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Autore: ChelseaH    15/07/2010    10 recensioni
E un giorno Will aveva scoperto tutto, aveva scoperto che lui – Merlin – aveva la magia dentro di sé, che era un mago. Passato il momento di smarrimento iniziale, Will si era dimostrato un amico vero e sincero, non una parola era uscita dalla sua bocca e nulla era cambiato nel suo modo di trattarlo.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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DISCLAIMER: Merlin e i suoi personaggi non mi appartengono, sono proprietà della BBC e degli aventi diritto. Con questa storia non ci guadagno nulla.


ATTENZIONE, pre-slash.


NOTE.

  1. Vorrei dedicare questa oneshot a GiulyB. Non per il contenuto o per i personaggi o per chissà cosa succeda in queste mille e qualcosa parole, semplicemente perché una dedica lei se la meriterebbe S E M P R E. Grazie, per tutto. E con tutto intendo tutto.
  2. Questa oneshot in realtà ha delle pretese pari allo zero assoluto. Fa troppo caldo, il mio mezzo neurone pseudosano sta colando e blablabla, prendetela per ciò che è, una oneshot senza nessuna pretesa.
  3. Amo Will. Amo Joe Dempsie. Fact.
  4. Questa oneshot è stata scritta per il prompt Merlin, Will/Merlin, "Tornerai?" del Fanon Fest di Fanworld.it.
  5. Dopo tutti i miei sproloqui, buona lettura.



Don’t forget.


Al villaggio nessuno a parte sua madre era a conoscenza del suo segreto, del dono che custodiva dentro di sé dal momento in cui era nato e che era cresciuto e maturato insieme a lui. Nonostante questo, più il tempo passava e più gli abitanti di Ealdor iniziavano a guardarlo con sospetto, come se sapessero che qualcosa di diverso albergava dentro di lui ma non riuscissero a capire cosa, un qualcosa di cui però avevano timore. L’unica persona che col tempo non si era allontanata da lui era Will, il suo migliore amico, il suo unico amico.

E un giorno Will aveva scoperto tutto, aveva scoperto che lui – Merlin – aveva la magia dentro di sé, che era un mago. Passato il momento di smarrimento iniziale, Will si era dimostrato un amico vero e sincero, non una parola era uscita dalla sua bocca e nulla era cambiato nel suo modo di trattarlo.

Pratichi la magia, e allora?, gli aveva detto ridendo, il pomeriggio che aveva trovato il coraggio di chiedergli se le cose fra di loro, ora sarebbero state diverse.

Solo avrei preferito che ti fidassi di me, aveva aggiunto improvvisamente serio.

Merlin si fidava di lui, si era sempre fidato di lui.

Il punto era che non si trattava di una semplice questione di fiducia, lui per primo non aveva idea di quale potesse essere la fonte del suo potere, né tantomeno come imparare a padroneggiarla al meglio. A volte era il primo a essere spaventato da sé stesso e poteva percepire una sorta di timore perfino nella madre, non paura di lui ma paura dei guai che la magia poteva procurargli in un mondo in cui pochi la capivano e la accettavano. Gliel’aveva spiegato, aveva spiegato le sue motivazioni a Will e lui aveva annuito, lo sguardo perso all’orizzonte; e Merlin aveva capito di essere stato accettato, l’aveva letto nell’espressione calma e serena dei suoi occhi che scrutavano lontano. Poi l’amico si era voltato verso di lui e gli aveva sorriso.

Aveva colmato di scatto la distanza che li divideva.

Aveva posato le proprie labbra sulle sue.

Se n’era andato senza dire una parola.

L’aveva lasciato lì, seduto in un prato incolto appena fuori Ealdor, a toccarsi timidamente le labbra con un dito mentre arrossiva vistosamente.

Era tornato alla sua capanna con una sensazione strana alla bocca dello stomaco, sentendosi insolitamente leggero e spensierato ma il momento era durato poco. Aveva infatti trovato una Hunith preoccupatissima, che gli aveva detto che stava meditando di mandarlo a Camelot da un cerusico di nome Gaius, una persona fidata che l’avrebbe aiutato e protetto dalle insidie che il potere dentro di lui poteva serbare. Inoltre, gli disse, in una città come Camelot avrebbe dato molto meno nell’occhio, suscitato meno curiosità, attirato meno l’attenzione. Come Will aveva scoperto per caso il suo segreto, così avrebbe potuto scoprirlo chiunque nel villaggio, senza contare che la donna non era del tutto sicura della lealtà del ragazzo, nonostante lo considerasse quasi alla stregua di un figlio data la grande amicizia che lo legava a lui.

Hunith lo abbracciò forte trattenendo a stento le lacrime, dopo avergli comunicato la propria decisione. Merlin non era per nulla convinto che fosse la cosa più giusta da fare, ma amava la madre più di ogni altra cosa al mondo e sapeva che era un sentimento reciproco e che qualunque scelta quella donna avesse mai fatto nella sua vita, era sempre stata per il suo bene. Per cui nonostante i dubbi, decise almeno di provare. Se le cose fossero andate male la strada per Ealdor non sarebbe certo stata cancellata dopo il suo passaggio e avrebbe potuto tornare indietro, sicuro del fatto che lei l’avrebbe riaccolto a braccia aperte, pronta ad aiutarlo come aveva sempre fatto, da brava madre quale era.

A questo pensava quella sera, mentre si rigirava sul pavimento avvolto nel lenzuolo che gli faceva da giaciglio e cercando di non pensare a cosa Camelot comportasse oltre all’abbandonare la madre.

Will.

Camelot significava lasciarsi indietro Will.

E Hunith poteva pensare ciò che voleva, lui sapeva che l’amico non l’avrebbe mai e poi mai tradito.

Chiuse gli occhi mentre si passava delicatamente la lingua sulle labbra, quasi a voler cercare qualche traccia del sapore che Will vi aveva lasciato sopra. Perché l’aveva baciato?

Non lo sapeva.

Perché lui non si era ritratto? O non ne era rimasto turbato?

Non sapeva nemmeno questo.

Magari non c’era una spiegazione razionale e, anche se ci fosse stata, non aveva senso cercarla. Di lì a pochi giorni sarebbe partito per Camelot, alla volta di una nuova vita della quale almeno per il momento, Will non avrebbe fatto parte.


***


Quando partì con i suoi pochi averi in spalla, Will decise di accompagnarlo per un pezzo.

Non gli aveva fatto scenate, non gli aveva chiesto motivazioni.

Non gliene aveva nemmeno date, per quel bacio che ancora riempiva i suoi pensieri.

Non gli aveva chiesto di restare.

Merlin non era sicuro che Will avesse compreso, aveva paura che l’avesse presa come una cosa personale e che qualcosa fra loro potesse spezzarsi. Eppure l’amico non sembrava risentito, forse un po’ malinconico ma quello era normale.

Tornerai?, gli aveva domandato Will con un sorriso tirato stampato in volto.

Non gli aveva risposto, aveva semplicemente fatto un cenno di assenso con la testa.

Certo che sarebbe tornato, avrebbe seguito per un po’ la guida del guaritore e poi, più maturo e consapevole di prima sull’uso del suo potere avrebbe fatto ritorno a Ealdor.

O magari si sarebbe sistemato a Camelot e poi avrebbe chiesto a Will di raggiungerlo, non era pronto a rinunciare per sempre al suo migliore amico.

Non era pronto a lasciar perdere quel bacio appena accennato che però l’aveva riempito di affetto e di calore e comunque, non credeva che Camelot avesse seriamente qualcosa da offrirgli.

Non dimenticarmi, aveva aggiunto Will ridendo, prima di salutarlo definitivamente a qualche miglio di distanza da Ealdor.

Poi aveva posato nuovamente le proprie labbra su quelle di Merlin, infine si era voltato ed era tornato correndo verso il villaggio.

Dimenticarlo? Si sarebbe ricordato di lui per sempre, qualunque cosa fosse successo.

E con il suo sapore sulle labbra, si avviò alla volta di Camelot.

   
 
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