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Autore: myellin    15/07/2010    0 recensioni
coppia namixsanji! tratto dalla storia: " Uno sguardo spento, malinconico, inquieto. In uno sguardo, tante sensazioni. Però adesso la navigatrice, se prima aveva un dubbio, adesso ne era sicura: c’era qualcosa che non andava, e per lui quel qualcosa era lei."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è una fanfic che ho scritto tempo fa e ho già pubblicato su manga.it col nome riri91!
Spero vi piaccia, anche se ho notato che ci sono veramente poche storie su questo pairing...ad ogni modo, buona lettura!

Il cielo quel mattino era limpido e luminoso, il sole sfiorava la pelle bianca della ragazza con i suoi caldi raggi, dandole un piacevolissimo senso di tepore che, pian piano l’avrebbe portata ad addormentarsi sulla sdraio. D’altronde non sarebbe stato un problema, non era la prima volta che le capitava, e poi gli altri finalmente avevano capito che quando succedeva non dovevano osare disturbarla, pena una bella strigliata, di quelle che solo lei riusciva a fare e che tutti i suoi compagni temevano. Quel giorno però non riusciva ad abbandonarsi al torpore provocatole dalla calura, i suoi pensieri erano troppo intensi e tortuosi per farla riposare. Continuava a girarsi e a rigirarsi sul lettino, facendo profondi sospiri ogni volta che non riusciva a dare un risultato ai suoi complicati ragionamenti.
- Nami. Qualcosa non va?- le chiese dolcemente Nico Robin distogliendo lo sguardo dalla lettura del suo libro.
- Come?- chiese sorpresa; poi, rendendosi conto le rispose – No… sta tranquilla, è tutto a posto-
- Ne sei sicura? Probabilmente pensi che non mi sia accorta dei tuoi continui movimenti e dei tuoi depressi respiri, anche se sembro immersa nel contenuto del libro, non vuol dire che non faccio caso a quello che mi succede attorno…dovresti saperlo ormai: ho occhi e orecchie dappertutto!- le ricordò abbozzandole uno di quei suoi sorrisi tipici, quello con cui era solita darle sicurezza, con cui le faceva capire che poteva confidarle qualsiasi cosa…ma in quel momento la navigatrice non se la sentì di rivelarle ciò che l’attanagliava. Fece di tutto per sembrare sicura di sé e le disse: - Mi spiace averti fatto preoccupare, ma puoi rilassarti! Sai che sono orgogliosa e testarda, risolverò questa situazione solo con le mie forze!-.
- Non ho idea di quale sia “questa situazione”, ma sappi che rispetto la tua scelta. Per ogni evenienza sai dove trovarmi -.
- Ti ringrazio Robin - le sorrise Nami con tutta la sua gratitudine – Sei un’amica -.
Detto questo, la sua compagna si regolò il cappello da cowboy sulla testa e riprese la lettura; la rossa, d’altro canto, si sistemò sul lettino in modo da poter vedere, senza essere notata, l’oggetto di tutte le sue preoccupazioni.

In quel momento, poggiato sul parapetto a prua della nave, Sanji scrutava silenzioso l’orizzonte, come alla ricerca e all’attesa di una rivelazione. Poi, inquieto, si rigirò in modo da darsi sostegno con la schiena alla balaustra e avvicinò una sigaretta alla bocca. Provò a dare gas all’accendino, ma non ottenne altro che poche e inutili scintille.
- Maledizione! Ci mancava solo questo stupido aggeggio! – imprecò a bassa voce. Volgendosi quindi verso l’oceano, con un potente tiro lo lanciò nell’ignoto.
- Sanji? Tutto ok?- chiese il capitano avendo visto il cuoco nervoso.
-Certo, certo…non c’è assolutamente niente che vada storto…- rispose apatico il biondo.
In quel momento Usopp, che aveva assistito a tutta la scena, affermò – Sinceramente a me sembra proprio il contrario…-.
-Senti un po’, naso lungo!- lo aggredì inaspettatamente Sanji sollevandolo per la salopette – non sono affari tuoi… intesi? – e così detto lo lasciò cadere pesantemente a terra.
- Accidenti Sanji! Ma che ti ho fatto di male?!- chiese offeso il cecchino massaggiandosi il sedere – Ti ricordo che io ho una ciurma di ottomila uomini e che, se tratti di nuovo così il loro capitano, te la faranno pagare!-
- Certo certo, non vedo l’ora- commentò indifferente l’altro, che quindi, con la sigaretta spenta in bocca e le mani in tasca, si diresse silenzioso in cucina.
I compagni, basiti, lo guardarono attraversare la nave, ma non ebbero il coraggio di proferire parola: rimasero immobili, e si chiesero cosa mai potesse essere successo di tanto grave a quello che fra tutti riusciva ad essere sempre uno dei più calmi, eccezion fatta quando si trattava di Zoro.
Sanji camminò normalmente, il volto nascosto dai capelli, e sentì su di sé lo sguardo degli amici “Non capiscono niente…non possono capire niente…neanche io mi riconosco ultimamente…” poi alzò gli occhi, guardando solo per un attimo l’unica cosa che non riusciva a capire di tutta la sua vita.

Un brivido attraversò la schiena di Nami, quando il biondo cuoco la guardò. Uno sguardo di un secondo, ma che parve un’eternità. Uno sguardo spento, malinconico, inquieto. In uno sguardo, tante sensazioni. Però adesso la navigatrice, se prima aveva un dubbio, adesso ne era sicura: c’era qualcosa che non andava, e per lui quel qualcosa era lei.
  
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