La confusione esiste e basta. E’ insita in ognuno di noi. In ogni cosa, dovunque si guardi.
Si può cercare di tenerla a bada, di nasconderla all’interno di qualcos’altro, ma troverà sempre un modo per uscirne.
New York è di per sé caotica, soffocante. Una volta che ci vivi, te ne scordi, ma resta sempre e comunque la stessa. A Settembre, poi, particolarmente.
Le strade cominciano a liberarsi dei turisti estivi e la città a dare il bentornato ai suoi abitanti. I clacson dei taxi e dei suv, così fastidiosi, sembrano quasi una sinfonia per le migliaia di persone che rivedono la loro casa dopo mesi di dolce far nulla in qualche oasi in Egitto o sulle spiagge di Malibù.
Certo, andare in posti esotici è una prospettiva allettante per evadere dal quotidiano, ma non c’è niente di meglio della propria casa, comoda e sicura, per tornare a vivere dopo mesi in cui le uniche preoccupazioni riguardavano il sex-appeal del bagnino o il modello di bikini più alla moda da mettere in valigia.
Tutto questo si mischia ai colori autunnali degli alberi di Central Park e dei pochi che stanziano ai lati dei marciapiedi, ai toni accesi dei vestiti estivi e all’abbronzatura ormai posticcia degli ultimi giorni sui lettini della Florida o della piscina comunale.
Chiunque arrivi per la prima volta nella Grande Mela, nota tutto questo e ne rimane ammaliato, proprio come un bambino al suo primo sguardo al mondo. Le bocche si aprono lentamente, gli occhi si spalancano e dalle nostre gole esce la più conosciuta delle parole: wow.
Poi, naturalmente, la realtà ti ripiomba addosso come uno schiaffo improvviso o una secchiata d’acqua gelida. Perché, prima o poi, anche la più bella delle fiabe finisce e Cenerentola è costretta a tornare a casa a piedi, senza le sospirate scarpette di cristallo o il bel principe al fianco.
Bisogna accontentarsi di un paio di scarpe da ginnastica e un taxi che puzza di tabacco. E nessun uomo accanto. Solo il vecchio autista che gentilmente ti porge le valigie e ti lascia sconsolata, davanti a un piccolo palazzo di Brooklyn.
Aggiungeteci un affitto da pagare ogni mese, un lavoro da trovare e un cuore da ricucire dopo l’ennesimo fallimento sentimentale.
Benvenuti nella vita di Marley Davis e fatevi una bella risata.
---------------------------- COMMENTO DELL'AUTRICE.
Questa è l'ennesima storia che la mia mente partorisce. Spero che a qualcuno piaccia e, se non fosse così, non fa niente (: Continuerei a scrivere perchè m'ispira troppo e mi sono già immaginata tutti i personaggi e la storia. Spero tanto di riuscire a portarla a termine prima di compiere cent'anni ahaha e mi dispiace, per chi mi seguiva, di non aver continuato le altre, ma avevo il classico 'blocco dello scrittore'. Cercherò, comunque, di portare avanti anche quelle. Buona lettura a tutti!