche forti, il nonno aveva un aspetto molto lugubre e tutte le volte che usciva si faceva accompagnare da qualcuno facendosi coprire con una coperta nera. Il padre e la madre uscivano, in macchina, quasi all’alba e tornavano tardi la sera tutto con grande fretta! Il figlio poi era associale sempre da solo, non parlava e non guardava nessuno negli occhi.

Tutto ciò era legna da ardere per il grande focolare delle supposizioni tra i vicini.

 

Le cose continuarono cosi, e i vicini, ovviamente, iniziavano ad avere paura che la famiglia Cappello fosse pericolosa, quindi si organizzarono.

Il piano era semplice irrompere nell’ora in cui solitamente c’erano gli urli e tutti in casa mettendo cosi fine ai drammi che notte dopo notte si ripetevano…

 

Erano le 22:30 tre uomini forti e due donne dietro di loro si radunarono di fronte alla porta dell’atipica famiglia. Sapevano benissimo che il soggiorno era proprio dietro quella porta poiché proprio perché era sempre stata disabitata non erano mancati i tentativi di entrare o sbirciare oltre le finestre vicino alla porta d’ingresso.

I tre uomini vennero avanti tenendosi a una trentina di centimetri dalla porta (e lasciando le donne dietro). Contarono fino a tre e sferrarono un calcio alla porta della verità, che, uscendo dai cardini, volo per qualche centimetro senza pero prendere niente ne nessuno.

L’emozione degli intrusi fu più elevata delle aspettative, eppure non sono gli occhi che ingannano bensì la mente.

Ecco ciò che videro:

A sinistra della stanza c’era il nonno su una sedia coperto con la solita coperta nera, ma respirava grazie a due bombole di ossigeno, sembrava in fin di vita, forse lo era. Al centro il padre e il figlio guardavano un film horror che, solo qualche ora più tardi davanti alla polizia, avrebbero scoperto fosse la loro passione, tra l’altro il figlio si muoveva avanti e indietro costantemente: era autistico. A destra nell’angolo cottura la madre finiva di lavare i piatti e cucinava per la mattina seguente in fretta e furia.

La normalità fa questo effetto.

   
 
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