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Autore: Tranquil Forest    19/07/2010    1 recensioni
A volte sono le piccole cose a far la differenza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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THE SIMPLEST THING
scritto da Tranquil Forest, tradotto da Alessia Heartilly

La luce del sole filtrò attraverso le fessure sottili delle tende, entrando nella piccola stanza e donandole un luccichio sano. Minuscole particelle di polvere divennero visibili mentre volavano nell'aria, descrivendo lentamente spirali che scendevano fino a toccare il pavimento coperto di moquette. La calma regnava nell'appartamento, essendo il silenzio l'unico suono udibile mentre il mattino rendeva lentamente nota la sua presenza, segnalando la nascita di un nuovo giorno.

La serenità del momento fu spezzata da un leggero movimento di tessuto leggero e da un sospiro soddisfatto emesso da labbra appena socchiuse. Un paio di occhi azzurri si aprì senza fretta, comprendendo la scena di cui si trovava a far parte. Ciocche color nocciola gli caddero sul viso dai lineamenti ben modellati mentre affondava di nuovo nel cuscino morbido. Inalò profondamente, accogliendo il suo profumo e quello di lei. Era un miscuglio del suo profumo muschiato che si fondeva in una formula perfetta con quello di fiori selvatici di lei.

Squall rimase coricato, perfettamente felice, prima di voltarsi lentamente, solo per incontrare lo spazio vuoto che il corpo di lei aveva occupato fino a poche ore prima. Chiedendosi in silenzio dove potesse essere andata, ricevette una risposta solo pochi secondi dopo quando udì un leggero tintinnare proveniente dal cucinino. Permettendo a un piccolo sorriso di affiorare alle sue labbra, focalizzò lo sguardo sul soffitto bianco sopra di lui.

Era tornato tardi la notte precedente dopo una missione di una settimana. Chi avrebbe mai pensato che prendersi cura di un gruppetto di bambini di dieci anni potesse essere così stancante? Si era quasi sentito dispiaciuto per i suoi insegnanti, immaginando come avevano dovuto sentirsi quando lui stesso aveva l'età di questi bambini. Non poteva ancora comprendere del tutto il fatto che appena nove anni prima aveva avuto la stessa età dei bambini che aveva giurato di proteggere nel corso di quei sette giorni. Almeno non gli era stato ordinato di uccidere, stavolta.

Il pensiero lo fece rabbrividire appena, nonostante il calore nella stanza. Come poteva dargli la nausea al solo pensiero qualcosa che solo un anno prima era sembrato chiaro come l'acqua? Squall Leonhart, che avrebbe avuto un'espressione e un comportamento di ghiaccio nell'infuriare della battaglia, senza pensare due volte alle vite che falciava, ora sentiva rimorso ogni volta che la parola 'assassinare' era stampata sulla carta bianca che gli veniva consegnata ad ogni missione.

Era tutta colpa di sua, concluse. Se non fosse stato per lei, sarebbe ancora stato in grado di massacrare qualunque cosa intralciasse il suo cammino, senza sobbalzare minimamente mentre il sangue macchiava la terra immacolata. Se non fosse stato per lei, non avrebbe dovuto stabilire priorità nella vita. Se non fosse stato per lei, non avrebbe dovuto badare a cose superficiali, come i sentimenti altrui. Se non fosse stato per lei sarebbe morto.

Grazie a lei aveva aperto gli occhi tanto quanto il cuore. L'aveva fatto interessare alle cose, lo aveva aiutato a condividere se stesso con il mondo, gli aveva fatto trovare un valore nella vita. L'aveva reso umano.

Come poteva un'unica donna riuscire dove tutti gli altri avevano fallito? Era una domanda a cui lui stesso non sapeva rispondere. Lei aveva premuto in lui pulsanti che nessun altro aveva il potere di toccare. Mentre gli altri avevano rinunciato, lei era rimasta in piedi, per nulla turbata, a combattere con le proprie emozioni quelle profondamente sepolte di lui. Eppure non l'aveva cambiato, aveva semplicemente aiutato il suo vero se stesso a uscire alla luce.

Era una strada lunga, ma in qualche modo era riuscito a percorrerla con l'aiuto di lei. C'era ancora una certa distanza da percorrere prima di arrivare alla fine del tunnel, ma con lei al suo fianco il cammino che aveva scelto non sembrava così senza scopo, dopo tutto.

Si chiedeva spesso se lei sapesse quanto effetto aveva su di lui. Quanto era ingiusto che lei, solo guardandolo con quegli occhi caldi, potesse farlo sentire vulnerabile abbastanza da bloccarsi, con la paura di potersi rompere se quegli occhi lo lasciavano?

Desiderò quasi ridere quando pensò a tutte le volte che aveva guardato con disprezzo coppie come quelle. Credendoli deboli perché avevano fede l'uno nell'altra. Come era veramente ironico trovarsi ora nella stessa identica situazione. Ma i credo possono cambiare. Lei glielo aveva dimostrato già innumerevoli volte.

Una delle molte cose che gli aveva insegnato era far tesoro delle piccole cose nella vita. Come svegliarsi sentendo le lenzuola fredde contro la pelle nuda. Qualcosa di così semplice e allo stesso tempo così indescrivibilmente meraviglioso. Prima non c'avrebbe nemmeno pensato, ma con lei anche i dettagli che si notavano appena diventavano importanti.

Doveva ammettere di non essere stato troppo sorpreso quando l'aveva trovata ad aspettarlo 'pazientemente' nella sua stanza, la notte prima. L'aveva già fatto molte volte prima, tanto che era diventata quasi una necessità che lei fosse lì quando lui tornava da una missione - ma comunque una necessità piacevole.

Non poté evitare il piccolo sorriso che gli si affacciò alle labbra quando pensò che era stata abbastanza vivace, nonostante l'orologio avvisasse che era quasi mezzanotte.

"Mi chiedevo quando ti saresti alzato." Squall fu distratto dai suoi sogni ad occhi aperti e voltò la testa per incontrare la padrona della voce tenue. Rinoa era in piedi sulla soglia, una maglietta grigia, che lui riconobbe come sua, posata distrattamente sulla sua corporatura minuta.

"Tu, signorina Heartilly, dovresti sapere che ho buone ragioni per rimanere a letto," disse sorridendo compiaciuto, appoggiandosi su un gomito per vederla meglio. Sarebbe stato sbagliato dirle quando sembrava incredibilmente sexy appoggiata alla porta in quel modo, vestita solo di una maglietta troppo larga e biancheria intima?

"Su, su, Comandante, non è carino dare ai poveri bambini la colpa della tua inaffidabilità," lo sgridò giocosamente lei, facendo qualche passo nella stanza. Raggiunse il letto e gli rivolse un sorriso sbieco.

"Non lo faccio. Faccio prendere tutta la responsabilità a te," la corresse lui, alzandosi appena per catturare le sue labbra rosa con le proprie, ruvide.

"Quindi, vuoi dirmi per cosa stavi sorridendo quando sono entrata?" chiese Rinoa, mentre si separavano per respirare.

"Ah, ti piacerebbe saperlo," la derise scherzoso.

Lei alzò gli occhi al cielo e lo sollecitò allegramente colpendolo alla spalla con un dito indice magro, ma incredibilmente duro. "Ma certo che sì. Altrimenti non te l'avrei chiesto."

"Ho le labbra sigillate," rispose scaltro Squall, massaggiandosi il punto vagamente dolorante in cui era stato colpito.

"Cattivo," lo sgridò lei, lottando per mantenere un'espressione seria, cosa che si rivelò una sfida più dura del previsto.

"Ma sono il tuo cattivo," replicò lui trascinandola giù sul letto.

La sua prima risposta fu di squittire per la sorpresa, prima di lasciarsi sfuggire una piccola risatina, mentre Squall nascondeva il viso nei suoi morbidi capelli neri.

"Ti sei preso la giornata libera?" chiese, facendo scorrere le dita nelle sue ciocche castane.

"Mmmh," fu la risposta smorzata che ricevette.

"Wow Squall, se sei così ridotto non vorrei proprio essere uno dei 'fortunati' bambini che hai portato con te."

La sua faccia lasciò la comoda conca del collo di lei per guardarla incuriosito. "E questo che vorrebbe dire?"

"Ho sentito le tue riunioni - e da quel che ho sentito le tue abilità di tutor fanno un po' schifo. Non dimentichiamoci che c'ero anch'io quando l'anno scorso hai spiegato alle nuove matricole tutti gli eccitanti aspetti del Cokatoris." La giovane strega rise leggermente mentre ricordava la lezione maledetta. Fortuna per lei e i bambini che il Garden aveva deciso di far partire l'allarme antincendio, salvandoli da quella che sarebbe stata un'altra ora di tortura vera e propria.

"Hai passato troppo tempo con Zell," disse Squall, vagamente irritato.

"Aw, dai, mi farò perdonare. Ho preparato la colazione." Rinoa gli fece l'occhiolino, cingendogli il collo con le braccia magre.

"Devo mangiarlo?" Ricordava troppo bene tutti gli incidenti che avvenivano in cucina durante le preparazioni culinarie di Rinoa. La maggior parte li aveva visti coi propri occhi.

"Squall Leonhart!" Questa volta il dito che lo colpì non fu così gentile.

"Ahi, ok, mi dispiace. Solo che..." Abbassò il viso per portarlo vicinissimo a quello di lei. "Ora come ora ho fame di qualcos'altro," mormorò alzando un sopracciglio, un sorrisetto che si imponeva alla sue labbra.

Lo schiaffo scherzoso che lei aveva pianificato di dargli fu dimenticato quando lui iniziò a darle baci sulla carne sensibile del collo. "Smettila di fare il pervertito," mormorò, anche se non faceva resistenza.

Lui la strinse più vicina a sé, lasciando che la sensazione di lei, la sua sorgente di vita, soddisfacesse del tutto i suoi sensi. Era permesso che qualcuno fosse così meraviglioso al tatto?

"Squall, il cibo diventa freddo," piagnucolò lei, mentre lui le rotolava sopra, in posizione dominante.

"Preparerò qualcosa dopo," le sussurrò all'orecchio prima di tornare indietro a baciarla sulle labbra.

Rinoa era quella che rideva lui quando era irritato, che lo prendeva in giro quando diventava troppo serio, che gli faceva la ramanzina quando era ottuso, che lo riportava indietro quando si perdeva in se stesso, che piangeva per lui quando era ferito - e lui la amava per questo.

Tutte le cose che faceva erano quello che la rendeva lei - e lui non avrebbe voluto nulla di diverso.

Sperava, un giorno, di poterla ripagare per tutto quello che aveva fatto per lui, perché era davvero un regalo inestimabile quello che lei gli aveva fatto. Per il momento, si accontentava di sapere che solo esserci significava per lei più di quanto lui potesse mai immaginare.

Sfortunatamente il suo lavoro gli impediva spesso di passare giorni come quello con la persona che più importava al mondo, per lui. La colpa lo mangiava dall'interno, perché sapeva che era lei a pagarne il prezzo. Quindi si assicurava che i momenti che passava con lei fossero speciali. Speciali quanto lei.

Fermandosi quanto bastava per guardarla negli occhi, le disse le parole sincere che aveva nel cuore. "Ti amo." Ed era semplice così, e basta.

*~* FINE *~*

*****
Nota dell'autrice del 5 aprile 2007: beh, che posso dire. È la prima volta che posto una storia che ho scritto, quindi per me è tutto nuovo. Ovviamente, mi rendo conto che ci sono tipo un miliardo di storie come questa in giro, ma hey, è un inizio. Forse alla fine mi verrà qualcosa di unico, anche se ne dubito molto, dato che ci sono molte buone idee già scritte là fuori, e distruggerebbero sicuramente una storia che mi verrebbe in mente, portandomi a fare un passo indietro.
Per adesso, personalmente non credo di provare a mettere nulla a parte oneshot, dato che tendo a metterele cose da parte per le storie lunghe, lasciandole incomplete, cosa che trovo molto irritante non solo per me ma anche per le persone che leggono e non trovano poi così divertente aspettare un aggiornamento.
Comunque, se vi capitasse di leggere questa storia, per favore ditemi che ne pensate. Mi piacciono le recensioni sia buone che cattive; voglio dire, possono solo aiutarmi, giusto?

Nota della traduttrice: betata da El Defe lo scorso anno. I commenti saranno tradotti e inviati all'autrice originale. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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