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IO UN GIORNO SARO’ CITY HUNTER

La pioggia cadeva fuori, imperturbabile, senza tregua, facendola sentire ancora più sola.

Sospirò stancamente, appoggiata allo stipite della porta, in cucina. Quanto ancora avrebbe dovuto attendere prima del suo arrivo.

Una lacrima le solcò il viso.

Sentì un rumore provenire dal salotto. Si sporse per controllare. Non c’era nessuno. Ormai aveva le allucinazioni. Un altro sospiro. Scosse la testa ed iniziò a salire le scale.

 Entrò in camera da letto, spogliandosi e indossando il suo pigiama, aveva bisogno di dormire. Guardò fuori dalla finestra. Era orribile quella sensazione di vuoto che la dominava.

Calde lacrime iniziarono a scendere lentamente sul suo viso. Perché amare doveva essere così doloroso. Un potente tuono la fece sobbalzare. Nascose il viso tra le mani.

Un calore improvviso la avvolse. Due forti braccia le cingevano la vita da dietro. Era lui, avrebbe riconosciuto quella stretta fra mille. Si voltò con sguardo perplesso. A cosa doveva quell’improvvisa manifestazione di affetto.

La guardai, sul viso ancora quell’espressione di sofferenza. Odiavo vederla così. Soffriva per colpa mia. Ma adesso basta. Quelle sarebbero state le sue ultime lacrime di dolore. Le prossime sarebbero state di gioia.

“Cosa guardavi fuori dalla finestra Kaori?”

“Ecco io…..a dire il  vero…”

“Mi stavi forse aspettando?”. La rossa abbassò lo sguardo per non incontrare gli occhi penetranti di lui. Annuì. Ryo sorrise soddisfatto.

“Davvero?” disse con finta aria sorpresa “Allora ti meriti un premio per aver aspettato così tanto”.

Lo sguardo di lei si fece ancora più perplesso.

“Ma Ryo cosa...” non fece in tempo a concludere la frase che le labbra dello swepper avevano catturato le sue in un passionale bacio. Le braccia di lei gli cinsero il collo, le loro lingue si incontrarono e i loro respiri si fusero. Una sensazione di pace li avvolse.

 Il  primo a staccarsi fu Ryo, voleva vederla negli occhi. Sorrise sornione. Lei lo stava guardando sbalordita, la bocca semiaperta e le labbra arrossate. Ansimava leggermente cercando di riprendere fiato. Era semplicemente bellissima.

“Mhhh…sai Kaori, hai proprio un buon sapore!”

“Cosa?”

“Ho detto che hai un buon sapore, mi piace”.

“Ryo?”

“Si…”

“Sei un stupido!Lo sai che non devi fare il cascamorto con me!”. Adesso quello stupito era lui. Possibile che lei non lo volesse, che in tutti quegli anni si fosse sbagliato.

 No questo no, se lei però avesse cambiato idea per lui sarebbe stata la fine.

Nel vederlo in quello stato Kaori capì di aver esagerato. Però in fondo se lo era meritato, l’aveva fatta aspettare per ben otto anni, prima di baciarla.

Un sorriso smagliante comparve sulle sue labbra, mentre la sua risata cristallina riempiva la stanza. “Dai Ryo non fare così…stavo scherzando”

Lo swepper era sconcertato, lo aveva giocato completamente.

“Ah si?” disse “allora io non ti dico più che ti amo!” Il moro le diede le spalle incrociando le braccia e fingendo di essere arrabbiato.glielo aveva detto. Adesso doveva solo aspettare la risposta di Kaori, la quale non tardò ad arrivare.

Lei si era letteralmente buttata su di lui, abbracciandolo con tutta la forza che possedeva.

“Oh Ryo, anche io ti amo, non sai quanto.”

Finalmente erano felici. Ricambiò il suo abbraccio ed iniziò a baciarla da dove prima aveva interrotto. I loro polmoni esigevano aria e i due furoni costretti a staccarsi.

“Quanto ho aspettato questo momento dolce Kaori…ora sei mia!”

“Si, ora sono tua per sempre, anima e ……corpo” arrossì nel dire l’ultima parola. Ryo sorrise divertito, non sarebbe ma cambiata. Le sorrise.

“Bene, dato che l’anima ormai ce l’ho, provvediamo subito anche al corpo” sollevò di peso la socia, che con piccole urla protestava e la stese delicatamente sul letto.

I loro sguardi si incontrarono e un brivido percorse le loro schiene.

“Bella Kaori posso?” chiese alzando lentamente un lembo del pigiama.

“Non chiedo di meglio”. Sorrise. Si scambiarono un altro bacio.

Da quel giorno niente avrebbe potuto separarli, neanche la morte, che siano ad allora li aveva tenuti lontani.

Ciò che accadde dopo non ci è dato saperlo. Si racconta che il temibile City Hunter non abbia mai smesso di ripulire la città dai criminali e che presto la fantomatica coppia diventerà un trio.

Un bellissimo giovane, di circa diciassette anni, capelli rossi e occhi neri come la pece, rileggeva il suo tema seduto nel banco in fondo alla classe.

“Bene ora manca solo il nome....ecco fatto”. Sorrise soddisfatto. Stavolta si era impegnato e i suoi genitori sarebbero stati davvero fieri di lui. Consegnò il foglio all’insegnate il quale lo scrutò perplesso.

“Siognor Saeba spero che questa volta il suo lavoro sia degno della mia attenzione!”

“Non si preoccupi, stavolta non posso aver fatto errori”. Sorrise sereno uscendo dalla classe.

Presto sarebbe arrivato a casa dalla sua mamma e dal suo papà, dai suoi swepper preferiti, da coloro che gli avevano insegnato tutto e li avrebbe resi orgogliosi di lui.

Svoltò l’angolo, rivolse lo sguardo al cielo, stava per piovere, non poteva fermarsi al Cat’s eye a salutare la sua ragazza. Sbuffò.

“Accidenti  papà aveva ragione a dire che dovevo prendere l’ombrello, adesso non posso neanche andare a vedere Reimi”. Si fece coraggio,oltre a non poterla salutare si sarebbe bagnato e sua mamma lo avrebbe sgridato.

“Beh pazienza… vorrà dire che dovrò affrontare anche mia madre!!…. Io un giorno sarò CITY HUNTER, non posso mica fermarmi al primo ostacolo!!!”. Iniziò a correre sotto la pioggia, felice come non mai. Come aveva detto lui nel tema, la fantomatica coppia sarebbe presto diventata un TRIO.