Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: barbara_f    20/07/2010    1 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

_Cap. 2

 

Libro Aperto

 

Arrivai ansimante al luogo dell’appuntamento, Angela mi aveva detto che ci saremmo incontrate sul prato del campus per il pranzo, era una consuetudine tra gli studenti approfittare del sole per mangiare all’aria aperta.

“Che ti è successo Bella?” Angela mi guardava perplessa. Il mio volto era rosso, lo sentivo, mi sentivo le guance bollenti e il cuore batteva all’impazzata.

“Quel presuntuoso, quello sbruffone…” sbuffai innervosita.

“Allora?” Angela interruppe il flusso di improperi che rischiava di uscire dalla mia bocca. Sembrava impaziente e un po’ preoccupata, non mi aveva mai visto fuori dai gangheri in quel modo.

“Quel Cullen!!!” Angela dilatò gli occhi.

“Cullen hai detto? Non può essere, descrivilo!”

“Alto, magro, con capelli castano ramati e occhi verdi”. Mi sorpresi di come mi fossero rimasti impressi nella mente i particolari del volto di quell’irritante ragazzo visto soltanto una volta.

“Edward Cullen” disse come se fosse un dato di fatto. “Non pensavo che studiasse qui” continuò.

“Come fai ad esserne così certa Angela, non sarà certo l’unico Cullen d’America”

“Semplice è lì …” disse indicando un gruppo di ragazzi seduti sotto un albero poco lontano … mi voltai appena ma, ne ero certa, si trattava di lui!

“Avete visto chi studia nella nostra università?” Mike si accasciò accanto a noi e Jessica lo imitò, mentre Ben si sedeva vicino ad Angela baciandole leggermente le lebbra in segno di saluto.

“Non pensavo che sarebbero venuti a studiare qui dopo il liceo … con tutti i soldi che hanno, avrebbero potuto permettersi ben altro, Harvard ad esempio o il MIT a Chicago …” Mike sembrava in competizione.

“Forse amano la tranquillità, altrimenti perché sarebbero venuti a vivere a Forks” Angela era la più razionale, come sempre.

“Quelli sono gli stessi Cullen di cui parlavate durante il viaggio?” chiesi ora visibilmente incuriosita.

“Sì. ” Jessica era sempre desiderosa di spettegolare.

“La bionda statuaria si chiama Rosalie e il biondo alto e magro si chiama Jasper, sono i fratelli Hale, nipoti della signora Cullen, sembra che abbiano perso i genitori in un incidente stradale, il ragazzo bruno è Emmett, sta con Rosalie. La brunetta piccolina si chiama Alice, sta con Jasper ed è la gemella di Edward. Emmett è stato adottato dai Cullen così come Alice ed Edward …” poi ci lanciò uno sguardo complice, lievemente scandalizzato.

“Vi rendete conto, vivono tutti insieme nella stessa casa, vi non sembra quantomeno innaturale…”

“Perché? Non sono mica fratelli veri?” Angela e la sua logica di ferro…

Guardai dalla loro parte, erano seduti vicini e si godevano il sole chiacchierando e mangiando panini. All’improvviso Edward alzò lo guardo su di me, poi si voltò come se fosse disgustato da ciò che aveva visto. Mi sentii stranamente offesa, rifiutata da un perfetto sconosciuto, uno sconosciuto con il quale avrei dovuto lavorare e che mi odiava.

“Edward è bello vero?” Jess mi rivolse la domanda direttamente ma non aspettò la mia risposta.

“Ci ho fatto l’ultimo anno di liceo, non mi ha mai degnato di uno sguardo. A dire il vero non ha degnato nessuna ragazza delle sue attenzioni, forse non ci ritiene alla sua altezza!” l’ultima frase era un misto di invidia e tristezza; sicuramente avrebbe desiderato di essere guardata da lui.

“In effetti, Cullen è strano, a scuola non parlava mai con nessuno, eccetto i professori e i suoi familiari, ma la sua media scolastica era altissima, non pensavo si sarebbe accontentato dell’università di Seattle” Mike cercava di sminuirlo agli occhi di noi ragazze ma non poteva nascondere né l’ammirazione per la sua media scolastica né l’invidia per la sua ricchezza.

“Ti sta guardando! Edward Cullen ti sta guardando!!!” Jess sembrava entusiasta quasi come se Edward stesse guardando lei.

“Forse mi ha riconosciuta!” dubitavo che avesse un altro motivo per guardarmi.

“In che senso riconosciuta?!” Jess e Angie formularono la stessa frase simultaneamente.

“Il prof. Mason di letteratura ci ha forzatamente costretti a svolgere insieme il compito da consegnare a fine semestre!”

Jess aprì la bocca senza riuscire ad articolare la frase, poi esplose...

“Un semestre intero con Edward Cullen! WOW!”

“… è presuntuoso ed arrogante!” riuscii a dire. La rabbia che avevo provato montò su con nuovo vigore.

“Ma è una figata pazzesca!!! Voglio iscrivermi anch’io al corso di letteratura”. Jessica non riusciva a capire, vedeva solo il lato estetico di Edward che era, dovevo ammetterlo, assolutamente bello. Non mi aveva ascoltata, non veramente.

 

***********************************************************************

 

 “Eccola è lei” dissi ad Alice

“il prof. Mason ci ha costretti a lavorare assieme, dobbiamo preparare un compito da consegnare a fine semestre” feci un’espressione infastidita.

“A chi ti riferisci, alla ragazza bruna o a Jess Stanley?”

“Alla ragazza con la camicia azzurra e quei grandi occhi scuri!”Alice mi fece un sorriso sghembo e complice.

“E’molto bella Ed, magari potrebbe rivelarsi un’esperienza migliore di quanto possa sembrarti ora”. Mia sorella era sempre entusiasta, un sole splendente nella mia vita.

“Magari potresti trovare in lei un’ottima compagna di lavoro! E forse qualcosa di più …”

Mi voltai a guardarla e per un attimo incrociai i suoi occhi. Era seduta con alcuni ragazzi di Forks, chissà cosa le stavano dicendo … c’era Jessica Stanley, quell’insopportabile pettegola, le avrebbe raccontato sicuramente delle cose spiacevoli sul conto della nostra famiglia… Ma perché mi stavo preoccupando di quello che poteva raccontarle Jessica?

“In ogni caso questa forzata collaborazione non porterà nulla di buono”. Lo dissi a voce bassissima ma Alice colse il mio stato d’animo.

“Dai Edward non essere sempre così pessimista …”

“No Alice lo sai che non voglio, non voglio avere una compagna, voglio stare solo, sto meglio da solo…” mia sorella mi guardò con gli occhi tristi e poi mi accarezzò una guancia…

“devi superarlo Ed, devi…” si interruppe guadandomi, aveva capito che non era il caso di proseguire. Jasper ci raggiunse e abbracciò teneramente Alice. Ero contenta per lei, la vedevo serena e questo bastava a darmi serenità. Emmett e Rosalie stavano abbracciati all’ombra e si baciavano, sembrava non riuscissero a stare lontani, erano nella loro bolla privata. Ero felice per loro, si erano trovati. A me non sarebbe mai successo.

 

***********************************************************************

 

Guardai dalla sua parte, aveva uno sguardo strano, magnetico, sua sorella gli accarezzava una guancia quasi a consolarlo poi, con rapidità lei abbasso la testa e tolse la mano… sembrava triste... triste per lui?

Jasper, mi pare si chiamasse così, abbracciò la sorella di Edward Cullen e lui li guardò, con espressione rasserenata.

“ Ma guarda che sfacciati …” Jessica mi riportò con i piedi per terra.

“A chi ti riferisci?” chiese Angela

“A Rosalie ed Emmett, guarda, sembra vogliano fare l’amore qui davanti a tutti!” nella sua voce c’era una punta d’invidia, forse anche lei avrebbe voluto fare lo stesso con Mike, con Edward Cullen, o con un qualsiasi altro maschio prestante.

“Ma dai non essere esagerata!” dissi rivolgendo alla coppia un breve sguardo. Erano abbracciati sotto l’ombra del grande tiglio che stava nel prato, si baciavano con passione ma senza la volgarità descritta da Jess. Dei cinque Cullen solo Edward non aveva una compagna, chissà perché. Era di una bellezza abbagliante, forse eccessiva, metteva a disagio guardarlo negli occhi...

La pausa pranzo passò in fretta, per noi matricole il pomeriggio era destinato alle iscrizioni nelle varie associazioni. Jess voleva provare ad entrare nelle Alfa mentre Mike aveva una lettera di presentazione per la squadra di atletica. Angela e Ben avevano i corsi pomeridiani ed io, poiché non avevo intenzione di entrare in nessuna associazione, decisi di esplorare il campus.

Salutai i miei amici e risalii in camera per prendere un golf ma poi decisi di fare una doccia, la mattinata mi aveva lasciato molta ansia addosso. L’acqua calda sciolse la tensione muscolare e mi permise di rilassarmi ma, nella mente non riuscivo a liberarmi dal ricordo degli occhi verdi e dell’espressione di Edward Cullen. Sembrava triste.

Accesi il computer e trovai delle mail di mia madre. Nonostante la chiamata della sera prima lei non era tranquilla, voleva sapere com’era andata la prima giornata di lezioni, voleva sapere se avevo incontrato delle persone interessanti … decisi di rispondere rapidamente.

Ciao mamma, qui va tutto bene, ho seguito la lezione di letteratura e oggi pomeriggio farò un giro per il campus. Non ho ancora conosciuto nessuno d’interessante (non mi andava di raccontarle aver conosciuto Edward Cullen, chissà perché). Appena ho novità, ti chiamo. I vestiti li hai lasciati in lavanderia, non dimenticarti di prenderli.

Ti voglio bene un bacio

Bella.

Spensi il computer e, dopo aver indossato il golf sopra la camicetta azzurra, decisi di uscire.

Seguii le indicazioni che portavano alle aule di disegno, volevo seguire una lezione da cui ero interessata. Entrai, la professoressa Newman introduceva il corso: “Storia dell’architettura moderna e contemporanea”. Mi sedetti in una fila vuota e poco dopo, trafelata, Alice Cullen entrò nell’aula e si accomodò vicino a me.

“Ciao” disse rivolgendomi un gran sorriso

“Uff!… appena in tempo …” continuò sottovoce.

“Ciao!” risposi sorpresa da tanta confidenza.

“Sono Alice Cullen, oggi ti ho visto parlare con Mike Newton e Jessica Stanley, sei anche tu di Forks?”

“Sì, ci ho vissuto fino ai tredici, poi mi sono trasferita a Phoenix”.

“Anche tu sei di Forks Alice! Strano, non ti ho mai vista, eppure è una piccola cittadina!” ero incuriosita da quella strana famiglia ma, dovevo ammetterlo, volevo informazioni sul suo membro più misterioso, quello con il quale avrei dovuto condividere un semestre di corsi, volevo sapere qualcosa in più su Edward Cullen.

“Siamo arrivati lo scorso anno, insieme ai nostri genitori adottivi. Jess ti avrà detto …” Tutti conoscevano Jessica e sapevano quanto fosse pettegola.

“Abbiamo frequentato li l’ultimo anno di liceo. Tu sei la figlia dell’ispettore Swan giusto?”

“Sì, mi chiamo Bella, forse ho conosciuto tuo fratello, a lezione di letteratura” le mie guance s’imporporarono e Alice s’illuminò.

“Allora hai conosciuto Edward!” lui è l’unico che frequenta letteratura.

“Dobbiamo fare un lavoro insieme!” la mia espressione era tesa e preoccupata e Alice se ne accorse.

“Vedrai, con lui ti troverai bene, è uno studente modello e un vero gentiluomo”. Avevo i miei dubbi. La professoressa ci richiamò al silenzio, stava introducendo la Secessione Viennese…

Restammo in silenzio per il resto della lezione e alla fine ci salutammo ripromettendoci di andare a berci un caffè al bar del campus il giorno dopo. Lei mi avrebbe presentato gli altri membri della famiglia Cullen, del resto venivamo tutti dalla stessa cittadina, che male c‘era a frequentarci?

Uscii dall’aula con il sorriso sulle labbra, Alice era proprio simpatica, l’opposto di suo fratello.

Il sole era sceso sull’orizzonte, mi diressi alla biblioteca, volevo vederla prima dell’ora di chiusura. Quel tipo di luogo aveva sempre un effetto calmante su di me: la pace, il silenzio, erano un tocca sana…

Volevo iniziare la ricerca, se Edward Cullen era così brillante negli studi, non aspiravo certo a sfigurare, inoltre, nonostante l’opinione di Alice, Edward non mi sembrava per nulla un gentiluomo ma, del resto, lei era sua sorella; il suo giudizio non poteva essere obiettivo. Avevo deciso di rileggere Cime Tempestose, era un buon inizio per la ricerca…

 

************************************************************

 

Alice arrivo di corsa nella mia stanza con un grosso sorriso stampato in faccia.

“Non sai chi ho conosciuto oggi a lezione!” io alzai gli occhi dal libro che stavo leggendo, volevo prendere qualche appunto per letteratura. Oggi avevo la giornata libera da lezioni e, visto che non avevo alcuna intenzione di iscrivermi ad associazioni o altro, mi restava molto tempo.

“Alice ma tu non bussi mai?” poggiai il libro e la matita, sorrisi a mia sorella e mi sedetti sul letto.

“Scusami Edward, ma la notizia era troppo ghiotta per aspettare!” Mi preoccupavo sempre quando Alice era così entusiasta, di solito non portava mai a nulla di buono!

“Ho conosciuto la tua compagna di studi” alzai uno sguardo accigliato verso di lei e mi ritrovai istintivamente a stringere i pugni.

“Ti ho detto di starne fuori Alice” le dissi con un tono carico di tensione. Mia sorella tornò seria e appoggiò una mano sulla mia.

“Guarda che non l’ho seguita, non ho cercato nemmeno di fare intenzionalmente la sua conoscenza! Me la sono ritrovata a fianco nell’aula di storia dell’architettura” i suoi occhi sembravano sinceri e io mi sentii in colpa per aver dubitato della sua buona fede.

“E cosa ci faceva ad architettura?” Non doveva essere in giro per iscriversi alle associazioni studentesche? Un’amica di Jessica Stanley non poteva essere tanto diversa da lei …

“Penso fosse interessata alla lezione! Mi ha detto di chiamarsi Bella, è la figlia dell’ispettore Swan”. Alzai un sopracciglio

“Alice... e così non hai cercato di fare intenzionalmente amicizia con lei vero?” Mia sorella sorrise un po’ imbarazzata, sembrava un bambino colto con le mani nella cioccolata.

“Va bene lo confesso, quando l’ho vista, non ho saputo resistere e mi sono presentata, ma, te lo assicuro, è stata lei a dirmi che forse ti conosceva!”

A questo punto ero interessato, non potevo negarlo.

“…e cosa ti avrebbe detto?” Alice mi fece un sorriso tanto simile al mio e s’illuminò.

“Solo che ti aveva conosciuto a letteratura e che dovevate fare un lavoro insieme. Ma vedessi Edward, era tutta rossa mentre faceva il tuo nome …”

Rimasi in silenzio rimuginando sull’ultima frase.

“Però, quando le ho detto che sei uno studente modello e un vero gentiluomo mi è sembrata dubbiosa, quasi spaventata… come l’hai trattata Ed!?”

“Non le ho detto nulla di male ma forse… non sono stato particolarmente cortese con lei, forse la parola gentiluomo non era la migliore da usare” convenni. Alice aveva il potere di farmi sentire in colpa.

“Sicuramente le avrai riservato il tuo sguardo peggiore! Edward, dovrete lavorare assieme per un semestre… quella ragazza è un libro aperto, le emozioni le si leggono in volto, e quello che ho visto: imbarazzo, dubbio e forse timore, non mi è piaciuto affatto”. Le parole di Alice mi colpirono dritte allo stomaco sì, mi stavo sentendo in colpa per il trattamento che avevo riservato a Bella Swan, una perfetta sconosciuta.

“Permetti al tuo cuore di battere Edward…” di nuovo quel tono dolce e comprensivo che mi faceva sentire sempre più in colpa.

“Comunque domani avremo un appuntamento con lei al bar del campus, vedi di esserci” e, detta quest’ultima frase, se ne andò non lasciandomi il tempo di ribattere.

Mi sentivo frustrato e irrequieto, messo con le spalle al muro della mia sorellina. Presi le chiavi della macchina e scesi di sotto. Passando vicino al garage vidi Esme la mia dolce mamma adottiva, intenta a restaurare un mobile di modernariato anni trenta, Bauhaus forse.

“Stai uscendo?” mi voltai e la guardai, lei si alzò e mi venne incontro.

“Piccolo mio!” mi accarezzò il volto con affetto.

“Cosa ti succede Edward?!” mia madre riusciva a leggermi dentro. Per lei anch’io ero un libro aperto.

“Ho bisogno di fare un giro, devo schiarirmi un po’ le idee”. Esme mi abbracciò.

“Vuoi parlarne?” feci cenno di no con la testa, non sapevo spiegare le sensazioni che mi pervadevano … fastidio, incertezza, paura, senso di colpa, attrazione …

“Ricordati Edward che noi ci saremo sempre, sai che puoi contare su tutta la tua famiglia!”

“Lo so grazie Esme”. Le diedi un leggero bacio sulla guancia e, dopo essere montato in macchina, partii non avendo una meta precisa.

Arrivai al campus, senza neanche rendermene conto, aveva iniziato a piovere molto forte, erano quasi le sei di pomeriggio e c’era un solo luogo che mi rilassava, mi ci diressi subito.

*********************************************************

Grazie a tutti per i commenti

spero che continuerete a seguire ancora la mia storia

Barbara

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: barbara_f