Ecco una
piccola One-shot,
vagamente non-sense, che tuttavia mi dispiaceva tenere nascosta nel pc.
Non ha nulla di particolare. Un semplice
momento fra Garp e la giovane Makino, dopo il fatidico evento.
Sarà che uno
degli ultimi capitoli del manga mi aveva ispirato questo momento... chi
sa
intenda!
Ovviamente, essendo io un’inguaribile
romantica, non potevo non citare il bellissimo Shank e, con un
riferimento vago
ma che spero si capisca, anche Roger.
Nessuna pretesa dunque… però un
pensierino fa sempre piacere da parte vostra!
Ciao ciao!
Un
Buon Maestro
Una mano
salì
lenta verso la sua testa, sui suoi capelli, per togliersi la bandana
rilegata
appena dietro il collo. Un colpo veloce, secco, abituale.
L’altra
mano era
stretta attorno a un bicchiere colmo fino all’orlo,
appoggiato su un tavolino
di legno dall’aria desolata, appiccicoso e sporco.
Quando le sue
dita strinsero il piccolo pezzo di stoffa di quella leggera
tonalità di verde,
se lo portarono sopra le gambe, lasciandolo li, indifferente, immobile.
I suoi occhi,
grandi e vivaci, erano velati da una strana espressione di rimpianto.
Le sue labbra,
sottili e spesso incrinate in un sorriso gioviale, erano increspate in
una
smorfia di contrito dolore.
E le sue mani,
calde e dalle dita sottili, ora rimaneva fredde e smorte, come quelle
di un
cadavere.
“Makino-san!”
Quella voce
virile non la sorprese. Dopotutto, il tono non era cattivo o risentito.
Semplicemente un richiamo, forte e forse burbero, ma pur sempre un
richiamo.
“Dunque
è vero…
hai di nuovo dato ospitalità a quel bastardo!”
Esclamò
sull’orlo di scoppiare, mantenendo un certo rigore
militaresco.
“Non
dovrebbe
pensare ad altro ora, Signor Garp?”
La voce era
stanca, ma ossequiosa ed elegante, persino gentile come sempre.
Se non avesse
visto le labbra screpolate che l’avevano pronunciata o il
bicchiere di Rum
trangugiato in due sorsate, lo stesso vice ammiraglio avrebbe pensato
che
quella frase fosse detta da una ragazza semplicemente affaticata da un
lavoro
pesante.
“Ad
altro…?”
Abbassò
lo
sguardo, quasi indeciso.
“Non ho
più
niente a cui pensare…” disse infine, avvicinandosi
alla ragazza.
“Siamo in
due,
allora”
Lei si
sforzò di
sorridere. Gli indicò la sedia di fronte alla sua, prima di
alzarsi in modo
lento. Afferrò dal bancone una bottiglia semi vuota e un
bicchiere e con un
colpo secco ripose gli oggetti al centro del tavolino, risistemandosi
sulla
vecchia sedia di poco prima.
Versò un
po’ del
contenuto in modo equo ad entrambi e sollevò appena il suo
bicchiere,
attendendo.
Quando il rumore
dei vetri che si sfiorarono la soddisfò, si
riportò il tutto alle labbra e
bevve, seguita a ruota dall’uomo.
“Dunque
è
partito prima del previsto!”
“Ha detto
che
doveva dedicarsi ancora ad alcune cose… qualcosa tipo dare
una sepoltura a
Barbabianca e ad Ace, e riguardo al fermare certe
scorribande…”
“Capisco…
Dopotutto, ha un cuore anche lui…”
“E’
quello che
gli ho fatto notare anche io”
“E che ha
risposto?”
“Che aveva
avuto
un buon maestro, a suo tempo!”
E Garp, dopo una
risata fragorosa, annuì convinto.
Siete
arrivati fin qui dai,
non male…