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Autore: DarkRose86    15/07/2010    2 recensioni
“ Immobile sotto il cielo stellato, con i capelli mossi dal vento, resta in silenzio.
Il burattinaio, dall'alto della sua carica, sogghigna sadico. […]
La luce si spegne, la nebbia cala impietosa sul già tetro scenario,
la consapevolezza d'esser rimasto solo colpisce il ragazzo che se ne sta in piedi sul ciglio della strada,
e una lacrima gli solca silenziosamente la guancia.
“ Non ci credo ”
L'altro ride.
“ Non ci voglio credere ”
La storia di un ragazzo e di un amore malato.
La storia di Sid e di colui che l'ha scelto come attore improvvisato della sua prossima melodrammatica rappresentazione.
- Quarta classificata al secondo girone del Tears Arena Contest, indetto da Red Diablo -
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La seguente storia si è classificata quarta al secondo girone del "Tears Arena Contest" , indetto da Red Diablo sul Forum di EFP.
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Country Boy's Song

Buio.
L'abitacolo è piccolo, tipico d'una vecchia auto, di quelle che solitamente i genitori comprano ai figli appena questi prendono la patente, oppure di quelle che vengono date loro dai nonni, ancora attaccati alla tradizione.
Un ragazzo dai capelli castani si agita nel sonno, mentre uno svogliato dj annuncia la prossima canzone, ma il volume è troppo basso per riuscire a svegliarlo.
Chissà quali sogni lo tormentano; le sue mani, a volte rilassate e a volte strette in un pugno sono sudate, e la fronte bollente è nel medesimo stato.
I finestrini sono chiusi e non permettono alla fresca brezza primaverile di penetrare all'interno della vettura. Fuori tutto tace, e il silenzio è rotto solo talvolta dalle fronde degli alberi mosse dal leggero vento.
D'improvviso il giovane si desta, ha il fiatone, è rosso in viso. Geme e pronuncia alcune parole sconnesse, prima di ritornare alla realtà. Come ha fatto ad arrivare lì? Poco prima era dalla sua ragazza, e adesso si trova in una delle tante piazzole di sosta di quella strada di montagna; perché? In verità non ricorda nulla. Sente solo un gran caldo e la necessità di bere.
Scende dalla macchina a fatica, e va ad aprire il portabagagli: fortunatamente ha una bottiglia d'acqua, ed anche se è piuttosto calda, si accontenta. Si guarda intorno, si sente smarrito; la testa gli gira come se si fosse scolato una quantità di alcolici non indifferente e, facendo mente locale, si rende conto che forse è proprio così. Gli capita spesso, quando va a trovarla; il fatto ch'ella lavori in un locale certo non aiuta, soprattutto considerando che egli, quando ha dei problemi, tende ad affogarli in un bicchierino di gin, per poi vederli riemergere e soffrire ancora di più.
Se solo i suoi genitori sapessero quant'è dura, per lui, tornare a casa ogni sera. Se solo potessero immaginare cosa gli passa per la testa, quando li sente litigare nella stanza accanto alla sua. Se solo lo vedessero coprirsi la testa col cuscino, nel tentativo di non far caso a quelle urla, forse comprenderebbero i propri errori.
La bevanda incolore scivola giù per la gola e lui si sente come rinato, sospira mentre un fruscio disturba la quiete del luogo; è solo una piccola lepre, che lesta ritorna fra i cespugli dopo aver curiosato un po'.
Sid rientra in auto, e dà uno sguardo all'orologio: le tre. Sa che come minimo dovrà sorbirsi le lamentele di sua madre, una volta tornato a casa. Beh, poco male, tanto oramai ci è abituato.
Gira la chiave e accende i fari, dopodiché parte, gli occhi stanchi fissi sull'asfalto; alza il volume, canticchiando il pezzo rock che stanno trasmettendo, cercando di tenersi sveglio. Guida per un paio di chilometri, prima d'incontrare un'altra piazzola; d'improvviso si ferma, è certo d'aver visto qualcosa di strano, ed effettivamente non si sbaglia. C'è qualcuno lì in piedi, con la schiena rivolta verso la piccola capanna abbandonata e lo sguardo perso nel vuoto; sembrerebbe un ragazzo, se gli occhiali da vista e la testa confusa non lo ingannano. Scende di nuovo, avvicinandosi allo sconosciuto, notando il suo abbigliamento decisamente poco consono ad un individuo di sesso maschile; una maglietta di colore rosa – il rosa che lei adora, il rosa delle pareti della sua stanza accogliente – di circa due taglie in più, che va a coprire un pezzo dei pantaloncini neri che indossa. Non lo ha mai visto prima d'ora... chi sarà mai? Ha i capelli neri e un po' arruffati, ed una ciocca ribelle gli copre l'occhio sinistro; quello destro osserva qualcosa che non c'è, l'iride blu che pare fondersi col buio della notte. La pelle bianca è accarezzata dal chiaro di luna, e il suo volto è di una bellezza delicata, e i lineamenti sono molto simili a quelli di una ragazza.

Ehm... scusa... che ci fai qui a quest'ora? ” gli domanda il giovane, mantenendosi a qualche metro di distanza.
Lui lo guarda di sfuggita, tornando subito dopo a fissare il nulla davanti a sé, senza rispondere.

Ehi, mi hai sentito? ” insiste avvicinandosi un poco, e l'altro si scosta come fosse intimorito, “ Non intendo farti del male... volevo solo sapere se, che so... se avevi bisogno di qualcosa, visto che non mi era mai capitato d'incontrare qualcuno qui, per giunta di notte ” spiega, al fin di tranquillizzarlo.
Lo strano tipo si passa una mano fra i capelli, regalandogli un sorriso decisamente fuori luogo; se ne sta ancora un po' in silenzio, dopodiché apre bocca, le labbra perfette incurvate ancora a dar vita ad un'espressione visibilmente divertita.

Io sto bene. Mi domandavo come stessi tu ”
A quelle parole, Sid avverte un brivido percorrergli la schiena. Che diavolo significa?

Non ti aspettavo così presto ”
Il ragazzo ha una voce profonda, quasi affascinante in un certo senso.

Hai già terminato il lavoro? ”
Quale lavoro?
Il giovane sente la testa girare, tanto che è costretto ad affidarsi alla presenza della propria auto per non cadere a terra.

Di che cosa stai parlando? ” chiede, sperando in una risposta sensata. E' tutto troppo assurdo, forse sta solo sognando, forse è già tornato a casa ma non se ne è neppure reso conto.
Eppure lui fa qualche passo nella sua direzione, continuando a sorridere sfacciatamente, con le dita affusolate gli sfiora la chioma castana.

La vita è così strana... non siamo noi a plasmarla, eppure possiamo fare qualcosa per assicurarci un futuro migliore; peccato che la maggior parte degli esseri umani non s'impegna neanche un po', per poter anche solo semplicemente sperare ” dice, enfatizzando ogni parola come se stesse decantando un poema.
Sid lo guarda basito, pensando che Morfeo sa essere davvero dispettoso, talvolta. Ma sarà davvero un'illusione?

La morte è il destino di tutti noi, eppure qualcuno la incontra quando meno se lo aspetta... quando non se lo merita... oppure quando lo merita, ma sarebbe ancor più lecito se tale destino spettasse al suo aguzzino ” continua il ragazzo, parla facendo ogni tanto qualche pausa, come a voler riprendere fiato.
Forse è pazzo, pensa l'altro; uno psicopatico fuggito da un manicomio, anche se di posti del genere lì intorno non ce ne sono. O magari è un drogato... eppure i suoi discorsi, se seguiti con attenzione, hanno un loro senso. Non sono considerazioni dovute ad un disagio mentale, eppure egli sembra essere completamente estraneo al resto del mondo, come intrappolato in un regno ovattato fatto di belle parole e una porzione di bosco. Una sorta di spirito errante, una ninfa delle foreste, avvicinatosi un po' troppo al suolo appartenente agli umani.

Povera, povera anima persa ” sussurra poi, e il sorriso scompare, una punta di tristezza nella voce. Di chi starà parlando? Forse si riferisce a sé stesso, o a qualcuno che conosce. Chiunque sia colui ch'è stato chiamato in causa, quest'ultimo non è di certo fortunato.
Che cosa stai dicendo? Non ci sto capendo nulla! ” esclama Sid, irritato.
Povera, povera anima persa ” ripete, prima di scomparire tra gli alberi correndo via, lasciando il giovane senza risposte ad una miriade di domande.
Dev'essere per forza un'illusione.
Deve esserlo. E se non lo è quel tipo è un folle, non c'è altra spiegazione.
Mah, al diavolo! ”
Il ragazzo rientra in auto, deciso a tornare a casa; stanno succedendo troppe cose, e non ha tempo né voglia di cercare una spiegazione per ognuna di esse. Riaccende la radio e cerca un'altra stazione che trasmetta musica decente, ma la sua attenzione viene attirata da ben altra cosa; un timbro malinconico, un pezzo quasi parlato, solo un sottofondo suonato al pianoforte ed una voce che gli pare di conoscere – somiglia a quella del ragazzo con cui ha parlato, se così si può dire, poco fa –. Le parole lo colpiscono nel profondo, spingendolo ad ascoltarle; hanno qualcosa di curioso, sembrano scritte apposta per lui.

Un ragazzo di paese,
i litigi, le urla, le pretese;
un ragazzo di paese,
ed una macchina che sfreccia su una strada di montagna.
Si somigliano tanto,
si somigliano fin troppo.
L'asfalto è caldo e sporco di cenere e di promesse non mantenute,
della bella giovane che un giorno gli disse:
- Staremo assieme per sempre, per l'eternità -.
Il ragazzo di paese è frettoloso e i suoi vestiti sono macchiati
di un profumo che oramai non ricorda più,
rimembra solo tanto rosa ed un sorriso radioso trasformato in dolore.
Le fece eco, lui: - Sì, staremo assieme per sempre, per l'eternità -.
Si somigliano tanto,
si somigliano fin troppo.
Il ragazzo di paese è preoccupato,
in un incubo si trova intrappolato.
Giacché io...
giacché canto una misera canzone, ma canto il vero

Sul finale, si accorge di tremare visibilmente. Tenta di scacciare quel pensiero, no, la canzone non parla di lui, non è possibile. Lui è un ragazzo di paese e sfreccia su una strada di montagna, ma non c'è nient'altro oltre a queste due similitudini. Forse...
Scocciato accelera, mentre il brano va avanti ad oltranza e non riesce a cessare di ascoltarlo. Lo sta torturando.

Basta... basta, cazzo! ” urla stringendo la mano destra in un pugno, colpendo con forza la radio che sussulta un attimo e poi continua imperterrita a funzionare.
Quando volge nuovamente lo sguardo alla via si accorge di un animale che la sta attraversando, ed è vicino, molto vicino. Frena di colpo, facendo fischiare i pneumatici sull'asfalto, ringraziando la cintura di sicurezza che lo aiuta a restare fermo, senza rischiare di ammazzarsi per evitare l'impatto.
Il cervo osserva impaurito la macchina per qualche secondo, per poi scappare e nascondersi nella boscaglia. Gli è capitato tante volte d'incontrare animali per la strada, ma fortunatamente non ha mai avuto incidenti.
Fa un sospiro di sollievo e cerca di calmarsi, cercando il pulsante di spegnimento al fin di zittire quella nenia insopportabile. Ascolta per l'ultima volta quelle parole.

Giacché io...
giacché canto una misera canzone, ma canto il vero ”

Misera canzone... in fondo, la sua vita può esser definita come tale. L'unica cosa bella è la ragazza del paese di montagna, così gentile ma anche così pericolosa. Troppo dolce, inebriante, speciale. Semplicemente troppo per lui.
Le piccole luci si spengono, e adesso l'abitacolo è ancor più buio, fatta eccezione per il quadro che segnala la velocità e lo stato dell'auto. Sid tenta di scappare da quell'incubo, percorre diversi chilometri immerso nel silenzio, prima di fermarsi ancora una volta: un'altra piazzola, peraltro vicina ad un piccolo centro abitato. Una macchina i cui fari lampeggiano, come a voler attirare l'attenzione del ragazzo; e lui si ferma, accanto alla vettura color grigio metallizzato.
Al suo interno un ragazzo a prima vista poco più grande di lui, con il cellulare in mano e un sorriso sornione in faccia. Lo trova antipatico anche se non lo ha mai visto prima.

Qualcosa non va? ” domanda, cercando d'essere comunque il più gentile e garbato possibile.
No, no... va tutto benissimo. Ti aspettavo ”

Di nuovo? No, non è possibile. Sid indietreggia, senza staccare gli occhi dal giovane che lo guarda interessato, e che vedendolo impaurito fa una smorfia di disappunto.
Tranquillo. Hai incontrato qualcuno per la strada, non è vero? ”
Come fa lui a saperlo? Sempre più strano. A questo punto, il ragazzo dai capelli castani non sa più cosa fare o cosa dire.
Sì... posso sapere come fai... ”
E ti ha detto qualcosa che probabilmente non hai compreso ”
Sì, ma... ”
Sai, lui odia quelli come te. Odia gli assassini. E anche io li odio ”

Strabuzza gli occhi il diretto interessato, sotto shock. Gli assassini... lo ha appena chiamato assassino!
Cosa? Di che diavolo stai parlando, fottuto bastardo? Io non ho fatto niente! ” si difende, non comprendendo a cosa egli si riferisce.
Lui non ha fatto nulla, ne è sicuro. Cerca di ripercorrere con la memoria le sue ultime ore, ma si rende conto di non ricordare neanche un particolare di quanto gli è successo qualche ora prima; tuttavia sa che era con lei, e che non può essere accaduto niente di male. O per lo meno, lo spera.
Lui sogghigna, accendendo l'autoradio, la canzone del ragazzo di paese riecheggia nell'aria.

Mi piace questo pezzo... a te no? ” chiede, “ E' stato veramente bravo a cantarlo. Lui è perfetto. Fa tutto quel che gli dico di fare, e con le mie conoscenze nell'ambito tecnologico, non è stato difficile interferire con una frequenza radio. Ti è piaciuto il mio regalo, Sid? ”
Un attimo, solo un attimo, e le mani del giovane sono strette attorno al suo collo; lo stringono violentemente ma lui con un impeto riesce a liberarsi, segno che probabilmente si aspettava una simile reazione. Oltretutto, il tizio sembra anche piuttosto forte.
Che cosa vuoi... che cosa volete da me? Che cosa vi ho fatto? ” sbraita, dentro di lui molteplici sensazioni; paura, inquietudine, rabbia.
Ed uno strano, inspiegabile senso di colpa.
E' così che hai fatto, Sid? Così, con le mani attorno al collo? ”
Non capisce, o forse si rifiuta di farlo. S'inginocchia portandosi i palmi sulla fronte, accorgendosi di scottare; probabilmente ha pure la febbre alta. Sta delirando. Dev'essere per questo che ha le allucinazioni. Tenta di convincersi che quel tipo coi capelli biondi non esiste, che quella canzone non esiste, che tutto il mondo non esiste; tutto tranne lui e lei stretti in un abbraccio eterno.
Un'utopia. Una semplice, splendida, irrealizzabile utopia.

Io non capisco... per favore, dimmi che cosa sta succedendo... piantala di torturarmi in questo modo! Io non ti ho mai visto, non so chi sei, non so da dove vieni e che cosa vuoi da me ” supplica, la voce rotta dai singhiozzi.
Da quanto tempo non piangeva, Sid; forse da quando aveva scoperto che entrambi i suoi genitori avevano un amante e che lo avevano preso in giro per anni ed anni.
Ti spiegherò tutto, in fondo è giusto che tu sappia perché sei destinato alla più atroce delle morti ” dice con tranquillità inaudita, come se stesse parlando di un hobby o della trama di un film di serie b.
Guarda l'espressione di Sid e pare estremamente felice e soddisfatto, come se avesse raggiunto il più importante degli obiettivi.
Il mio nome... beh, non è necessario che tu lo sappia. Io ti ho visto. Ho visto te e tutti gli altri bastardi che infestano questo mondo malato. Siete i reietti, i rifiuti della società, quelli che quando andavano a scuola venivano presi per il culo perché vostra madre si faceva un uomo diverso ogni giorno, o perché vostro padre aveva un'amante fissa e nessuno se ne curava tranne voi che ci stavate male. Ma per questo, fondamentalmente, non avete nessuna colpa. Il vostro crimine è il modo in cui cercate di fuggire dai vostri problemi, rifugiandovi nell'alcool o nella droga. Che cosa pensate di risolvere, comportandovi così? Niente. L'unico risultato che ottenete è portare alla perdizione persone innocenti. Come lui, ad esempio. Lui è stato massacrato di botte dal padre ubriaco, e abbandonato per strada quando sua madre, l'unica persona che gli voleva bene, è morta uccisa proprio da suo marito. E lei... lei che aveva la cameretta tutta rosa, lei che prima d'incontrarti era ancora una bambina nonostante la sua età ”
Il giovane ascolta senza fiatare quella sorta di confessione, prova a girarla a suo favore ma non trova il modo per farlo, perché comunque la si veda, il colpevole è lui. Lui e la sua ingenuità, che lo ha portato ad estraniarsi e a bere ogni giorno di più, per di cercare di dimenticare ciò che lo fa soffrire; poi è arrivata la droga, e la situazione è degenerata del tutto. Solo lei continua a stargli vicina. Solo lei...
Perché parli al passato? Tu... che cosa le hai fatto? ”
Io? Io non le ho fatto niente. Mi sono limitato a piazzare delle telecamere ben nascoste un giorno in cui sono stato nel locale dove lavora, mentre lei era con te nel retro a sniffare droga, ed avevate lasciato la porta aperta perché è così che funziona nei paesi di montagna... ci si fida di tutti e non si ha timore di nulla ” spiega, sempre pacato, “ Dopodiché, ho lasciato passare qualche giorno, e siamo arrivati ad oggi; o ieri, se si vuol esser pignoli, dal momento che la mezzanotte è trascorsa da un bel pezzo. Ho mandato lui a riprenderle, dopo che tu te ne sei andato; dal momento che non c'è l'allarme è stato un gioco da ragazzi forzare la serratura. Quel che ha trovato non è stato molto piacevole da vedere... Tuttavia ha lasciato intatta la scena del crimine, riprendendo solamente le telecamere, che hanno fatto il loro dovere ”

Bastardo. Sid, però, si sente senza forze, incapace di reagire e di strappargli quel sorrisetto dalla faccia.
Sono stato bravo, vero? Io sono un artista. E un giustiziere. Come posso dire... un artistico giustiziere. E quelli come te mi danno la nausea... il mio scopo è ripulire questo mondo dalla spazzatura, e per spazzatura intendo te e tutti coloro che seguono il tuo esempio ”
Pazzo.
E sai... sono un artista molto particolare. Odio i lieto fine ”
Lo sconosciuto accende il monitor montato vicino alla radio all'interno della sua auto, mostrandogli le riprese effettuate all'interno del locale; non c'è dubbio, è proprio il suo bar.
Sid osserva senza fiatare, tremante; una goccia di sudore freddo gli riga la fronte e la guancia, si ferma per qualche secondo su un mento e poi s'infrange silenziosamente a terra.
E si vede. E' proprio lui, dopo l'orario di chiusura, dietro il bancone, visibilmente brillo, accanto alla cosa più bella che gli sia mai capitata. Prima la bacia, la abbraccia, poi diviene più violento, e lei si dimostra un poco impaurita, però non si sottrae alle sue insistenti attenzioni.

Io ti amo. Noi due staremo sempre insieme, Sid ”

Dopodiché è proprio lei a frugare nel doppio fondo di un insospettabile cassetto, tirandone fuori una bustina colma di polvere bianca.

Per me va bene. Io sono pronta ad accettare tutto di te. A seguirti ovunque ”

Ne sparge un pochina su di uno sgabello di legno, invitando il suo fidanzato ad usufruirne per primo.

Farei qualsiasi cosa per te ”

Ne sniffano un po' a testa e poi si lasciano andare all'ebrezza del momento, all'istinto, alle sensazioni inebrianti. E lei sembra ancora più affascinante, quando velocemente si spoglia degli abiti che indossa per godere di maggior contatto.

Perché so che al tuo fianco... io non morirò mai ”

Fanno sesso, fanno l'amore. E' animalesco, è veloce, è fatto di gemiti ed ansiti. Sognano assieme un'eternità irraggiungibile, fondendosi, diventando una cosa sola.
Per poco.
Sid piange mentre rivive quei momenti, e sussulta quando vede se stesso schiaffeggiarla, assalito dalle visioni, dalla paura di perderla, di vederla morire senza poter fare niente per aiutarla. Stringe le mani attorno al suo collo esile, ed attende paziente ch'ella chiuda gli occhi per sempre, prima di abbandonarla sul pavimento e scappare terrorizzato, resosi conto del crimine commesso. Ha ucciso il suo unico amore, la sola persona che ha saputo apprezzarlo per quello che è. L'ha uccisa lui. E' un assassino.
Un assassino che, dopo esser scappato, aveva dimenticato tutto, ed era sicuro di averla lasciata al sicuro nel suo letto, nella sua cameretta rosa.

Ti amo, Sid... ”

Immobile sotto il cielo stellato, con i capelli mossi dal vento, resta in silenzio.
Il burattinaio, dall'alto della sua carica, sogghigna sadico.

E' morta ” dice, premendo il tasto rosso.
La luce si spegne, la nebbia cala impietosa sul già tetro scenario, la consapevolezza d'esser rimasto solo colpisce il ragazzo che se ne sta in piedi sul ciglio della strada, e una lacrima gli solca silenziosamente la guancia.

Non ci credo ”
L'altro
ride.
Non ci voglio credere ”
Sid lo sa. Sa che merita di morire. Sa che per quel che ha fatto dovrebbe solo bruciare all'Inferno.
Mi dispiace, ma lei era solo una pedina. Io sapevo che sarebbe finita così, immaginavo che la tua vita sarebbe stata uno splendido melodramma, di quelli che piacciono a me. Mi spiace per lei, in fondo l'amore l'aveva accecata, sei stato tu a portarla alla distruzione. Ma non potevo far altro che lasciarla perire, per avere la mia personale soddisfazione. Adesso cosa farai, Sid? Morirai... o vivrai senza farlo davvero, privo di ogni speranza, di ogni motivo per sorridere? ” chiede, freddo, impietoso.
Non c'è pietà per l'assassino. Anche se quell'assassino ha saputo amare veramente.
D'improvviso un cellulare suona, il biondo risponde, mentre osserva colui ch'è vittima e carnefice, alle prese con la terribile consapevolezza d'aver perso tutto.

Pronto? Sì... ah, sei tu. Sì, qui è tutto sistemato. Come dici? Hai trovato qualcun altro? Benissimo! Sono pronto ad una nuova, artistica performance ” ghigna, prima di chiudere la chiamata.
E' tempo di lavorare, e di lasciare l'assassino in balia del fato e dei suoi pensieri.
Quel che gli succederà d'ora in poi non è affar suo.

Il sipario si chiude.

E tuttavia sono in tanti a meritare il castigo... e c'è così poco tempo ” *


Giacché io...
giacché canto una misera canzone, ma canto il vero ”

Fine ~

[*] citazione tratta dal fumetto “Watchmen”, pronunciata da Rorschach.

Note finali: spero di aver centrato il senso delle citazioni del set, dal momento che ciò si è rivelato abbastanza complicato. Soprattutto la citazione “ L'assassino sei tu! Morirai, ma di più! ” mi ha creato dei problemi, finché non ho deciso di interpretarla nel modo che spero si capisca; il giustiziere ha lasciato a Sid la scelta, se morire o continuare a vivere nell'agonia, il che significherebbe una fine ancor peggiore della morte stessa.
Quanto alle altre due frasi, credo si capisca come ho deciso di utilizzarle; niente di più semplice, in verità... non sono stata molto originale, in questo senso, o almeno credo.
Mi scuso per eventuali errori di grammatica, ho scritto la storia in due giorni ( anzi, uno e mezzo per la precisione XD ), l'ho riletta due o tre volte ma sono sicura di aver tralasciato qualcosa.



  
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