Classificata
al
5° Posto nel Marauder's story contest
- Nick Ranerottola
-Titolo Il Pozionista Dilettante
-Lettera scelta C
-Numero scelto 10
-Genere Commedia
-Rating Verde
-Avvertimenti
Disclaimer e ringraziamenti: personaggi e ambientazioni appartengono a J.K.Rowling, l’immagine è stata creata dalla mia carissima Lunanera75 appositamente per questo racconto, su mie indicazioni. Credo che, non avendo neanche letto la storia, abbia ottenuto un risultato davvero splendido! A lei va il mio grazie di cuore per aver abbellito la mia storia col suo talento: dolce tesora ti adoro! Sei una grande artista! Chi volesse vedere questo e altri dei sui lavori può entrare sul suo blog: http://twilightenonsolo.blogspot.com/
Il
Pozionista Dilettante
Il
salotto del primo piano, appena disinfestato e ripulito, profumava
lievemente
di cedro e di pino il primo per la forsennata pulizia a cui era stato
sottoposto dalla signora Weasley, il secondo per le pigne e i rami che
scoppiettavano allegramente nel camino.
Harry si era rifugiato lì da circa un quarto d'ora per
sfuggire al
"tornado Weasley" e alla sua crociata contro polvere e
ragnatele, quando sentì aprirsi piano la porta e
scivolò dal divano al tappeto
per rendersi meno visibile dalla soglia.
"Harry?" La voce del suo padrino lo riscosse dalle sue fantasticherie
e la sua testa spuntò da dietro al divano "Sirius sono qui"
rispose
sottovoce.
Vedendolo l'uomo sorrise ed entrò nella stanza chiudendosi
piano la porta alle
spalle "Molly ti cercava per le pulizie" "lo so è per questo
che
sono qui!" disse il ragazzo sogghignando. Black si lasciò
cadere accanto a
lui sul tappeto con un sospiro di soddisfazione "aahhh finalmente un
po'
di pace! Non ne potevo più!"
Rimasero in silenzio per alcuni minuti fissando il fuoco, persi nei
loro
pensieri finché Harry non interruppe il silenzio "Raccontami
di quando
andavate a scuola, dei Malandrini." "Cosa vuoi sapere?"
domandò
il suo padrino "Non so... quello che vuoi" "Vediamo un po'... si
questa storia è decisamente adatta a rallegrare un uggioso
pomeriggio di fine
anno!" cominciò Sirius dopo avere riflettuto per qualche
momento.
"Facevamo il quarto
anno e stavamo
ancora cercando il sistema per aiutare Remus nelle sue notti "storte"
come le chiamavamo a volte.
Mentre io e tuo padre studiavamo come matti e ci esercitavamo per
cambiare
forma, Codaliscia si era messo in testa di risolvere tutto con una
pozione."
15
Novembre 1974
Eravamo in Biblioteca quando Peter entrò correndo
come un matto e finì
dritto addosso a Madama Pince facendola quasi finire lunga distesa per
terra e
guadagnandosi l'ennesima giornata di punizione, oltre a una ramanzina
coi
fiocchi. James ed io stavamo quasi rotolando giù dalle sedie
dal ridere, mentre
Remus cercava, come sempre, di continuare a studiare. Quando la
bibliotecaria
si decise a lasciarlo andare Coda ci raggiunse rosso per l'imbarazzo e
ancora
ansimante per la corsa "Ragazzi ho trovato!" esclamò
guadagnandosi
un'altra occhiataccia da madama che lo fece arrossire ancora di
più.
"Che hai trovato stavolta?" Gli chiese James ghignando "la
soluzione al nostro problema ovviamente" gli rispose Peter con aria
molto
soddisfatta "ancora con quest' idea della pozione?" domandai io
cercando di non ridere, "si! E finalmente ci sono! Ma mi serve il
vostro
aiuto per trovare gli ingredienti, cercare un posto dove lavorare in
pace e
cose così" Coda ormai era talmente lanciato nel suo discorso
che quasi non
prendeva fiato e, ovviamente, non si accorse che noi tre ci guardavamo
alzando
gli occhi al cielo.
Tuo padre ed io ci annoiavamo perciò decidemmo di dargli
spago e gli
promettemmo il nostro aiuto a patto che ci spiegasse in cosa aveva
deciso di
cacciarci.
Era entusiasta e ci spiegò di aver trovato in un vecchio
libro che aveva preso
a Diagon Alley la ricetta per una pozione complicatissima che gli
avrebbe
permesso di trasformarsi in un animale.
Le idee di Peter di solito erano balzane e sconclusionate ma quella
sembrava
promettente perciò noi tre mettemmo via i nostri libri e
cominciammo a
ragionare su quale fosse il posto migliore per preparare una pozione di
nascosto.
Il sotterraneo di Pozioni era escluso ovviamente, dubitavamo che il
professor
Lumacorno avrebbe approvato, e così anche il dormitorio
perciò le nostre
possibilità erano molto limitate: La Stamberga Strillante,
il bagno dei
Prefetti o il passaggio segreto dietro lo specchio del bagno del quarto
piano .
Alla fine scegliemmo quest’ ultimo perché al bagno
dei Prefetti avevano accesso
anche i Serpeverde e nella Stamberga sarebbe stato un problema entrare
con la
luna piena.
Spedimmo Peter in dormitorio a prendere la lista degli ingredienti
mentre noi
raccoglievamo le nostre cose e salivamo al
quarto
piano a controllare che la strada fosse libera.
La biblioteca era deserta a parte noi, gli altri erano tutti fuori o
nei
dormitori a studiare ed arrivammo al bagno dei maschi senza incontrare
nessuno,
eccetto un gruppo di ridacchianti ragazzine di seconda che continuarono
a
voltarsi per seguirci con lo sguardo finché non voltammo un
angolo.
Coda ci aspettava già lì con un pezzo di
pergamena stropicciata stretto in
mano. Aperto il passaggio sgattaiolammo dietro lo specchio e accendemmo
le
Bacchette per riuscire a leggere quello che aveva scritto Peter.
La stanza dietro lo specchio era abbastanza larga perché la
luce non arrivasse
quasi alle pareti e il cunicolo che partiva da lì per
sbucare vicino a
Hogsmeade era completamente immerso nel buio.
Remus fece apparire un grosso calderone al centro della stanza e ci
sedemmo lì
accanto per leggere gli ingredienti con calma.
Era la pozione più complicata che avessimo mai visto, era
difficile il
procedimento ma, soprattutto, sarebbe stato problematico trovare tutte
le cose
necessarie per la preparazione. Era un elenco talmente assurdo che me
lo
ricordo ancora a memoria:
1 etto di erba fondente
3 capelli di metamorfomago
2 gocce di sangue di drago
20 grammi di mosche crisopa
1/2 uovo di ashwinder
300 grammi di pelle di girilacco
4 foglie di mandragola
2 pizzichi di cenere di fenice
1 penna di jobberknoll
2 spine di knarl
2 peli di lupo mannaro
5 plimpi d'acqua
1 cucchiaio di polvere di salamandra
Leggemmo
la pergamena sempre più preoccupati, ma anche eccitati per
tutte le avventure
che avremmo sicuramente vissuto.
O almeno, io e James eravamo eccitatissimi, Remus era preoccupato da
tutte le
regole che avremmo dovuto infrangere e Peter era palesemente
terrorizzato, era
sempre più pallido e sudaticcio ma tenne la bocca chiusa
visto che l'idea era
stata sua.
Alcuni ingredienti non erano così difficili da trovare,
almeno per noi, le
mosche, l'erba fondente, la pelle di girilacco, e la polvere di
Salamandra si
trovavano sicuramente nell' ufficio del vecchio Luma, al quale io,
James e
Remus avevamo accesso regolarmente per le riunioni del "Luma club".
Difficile sarebbe stato distrarre tutti abbastanza a lungo da poter
avere
accesso all'armadio privato del prof.
I capelli di metamorfomago sarebbero stati un problema gigantesco se
proprio
quell'anno mia cugina Andromeda non avesse partorito: la piccola
Ninfadora era
nata con la rarissima capacità di mutare aspetto, quindi
tagliarle 3 capelli
durante una visita di cortesia non sarebbe stato difficile.
Per i peli di Lupo Mannaro avremmo solo dovuto aspettare la prima luna
piena
visto che avevamo tra noi la materia prima.
Restavano le cose veramente difficili: per quanto ci scervellassimo
nessuno di
noi sapeva dove trovare le cose che rimanevano e decidemmo di lasciarle
per
quando avessimo preso le altre.
Il primo colpo di fortuna lo avemmo la mattina dopo: mentre facevamo
colazione
in sala grande un ragazzino del primo anno si avvicinò e ci
tese tre pergamene
arrossendo furiosamente "Sc...scusate...queste so...sono da pa...parte
del
professor Lumacorno" balbettò il poveretto prima di
dileguarsi.
Remus aprì di corsa il suo rotolo e ci guardò con
gli occhi scintillanti
"Bene! Il prossimo incontro del Luma Club è tra due giorni!"
io e
James esultammo con lui e Peter tirò un sospiro di sollievo:
visto che lui non
faceva parte del club era convinto di non essere coinvolto nel piano.
Non sapeva quanto si sbagliava...Remus infatti aveva già in
mente un piano
geniale!
Due sere dopo alle sette eravamo pronti, era la prima volta che
arrivavamo
puntuali ma il piano prevedeva che la stanza fosse ancora vuota quando
fossimo
arrivati. Bussammo alla porta e il vecchio ci aprì subito
stupito di vederci così
presto "ragazzi! Benvenuti benvenuti, entrate pure, siete i primi."
Si scansò dalla porta per far entrare noi tre, o dovrei dire
noi quattro visto
che Coda era con noi sotto il mantello di James e sgattaiolò
dentro prima che
il prof chiudesse la porta dietro di noi. Ci sistemammo sui divanetti
facendo
attenzione a metterci esattamente di fronte all'armadio degli
ingredienti in
modo che Lumacorno fosse costretto a dargli invece le spalle, sedendosi
su una
poltrona e allungandosi per prendere la sua onnipresente scatola di
ananas
candito dal tavolo dei rinfreschi. Eravamo tutti un po' nervosi: James
continuava a giocherellare con gli occhiali, io non facevo che
scansarmi i
capelli dalla faccia e Remus continuava a battere ansiosamente un piede
per terra
ma fortunatamente non dovemmo aspettare troppo.
Un paio di minuti dopo di noi arrivò Lucius Malfoy insieme a
mio fratello e a
Mocciosus che, ovviamente, ci guardò con aria schifata prima
di decidere di
ignorarci. Il clima si fece sempre più teso
finché non arrivarono anche gli
altri cioè due Corvonero del Quinto anno e uno del settimo,
tre Tassorosso di
terza, due di sesta e due dell'ultimo anno della nostra casa che
facevano parte
della squadra di Quidditch con James e si sedettero perciò
vicino a noi cominciando
subito a parlare dell'ultimo allenamento e di schemi tattici.
Fino a quel momento il piano procedeva alla grande: nessuno si era
accorto di
Peter e tutti chiacchieravano tra loro e col prof.
Dopo circa mezz'ora erano arrivati tutti e il vecchio fece apparire il
rinfresco con un colpo di bacchetta, il cibo era ottimo come sempre,
ricordo
solo che c'era del fagiano freddo, uno dei suoi piatti preferiti, e che
la
montagna di dolci era spettacolare.
Intorno all'ora in cui di solito venivamo congedati scattò
la seconda parte del
nostro piano che prevedeva di attirare l'attenzione il più
lontano possibile da
Coda.
Calpestando del tutto la mia dignità James e Remus avevano
deciso che fossi io
il fulcro del nostro diversivo: dovevo fingere di essermi mezzo
ubriacato di
burrobirra e fare un po' di confusione, perciò mi alzai di
scatto dal divano e
crollai in ginocchio di fronte a James iniziando a cantare a
squarciagola una
vecchia canzone d'amore che piaceva a mia madre. La conversazione si
interruppe
di botto e tutti gli occhi si fissarono sbigottiti su di noi, mentre le
risate
si moltiplicavano e James ed io arrossivamo sempre di più.
Persino il
professore ridacchiava irrefrenabilmente mentre Remus sbirciava di
sottecchi
l'armadio che si apriva silenziosamente e si richiudeva un paio di
minuti dopo.
A quel punto mi fece un cenno di nascosto e io smisi di cantare facendo
finta
di svenire all'improvviso.
Continuando a sghignazzare Luma disse a Remus e James di portarmi in
dormitorio
a smaltire la sbornia e congedò gli altri che non riuscivano
ancora a smettere
di ridere.
Soprattutto i Serpeverde avevano la faccia di chi ha scoperto che il
Natale è
arrivato in anticipo e quasi svenni davvero al pensiero delle prese in
giro che
mi aspettavano nei giorni seguenti.
Remus mi sollevò con un incantesimo e si diresse alla porta
seguito da James e,
fortunatamente, da un Peter molto soddisfatto di aver portato a termine
senza
errori il suo incarico. Per sicurezza mi liberò solo
arrivati davanti alla
signore grassa ma almeno potei salire in dormitorio con le mie gambe.
Per una volta Coda aveva agito bene e aveva preso tutto quello che
doveva
perciò avevamo già quattro ingredienti che
lasciammo nel passaggio segreto la
mattina dopo scendendo a colazione.
Da metà Novembre fino all'inizio delle vacanze di Natale
James fu sommerso di
allenamenti per compensare l'inattività vacanziera e Remus
si barricò in
biblioteca a studiare e a documentarsi sugli ingredienti che ci
mancavano,
mentre io e Peter cercavamo di inventare un modo per arrivare allo
studio di
Silente senza farci espellere.
Ci lasciammo all'arrivo a Londra con l'accordo che avrei aggiornato
tutti via
gufo appena ottenuti i capelli della mia cuginetta, almeno per una
volta avevo
la prospettiva di una visita piacevole durante le vacanze, invece di
ammuffire,
come al solito, qui a casa dei miei.
Il giorno di Natale a casa mia fu sgradevole come al solito: mia
madre organizzò un pranzo con i parenti, ovviamente
quelli con cui
andavano d'accordo i miei, e io mi ritrovai a tavola seduto tra
Narcissa e
Bellatrix, con mio fratello di fronte a me seduto accanto alla sua zia
preferita: la cara e vecchissima zia Elladora, che inventò
l'usanza di
decapitare e appendere al muro le teste degli elfi domestici della
famiglia
Black.
All'epoca lo zio Alphard era ancora ammesso in casa e questo
salvò, almeno in
parte, la mia giornata.
Lo zio era stato un Serpeverde come tutti i miei parenti ma non era
male,
raccontava un sacco di storie sui suoi viaggi e si divertiva a sentirmi
parlare
di quello che combinavamo a scuola. Durante le vacanze appena possibile
scappavo a casa sua a chiacchierare e a rimpinzarmi di dolci e
burrobirra per
stare più lontano possibile dai miei.
Anche casa di mia cugina Andromeda era diventata un luogo piacevole da
quando
la sorellina di Bella e Cissy era stata diseredata per aver sposato un
babbano.
Ted era molto simpatico e da loro, inoltre, non rischiavo mai di
incontrare
altri parenti.
Fui perciò doppiamente contento quando risposero al mio gufo
invitandomi per il
tè due giorni dopo Natale.
Avevo già deciso di passare da Diagon Alley a comprare un
regalo per la bambina
quando mi arrivò un messaggio di Remus.
Lunastorta aveva scoperto per caso che da Magie Sinister a Nocturn
Alley
avremmo potuto trovare sia il sangue di drago che l'uovo di Ashwinder e
mi
chiedeva di occuparmene visto che il nome e i soldi dei
Black mi avrebbe
spalancato le porte del negozio.
Ero abbastanza elettrizzato all'idea di avventurarmi da solo a Nocturn
Alley
per compiere una missione, lo ero molto meno di dover usare il nome e i
modi
della mia famiglia per farmi accogliere bene dal negoziante, ma feci
buon viso
a cattivo gioco.
Rubai un mantello con lo stemma di Serpeverde dall'armadio di mio
fratello,
evitai di mettere la cravatta, mettendo invece un paio di pantaloni
scuri e un
maglione verde, regalo di mia madre, che non avevo mai messo prima.
Dal camino della cucina arrivai al paiolo magico e da lì mi
inoltrai a Diagon
Alley.
Prima di tutto mi avviai da Magie Sinister, il negozio era sporco e
buio e il
proprietario mi salutò da dietro al bancone facendomi cenno
di avvicinarmi.
Per evitare di dovermi presentare avevo messo l'anello col simbolo
della casata
dei Black, credo di averlo indossato solo in quell'occasione,
perciò appoggiai
le mani al bancone mettendolo bene in mostra.
Sinister sgranò leggermente gli occhi e divenne all'istante
ossequioso e
servile "signorino Black è un onore averla nel mio negozio!
In cosa posso
esserle utile?"
Recitai bene la mia parte squadrandolo con aria di sufficienza e gli
chiesi dei
due ingredienti che mi servivano. Quell'ometto viscido mi
guardò incuriosito ma
non osò farmi nessuna domanda e si limitò ad
inchinarsi e sparire nel retro
bottega dove cominciò a rovistare.
Dopo una decina di minuti buoni riapparve con una fialetta in una mano
e una
scatolina di metallo nell'altra.
Mi chiese una cifra spropositata ed io guardandolo con disprezzo feci
per
andarmene.
Mi fermò prima che avessi finito di voltarmi verso la porta
e, con aria quasi
terrorizzata, fece mostra di volermi fare un grosso sconto, solo
perché ero io.
Alla fine della manfrina mi propose una cifra che era la
metà di quella
iniziale e io accettai con l'aria di fargli un favore.
In meno di mezz'ora da quando ero entrato uscii da Diagon Alley con i
miei
acquisti sepolti in tasca e un'aria estremamente soddisfatta.
Fu più difficile scegliere un regalo per la mia cuginetta di
pochi mesi.
Mentre giravo cercando qualcosa di adatto mi comprai un sacco dei miei
dolci
preferiti da portarmi a scuola dopo le vacanze: Cioccorane, Gelatine
tutti i
gusti più uno, Zuccotti di zucca, Api Frizzole e piume di
zucchero in quantità
per me ed i miei migliori amici.
Mi fermai ad ammirare la vetrina del negozio di scope da corsa e al
Ghirigoro per
comprarmi un libro sul Quidditch.
Alla fine entrai al negozio di scherzi e giochi a cercare e, oltre a
vari
scherzi che sarebbero piaciuti anche a James, riuscii a trovare una
deliziosa
culla che dondolava da sola suonando contemporaneamente una ninna
nanna. Ero
pieno di pacchi e pacchetti quando mi infilai nel camino del Paiolo per
tornare
a casa a cambiarmi. Nascosi le mie cose in camera mia, rimisi i miei
vestiti e,
con un profondo senso di sollievo, ricacciai l'anello nel solito
cassetto e il
mantello nell'armadio di Regulus.
Finito di prepararmi ripresi il camino ed uscii direttamente nel
salotto di
casa Tonks.
Ted e Andromeda erano lì a salutarmi e furono felicissimi
del mio regalo, tanto
che mi permisero di mettere personalmente la piccola Dora nella sua
nuova
culla.
Quel giorno aveva i capelli di un verde brillante e non ebbi nessun
problema a
tagliargliene tre di nascosto dai genitori mentre la cullavo piano per
non
svegliarla.
Andromeda non la finiva più di ringraziarmi e magnificare il
pizzo del
baldacchino, i delicati fiori d'argento che decoravano la fiancata
della culla
e la dolcezza della musica che risuonava piano nella cameretta. Ted
riuscì a
salvarmi da tutto quell'entusiasmo pilotandomi in salotto, ero
imbarazzato ma
anche molto soddisfatto di me per aver scelto così bene.
Credo che Tonks non
abbia mai saputo di essere stata coccolata da un pericoloso evaso
quando aveva
solo pochi mesi.
Fu un pomeriggio molto piacevole, bevemmo tè, mangiammo
pasticcini e parlai a
lungo con Ted delle moto babbane che mi affascinavano molto.
Al nostro ritorno dalle vacanze eravamo esaltatissimi: avevamo
già metà degli
ingredienti che ci occorrevano per la nostra pozione e mancavano solo 2
giorni
alla luna piena, perciò stavamo per ottenerne un altro.
Prima di tornare a Hogwarts James si era fatto accompagnare dal padre a
pescare
in un ruscello vicino Ottery St.Catchpole dove, secondo un libro della
biblioteca, vivevano molti plimpi e ne aveva sottratti 5 alla zuppa
della
madre, perciò anche quella era fatta.
Il secondo giorno di scuola incaricammo Peter di prendere le foglie di
Mandragola dalla serra numero tre, ignorando le sue lamentele mentre ci
dirigevamo alla lezione di difesa. Purtroppo non ci accorgemmo che
Piton era
dietro di noi e, ovviamente, Mocciosus non poté resistere a
ficcare il suo
lunghissimo naso nei nostri affari. Fece una soffiata alla Sprite che
quella
sera stessa trovò Coda che sgattaiolava nella serra e Remus
che gli faceva da
palo e li spedì dritti dritti dal preside. Quello che Piton
non poteva sapere
era che invece di rovinarci i piani ci aveva dato l'occasione che
cercavamo.
Beccati in castagna i nostri amici furono portati direttamente da
Silente che,
vista l'ora tarda, ci mise qualche minuto a scendere dalla sua stanza,
i
dipinti dei vecchi presidi russavano tutti quindi non fu difficile per
Remus
avvicinarsi al trespolo di Fanny e mettersi in tasca una manciata della
cenere
che ne ricopriva il fondo con la scusa di accarezzare la fenice che gli
rispose
con un verso assonnato proprio mentre il preside entrava nello studio.
I due si presero un mese di punizione per essere andati in giro con il
coprifuoco e giurarono vendetta a Mocciosus ma riuscirono a recuperare
uno dei
più difficili tra gli oggetti che cercavamo.
Due giorni dopo ci fu la luna piena e il povero Remus venne
accompagnato da
Silente al Platano Picchiatore. Fu, come sempre, una notte difficile.
Remus soffriva molto le sue trasformazioni e noi eravamo sempre molto
preoccupati per lui. Passò quasi una settimana in infermeria
per riprendersi e
io e James ci alternammo per portargli i compiti e fargli compagnia,
poi, la
sera prima che venisse dimesso, prendemmo il mantello
dell'invisibilità e
entrammo nella Stamberga dove trovammo la solita devastazione e ciuffi
di pelo
agganciati al legno spezzato dei mobili.
Ci restavano solamente tre ingredienti da trovare ma due di questi
avrebbero
implicato grossi rischi e, potenzialmente, una splendida avventura.
L'unico posto nella regione dove poter cercare un jobberknoll cui
sottrarre una
penna e dei knarl era la foresta proibita che, oltre a farci rischiare
l'espulsione, era pericolosa di per sé, perciò la
nostra spedizione andava
preparata con molta cura, anche se io e James non eravamo certo dei
campioni di
organizzazione, preferivamo affidarci all'istinto e all'ispirazione del
momento
di solito ma sapevamo che in quel caso Peter e Remus avrebbero
rifiutato di
venire con noi, il primo per paura e il secondo perché,
contrariamente a noi,
Moony adorava pianificare e organizzare ciò in cui voleva
imbarcarsi, si
trattasse di piani di ripasso o delle avventure dei Malandrini.
Non essendo il caso di addentrarci di notte nella foresta, anche
perché gli
animali sarebbero stati nelle tane a dormire, decidemmo, dopo ore di
discussioni, di utilizzare il primo finesettimana a Hogsmeade.
Per nostra fortuna non dovevamo cercare animali particolarmente
pericolosi o
aggressivi, anche se James ed io avremmo apprezzato una bella rissa
con i
centauri o una lotta all'ultimo sangue con un'acromantula.
Fissammo la data al 14 di Febbraio, San Valentino e primo sabato al
paese, con
nostro enorme disappunto perché io avevo già
appuntamento con una bella
Corvonero del 6° anno e James voleva invitare per l'ennesima
volta Lily Evans
ad uscire con lui. Ci sentimmo molto altruisti perché
rinunciammo ai nostri
progetti per lavorare a quello che chiamavamo "il progetto Moony".
I giorni che mancavano scorrevano troppo lenti per noi anche se Remus
era
sempre più immerso nei compiti, Peter nello studio del
vecchio libro con la
ricetta della pozione, che ancora rifiutava di farci leggere, e
noialtri
eravamo impegnatissimi con il Quidditch.
Grifondoro contro Serpeverde era 2 giorni prima di S. Valentino e per
la nostra
casa era indispensabile vincere.
Noi, oltre alla coppa, avevamo un motivo in più: dare una
lezione a mio
fratello Regulus, cercatore dei serpi, che mi dava il tormento
chiamandomi
traditore quasi più spesso di quanto faceva mia madre.
Il clima si faceva sempre più teso e gli scontri nei
corridoi erano sempre più
frequenti, noi, naturalmente, eravamo in prima fila.
Finimmo nell'ufficio di Gazza due volte per aver affatturato dei
giocatori
avversari e ci beccammo una bella punizione, finché Remus
non ci fece notare
che rischiavamo di essere esclusi dalla gita del 14 e di mandare,
quindi, a
monte il nostro piano. Questo ci costrinse a calmarci e limitarci alle
prese in
giro e a piccoli incantesimi irrintracciabili, come colpire alle spalle
il
portiere Serpeverde con un levicorpus, lasciandolo a penzolare tutta la
mattina
in un corridoio isolato del terzo piano.
La partita fu fantastica! Io riuscii a rompere il naso a mio fratello
con un
bolide ben piazzato e a far cadere dalla scopa uno dei cacciatori
avversari,
mentre James acchiappò il boccino quando eravamo 110 a 40
facendo una presa
eccezionale: Vide da dietro la sua spalla Regulus che si lanciava sul
boccino e
fece un giro della morte volando velocissimo, finendo così
proprio sopra mio
fratello e sfilandogli quasi il boccino di mano tra le urla di tutti i
Grifondoro
e dei Corvonero mentre i Tassi gemevano perché con il nostro
punteggio
avrebbero dovuto battere a loro volta i Serpeverde con uno scarto
enorme per
vincere la coppa al posto nostro.
La sera dopo la partita ci fermammo fino a tardi in sala comune per
fare il
punto della situazione e l'elenco delle cose che avremmo dovuto
portarci la
mattina dopo. Le cose fondamentali erano naturalmente il mantello
dell'invisibilità e le bacchette. Oltre a questo preparammo
un barattolo pieno
di mosche per attirare i Jobberknoll e spedimmo Peter in
cucina a rubare
cibo e bevande per il pranzo e frutta e verdura da usare per
riconoscere i
knarl.
Per nostra fortuna frequentavamo tutti cura delle creature magiche
quindi
sapevamo perfettamente come capire la differenza tra Knarl e ricci ma
rimaneva
il problema di trovarne un gruppo, come anche quello di trovare un nido
di
Jobberknoll.
La mattina uscimmo con gli altri dopo colazione dirigendoci al cancello
come se
andassimo a Hogsmeade ma, appena usciti da scuola ci infilammo sotto il
mantello e sgattaiolammo di nuovo nel parco aggirando la casa di Hagrid
e
camminando fino al confine della foresta facendo attenzione a non fare
rumore.
Vedendo Hagrid uscire di casa mi venne un'idea all'improvviso e, senza
avvertire i miei amici per non farci scoprire, uscii da sotto il
mantello e mi
avvicinai al guardacaccia facendo finta di arrivare dalle serre.
Chiacchierammo per qualche minuto finché come per caso gli
chiesi in quale
parte del bosco era più facile trovare i nidi dei
Jobberknoll dicendogli che
dovevo scrivere un tema per cura. Ovviamente Hagrid conosceva la
foresta quanto
gli animali che la abitavano e mi spiegò che quegli uccelli
amavano vivere in
parti del bosco luminose e ricche di altri animali, in modo da
ascoltare molti
suoni diversi. Il loro posto preferito era verso nord-est vicino a un
ruscello
e non lontano da uno dei luoghi di passaggio dei centauri.
Lo ringraziai molto e mi congedai fingendo di tornare verso la scuola
per
scrivere le cose che mi aveva detto, appena fui fuori vista corsi dagli
altri a
spiegargli cosa diavolo mi era saltato in testa e tutto quello che
avevo
scoperto.
Ci incamminammo nella direzione che mi era stata indicata e proseguimmo
per
quasi due ore prima di trovare qualcosa. Cominciavamo ad essere
stanchi,
soprattutto i due di noi che non si allenavano continuamente a
Quidditch,
decidemmo perciò di fermarci sotto un albero a riposare e
mangiare qualcosa. Avevamo
scartato da poco i sandwich quando due uccellini si posarono silenziosi
vicino
a noi, gli gettammo dei pezzetti di pane continuando a chiacchierare
finché
Remus non si bloccò all’improvviso guardando i
volatili con la coda
dell’occhio. “Moony guarda che non te li puoi
mangiare!” Gli disse ridendo
James, ma lui sembrò non averlo sentito, stava dicendo
qualcosa a voce così
bassa che ci dovemmo avvicinare tutti per sentirlo: “piccoli
e azzurri, non
emettono suono, sono loro!” Capimmo all’improvviso:
avevamo trovato quello che
cercavamo totalmente per caso! Guardammo in alto contemporaneamente
tutti e
quattro e tra i rami dell’albero, qualche metro sopra le
nostre teste, vedemmo
un nido dal quale sporgeva una piccola piuma azzurra. Il problema era
… come
diavolo saremmo arrivati lassù? Fu Peter a stupirci quando
si offrì volontario
per arrampicarsi, nessuno di noi credeva che ce l’avrebbe
fatta ma si arrampicò
svelto come uno scoiattolo, era stupefacente. Dopo nemmeno cinque
minuti stava
già scendendo con due penne strette nel pugno. Quando
atterrò accanto a noi
applaudimmo e gridammo e Peter aveva gli occhi che scintillavano di
gioia e
orgoglio quando ci spiegò che da piccolo si arrampicava
sempre sull’albero
dietro casa sua per uscire di nascosto e sgattaiolare in cucina a
rubare i
biscotti. Cercammo di non ridere, ma l’immagine che apparve
nella nostra testa
era talmente divertente che finimmo per rotolarci nell’erba
dalle risate col
povero Peter che ci guardava senza capire.
Ci
allontanammo dal nido continuando a ridacchiare, finché,
proprio davanti a noi,
vedemmo apparire da un cespuglio un gruppetto di ricci e ci bloccammo
tutti e
quattro di colpo. Remus si tolse di tasca un pezzo di pane e un
sacchetto con
della frutta e appoggiò il cibo in terra a qualche passo da
noi mentre James ed
io mettevamo mano alle bacchette. I ricci si avvicinarono al cibo per
annusarlo
e all’improvviso uno di loro si avventò sulle
gambe di Peter e fu schiantato al
volo da James, i veri ricci si dileguarono in un lampo e Remus prese le
due
spine che ci occorrevano facendo attenzione a non pungersi. Eravamo al
settimo
cielo: finalmente ci mancava un solo ingrediente e lo avevamo proprio
dentro la
scuola!
Tornammo
con calma al limitare della foresta e, prima di uscire allo scoperto,
ci
nascondemmo di nuovo sotto il mantello
dell’invisibilità. Ne approfittammo per
avvicinarci alle serre e James sgattaiolò
all’interno della numero 3 in
silenzio. Lo guardammo dalla finestra mentre si avvicinava alle
mandragole e
staccava un paio di foglie da quella più vicina.
All’improvviso lo vedemmo
sgranare gli occhi e crollare a terra. Io mi precipitai dentro
acchiappando al
volo un paraorecchie verde fosforescente davvero orribile e trascinai
fuori il
mio migliore amico. Quell’incosciente aveva dimenticato nella
fretta di
proteggersi dal pianto di quelle maledette piante che, per sua fortuna,
erano
ancora molto giovani e, perciò, l’avevano
solamente fatto svenire invece di
ucciderlo. Quando riuscimmo a farlo rinvenire la sua faccia sconcertata
mi fece
piegare in due in una risata incontrollabile, alla quale ben presto si
unirono anche
Remus e Peter e, dopo qualche secondo, persino James scoppiò
a ridere con noi
per la sua brutta figura minacciandoci con le lacrime agli occhi di
tremende
ritorsioni se avessimo raccontato a qualcuno quello che era successo.
Quando
riuscimmo a smettere di ridere e facemmo passare a Remus il singhiozzo
che lo
aveva preso dalle troppe risate, rientrammo a scuola e salimmo le scale
fino al
bagno del quarto piano dove fingemmo di lavarci le mani e chiacchierare
di
Quidditch finché i due Corvonero che trovammo dentro non si
decisero ad uscire.
Aprimmo subito lo specchio e scivolammo nel passaggio segreto
chiudendocelo con
cura alle spalle.
Remus
accese il fuoco mentre Peter e James preparavano tutti gli ingredienti
e io
riempivo d’acqua il
calderone. Finiti i
preparativi mettemmo gli ingredienti nella pentola seguendo le
istruzioni che
Peter aveva mandato a memoria dal libro e Remus girò la
pozione sette volte
verso destra lentamente e poi dodici verso sinistra con energia, quindi
due
volte ancora verso destra velocemente e un leggero fumo viola si
alzò dal
composto che cominciava a sobbollire. La pozione doveva cuocere a fuoco
lento
per tre giorni perciò abbassammo la fiamma con un colpo di
bacchetta e
lasciammo il passaggio tornando alla nostra sala comune.
Eravamo
sfiniti, la camminata e tutte le emozioni della giornata ci avevano
stancati
tutti perciò ci buttammo subito a letto continuando a
chiacchierare e
chiedendoci in quali animali ci saremmo trasformati finché,
uno ad uno, ci
addormentammo di un sonno profondo, quella notte non sentii nemmeno il
russare
di Peter per quanto ero a pezzi.
Per
tre giorni ci alternammo per controllare la pozione, finché
Peter non ci
raggiunse, correndo a lezione di trasfigurazione e ci
bisbigliò eccitato che
finalmente era pronta. Decidemmo di fare il nostro esperimento quella
sera dopo
che tutti erano andati a dormire in modo da poterci muovere con
più libertà.
Quell’imbecille
di Peter però era di un’altra idea: non lo vedemmo
a pranzo, né alle lezioni
del pomeriggio e cominciammo a preoccuparci perciò dopo
incantesimi corremmo al
passaggio segreto. Peter era là dentro rannicchiato in un
angolo e quando ci
vide sgranò gli occhi come se fosse spaventato e
cercò di nascondersi guaendo.
Eravamo sconvolti, la pozione aveva trasformato il nostro amico in un
essere
strano, un ibrido tra tutti gli animali da cui avevamo preso i nostri
ingredienti. Vedemmo due grandi occhi specchiati tipici delle mosche,
delle
piccole ali coperte di spine azzurre, una cresta coriacea da drago gli
percorreva
la schiena e una lunga coda di lupo, che continuava a cambiare colore
dal verde
al grigio al nero, in quel momento era fermamente nascosta tra le
lunghe zampe
di una fenice. Non sapevamo se ridere fino allo sfinimento o
arrabbiarci per il
casino che quell’imbecille aveva combinato.
Remus
si avvicinò piano a Peter e cominciò a parlargli
a bassa voce in tono
rassicurante finché la sua schiena si rilassò e
la coda cominciò a muoversi
adagio, una lunga lingua da salamandra leccò la guancia di
Remus in segno di
gratitudine e noi ridacchiammo piano a quella vista.
James
vide all’improvviso un libretto in terra accanto al calderone
che si era
rovesciato e lo raccolse aprendolo alla pagina segnata da un orecchio
nell’angolo. Era la ricetta della
“nostra” pozione con tutto il procedimento
che avevamo seguito. Incuriositi chiudemmo il libro per vederne il
titolo e
l’autore ma erano pressoché illeggibili, la casa
editrice stampigliata
nell’ultima pagina era invece visibilissima,
benché minuscola: Editrice Zonco,
i migliori scherzi magici dal 1873.
Ci
guardammo ammutoliti per almeno due minuti finché la
comicità della situazione
ci colpì con tutta la sua forza e ci piegammo in due
ululando dalle risate. Non
riuscivamo più a smettere: ogni volta che sembravamo
calmarci ci tornavano in
mente tutte le regole infrante, le avventure vissute e le
difficoltà superate e
ricominciavamo daccapo a sghignazzare senza controllo. Quella frana del
nostro
amico aveva comprato un libro scherzo di Zonco credendolo un vero libro
di
pozioni e non si era reso conto che il composto che ci stava facendo
preparare
con tanta fatica era inventato di sana pianta!
Quando
ci accasciammo contro il muro esausti Remus convinse il
“cucciolo” Peter a
seguirlo fuori e noi ci trascinammo dietro di loro chiudendo lo
specchio. Ci
avviammo in infermeria ignorando gli sguardi sconvolti che ci
rivolgevano tutti
quelli che incontravamo nei corridoi. Per fortuna Madama Chips era nel
suo
ufficio e, vedendoci entrare in quella strana processione, ci venne
subito
incontro. Remus le spiegò che Peter aveva avuto un
“incidente” con un compito
per pozioni mentre noi cercavamo di non ricominciare a ridere e
“l’incidentato”
scodinzolava alla vista dell’infermiera.
“Non
è possibile! Ma sempre a voi capitano le cose più
assurde? Siete proprio degli
incorreggibili Malandrini!” Esclamò la povera
Madama cercando di far salire
Peter su uno dei letti mentre con la bacchetta faceva comparire un
Patronus e
lo inviava a consegnare un messaggio.
Noi
a quelle parole ci guardammo stupiti, ecco chi eravamo: I Malandrini!
Era il
soprannome perfetto per il nostro gruppo! Madama Chips non seppe mai
che da
allora in poi quello fu il nostro soprannome.
Quando
arrivarono Silente, Lumacorno e la McGranitt Peter sonnecchiava
acciambellato su
un letto e fece un assonnato scodinzolio quando cominciarono a
visitarlo e
accarezzarlo. Il responso fu incoraggiante: In un paio di settimane il
nostro
amico sarebbe tornato normale, sempre che Peter si fosse mai potuto
definire
“normale”. I problemi arrivarono quando la
McGranitt rivolse a noi la sua
attenzione, non credette neanche a una parola delle nostre scuse e ci
punì
assegnandoci la pulizia del laboratorio di pozioni per tutti i fine
settimana
fino alla fine dell’anno, senza poter usare la magia
ovviamente.
Quando
Sirius concluse il suo racconto Harry aveva le lacrime agli occhi dal
ridere,
non ne poteva più. Sentir raccontare le avventure di suo
padre e dei suoi più
cari amici lo aveva commosso ed emozionato ed era soprattutto felice di
aver finalmente
scoperto da dove veniva il soprannome dei Malandrini. Purtroppo quel
momento di
relax costò caro ai due disertori perché, mentre
ancora ridacchiavano, la porta
del salotto si spalancò e la signora Weasley li
fulminò con lo sguardo “Eccovi
finalmente! Vi ho cercati ovunque. Sirius devi pulire la stanza di
Fierobecco e
tu Harry vai subito ad aiutare Ron a liberare la stanza di sopra dai
Doxy.”
Molly Weasley era sempre la solita, non sopportava di veder poltrire
nessuno,
perciò Sirius si alzò da terra, fece
l’occhiolino al suo figlioccio e si
diresse al suo nuovo incarico di buona lena, rinfrancato da quella
pausa e dai
ricordi che aveva evocato.