It's Raining



Capitava, non sapeva bene con che frequenza – e forse era anche meglio così, ma capitava.
Capitava, suo malgrado, che Inghilterra non ce la facesse davvero più.
Capitava, e lui come uno sciocco, puntualmente ci ricascava dentro.

Era in quei momenti, quando il peso delle responsabilità gravava con maggior forza sulle sue spalle, quando tutto andava dannatamente storto, quando pure il tempo, e le nuvole, e il vento e la pioggia ci mettevano del loro. Quando tutto andava male, Inghilterra si sentiva sprofondare. In un mare sempre più nero. Sempre più a fondo.

Anni, secoli, a cercare di dimostrare di essere il più forte. Anni e secoli, snobbando tutto e tutti, nel perenne sforzo di superare gli altri, di allontanarli. Perché solo i deboli hanno bisogno di alleati. Lui era forte, e quindi non ne aveva bisogno, non ne voleva.

Ma la solitudine, quella tremenda bestia, è un prezzo molto alto da pagare per il potere. Inghilterra aveva scelto molto tempo fa. E non si era mai pentito.

A parte in questi momenti, quando tutto andava male e pure la pioggia ti rideva in faccia.
Quando tutto andava così dannatamente storto, quando tutto diventava così opprimente, che Inghilterra non desiderava altro che arrendersi. E scivolare nell’oblio.

Ma non gli era concesso, non gli era concessa una cosa così banale come l’arrendersi. Perché in fondo lui era il grande Regno Unito, e dunque non gli era concesso.

E ancora il peso si faceva più opprimente, togliendogli il respiro, insinuandosi maligno sullo stomaco, facendogli contrarre tutti i muscoli.

E pure la casa, la sua amata casa, adesso sembrava una caverna degli orrori, buia e silenziosa, tetra, terribilmente vuota.

Inghilterra non chiedeva aiuto. Inghilterra non aveva mai chiesto aiuto. A nessuno.
Eppure, avrebbe voluto, anzi, desiderava, dal profondo del cuore, che qualche dannato rompiscatole europeo, o non, qualche dannato vicino rompiscatole, qualsiasi dannatissima Nazione, distruggesse quella cortina di depressione che lo opprimeva.

Ma nessuno arrivava.