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Autore: Fabi_    23/07/2010    3 recensioni
Come ha fatto Voldemort a liberare il Basilisco?
Cosa è successo dopo?
Una breve storia che racconta l'entrata nella camera dei segreti e la morte di Mirtilla.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa storia ha partecipato al 'Contest a squadre HP' Buona lettura, alla fine ho messo il giudizio^^

 

Tom’s PoV:

L’unico rumore nel bagno dei prefetti è lo scorrere dell’acqua, ormai sono a mollo qui da ore, sto cercando di capire, approfitto della solitudine e mi pongo delle domande molto serie: quale può essere la chiave giusta per aprire la camera dei segreti? I tubi, c’entrano sicuramente, da dove arrivano i tubi? E dove vanno?

Tutto porta a quel bagno.

Salazar, lui c’entra di sicuro.

 

Sono cinque anni che ci provo. Cinque lunghi anni che mi faccio domande. Ora sento che è il momento.

Lumacorno, il professore che più stimo dopo Silente, mi ha consentito di dare il via alla mia ricerca: mi ha detto cosa sono gli Horcrux. Ora devo solo crearne uno, e secondo quanto ho scoperto scavando nella sezione proibita, quello che mi serve è la camera dei segreti, che il mio antenato più illustre aveva creato per il nobile scopo di uccidere gli inutili sanguesporco che sapeva avrebbero insudiciato Hogwarts, così come il mondo.

Senza che me ne renda conto, la mia espressione si è fatta schifata, la osservo attento allo specchio.

Specchi, me ne servono un paio per liberare il basilisco, non voglio finire ammazzato, almeno fino a che un paio di Horcrux non saranno in circolazione.

Perso nella ricerca di un’idea, mi metto a giocherellare con i rubinetti del bagno.

Pensandoci bene sono molto simili a quelli del bagno delle ragazze al secondo piano. Forse la chiave è esattamente lì. Mi ricordo un’illustrazione, cerco il libro che ho portato con me oggi, sto attento a non bagnarlo e scorro le pagine fino a che arrivo al punto che m’interessa: la piccola immagine di un serpente.

Significa davvero qualcosa: un serpente inciso sul rubinetto.

Mi alzo ed esco di corsa dalla vasca. Recupero tutti i miei vestiti e me li infilo più in fretta che riesco, poi parto di corsa verso il bagno delle ragazze al secondo piano.

Sulla strada incontro Lumacorno: “Oh, Tom. Hai molta fretta vedo”, non è il momento adesso, da quando mi ha spiegato come si ottiene un horcrux, tenta di parlarmi ogni volta che mi vede, ma davvero non è il momento: “Buonasera professore, devo andare in biblioteca a prendere un libro, sono un po’ di fretta”.

Proseguo trattenendomi dal correre per evitare problemi, ma è difficile visto che sto fremendo dall’agitazione. Forse è la volta buona.

Nel bagno tanto per cambiare c’è quell’idiota Corvonero che piange. Da quando ho trovato l’ingresso la incontro un po’ troppo spesso.

Sono costretto ad inventarmi qualcosa per farla uscire: “Chi c’è qui?”

“Va’ via!” Mormora la ragazza, ma deve proprio andarsene.

“Io sono un prefetto, ho sentito dei rumori e sono venuto a controllare, a quest’ora non dovresti essere qui, sono costretto a chiederti di uscire”.

“Non voglio”.

“Mi costringi a chiamare il tuo caposcuola”, cerco di essere più mellifluo e dolce possibile, ma credo che la mia frase suoni per quello che è in realtà: l’espressione della mia irritazione.

La ragazza singhiozza di nuovo ed esce di corsa dal bagno.

Finalmente se n’è andata, entro nella stanza, l’ingresso della camera è lì, il lavandino.

Avevo cercato di capire, mi ero scervellato per trovare l’ingresso, pensando a tubi, ad una porta nascosta dietro una parete, al pavimento. Mai avevo pensato al lavandino.

Ho qualche idea sul come aprire la camera: in base alla documentazione, solo un vero Serpeverde può farlo. Io posso di sicuro perché sono un discendente del grande Salazar, perché il sangue infetto e babbano del mio inutile padre non mi ha rovinato. Io, parlo il serpentese. Anche questo fa parte della chiave. Avevo letto che il mostro era presente all’ingresso, ma non avevo capito che fosse un’incisione in miniatura, e dire che l’avevo già visto, sono proprio stato stupido.

Comincio a controllare i vari rubinetti fino a quando mi trovo di fronte a quello che cercavo, tocco il piccolo intaglio a forma di serpente sul rubinetto e rido, non ci ho mai provato finora, non sono mai stato più emozionato, fosse anche necessario rimanere qui per ore voglio farlo. Oggi.

Inizio a parlare in serpentese contro il lavandino: “Puoi sentirmi?”

Nessuna risposta.

“Come faccio a entrare?”

Di nuovo niente. Comincio a battere i pugni contro il lavandino. Urlo di nuovo alla bestia: “Fammi entrare! Voglio solo liberarti! Come si apre quest’affare! Apriti maledetto! Fammi entrare!” Tirando calci e pugni rischio di farmi sentire da qualcuno, respiro profondamente e recupero la calma, devo esercitarmi a mantenerla bene se non voglio rischiare di avere problemi.

“Apriti!” Al mio ordine, il lavandino comincia a retrocedere, scompare nel pavimento e al suo posto rimane un tubo. Non riesco a evitarmi una risata di gioia, ce l’ho fatta. A questo punto è ora di scendere. Chiudo la porta del bagno con un incantesimo: “Chi c’è qui sotto? Posso scendere?”

“Sono il custode della camera. Sono il basilisco”, la voce del re delle serpi arriva da lontano.

“Mi permetti di scendere?”

“Oh, signore, ho atteso molto per uscire a compiere il mio destino”.

“Non devi attendere più. Grande serpe, sono qui per questo”.

“Non sei Salazar”.

“No, sono Tom  Orvoloson Riddle un suo discendente”.

“Ho giurato fedeltà. Ho avuto una casa solitaria in questi anni. Ora, come ho promesso, sarò ai tuoi ordini. Scendi, oh discendente del grande Salazar”, comincio a scivolare lungo il tubo, il basilisco continua a parlare. Non so quanta strada ho percorso quando mi trovo in fondo, proseguo lungo uno stretto corridoio, appena la stanza si apre vedo una muta del serpente: “Devi essere molto forte e grande oltre che potente”, un po’ di adulazione non farà male al mio nuovo servo.

“Per uccidere mi basta lo sguardo, un grande potere, un dono. Ora chiudi gli occhi e seguimi, ti guiderò io”.

Proseguo con gli occhi chiusi, è difficile ma io sono abituato a gestire l’oscurità, non ho paura. Il basilisco mi indica la strada.

“Ora puoi aprire gli occhi”, il grosso serpente si è raggomitolato dietro di me, non si mostra. Ha avuto prova della mia fiducia e ora mi sta dimostrando la sua servitù.

La stanza in cui mi ha portato è chiaramente opera del mio grande antenato, e casa del re delle serpi.

La percorro lentamente e a bocca aperta, sembra un tempio dedicato ai serpenti: ai lati troneggiano alte colonne con incisioni di serpi, in fondo a dominare la stanza, c’è una statua enorme del grande Salazar.

“Lì è la mia casa. Tu mi hai chiamato. Io ho risposto. Ora dimmi cosa devo fare”.

“Grande basilisco, sei nato per servire Salazar, ed io desidero quello che voleva lui: epurare questa scuola”.

“Lo faremo”.

 

Da oggi comincia il regno del terrore per i nati babbani di Hogwarts. Il basilisco esce quando lo chiamo, gli ho ordinato di non uccidere per ora, desidero padroneggiare l’incantesimo per creare l’horcrux prima, non so quanto tempo avremo da quando i professori si accorgeranno che c’è un mostro nella scuola.

Mi esercito tutte le notti. Ho già capito chi avrà l’onore di spezzare la mia anima, questo non perché la stupida Corvonero mi dia più fastidio degli altri, ma perché mi lascia più libertà di opera, infatti quella ragazza passa la maggior parte del suo inutile tempo a piangere in giro per la scuola, ha una particolare propensione per questo bagno, che sarà prima o poi la sua tomba.

Il momento è vicino, mi sento finalmente pronto.

Resto fuori dal bagno concentrato al massimo sul potente e difficile incantesimo che non potrò sbagliare.

Sento la voce stridula della Hornby, che ho imparato a conoscere in questo periodo, una purosangue che se la prende con la sciocca piagnucolosa ragazza che tra poco probabilmente rimarrà uccisa.

La ragazza corre piangendo verso di me.

Posso ancora tornare indietro. La verità è che non ne ho assolutamente l’intenzione.

La Corvonero procede velocemente verso il bagno. Le lascio un po’ di tempo, non sono cattivo, le lascio la possibilità di uscire, in realtà lo faccio perché voglio essere sicuro al cento per cento che nessuno l’abbia seguita.

Proprio quando sto per entrare, sento un rumore dietro la porta. Mi nascondo di nuovo, la guardo mentre osserva titubante il corridoio, un rumore la convince a rientrare.

Meglio per me, peggio per te. Sarebbe stato opportuno per te andartene, se stavi aspettando il momento giusto, era quello.

Non lascerai mai più questo bagno.

Cammino sicuro verso la porta ed entro silenzioso.

 

Mirtilla’s PoV:

Olive mi insegue dalla mattina. Lo so, non sono esattamente popolare, ma non è colpa mia se sono così.

“Mirtilla! Sarai la prossima!” Olive ride con le sue amiche oche, con gli attacchi che ci sono stati, non c’è proprio niente da scherzare.

“Se ti capitasse qualcosa, almeno smetteresti di rompere e di piangere tutto il giorno: lasciami in pace! Gnee! Gnee! Siete cattive, io vado dalla professoressa!”

“Per favore, smettila adesso!”

“Ma non sai dire altro Mirtillina? Come ci sarai finita a Corvonero, mi chiedo. Dovreste essere intelligenti, tu sei solo logorroica”.

La sua voce diventa per me un sottofondo, le loro risate, un fastidioso fischio. Corro a perdifiato verso la mia unica zona franca, il mio bagno, abbastanza lontano dalla sala comune, lontano da tutto in effetti.

Non riesco ad evitarmi le lacrime. Non ci riesco, come potrei farmi accettare? Che cos’ho che non va? Se mi dovesse succedere qualcosa, giuro che la farò pagare a quella bulletta. Lo specchio non mente, i miei occhi sono arrossati dalle troppe lacrime, i miei capelli spettinati a causa delle fatture che mi hanno lanciato. Perché a me? Sono stata l’orgoglio della mia famiglia, una maga. Sono finita a Corvonero, significa che ho l’acume necessario per esserci. Se solo sapessero, se sospettassero che qui sono considerata una piagnucolosa maga di seconda scelta, di sicuro non sarebbero così fieri di me. Ma le cose possono cambiare, voglio dimostrare a tutti quanto valgo, posso fare capire a tutti che non significa nulla, essere un purosangue.

Cosa mi invento? So benissimo che in realtà non c’è via d’uscita.

Finalmente ho smesso di piangere, m asciugo gli occhi e mi sciacquo il viso, posso uscire, ma non voglio incontrare di nuovo Olive, mi avvicino alla porta e apro lentamente una fessura, in modo da guardare fuori, mi sembra di notare un’ombra, sento dei passi all’esterno e mi nascondo nel bagno, chiunque sia non voglio che mi veda.

Qualcuno è entrato.

Sento dei rumori, ma nessuno sembra usare il bagno.

“Shihos sher!”

Che cos’è? Non conosco questa lingua. Altri rumori, sembra che stiano spostando i mobili. Mi chino per guardare sotto la porta, vedo solo un paio di piedi e dei pantaloni. Un ragazzo? Qui? Questo è davvero troppo, devo farlo uscire. Mi alzo in piedi e mi sistemo la divisa, prendo fiato e spalanco la porta: “Fuori da qui! Questo è il bagno d…” E poi più niente. L’ultima cosa che ricordo sono un paio di grandi occhi rossi. Niente di più. È questo che si prova quando si muore?

Non capisco.

 

Tom’s PoV:

Aspettavo questo momento da tempo. È la persona giusta. Entro nel bagno tremante di emozione e non vedo nessuno. Si è nascosta, meglio per me, così non dovrò sorbirmi i suoi discorsi petulanti prima di renderla finalmente utile a qualcosa.

Sigillo l’ingresso con un incantesimo non verbale, non ci disturberanno mia cara.

Accarezzo il rubinetto e bisbiglio istruzioni al basilisco: “Apriti!” Il rubinetto si sposta di nuovo ed ecco apparire il tubo, il basilisco mi avvisa del suo arrivo ed io prendo il diario. Devo concentrarmi sull’omicidio, dividere la mia anima in pezzi, certo è difficile quando l’omicidio mi fa sentire non distrutto, ma semmai realizzato.

“La nostra vittima è qui, è una sporca mezzosangue.”

Sento un rumore dietro di me, la voce della ragazzina: “Fuori da qui! Questo è il bagno d…” Non mi vede, io non guardo ma so cosa è accaduto, il basilisco è arrivato e lei l’ha visto. Con il diario tra le mani, mi concentro sulla mia anima. Devo spezzarla, una parte in me, una nel diario.

Pronuncio l’incantesimo che ho letto nel libro che era nella sezione proibita: “Animum frango, ad mortem vincendam, sento fisicamente una parte di me che si stacca, con gli occhi chiusi, poso entrambe le mani sul dorso del diario. Dopo qualche istante apro gli occhi, l’interno del diario è diventato bianco.

Credo di esserci riuscito.

Rido: “Bene, mio grande re dei serpenti, ora per un po’ dovremo stare molto attenti”.

“Lo saremo, i nati babbani saranno finalmente estirpati dal mondo magico”. Il basilisco torna nel tubo e mi lascia a contemplare il mio operato. Richiudo l’ingresso ed esco. La morte di una ragazza renderà particolarmente complicato gestire tutto. Ora che ho provato una volta so che posso farlo di nuovo, ed io voglio creare altri Horcrux.

Tom, sei lì?

Sì, ci sono. Le parole scompaiono quasi immediatamente dopo che le scrivo, le risposte alle mie domande mi sono date direttamente dalla parte di me stesso che ho rinchiuso nel libro:

Sai chi sei?

Sono Tom Riddle. Anche tu lo sei. Io sono un Horcrux.

Ce l’abbiamo fatta Tom.

Sì, ora dobbiamo essere cauti.

Sì, dobbiamo avere pazienza.

Allora arrivederci Tom.

Arrivederci Tom.

 

Chiudo il diario con la gioia negli occhi. Ce l’ho fatta. Non ho desiderato altro per anni e finalmente ce l’ho fatta. Non mi è servita nessuna prova. Al primo tentativo ho superato i grandi maghi oscuri, ho creato il mio primo horcrux. Lascerò tutti di stucco. Farò molto di più.

 

Purtroppo la situazione ad Hogwarts sta degenerando, da quando la ragazza è morta sono tutti impazziti, vogliono chiudere la scuola. Non posso permetterlo.

Prima o poi sarà il momento giusto per sterminare tutti i nati babbani e i mezzosangue. Per ora ho una priorità: devo imparare il più possibile dai professori. Non posso permettere che la scuola chiuda. Loro mi sono e mi saranno ancora utili. Ho faticato, ma sono riuscito a far ricadere la colpa di tutto su quello stupido mezzo gigante, il mago meno dotato che abbia mai conosciuto. Lui è feccia, io sono il mago più grande di tutti i tempi, e ho di fronte un’esistenza immortale.

 

 Fabi_Fabi (Il mio momento) 
Lessico e Grammatica: 15/20 
Originalità della storia: 15/20 
Rispetto delle regole: 10/10 
Giudizio personale: 5/10 
TOTALE: 45/60 

COMMENTO
La storia non mi è piaciuta particolarmente anche se ho apprezzato il momento che hai scelto di rappresentare perché è qualcosa di cui non parla mai nessuno. Ma io devo essere sincera l’ho sempre immaginato in modo diverso così come Tom Riddle che ho sempre visto come un ragazzo affascinante e folle oltre che incredibilmente crudele però mi piace il modo in cui hai parlato di Mirtilla. Qualche errore di battitura qua e la ma nulla di grave. 
Nel complesso la storia non risulta sgradevole ma nemmeno eccezionale, forse è ancora colpa del finale che ti lascia insoddisfatto. 

   
 
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