Scrivere un libro non doveva essere così complicato. Si accende il computer, si fissa il foglio bianco di Word e poi si iniziava a comporre.
Questo sembrava facile, ma bisognava sempre tenere a mente che le dita dopo i primi dieci minuti tendono ad atrofizzarsi, il caldo afoso di un’estate appena iniziata e soprattutto le idee tendono a fluire tutte insieme e bisogna riordinarle.
Eppure Alyssa sentiva di riuscire a trovare un filo logico tra tutto quel marasma di idee, finché il telefono non squillò.
Prima di rispondere si accertò di aver spento la musica che andava a volume troppo alto e la televisione accesa con l’audio al minimo, poi dovette scendere la ripida rampa di scale e prendere finalmente in mano il telefono.
Quella piccola cornetta rossa si modellava sul suo volto, rendendole molto più comodo conversare.
-Pronto, chi è?-
La domanda suonava sempre scontata, ma era abituata così.
La voce le uscì roca e assonnata, probabilmente perché non aveva più nessuno con cui parlare.
Dall’altro capo della cornetta rispose una voce squillante e allegra che riconobbe come Lisanne.
Una donna minuta e aggraziata, sulla cinquantina, non i capelli brizzolati e gli occhi marroni.
Era molto affezionata a lei, seppur nessun legame di parentela le legasse. Liss, come era solita chiamarla, non era altro che la sua assistente sociale.
 La donna le propose di frequentare l’ennesima scuola prestigiosa, l’ennesimo college, ma purtroppo le sue proposte furono nuovamente rifiutate.
- Pensaci cara, promettimi solo che ci penserai-.
Le disse che avrebbe tenuto in considerazione la proposta e riagganciò.
Rimase in piedi, al centro di una grande stanza rettangolare, occupata da alcuni mobili in legno di ciliegio, una televisione, un piccolo tavolino di cristallo sul quale era appoggiato un vaso di fiori freschi e un divano bianco in pelle.
 Le pareti avevano un color mattone e le tende bordeux  davano un tocco di vivacità alla stanza.
Si accomodò sul grande divano, chiudendo gli occhi e lasciando che un leggero venticello, cosa assai rara in quella stagione, le rinfrescasse il viso.
- Alyssa mi sei mancata tanto-.
La ragazza aprì violentemente gli occhi e non fu affatto sorpresa nel vedere un volto maschile a pochi centimetri dal suo.
-Damian non ti avevo chiesto di sparire-.
-Solo un paio di volte-.
Rispose autoritario l’uomo.
Certo chiamarlo uomo, ovvero persona di carne e ossa era sbagliato, ma il suo aspetto era comunque rimasto quello che aveva in vita.
I corti capelli biondo cenere lasciavano libero il viso spigoloso, ma nonostante i tratti marcati risultava dolce e gli occhi verdi lo illuminavano.
-Cosa vuoi-
La voce di Alyssa era comunque scocciata, non dalla sua presenza, ma più che altro per il semplice fatto che non aveva nulla da fare.
L’ispirazione per scrivere le mancava, la casa deserta e silenziosa non la aiutava e i ricordi del passato riaffioravano violenti nella sua testa, fracassandole il cranio.
Si accovacciò in posizione fetale e attese.
Cercò di rispedirli in quell’angolo di mente nel quale li aveva rinchiusi, come se ci fosse un’anticamera e lei avesse gettato la chiave per impedire a quelle visioni di uscire.
Si addormentò così, nonostante fosse mattina, con le tende tirate, i raggi del sole in faccia ed un fantasma a vegliare su di lei.

§ Angolo di Tams_§

Salve sono nuova di questa sezione, so che il capitolo è corto, ma è solo un' introduzione spero vi possa piacere =)
Un bacio a tutti
Tams_