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Autore: Kastel    19/07/2010    3 recensioni
Una piccola fiaba dark basata sulla canzone dei Vocaloid "Il circo del bosco buio".
C' era una volta, in un paese lontano da qui, un bambino.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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C' era una volta, in un paese lontano da qui, un bambino.
Questo bambino sarebbe potuto essere un bambino qualsiasi, se non fosse stato per il suo aspetto: occhi rossi come il sangue, capelli candidi come la neve.
E per questo nessuno lo voleva, neppure sua madre. Nessuno voleva quel piccolo mostro.
Eppure quel bambino sorrideva lo stesso, perché sapeva di non essere cattivo o mostruoso.
Un giorno, camminando per le vie della città, incontrò due bambini. Non erano diversi da molti altri bambini, a vederli distrattamente. Solo chi notava il loro sorriso cattivo si allontanava, spaventato.
Ma il piccolo bambino non si lasciò impaurire e si avvicinò, prendendo in mano quello che i due bambini distribuivano.
“Venite al Circo del Bosco Buio!” Diceva il volantino. “Troverete cose mai viste! Venite e vedrete!”
Il bambino sorrise, pensando al circo. Era divertente, gli avevano detto! E non ci mise molto a decidere di seguire i due bambini, che scapparono via veloci.
Fecero molta strada, allontanandosi sempre di più dalla città e avvicinandosi ad un bosco.
Nonostante il bambino dagli occhi rossi avesse un po' paura non si fermò, arrivando ad un alto tendone.
Era davvero imponente, quel tendone, d' un rosso brillante. All' interno si potevano sentire diverse voci, che parlavano, urlavano, sussurravano. Il bambino entrò, curioso.
Poté notare delle persone, chiuse in delle gabbie.
Si avvicinò alla prima, ad occhi spalancati.
C' era una persona con due teste, dentro. La testa in più era attaccata nell' incavo del collo, cucita in maniera grossolana. Erano molto simili, quelle due teste, a parte per i capelli di due marroni differenti e per il ricciolo che entrambe avevano, che andavano in due direzioni diverse.
Si osservavano, quei quattro paia di occhi. Una testa sorrideva, l' altra era imbronciata.
Il bambino si allontanò, spaventato. Indietreggiò, finendo a sbattere contro un' altra gabbia.
Dentro c' era un ragazzo. Non poteva vederlo, perché era bendato. Sorrideva felice, mangiando dal piatto che aveva davanti.
Il bambino osservò il piatto, chiedendosi cosa ci fosse dentro. Si sentì male capendo che quello che stava mangiando il ragazzo era un braccio umano.
E ancora si allontanò, cercando di scappare. Ma, girando lo sguardo, vide qualcosa di magnifico.
C' era un angelo, in un' altra gabbia. Ammirò le grandi e bianche ali che l' angelo aveva sulla schiena. Era uno spettacolo bellissimo.
-Non ammirarmi, bambino. Non sono così bello come credi.-
Il bambino sussultò, non aspettandosi che parlasse.
-Guardami, guardami! Sono orribile! Queste magnifiche ali sono state la mia rovina! Potessi non averle!-
Si coprì la bocca, il bambino, spaventato sempre più.
-Voglio morire! Voglio morire!-
Rimase in silenzio, rispettando il suo dolore. Solo dopo un po' sentì una voce rompere il silenzio.
-Perché ti lamenti, angelo? Guarda noi, fratelli che invece di essere due siamo uno!-
Era stata una delle tue teste a parlare, quella imbronciata.
-Guardati, angelo! Tu sei splendido, mentre noi siamo orribili!-
-Fratellino, non fare così. Anche noi siamo belli, nonostante tutto.-
-Stai zitto! Ingenuo!-
Il bambino ascoltò lo scambio di battute, incapace di non provare puro terrore.
-Perché... siete così?-
Chiese, non capendo.
-Siamo nati così, come tu sei nato con quel aspetto. E non possiamo andare da nessun' altra parte.-
Il bambino ascoltò quelle parole, stupendosi.
-E perché restate qui?-
Quella domanda suscitò diverse risposte, che crescevano man mano che aumentavano le voci.
-... Perché qui chiunque viene accettato...-
-... Non importa se sei grasso...-
-...Magro...-
-...Bello...-
-...Brutto...-
-...Mostruoso...-
-...Angelico...-
-... L' importante è...-
-... Essere diversi...-
-... E poi è divertente!-
-DIVERTENTE!-
-Di...vertente...-
Quelle voci indussero il bambino a scappare. Ma, prima che potesse farlo, si trovò davanti un uomo enorme, con due grandi occhi viola.
-Ti va di restare qui, bambino?-
Si accorse solo della sciarpa, quel bambino dagli occhi rossi, prima di venire catturato.
Da allora non si ebbero più notizie di quel bambino, definito mostro a torto.
E voi, che siete arrivati alla fine, vi stareste chiedendo se è vera o no, questa storia.
Chissà.
Qualunque sia la risposta, non ha importanza.
Noi vi aspettiamo lo stesso.
   
 
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