Haunted
Max si svegliò nel cuore della notte con l’anima in subbuglio. Un potente colpo al soffitto lo aveva strappato al dolce mondo dei sogni. Si mise a sedere e cercò di calmarsi. Il ragazzo, non sentendo altri rumori, si rilassò, e si stava per rimettere a dormire, quando sentì un sibilo sinistro percorrere l’aria. Alzò lo sguardo e vide la lampadina oscillare. Max questa volta saltò giù dal letto senza esitare, e uscì dalla stanza per assicurarsi che in casa non fosse entrato qualche malintenzionato. In quel caso sarebbe stato un bel problema, perché era completamente solo in casa. I genitori, infatti, erano a Vancouver per una convention. Il ragazzo entrò nello studio del padre e accese il computer. Mentre attendeva che il pc si accendesse, iniziò a giocherellare con un piccolo cavallo di ossidiana che era sulla scrivania. Senza volerlo, però, fece cadere l’oggetto a terra. Il ragazzo si chinò e sentì una mano gelida sfiorargli il collo. Si girò, stupito, e rimase agghiacciato da ciò che vide: dal muro colavano densi rivoli di sangue. Max urlò e si appoggiò contro uno scaffale per riprendersi dall’orrore e dalla nausea che stava crescendo inarrestabile dentro di lui. Qualche secondo ( o qualche ora) dopo passi cadenzati rimbombarono nel corridoio. Un esercito medioevale marciava fuori dalla porta. Risate fredde e crudeli, giunte da luoghi incommensurabili dello spazio, risuonavano per la casa, ed un’atmosfera pesante e malefica oppresse l’ambiente. Max era in preda a visioni raccapriccianti. Vedeva le legioni infernali avanzare verso di lui per ghermirlo. Tentò di lottare contro quelle apparizioni, ma, poi, il buio lo avvolse, e le porte di Ades si schiusero per accoglierlo.