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Autore: Kastel    20/07/2010    7 recensioni
Avete mai sentito parlare di Giorgio Agatino Giammona e Antonino Galatola?
Avete mai ascoltato della loro morte, avvenuta solo perché erano diversi?
Allora lasciate che ve la narri io.
SpagnaxSud Italia
Nessuno osa avvicinarsi al pino, nessuno.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Abbracciati nella morte
Personaggi: Lovino Vargas (Sud Italia), Antonio Fernandez Carriedo (Spagna)
Serie: Hetalia
Avvertimenti: Yaoi, Noir
Note: E qui iniziamo.
Dunque, ho scritto che è basato su una storia vera. E' quella dei giovani Giorgio Agatino Giammona e Antonino Galatola, siciliani morti negli anni '80, gay. I motivi della morte non sono chiari, ma ci credo poco che è stato il nipote di Antonino, e soprattutto che l' hanno chiesto loro. Mah.
Comunque, ho scelto Antornio e Lovino perchè sono una coppia perfetta. E poi non ho mai scritto nulla su di loro. Volevo farlo.


Nessuno osa avvicinarsi al pino, nessuno.
Del resto, è ben noto cosa nasconda alla visione degli altri, quell’ albero. Gli amanti, coloro che non posso mostrarsi alla vista degli altri.
Ma oggi non se ne può fare a meno.
C’è un odore orribile, lì. E bisogna vedere cosa succede.
. . .
L’ urlo lanciato è sufficiente ad aprire le porte della tragedia.

Sicilia, 1980 – Dove, non ha importanza

-Mamma, io vado da Antonio!-
La porta sbatte, mentre un’ ombra, rapida, si allontana da essa, correndo veloce per le vie della città.
Lovino Vargas corre, corre verso la casa di Antonio. Verso l’ uomo che ama.
E dire che, se avesse seguito gli insegnamenti della famiglia, la sua vita sarebbe stata scontata, facilmente prevedibile. Una donna, dei figli, un lavoro.
Facile, noiosa, prevedibile.
E invece, nella sua vita è piombato, come un fulmine a ciel sereno, Antonio Fernandez Carriedo.
Un giovane spagnolo, deciso a scoprire le bellezze della Sicilia, in un viaggio partito come studio.
Del resto, per uno sociologo interpretativo, andare sul posto è il sistema migliore per studiare la società.
E invece il destino ha deciso di farli incontrare.
Nessuno dei due sa bene come sia successo. Forse, quando si sono visti, hanno notato qualcosa che li ha colpiti.
Per Antonio, lo sguardo incazzoso e vivace; per Lovino la pelle color cioccolato.
Un paio di giorni per conoscersi, ed è scattato l’ amore.
E ad entrambi non interessa molto le chiacchiere della gente, i soprannomi sciocchi dati loro.
Loro si amano, e questo interessa loro.
Solo ed esclusivamente questo.


“Ma cosa è successo?”
“Hai presente i due ziti, no? Ecco, sono stati trovati cadaveri!”
“No, ma quando è successo?”
“Dicono da tre settimane… Dicono.”
“Mah, lo sapevo sarebbe successo, prima o poi. E’ naturale.”
“Hai ragione.”

-Sbrigati, Antonio! Dai!-
Corre veloce, il giovane siciliano, per i campi, dirigendosi nel loro posto segreto.
Che segreto non lo è neanche tanto, ma, per entrambi, è un mero dettaglio.
Antonio lo segue a passo sostenuto. Non vuole correre, non gli piace particolarmente farlo.
E così arrivano nel loro posto.
Solo il pino li osserva, come un testimone silenzioso.
Antonio ricorda bene la prima volta che sono finiti in quel luogo.
Un semplice “Vieni, ti faccio vedere una cosa” e Lovino l’ ha portato in quel silenzioso luogo, protetto da tutto, perché nessuno osa avvicinarsi.
E ricorda altrettanto bene quello che seguì. La loro prima volta, dolce e lenta, piena di passione. Ricordava bene i gemiti, le urla che Lovino aveva lanciato, le parole dette e urlate.
E il bacio che Lovino gli dà nello stesso momento ha il doppio effetto di riaffiorare le sensazioni provate e il risvegliarlo dai ricordi.
-Ma che fai, dormi in piedi?-
Ride il più giovane, sedendosi a terra, allungando una mano e richiamando l’ amante.
-Vieni qui.-


-E’ una terribile tragedia, terribile. Inaspettata.-
-Beh, inaspettata mica tanto. Lo sapevano tutti che sarebbe successo, prima o poi.-
-Si, ma io pensavo sarebbe successo poi!-
-Poi quando? Noi non abbiamo tempo per aspettare.-


-Cos’è stato?-
Lovino si stacca, sentendo muoversi le foglie. Si avvicina ad Antonio, che ne approfitta per stringergli una mano e attirarlo a sé, baciandolo ancora.
-Ascoltami! E se…-
-Se un cavolo. Non verrà nessuno, come sempre. E poi è da una settimana che non lo facciamo.-
-Sai pensare solo a quello, maniaco?-
-Mica è colpa mia. Sei tu che mi fai questo effetto.-
E Lovino non può replicare, bloccato dalle labbra di Antonio.
E si lascia andare, facendosi toccare.
E…
BANG!
Spalanca gli occhi, spaventato dal suono.
-Antonio…?-
Chiede, cercando una qualsiasi risposta. Che non arriva.
Allunga la mano, cercando il volto.
Lo sente bagnato.
-Antonio…?-
Lo chiama ancora, ancora, ancora.
Poi, il click.
E Lovino non può fare a meno di ripensare alla chiamata che fece al fratello, qualche giorno prima.
“Lovino, è pericoloso! Prima o poi la pagherai!”
“Non ho paura di morire.”
-Ah.-
Sorride, ma nessuno lo vedrà mai.



Il resto è noto, oramai.
I corpi furono trovati tre settimane più tardi, in evidente stato di decomposizione.
Nulla era riconoscibile, in quei cadaveri. Non erano più Antonio e Lovino, no.
Solo una cosa era possibile vederla. Le loro mani intrecciate, come a non volersi lasciare neppure nella morte.
E la didascalia che accompagnò quei corpi fu una macabra rappresentazione di quello.
Abbracciati nella morte.


   
 
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