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Autore: Aika Morgan    17/07/2010    17 recensioni
In un afoso pomeriggio di luglio, Franz sta morendo dal caldo. Meno male che ci pensa Peter a portargli un po' di refrigerio.
- Hai fame? - chiede con un sorrisetto.
- Non proprio, ma qualcosa la mangio volentieri.- è la risposta. - Che cosa hai portato?
- Ho preso del gelato. Non sapevo quale fosse il tuo preferito e quindi ho improvvisato. Vai a prendere i cucchiai in cucina.
Franz esegue gli ordini e, tornato in soggiorno, trova Peter seduto a gambe incrociate sul divano. Sul tavolino ha appoggiato varie vaschette, di gusti diversi.
- Cos'è, hai svaligiato il reparto surgelati? - ride Franz, sedendosi accanto a lui e scompigliandogli i capelli biondo scuro.
- Quasi... Dai, da quale cominciamo?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mi appartieni - la serie '
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Arancia, limone o fragola?


 

Il caldo di luglio è quanto di peggio ci sia per chiunque. Figurarsi per chi deve studiare e ha come unica fonte di refrigerio un ventilatore malfunzionante perché la padrona di casa non vuole installare un condizionatore d'aria alle pareti.

Franz rimugina su questo, mentre davanti ai suoi occhi scorrono fogli pieni di numeri e di formule matematiche astruse. In questo momento invidia profondamente Peter, il suo ragazzo, dato che le vacanze scolastiche sono ormai cominciate da un mese.

“Dannato moccioso!” pensa con un sorriso. Non è che ce l'abbia con lui, ma in questo momento vorrebbe avere fra le mani chi ha deciso che dovesse esistere una sessione estiva per gli esami universitari.

Fortuna che abita da solo, almeno può andare in giro per casa con solo i jeans addosso, senza preoccuparsi che qualcuno lo veda a petto nudo.

- Non ne posso più! - sbotta ad un certo punto, dopo l'ennesima puntata al frigorifero per bere dell'acqua fredda. Sta per mandare al diavolo i libri, gli esami e tutto il resto, quando suona il campanello. Sulle prime Franz è tentato di non aprire, è talmente di pessimo umore che potrebbe prendersela con chiunque. Ma chi si è attaccato al campanello non accenna proprio ad arrendersi, così sospirando, Franz va ad aprirgli.

- Ehi, ciao! Finalmente ti sei deciso ad aprire! Si può sapere dove eri finito? - Peter lo saluta con un lieve bacio sulle labbra, sempre allegro e sorridente.

- Ero a bere un bicchiere d'acqua. Mi sto letteralmente sciogliendo con questo caldo! Ma tu che ci fai qui? Non dovevi essere in giro a lavorare? - chiede, alzando un sopracciglio.

Peter ha trovato un lavoretto estivo presso un fotografo che, in cambio di aiuto nel suo negozio, gli dà lezioni di fotografia.

- Uh, sì, ma non c'era molto da fare, così mi ha dato un pomeriggio di libertà. E io ho pensato di portarti la merenda.

Solo in quel momento Franz si accorge che il ragazzino ha in mano una busta del supermercato.

- Allora, mi fai entrare o resto qui?

- Oh, scusami! Sì, entra pure. Io vado a mettermi una maglietta, aspettami in soggiorno! - mormora Franz, grattandosi la nuca.

- Non c'è bisogno, dai! Da quando in qua ti vergogni di me?

Si solleva sula punta dei piedi e lo bacia nell'incavo del collo.

- Hai fame? - chiede con un sorrisetto.

- Non proprio, ma qualcosa la mangio volentieri.- è la risposta. - Che cosa hai portato?

- Ho preso del gelato. Non sapevo quale fosse il tuo preferito e quindi ho improvvisato. Vai a prendere i cucchiai in cucina.

Franz esegue gli ordini e, tornato in soggiorno, trova Peter seduto a gambe incrociate sul divano. Sul tavolino ha appoggiato varie vaschette, di gusti diversi.

- Cos'è, hai svaligiato il reparto surgelati? - ride Franz, sedendosi accanto a lui e scompigliandogli i capelli biondo scuro.

- Quasi... Dai, da quale cominciamo?

Apre una vaschetta di gelato a caso – vaniglia e cioccolato – prende un cucchiaio ed inizia ad imboccare Franz, cercando di non ridere.

- Avanti, ti servono zuccheri per continuare a studiare. - mormora, seduto sulle ginocchia del ragazzo.

Franz accetta volentieri quel gioco e ben presto anche lui imbocca Peter con il gelato. A vedersi da fuori si troverebbe immensamente ridicolo e smielato, ma adesso i suoi neuroni non sono in grado di formulare pensieri coerenti: fa troppo caldo.

- A proposito, ti piacciono i ghiaccioli? - Peter prende una scatola di ghiaccioli colorati, quelli che nessuno vuole comprare per la loro forma equivoca e per il modo in cui vanno mangiati. Ne estrae uno, lo apre e inizia a leccarlo, guardando Franz con occhi maliziosi.

- Che... che stai facendo? - Franz inizia a dimenarsi, di certo non perché quello spettacolo non gli piace.

- Sto mangiando un ghiacciolo, cos'altro pensi possa fare? - Peter spalanca gli occhi azzurri, uno sguardo di finta innocenza mentre pone la domanada.

- Sei... Sei indecente. Sembra che tu stia facendo qualcos'altro! - è il mormorio convulso dell'altro, mentre una strana sensazione di calore gli pervade l'inguine.

- Oh, siamo maliziosi, eh Franz? O vorresti vedermi prendere altro in bocca? Magari il tuo amico dei piani bassi, vedo che lui approva lo spettacolo!

Franz è ormai abituato ai doppi sensi che Peter piazza dappertutto, quindi si comporta come se fosse assolutamente normale sentirlo parlare in quel modo. Non gli è però possibile nascondere il gemito che gli esce automaticamente dalle labbra quando Peter gli tasta l'inguine.

- Ecco, non mi sbagliavo affatto! - ride il ragazzino.

- Vuoi smetterla? Dai, fammi tornare a studiare! - protesta Franz, sentendosi in imbarazzo.

- No, aspetta! La smetto con i doppi sensi, promesso! Però prima devi provare sulla tua pelle quanto siano buoni questi ghiaccioli! Arancia, limone o fragola?

- Fragola... - mormora Franz, credendo che il ragazzino gli stia per porgere il gusto che preferisce. Ma le cose non stanno esattamente così e, qualche secondo dopo, Franz capisce che Peter parlava sul serio quando parlava di provare sulla pelle.

- Chiudi gli occhi, su!

Opporsi non servirebbe a nulla, Franz lo sa benissimo, così non gli resta altro da fare che obbedire. Subito una sensazione di fresco lo coglie sul braccio e capisce che Peter sta tentando di rinfrescarlo a modo suo.

- Si può sapere che cazzo stai facendo? Quella roba è appiccicosa, dai smettila, sennò devo andarmi a fare una doccia.

- Appunto! - è la risposta, sussurrata sulle sue labbra e seguita da un bacio appassionato.

Peter continua a passargli il ghiacciolo sulla pelle, alleviando il caldo che Franz sente, anche se il giovane sente di starsi eccitando più del dovuto.

- Okay, il ghiacciolo è finito! - annuncia Peter trionfante, dopo qualche minuto – Ne vuoi un altro?

La pelle di Franz è tutta appiccicosa e per un attimo prova il profondo desiderio di cacciare Peter da casa, giusto per fargli un dispetto.

- Non c'è bisogno, mi sento già appiccicoso a sufficienza! - sbotta seccato. Ma gli occhi del ragazzino sono qualcosa davanti alla quale non riesce a dire nulla di sensato. Così ha un'idea.

- Togliti la maglietta, devo vendicarmi. E credo che anche tu stia sentendo caldo, moccioso.

Peter, sorridendo sornione, fa come gli ha detto Franz e sussurra:

- Arancia, grazie.

Franz prende il ghiacciolo e, con estrema lentezza, lo passa sul busto nudo di Peter che, ad occhi chiusi, mormora indecenze sconnesse a mezza voce.

- Ecco, così siamo pari! - dichiara Franz, perfettamente soddisfatto.

- Facciamo la doccia, adesso? - chiede Peter con un sorriso svagato, baciandolo e mordendogli il lobo dell'orecchio..

Si alza, lo prende per mano e lo conduce verso il bagno. Franz alza gli occhi al cielo, in fondo felice di avere un ragazzo così allegro e divertente – oltre che passionale. Ma questo, ovviamente, non glielo dirà mai. Peter resterà sempre il suo adorato terremoto ambulante.

 

 

 

Note dell'autrice.

Allora... Io non dovrei essere qui, tanto per cambiare.

Mi trovo nella stessa situazione di Franz, anche se il condizionatore ce l'ho. Però mi manca un Peter che mi porti le scorte di gelato mentre studio, ma suppongo che non si possa avere tutto dalla vita.

Peter e Franz sono due personaggi della longfic originale "Mi appartieni" e qui li ho letteralmente presi in prestito per una shot abbastanza senza senso, che mi è venuta l'altro giorno quando, morta di caldo dopo l'esame di letteratura, non ho resistito all'idea di comprare un Calippo. Sì, lo so cosa state pensando, pervertite è__é Ma c'era troppo caldo e volevo qualcosa di fresco e leggero, ecco.

Così come fresca e leggera spero sia questo racconto, il mio primo NON rating rosso dopo non so quanto tempo o.ò e già questa è una cosa di cui stupirmi. Detto ciò, vi ricordo che le recensioni sono l'amore ^^ (e che vi risponderò in privato, se vorrete dirmi qualcosa sulla storia, dato che è conclusa)

 

Ah, dimenticavo.

Questa roba è dedicata a quella donna ingrata e capricciosa di Nemo From Mars, che nemmeno la meriterebbe. Ma siccome io sono buona e la adoro tanto, le ho scritto questo racconto per il nostro secondo anniversario, anche se con qualche giorno di ritardo (12 luglio). La messa è finita, andate in pace ^^ *distribuisce ghiaccioli random*

 

   
 
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