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Autore: Layra Disgrace    16/07/2010    10 recensioni
Molto spesso si tende ad iniziare un racconto con la descrizione di situazioni surreali,angoscianti e particolari. Magari un vicolo oscuro, nel quale un ragazzo sta seduto osservando il cielo distrattamente,pensando al dolore che gli appesantisce il cuore.
Il tutto reso più cupo da un violento temporale.
Non vorrei che la storia che sto per raccontare cominciasse in questo modo, ma è proprio grazie a questa condizione atmosferica che tutto ebbe inizio, e forse anche una fine.
Torno dopo anni con una fanfiction, quest volta su Naruto, con lo scopo di eliminare alcuni stereotipi presenti nel genere yaoi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non la tipica storia di due omosessuali.

Capitolo 1

Molto spesso si tende ad iniziare un racconto con la descrizione di situazioni surreali,angoscianti e particolari. Magari un vicolo oscuro, nel quale un ragazzo sta seduto osservando il cielo distrattamente,pensando al dolore che gli appesantisce il cuore.
Il tutto reso più cupo da un violento temporale.
Non vorrei che la storia che sto per raccontare cominciasse in questo modo, ma è proprio grazie a questa condizione atmosferica che tutto ebbe inizio, e forse anche una fine.

Era un tranquillissimo martedì mattina di scuola. Precisamente il 6 di Settembre.
Un giorno come gli altri: Tokyo era scossa da uno di quei forti temporali che caratterizzano il Giappone in quel periodo dell’anno e la massa di gente che solitamente si fermava davanti ai semafori in attesa di passare in mezzo al traffico infernale sembrava ancora più grande.
Nulla era rilevante agli occhi di Sasuke Uchiha, un ragazzo di 18 anni che frequentava la terza classe del terzo anno di una scuola media superiore di livello medio-alto, uno degli istituti pubblici che dava più possibilità di entrare in una università altrettanto valida.
Il ragazzo stava seduto composto al suo banco in attesa del professore di giapponese antico che sarebbe arrivato dopo dieci minuti.
Sasuke arrivava sempre quindici minuti prima dell’inizio della lezione, cinque minuti prima dell’arrivo della maggior parte della classe. Arrivava, si sedeva e stava lì, o a fissare la cattedra davanti a lui o a leggere un libro, fino a quando era obbligato a muoversi per compiere il tradizionale saluto.
Non chiacchierava particolarmente con i compagni di classe.
All’inizio del suo percorso scolastico, in uno di quegli incontri che si fanno per far conoscere meglio gli studenti di una classe, aveva messo in chiaro di non voler stringere amicizie profonde con nessuno. E il suo tono di voce freddo e deciso, accompagnato da uno sguardo truce, era bastato per convincere gli altri ragazzi a tenerlo alla larga.
Non che fosse antipatico, scorbutico o scontroso. Era sempre disponibile a rispondere a domande riguardanti l’attività didattica e, perché no, anche a parlare dei suoi hobby, come la musica.
Ovviamente qualcuno, coloro che Sasuke definirebbe “scocciatori”, aveva tentato di legare con lui: il caso di Sakura Haruno.
Lei aveva tentato di conquistare le simpatie del ragazzo avvicinandosi in primo luogo fisicamente.
Ogni volta che si salutavano o che parlavano del più e del meno tentava di abbracciare il ragazzo, come spesso usava fare tra gli adolescenti, soprattutto femmine. Sasuke, ovviamente, rispondeva scansandosi abbastanza bruscamente.
La ragazza, non volendosi arrendere, aveva tentato l’approccio verbale.
Durante l’intervallo Sakura iniziava a parlare dei suoi diversi problemi, soprattutto amorosi, e poi chiedeva al ragazzo di raccontargli delle sue avventure.
Sasuke aveva reagito dicendole che non gli interessava niente delle sue vicissitudini e che di sicuro non avrebbe mai parlato dei suoi problemi con una piovra del genere.
Non ci fu il bisogno di ignorare Sakura perché da sola aveva deciso di non rivolgere mai più la parola al compagno di classe.

Quel giorno era uno di quelli in cui Sasuke Uchiha aspettava l’inizio della lezione osservando la cattedra. All’inizio i compagni di classe si chiedevano a cosa pensasse per sembrare così concentrato. Dopo anni erano abituati a vederlo in quello strano stato di catalessi.
Sasuke pensava a molte cose. Quella mattina pensava a come lo scroscio dell’acqua si abbinasse bene al rombo dei tuoni e a come la luce dei fulmini risaltasse nel cupo grigio del cielo.
Ogni tanto spostava lo sguardo verso la finestra, voltandosi leggermente di lato, nella speranza di poter scorgere una saetta. Cosa molto difficile anche per la presenza degli imponenti palazzi della capitale. Sasuke amava i temporali. Ma quella mattina, stranamente, desiderava che ci fosse il sole.
I minuti passarono lentamente, ma nonostante questo non si rese conto dell’eccitazione che impregnava la classe quel giorno. Non si accorse della massa di suoi compagni raccolti intorno ad un banco solo e neanche del fracasso che quelli facevano.
Quando improvvisamente il silenzio e l’ordine tornarono a regnare nella classe, Sasuke realizzò che qualcosa di particolare stava succedendo.
Tutto gli fu chiarito con l’intervento del professore.
“Ragazzi, da oggi avremo un nuovo alunno nella nostra classe. Prego Naruto, avvicinati alla lavagna..”
Un ragazzo biondo si alzò dalla sua postazione in mezzo all’aula e si mise di fianco all’insegnante.
Sasuke lo guardò, analizzando alcune sue caratteristiche fisiche. Era abbastanza alto, dalla carnagione mediterranea e con occhi azzurri. Sicuramente non era giapponese di origine.
Ne ebbe conferma quando il nuovo arrivato parlò.
“Sono Naruto Uzumaki, ho 18 anni, quasi 19, e mi sono appena trasferito a Tokyo da Osaka. Mio padre è per metà americano ed è proprio in America che ho abitato fino all’anno scorso.” Concluse con un inchino.
Non ci fu spazio per ulteriori chiarimenti perché il professore iniziò subito la sua lezione, ignorando la palese curiosità degli alunni.
Per Sasuke quel ragazzo era solo un essere vivente in più in quella stanza.


Naruto Uzumaki era un vero e proprio uragano di allegria. Parlava e chiacchierava con tutti e la sua risata era contagiosa. I suoi nuovi compagni di classe erano entusiasti del nuovo acquisto e ad ogni pausa si avvicinavano a lui ponendogli mille domande sull’America e sulla sua vita in generale.
Scoprirono che il biondo, per volere dei genitori, era cresciuto dall’altra parte del mondo con dei parenti, in modo che potesse imparare bene l’inglese e assaporare le mille opportunità che quel continente offriva. Il ragazzo però desiderava ardentemente tornare in Giappone, il paese natale che amava tanto. Così, una volta diciottenne si era trasferito ad Osaka dai suoi genitori, per un anno dedito al ripasso della lingua, per poi andare a Tokyo da solo per poter concludere la scuola e scegliere una adeguata università.
Solo alla pausa pranzo si accorse che un ragazzo della sua sezione non si era ancora presentato. Anzi, non l’aveva proprio degnato di un minimo sguardo.
Naruto non gli diede molta importanza e continuò a godersi il suo bento, osservando la pioggia abbattersi con veemenza sulla finestra dell’aula. Non odiava i temporali, ma preferiva di gran lunga un fresca giornata primaverile, in cui i petali dei fiori, cullati da un leggero venticello, volteggiano nell’aria fino a depositarsi sul duro asfalto.
Una cosa era certa: odiava il sole più di ogni altra cosa. Quel sole a cui spesso era accomunato per via dei suoi capelli biondissimi e del suo carattere, apparentemente così gioviale.

Le ore di scuola passarono alla svelta per il nuovo arrivato e le lezioni, seppur molto più pesanti di quelle delle high school americane, erano interessanti. Ogni tanto faceva fatica a comprendere qualche vocabolo particolarmente ricercato, ma non provava vergogna nell’interrompere il professore e chiedere spiegazioni, che venivano prontamente date, seppur con un moto di stizza.
In classe erano rimasti solo gli alunni incaricati della pulizia, lui ,che stava cercando di ricopiare degli ideogrammi complicati, e il ragazzo che non aveva ancora conosciuto.
Naruto pensò di chiedere una mano ad una delle due ragazze che stavano pulendo la lavagna e con cui prima aveva scherzato allegramente. Sakura, se non ricordava male.
Questa declinò gentilmente e si rivolse alla sua amica bionda, una certa Ino.
Anche lei, però, sembrava essere abbastanza di fretta, ma ebbe una idea interessante.
“Perché non provi a chiedere a Sasuke?”
Sasuke? Si chiese perché questo nome non l’avesse mai sentito, ma subito dopo si diede dello stupido per non aver capito immediatamente. Era il ragazzo enigmatico.
Questo stava racimolando i suoi libri per metterli nello zaino a tracolla. Sentendosi chiamare in causa, si girò verso la ragazza con uno sguardo interrogativo.
“Ehm, Sasuke, mi chiedevo se puoi dare una mano a Naruto con quei kanji” Ripeté Ino, avendo intuito di essere stata almeno in parte ignorata.
Il ragazzo spostò lo sguardo sul biondo.
“Certamente” rispose semplicemente e poi si avvicinò al suo banco, prendendo una sedia in prestito dalla postazione vicino.
Naruto rimase colpito dai colori dell’altro. Tutto era infatti un contrasto.
Gi occhi e i capelli erano di un nero molto inteso, come la maggior parte della popolazione asiatica.
L’elemento che lo distingueva dagli altri era la pelle molto chiara e pallida.
“Piacere Sasuke Uchiha. Dimmi come posso aiutarti”
Naruto si ritrovò a chiedersi come mai un ragazzo dall’aspetto così bello e di facciata gentile potesse starsene per ore e ore da solo senza rivolgere,o quasi, la parola a nessuno.
Non si disturbò a chiederlo, l’avrebbe fatto l’indomani ai suoi nuovi compagni, sempre che il giorno seguente non l’avesse già dimenticato.
Finirono abbastanza in fretta nonostante Naruto si fece spiegare certe cose più di una volta, facendo sbuffare il moro.
Scesero insieme le scale dell’istituto e si fermarono all’ingresso, osservando per un attimo gli ultimi residui del temporale che stava per terminare.
“Grazie per l’aiuto!” Gridò il biondo, quando l’altro si stava già incamminando nel giardino sotto il suo ombrellino nero.


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Note dell’autrice:
Allora! Dopo circa tre anni mi sono rimessa a scrivere.
Non ho mai scritto una fanfiction relativa a Naruto ma devo dire che le ho sempre lette, forse anche con più interesse di quelle su Kingdom Hearts.
Beh ultimamente mi sono stupita di come molte fan fiction -molte, non tutte - presentano alcuni elementi comuni alquanto surreali. Se non surreali, decisamente rari.
Quante volte è capitato di leggere una storia in cui uno dei due protagonisti è etero, vede il suo futuro ragazzo estremamente bello e se ne innamora. O meglio, se ne innamora il suo pene ._.
E immediatamente il ragazzo scopre di essere gay.
Sinceramente non mi quadra XD Per questo ho deciso di provare a scrivere una fan fiction un po’ più profonda e studiata, anche psicologicamente diciamo.
Cioè non ho le pretese di poter scrivere un romanzo psicologico, però almeno tento di seguire un filo logico abbastanza coerente.
Spero di riuscirci xD
Questo è il capitolo introduttivo,non sono convinta di come è uscito, non mi piace molto.
Anche perché non ho in mente una vera e proprio storia dettagliata, ho qualche idea qua e là.
Fatemi sapere se vi è piaciuto!
A presto ^^

   
 
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