Il sole brillava alto, quella mattina.
Nemmeno una nuvola plumbea oscurava la vista del cielo, color azzurro splendente.
Estate.
Era arrivata, era qui, e la riusciva a sentire, finalmente.
Una folata di vento gli scompigliò i capelli neri, ma lui non se ne curò più di tanto, continuando ad incedere a passo sicuro nel grande parco appena fuori la scuola, sapeva esattamente cosa cercare... Non era mai stato da lui marinare la scuola.. no.. aveva sempre avuta troppa paura dei professori , sin dal primo anno, soprattutto del professor Piton, e dei suoi occhi color del buio più fitto. Il suo carattere remissivo l’aveva sempre bloccato e costretto a sottomettersi ai superiori, eppure ora, ormai diciassettenne, si trovava a vagare solo nell’immenso prato verde, senza preoccuparsi del fatto che, nelle stanze del castello, si stavano svolgendo le ultime lezioni dell’anno, e che lui sarebbe dovuto essere presente, per prepararsi al meglio in vista dell’esame finale.. Camminava già da un po’, ma non aveva timore.. stava lasciando che le sue gambe ed il suo spirito lo conducessero al luogo esatto..
Dopo qualche altro passo, finalmente trovò quello che stava cercando.
Un po’ esitante, allungò una mano e, con le sue dita magre, sfiorò la corteccia di quel vecchio ciliegio, lasciando che le insenature le legno grezzo si imprimessero sui suoi polpastrelli e stupendosi di fronte alla maestosità dell’albero che, rispondendo al richiamo dell’estate, stava rifiorendo rigoglioso, in tutta la sua bellezza. Quello stesso ciliegio che, dentro di sé, custodiva il suo segreto più grande.
Un delicato contatto fra le loro dita, e poi uno
sguardo, prima del
violento e dolce bacio, che aveva scatenato in lui un sentimento mai
provato
prima. Le mani sempre più frementi, libere di poter
finalmente sfiorare quel
corpo levigato che aveva da sempre desiderato con tutta la sua anima,
assieme
ai suoi capelli dorati, resi luminosi dai lucenti riflessi del sole.. E
poi,
poi la bocca sul suo collo in un’assaporare ansioso il suo
odore di donna, confuso
ed unito a quello dei fiori di ciliegio, in un connubio terribilmente
afrodisiaco. I vestiti che sfioravano i suoi fianchi stretti e sinuosi,
finendo
a terra con un fruscio…Gli occhi timorosi di incontrare
quelli di lei.. perché
si sarebbe potuto perdere in un attimo dentro quelle iridi
così fiere e
dolci.. le carezze
mano a mano sempre
più intense, fino all’unione completa e vibrante
dei due corpi , fra sospiri,
gemiti e parole sussurrate, sotto le foglie ombrose di quel maestoso
albero.
“Ti amo, Neville…”
Il giovane tentò di scacciare dalla sua mente i ricordi ancora vividi di quel giorno non poi così lontano, e ci riuscì, anche se con difficoltà ed esitazione.. Si stese sotto il ciliegio e, ad occhi chiusi, odorò la terra fresca e umida…
Sì..
C’era ancora quel profumo, capace di fargli vibrare l’anima, come nessun altro odore aveva mai saputo fare... Era ancora lì.. penetrato fra l’erba ormai alta e gli steli dei fiori.. Era ancora lì, nella sua mente, nelle sue membra, nel suo cuore fremente di lei. Ed in fondo lui lo sapeva, sapeva che sarebbe rimasto impresso lì per sempre, a fargli compagnia nei giorni più bui.
Improvvisamente si rialzò, scrollandosi la terra di dosso e le emozioni dal cuore e poi, con un’espressione confusa ed un sorriso infantile che non sperava ormai di poter più ritrovare, si riavviò cauto verso il castello.
“Ti amo anch’io,
Luna..”