Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Mokochan    17/07/2010    2 recensioni
[Questa storia partecipa alla "Love Challenge - Do you love me?" indetta da Mayumi_san su EFP Forum]
Poteva punirla in tutti i modi possibili - molti dei quali sarebbero stati graditi, in effetti - e invece no, doveva per forza torturarla
facendole assaggiare cibi di ogni tipo; non osava immaginare da dove li avesse presi, ma temeva il peggio.
In fondo si trattava pur sempre di Kiba Inuzuka.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Hanabi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'KibaHana ~ Spiral Static'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa alla  Love Challenge - Do you love me? indetta da Mayumi_san
Autrice: Mokochan
Titolo: Punizione
Pairing: KibaHanabi
Rating: Arancione
Genere: Romantico, Slice of Life
Avvertimenti: One-shot, AU
Trama:
Poteva punirla in tutti i modi possibili - molti dei quali sarebbero stati graditi, in effetti - e invece no, doveva per forza torturarla facendole assaggiare cibi di ogni tipo; non osava immaginare da dove li avesse presi, ma temeva il peggio.
In fondo si trattava pur sempre di Kiba Inuzuka.


Punizione



Era salato.
Hanabi dischiuse le labbra e fece una smorfia. “Questo non mi piace, Inuzuka.”
Nell’aria aleggiavano profumi differenti - a volte stuzzicanti, altre assolutamente disgustosi -, mentre la radio trasmetteva a volume basso musica metal e rock.
“Si chiama penitenza per un motivo, piccoletta. Adesso zitta e mangia”, disse l’aguzzino.
Con un lieve tremore, la Hyuuga lasciò che Kiba le infilasse in bocca quella pietanza disgustosa e pregò Dio che la smettesse al più presto, o avrebbe dato di matto -  non sapeva nemmeno perché lui la stesse punendo. Forse era una scusa, forse, più semplicemente, si divertiva a prenderla in giro.
La lingua sfiorò il cibo, con quel timore sempre presente, mentre il sapore piccante e salato la bruciava a tratti, facendola sobbalzare per la sorpresa; era certa che lo stesse facendo apposta.
“Posso almeno sapere cosa mi stai dando?”, domandò Hanabi, irritata.
“No, è un segreto. E comunque, se avessi voluto, non credi che avrei evitato di bendarti?”
Già, bendarmi, proprio non capiva perché si fosse messo in testa quel giochetto stupido.
Poteva punirla in tutti i modi possibili - molti dei quali sarebbero stati graditi, in effetti - e invece no, doveva per forza torturarla facendole assaggiare cibi di ogni tipo; non osava immaginare da dove li avesse presi, ma temeva il peggio.
In fondo si trattava pur sempre di Kiba Inuzuka.
Con un sospiro, la Hyuuga aprì nuovamente la bocca, questa volta preparata - doveva, per forza di cose, evitare di trasalire al contatto con il salato, il piccante o l’amaro, che Kiba pareva darle in quantità esagerate per provocarla e poi riderne di gusto, bastardo e arrogante.
Le dita carezzarono le morbide lenzuola del letto in cui entrambi giacevano; lento, un venticello caldo attraversava la finestra aperta e le sfiorava il viso ormai madido di sudore e rosso - il caldo delle pietanze e quello della stanza parevano un tutt’uno, pronti a scioglierla come un ghiacciolo sotto il sole cocente.
Kiba le sfiorò le labbra con un dito. “Apri ancora la bocca.”
Quel suo modo di darle ordini non le piaceva per niente e avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo sistemare per le feste, ma, ovviamente, lui non le avrebbe mai dato quella possibilità.
Aprì la bocca, strepitante, e portò la testa indietro. “Fai pure, bastardo.”
Sdraiata su quel letto e in balia dell’Inuzuka, Hanabi Hyuuga aspettava di sfiorare con le labbra e la lingua la nuova e misteriosa pietanza, e contava i secondi che la separavano  da quel momento.
Poi, qualcosa di umido e piccante sfiorò la sua lingua e le strappò un gemito roco; con le dita strinse le coperte e ritirò indietro la testa, aspettando ancora, preparata - eccitata, affamata.
“Questo ti piace, eh, Hyuuga?”, la voce di Kiba era un invito al piacere puro, e non rivelava  nulla di buono se non la piega che avrebbe preso quella punizione dai retroscena piccanti.
Il suo corpo vibrò quando, sapiente, quel qualcosa di umido e piccante le accarezzò i denti, sfiorandole deciso le labbra rosse e tornò a torturarle la lingua - inevitabilmente, Hanabi ansimava a contatto con quel sapore leggero e forte al tempo stesso, così gradito ai suoi sensi.
Fremette.
“Ne vuoi ancora?”, l’Inuzuka le posò una mano sulla fronte, spostandola poi sulla nuca e intrecciando le dita ai capelli corvini della Hyuuga, che aprì gli occhi da sotto la benda nera.
Confusa, ma sempre fredda come il ghiaccio, Hanabi scosse il capo, serrando le labbra per la frustrazione che quel gioco le stava dando, e con la mano spinse via Kiba.
Sopportava poche cose. “Smettila, quella non è una punizione, cagnaccio.”
Si levò la benda e incrociò gli occhi scuri del ragazzo: erano accesi dal divertimento.
“Sicura di quello che dici, Hyuuga?”, Kiba sogghignò, divertito dalla reazione della ragazza.
La giovane buttò da una parte la benda che l’aveva resa cieca e con gli occhi lilla studiò i piccoli piatti posati sul tavolino accanto al letto, poi riportò l’attenzione al viso dell’Inuzuka, trattenendo a malapena il desiderio che quel sapore piccante aveva acceso in lei.
“Dillo.”
“No.”
“Avanti, Hyuuga”, Kiba l’afferrò per la vita e se la portò addosso, affondando le dita nei suoi fianchi morbidi, possessivo nelle intenzioni - come sempre, d’altronde. “Dimmi che ti piace.”
“E’ piccante”, l’unico cosa che poteva concedergli in quel momento.
Un sorrisetto strafottente. “Uhm, quindi ti piace…” con le labbra le sfiorò il collo. “O ti piace di più senza?”
Hanabi gli diede uno schiaffo, irritata, prima di sentire quelle labbra ruvide cozzare prepotenti contro le sue e approfondire subito il bacio; le mani dell‘Inuzuka alzarono la maglietta che indossava e  le graffiarono piano le schiena, selvagge.
Stretta a lui, avvertì ancora il sapore piccante che l’aveva fatta contorcere dall’eccitamento qualche attimo prima e sospirò, in cerca della sua lingua stuzzicante.
“Dimmi Hyuuga, la vuoi ancora, la mia lingua?”
L’invito era chiaro e la Hyuuga, che certo non era scema, lo scrutò con gli occhi accesi dalla brama, un poco piccanti e affamati; sentiva ancora le mani dell’Inuzuka premere contro di lei, avvertiva il suo petto alzarsi e abbassarsi in attesa di una risposta di cui sicuramente non gli importava nulla - Kiba voleva solo provocarla, era la cosa più ovvia del mondo.
Difatti,  non aspettò nemmeno una sua risposta, perché la buttò a pancia in su fra le coperte del letto e la torturò ancora con la sua lingua piccante.
Era la migliore delle punizioni.


***Fine***



Note dell'Autrice: Uhm °-° E' già tanto che sia riuscita a fermarmi XD Temevo di dover mettere il rating Rosso, invece sono riuscita a contenermi - a malapena, ma ci sono riuscita u__u Ho scritto questa scena per motivi a me ignoti. Diciamo pure che la domenica in cui ho scritto questa storia (o scena, semplicemente .__.) era molto calda e si moriva. E allora ho lavorato con la fantasia - diciamo che ero in vena di scrivere una Kiba/Hanabi! XD
Uhm... Beh, so che fa schifo u__u Aw. Uhm, per la Challenge sono in arrivo altre tre storie: una NaruHina (la millesima XD), una Minato/Kushina (la mia PRIMA MinaKushi!) e una... ehm... Shino/Temari ^^ La mia PRIMA Shino/Temari - per gli amanti dei Crack Pairing, direi XD Beh... uhm °-° Vi lascio, sperando che questa storiella non vi uccida o__O
Kiss,

Mokochan
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Mokochan