THREE DIGIT
scritto da Tranquil Forest, tradotto da Alessia Heartilly

Cento

È il numero che segue direttamente il novantanove. È bello e pari. Se dovesse avere una forma, sarebbe un cerchio; tondo e perfetto senza estremità libere. Rappresenta il potere del tutto.

È il numero delle vite che ha fermato.

Ieri la brocca era piena fin quasi all'orlo. Oggi è pericolosamente vicina all'esserlo troppo. Una goccia ancora e la superficie delicata scoppierà.

Rinoa non c'era quando il vaso di ceramica una volta bianca è stato dipinto del color cremisi del sangue altrui. Lei non c'è mai, in notti come quella.

Lui di questo è grato. Non vuole che lei lo veda quando si pulisce distrattamente dalla colpa.

Sta vivendo una doppia vita, lo sa. Il protettore contro l'assassino. Chi prevarrà alla fine? Continuerà a massacrare su ordinazione, freddo e senza emozioni? O getterà tutto al vento? E se lo farà, gli mancherà?

È già troppo tardi per gettare via quella parte di sé? All'inizio era semplicemente il suo lavoro. Ora teme che sia diventato un istinto, qualcosa che non può controllare. Non importa quanto provi a farlo.

Le immagini e gli odori non hanno più su di lui lo stesso effetto che avevano prima. A volte, desidera che ce l'abbiano ancora. Almeno sarebbe un segno che la compassione gli corre ancora nelle vene.

No, questo non è vero. Sente ancora comprensione e rammarico. Il Garden gli ha semplicemente insegnato a sopprimere queste sensazioni. E glielo ha insegnato bene, no?

Cento

Rinoa probabilmente distoglierebbe gli occhi, disgustata, se sapesse che lui le conta. È un gioco malato e perverso che non sapeva di star giocando fino alla notte prima. Il momento in cui il cuore del suo nemico ha battuto per l'ultima, definitiva volta.

L'uomo non ha sofferto, se ne è assicurato; solo un colpo veloce al petto, nulla di più. Non ha tolto il gunblade dal corpo floscio fino a quando non è stato portato via e sistemato dai suoi compagni di missione in attesa; meno sangue che esce a macchiare il pavimento, meglio. Per lui, almeno, è meglio. La morte sembra molto meno reale quando la parte grafica è tenuta al minimo.

Non si permette mai di pensare alla vita passata dei suoi obiettivi. Metterli in scene di un'esistenza quotidiana con famiglia e amici fa solo crescere il dolore. Per lui è meglio non interessarsene.

Sarebbe disumano festeggiare? Dopotutto, ogni battaglia vinta lo rende il sopravvissuto.

Ha un brivido e maledice Hyne per avergli fatto persino considerare un pensiero simile. Guarda in basso, i suoi pugni chiusi. Al momento sono le mani di un assassino. Domani staranno cullando con affetto il corpo di colei a cui tiene di più.

Rinoa pensa mai alle invisibili macchie di sangue che gli bruciano le dita callose che la accarezzano quando fanno l'amore? Se lo fa, è la sua empatia per lui che vede oltre queste cose e gli permette ancora di toccarla? Ci sarà un giorno in cui la sua comprensione finirà?

Queste sono le domande che lo perseguitano continuamente, ma sembra che lui non ottenga mai risposte. Più che probabilmente le avrà un momento troppo tardi.

Vede il suo sobrio riflesso nello specchio economico dell'albergo. E si chiede quando diventerà il numero cento di qualcun altro.

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Nota della traduttrice: betata da El Defe lo scorso anno. I commenti saranno tradotti e inviati all'autrice originale. Alla prossima! - Alessia Heartilly