Chess
- The worst Victory
[Le
idee ispirate dal coraggio sono come
le pedine negli scacchi, possono essere mangiate ma anche dare avvio ad
un
gioco vincente.
Johann
Wolfgang von Goethe]
“Cavallo in B3” (1)
Il
Professor Severus Piton fece ingaggiare una sanguinosa lotta al suo
cavallo
che, dopo aver calpestato senza pietà un pedone bianco, si
mise docile al suo
posto.
“Albus
oggi ti sto battendo più facilmente del solito, è
un modo velato per informarmi
che c’è qualcosa che ti turba?”
Albus
Silente sorrise al professore di pozioni e lanciò uno
sguardo al fuoco
scoppiettante che riscaldava il suo ufficio in quella fredda serata
quasi
invernale prima di posarlo sulla mano nera.
“Sto
lavorando per quella, nei testi ho trovato qualche accenno. Credo che
riuscirò
a trovare una cura.”
“Il
giovane Malfoy sembra piuttosto stanco” disse, sorridendo
dell’ ostinazione di
Severus.
Era la stessa ostinazione
che metteva nel
seguirlo e nel continuare ad eseguire ogni ordine, tutto in modo
impeccabile,
doveva ammetterlo. Come doveva ammettere che, quando aveva rivelato al
suo
professore che Harry aveva affermato di esse l’uomo di
Silente sempre e
comunque,questi aveva fatto uno sbuffo ed aveva mormorato che lui non
si era
mai nemmeno immaginato di pavoneggiarsi come quel piccolo insolente.
“Albus?
– Severus lo richiamò alla Realtà
alzando un sopracciglio e fissandolo per un
momento prima di tornare ad osservare La Scacchiera – conosci
bene il motivo
per cui Draco è così in ansia, dato che ti
riguarda in prima persona se non
sbaglio, e sai anche che ho già provveduto”.
L’anziano
mago mise la mano sana su quella nera e vi poggiò sopra il
mento, osservandolo
attraverso le lenti a mezza luna.
“Stringere
il Voto Infrangibile ti sembra un provvedimento?”
“Si
in effetti. Tocca a te muovere”
Il
Preside sospirò “credi
di riuscire ad
adempiere al Voto?”
“Devi
muovere, Albus, il tuo chiacchierare non farà altro che
rinviare la tua
inevitabile sconfitta”
Silente
si sporse per appoggiare la mano sana sul braccio del
pozionista. “Severus hai giurato, devi
portare a termine il compito di Draco e se il Voto non dovesse bastare
potrei
addirittura arrivare a fartelo promettere”
Severus
ritrasse il braccio e alzò finalmente gli occhi dalla
Scacchiera per fissare il
suo mentore negli occhi.
“Tutto
questo progettare piani per il Bene Superiore deve averti dato
l’errata
convinzione di essere carne da macello. Tocca a te muovere”.
Albus
scosse leggermente la testa, si risistemò sulla poltrona e
guardò la
Scacchiera. Il Re nero poteva essere battuto in qualche mossa.
“Severus
mi stai facendo vincere?”
“Non
è nel mio stile Preside. Allora? Domani avrei la prima ora
di lezione.”
Quella
sera Albus Silente vinse a scacchi per la terza volta in dieci anni
contro il
suo professore di pozioni.
__________
Severus
Piton era seduto sula poltrona vicino al camino, in mano un bicchiere
di vino
rosso che vorticava lentamente, ipnotico.
“Io
non posso più farlo, Albus. Chiedimi qualunque altra cosa,
chiedimi di
insegnare l’Occlumanzia a Potter, chiedimi di fargli
ripetizioni di Pozioni per
tutto l’anno”.
“Alfiere
in H4. A quanto mi dice Horace sembra che Harry sia diventato il
migliore della
sua classe – Severus fece un verso scettico – e poi
dovresti evitare di farmi
venire certe idee. Non costringermi a farti promettere.”
“Vorrei
sapere da dove viene questa irrazionale idea che una promessa fatta a
te sia un
maggiore incentivo che il Voto Infrangibile.”
“Lo
è, e tu lo sai. Io sto già morendo a causa della
mia stupidità, vorrei evitare
di farti promettere una cosa come questa. Tocca a te muovere”.
E
Severus vide che era vero. Nonostante
tutti i suoi sforzi per fermare la maledizione era riuscito solo a
rallentarla.
Il mago davanti a lui, l’unico che Voldemort avesse mai
temuto, si stava
sgretolando come creta, la pelle tirata sul viso era talmente pallida
da
sembrare trasparente, la mano avvizzita, ormai quasi del tutto nera,
spiccava
come carbone su una tela bianca. Solo gli occhi azzurri rimanevano gli
stessi.
Scintillavano. Il professore sospirò e mosse.
Quella
sera Albus Silente vinse a scacchi per la quarta volta in dieci anni
contro il
suo professore di pozioni.
“Mi
uccida, allora”
ansimò Harry. Non provava paura, ma solo rabbia e disprezzo.
“Mi uccida come ha
ucciso lui, vigliacco…”
“NON…” urlò Piton, e il
suo viso si fece all’improvviso folle, disumano, come se
provasse tanto dolore
quanto il cane che guaiva e ululava rinchiuso nella casa incendiata
alle loro
spalle, “CHIAMARMI VIGLIACCO!”(2)
Cosa
diavolo ne vuoi sapere moccioso? Delle nostre interminabili partite, di
quando
faceva finta di non accorgersi che lo lasciavo vincere, della promessa
che mi
ha costretto a fare perché sapeva, SAPEVA che non avrei
tenuto fede al Voto,
della supplica che mi ha rivolto per essere ucciso, per salvare la mia
inutile
vita.
__________
Il
Preside Severus Piton camminava sulle sponde del Lago Nero. Al suo
passaggio
alcuni Grifondoro lo guardarono con disprezzo, molti, vide, portavano i
segni
delle punizioni con i Carrows. Stupidi inetti che volevano bruciare la
Scacchiera, quella con i pezzi lavanda e blu, perché diceva
che il nero e il
bianco erano monotoni e tristi e lo avevano stancato, quella che era
rimasta
ferma, immobile, congelata negli ultimi momenti di una partita mai
conclusa. La
Regina lavanda incombeva sul Re blu.
Il
Signor Severus Piton passeggiava sulle sponde del Lago Nero. Uomo ormai
del
tutto riabilitato agli occhi della società e quasi del tutto
guarito dalla
ferita infertagli da Nagini, aveva deciso di lasciare Hogwarts e
dedicarsi alle
sue pozioni in privato, in una bottega a Diagon Alley. Si
fermò davanti alla
tomba bianca del Preside e tirò fuori la Scacchiera. Quella
che li aveva accompagnati
per tutto quel maledetto anno con i pezzi che, ad un certo punto, erano
diventati lavanda e blu.
“Non
abbiamo mai finito quella partita” disse con la voce
arrochita dallo sfregio
sul collo. “Sapevi già come sarebbe andata vero?
Io ti avrei fatto vincere
nella mia infinita bontà e tu avresti fatto finta di non
accorgertene. Non ci
sono stato per il discorso del tuo funerale e mi dispiace di non aver
potuto
esaltare le tue qualità di giocatore di scacchi. Regina
lavanda batte Re blu in
tre mosse, siamo settantasei a cinque. Complimenti per questa
vittoria”.
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(1)So
giocare
a scacchi ma non mi sono presa la briga di controllare se,
in un modo o
nell’altro, i pezzi possono muoversi per arrivare esattamente
in quelle caselle.
Mea culpa, ma non voletemene e chiudete un occhio ;)
(2)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue.
Eccomi
qui con una nuova storia, questa volta su Severe e Albus. Non so come
sia
venuta, non mi convince tantissimo ma mancavo da tanto e sentivo il
bisogno
irrefrenabile di pubblicare qualcosa ^^
Beh
non tradite le mie aspettative e fatemi sapere che ne pensate eh!! ^^