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Autore: likemma    19/07/2010    0 recensioni
Scesi dall’auto, frastornata. Era stata la serata più brutta della mia vita. Ringraziai Alice per il passaggio. Lei era l’unica che era stata almeno un po’… gentile? con me. Da quando Lola era partita era l’unica persona che mi capiva. La macchina sgommò, ed io, piangendo, aprii la porta di casa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scesi dall’auto, frastornata. Era stata la serata più brutta della mia vita.

Ringraziai Alice per il passaggio. Lei era l’unica che era stata almeno un po’… gentile? con me.

Da quando Lola era partita era l’unica persona che mi capiva.

La macchina sgommò, ed io, piangendo, aprii la porta di casa.

 

«Emma, c’è Scott!»

«Non gli aprire, Destiny».

«Ehm… veramente è già entrato… sta salendo».

In certi momenti avrei ucciso mia sorella.

La porta sbatté.

«E’ in camera sua» sentii la voce di Destiny.

«Grazie, conosco bene la strada». La sua voce. La voce che avrei riconosciuto tra mille.

Passo-passo.  Sospiro-sospiro.

Indugiò un po’ sulla porta.

Toc-toc.

«Occupato».

La sua risata. La sua bellissima risata cristallina.

«Entra».

Era lì. Bello, come sempre. Bello, bello, bello.

«Posso sedermi?» indicò il letto sul quale ero semisdraiata.

Annuii in silenzio.

Lui si sedette stando ad una certa distanza da me.

Restammo alcuni minuti in silenzio.

Fui io la prima a parlare.

«Io… ieri sera… tu… tu sei arrabbiato con me, vero?».

«No, Emma… io»

«Lo sapevo, sono una stupida. Non avrei dovuto…»

«No, Emma» mi interruppe, «io non sono arrabbiato con te».

«Io… cosa? Davvero?»

«Sì, davvero. Ed anche se quello che ha detto Emily fosse vero io ti vorrei bene comunque».

«Sul serio?» chiesi, stupita.

«Sì» la sua espressione si fece più seria. «Ma ora dimmi, quello che ha detto Emily è vero?»

«Io…» non potevo.

«Coraggio…»

«I-io…» non volevo.

«Su!»

Dovevo.

Come facevo a mentire a quegli occhi? Come facevo a mentire a quello sguardo profondo e penetrante?

Lo avevo fatto una volta e me ne ero pentita amaramente.

«Sì».

Tre chili in meno, ma un nuovo peso si impadronì di me.

Lui non disse nulla.

«Scott… io…»

Lui mi zittì.

«No. Ti ho detto che ti avrei voluto bene lo stesso».

«E mi perdonerai?»

Non rispose.

«Scott?»

Non ci posso credere. L’ho perso.

«Raccontami quello che è successo».

«Scott…»

«Coraggio» il suo tono si fece più dolce.

Tremando, porsi a Scott il libro che tenevo tra le gambe.

«Che cos’è?» mi chiese, perplesso.

«E’… il mio diario dei ricordi… il nostro diario dei ricordi. L’ho scritto stanotte, leggilo».

Lui aprì il libro e iniziò a leggere.

  
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