Anime & Manga > Bleach
Ricorda la storia  |      
Autore: Yoko_kun    16/07/2010    2 recensioni
Piccolo lavoro dedicato a Stark e Lilinette!
“È tua questa?” chiese una voce che proveniva da davanti a lei.
La ragazza alzò la testa di scatto, facendo così dondolare i capelli biondi, per vedere l’interlocutore.
Lo osservò attentamente, aveva i capelli castani scuro-quasi neri-, gli occhi stanchi e lo sguardo annoiato. Ma prima che potesse mettere in moto il suo cervello per sfornare l’elenco delle ipotesi su chi potesse essere quell’uomo riconobbe ciò che aveva in mano: la scarpa che aveva perso nella corsa fatta prima.
“Dove l’hai trovata?” gli domandò ricordandosi che quando l’aveva persa si era voltata ma a causa del buio non era riuscita a ritrovarla.
“Nel giardino” rispose con semplicità lui porgendogliela.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arrancar, Espada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cindarella.

Era seduta sul pavimento di pietra, con la schiena in parte appoggiata sul primo gradino della scalinata illuminata malamente dal lampione che si trovava alcuni passi più in la, e guardava le calze rovinate sbuffando con disappunto.
Era nuove, le aveva comprate solo due giorni fa.
Prese un profondo respiro accarezzandosi le gambe e ascoltando la musica che sentiva provenire da lì vicino, dove probabilmente si stava svolgendo il ballo.
“È tua questa?” chiese una voce che proveniva da davanti a lei.
La ragazza alzò la testa di scatto, facendo così dondolare i capelli biondi, per vedere l’interlocutore.
Lo osservò attentamente, aveva i capelli castani scuro-quasi neri, gli occhi stanchi e lo sguardo annoiato. Ma prima che potesse mettere in moto il suo cervello per sfornare l’elenco delle ipotesi su chi potesse essere quell’uomo riconobbe ciò che aveva in mano: la scarpa che aveva perso nella corsa fatta prima.
“Dove l’hai trovata?” gli domandò ricordandosi che quando l’aveva persa si era voltata ma a causa del buio non era riuscita a ritrovarla.
“Nel giardino” rispose con semplicità lui porgendogliela.
“Grazie” mormorò mentre la recuperava in fretta dalla mano del ragazzo indossandola nuovamente. “Di nulla” replicò sbadigliando e sedendosi nel primo gradino di pietra, a un passo da lei.
Dopo di che i due restarono in silenzio ognuno intento a osservare qualcosa, lei le sue calze rotte e sgualcite, lui il cielo scuro e le poche stelle che in esso si vedevano.
“Sei caduta?” le chiese all’improvviso, mentre abbassava il capo, sentendola sospirare e vedendola accarezzarsi ancora le gambe.
“Sì, prima” rispose lei lapidaria, facendo intuire che non le andava di parlare.
“Capisco” disse sbuffando impercettibilmente lui tornando ad alzare la testa e riprendendo a guardare verso il cielo.
“A proposito” esordì all’improvviso lui sempre restando naso all’insù “io sono Stark Coyote”. “Ah” replicò lei in risposta voltandosi a guardarlo “Io Lilinette” aggiunse una manciata di secondi dopo sempre restando ferma a guardarlo.
Il silenzio, finito il breve scambio di battute, calò di nuovo.
I due restarono così per diverso tempo.
“Dimmi una cosa Lilinette” esordì lui, dopo uno sbadiglio “cosa ci fai qui tutta sola?”
Lei non rispose subito, proseguì a guardare le proprie gambe per un altro paio di minuti poi fece scorrere gli occhi fino al pavimento lucido di pietra che si stendeva oltre lei.
“Non faccio nulla” disse con voce un po’ smorta “e sono sempre sola. Non ho nessuno al mondo” aggiunse poi mentre perseverava a guardare la superficie levigata di fronte a lei.
“Davvero?” chiese lui guardandola con la coda dell’occhio.
“Sì” replicò lei incrociando le braccia sopra le ginocchia e poggiandovi il mento sopra. “Anch’io sono solo” esalò in uno sbuffo lui, grattandosi il capo.
“Davvero?” chiese lei guardandolo un po’ sorpresa.
“Ah-ha” rispose voltandosi verso lei, a guardarla.
Aveva uno strano sguardo, non era triste eppure riusciva a percepire benissimo oltre le sue iridi il dolore della solitudine che lo riempiva.
“Capisco” aggiunse lei tornando a guardare davanti e poggiando il mento sulle ginocchia, anziché sta volta sulle braccia ancora conserte, si coprì parte del volto lasciando visibili solo gli occhi.
“Se non hai nessuno mai neppure tu, possiamo farci compagnia a vicenda” propose lui iniziando anche lui guardare avanti “Se lo vuoi” aggiunse poi dandole un’occhiata veloce, con la coda dell’occhio.
A sentire quelle parole la ragazza aveva voltato il capo verso l’interlocutore.
“Farci compagnia…a vicenda?” ripetè lei quasi avesse bisogno di sentire nuovamente la frase per capirne fino in fondo il significato.
“Esatto” confermò accompagnando alle parole un cenno affermativo del capo.
“E dove andremo?” chiese con voce un po’ incerta, quasi avesse paura che a crederci troppo quello che stava vivendo si sarebbe rivelato solo un crudele sogno che alla mattina sarebbe svanito come nebbia.
“Non ha importanza, l’importante è che restiamo vicini per sempre” rispose lui alzandosi da sedere. “Per sempre?” inquisì l’interlocutrice mentre lo guardava alzarsi.
“Ah-ha” diede conferma lui voltandosi verso lei con un accenno di sorriso sul suo volto “ci stai?”
Lilinette sentì all’improvviso una strana gioia pervaderla riempiendola.
“Sì…Per sempre” disse sorridendo e arrossendo leggermente
Nessuno dei due aggiunse più nulla. In fondo non c’era nulla d’aggiungere.

[…]

Sentì l’inopportuna luce superare le difese delle sue palpebre ed entrare dispettosa.
“Mmh” mugugno aprendo di mala voglia gli occhi e schermandosi dalla luce con una mano.
Ci mise un po’, poi finalmente riuscì a capire da dove arrivava la luce e scansandosi dal fascio luminoso che la sottile finestra lasciava entrare si alzò a sedere, una volta alzata la schiena sbadigliò vistosamente.
Si guardò attorno assonnata vedendo come sempre un panorama bianco candido riempire tutto.
Sbuffò stanca grattandosi la base del collo, dove la maschera non arrivava a coprirle il capo.
“Che noia” asserì guardando l’altra persona che occupava con lei la stanza.
Appena lo vide stravaccato e mezzo coperto dai cuscini la tentazione di svegliarlo fu grande ma prima che si potesse avvicinare più di un passo, fatto a carponi, nella sua testa passò un flash.
Una scarpetta, delle calze rotte, la musica di un ballo in lontananza, lui che le riporta la scarpa.
Si fermò pensierosa chiedendosi cosa avesse sognato di preciso ma continuando a ricordare solo quegli strani spezzoni.
Si risedette e sbuffò cercando di concentrarsi.
Dopo alcuni minuti spesi nel tentativo di ricordare sbuffò ancora e riempiendo i polmoni d’aria si mise in posizione.
“Staaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaark!” urlò arrivandogli di gomito, con molta violenza, sullo stomaco. L’uomo colpito si alzò di scatto emettendo un “Ouff”.
Si poggiò subito la mano nello stomaco dolorante e guardò straniato la ragazzina che lo aveva svegliato.
“Lilinette! Perché mi svegli? Aizen-sama ha indetto una riunione?” domandò senza nessun vera preoccupazione rivolta a una possibile riunione.
“Scemo dormi troppo! A forza di stare con te faccio pure sogni strani!” tuonò lei rifilandogli un pugno in testa.
Lui la guardò basito, qual’era il collegamento tra i suoi sogni strani e lui? Si domandò massaggiandosi il punto in cui lo aveva colpito.
Ma, poiché conosceva bene la biondina, si limitò a sbuffare stanco, senza chiedere nella maniera più assoluta ulteriori spiegazioni, e pieno di sonno ricadette come un peso morto disteso sul letto.
“Se ti annoi tortura qualcun altro” mormorò con la faccia parzialmente premuta in malo modo contro il cuscino.
Lei sbuffò contrariata e si voltò.
“Visto che tu non fai mai niente se non dormire vado a fare un giro!” asserì con convinzione e iniziando a dirigersi verso la porta e uscendo poco da quella.
Stark la guardò con la coda dell’occhio uscire e quando lei chiuse la porta tornò tranquillamente a dormire.
Lilinette intanto, con le braccia incrociate sopra la testa iniziò vagare per i vasti corridoi di Las Noces in cerca di qualcosa di interessante da fare mentre nella testa aveva ancora quegli spezzoni del sogno che la infastidivano.
“Per sempre” mormorò all’improvviso mentre il proseguiva la sua camminata e un sorriso le si dipingeva sul volto.



~~~
Ta-dan! Dopo diverso tempo finalmente sono riuscita a fare qualcosa su Stark e Lilinette, entrambi personaggi che adoro! All’inizio questo lavoro doveva essere un nonsense composto solo da quello che qui per la piccola Lilinette è solo un sogno, poi ho preferito invece riportare il tutto al contesto di Las Noces!
Spero vi sia piaciuta questa one-shot nata quasi per caso! ^^E spero vorrete anche farmi sapere cosa ne pensate!
Bene detto ciò ritengo giusto salutarvi!
Kiss!
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Yoko_kun