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Autore: Anthy    23/07/2010    44 recensioni
[Pubblicata nella sezione di Twilight, ma invito a leggerla tutti]
Lei subisce quella che può essere definita una violenza.
Lui è un "bastardo" di prim'ordine.
E poi?
Poi nasce l'amore!
Come? Ah, semplice: lo impone il pairing.
Attraverso i protagonisti di Twilight, espongo il mio pensiero sulla situazione attuale del fandom - e, a mio avviso, di quella di altre sezioni.
Invito a leggerla anche a chi dentro non troverà i loro protagonisti intenti a fare "love love": magari farà riflettere...
Dal capitolo:
« Vallo a dire a Rose: sicuramente deve aver provato piacere accerchiata da tutti quegli uomini. O dillo alle donne che vengono violentate ogni giorno nel mondo. Quelle che si trovano davanti un sorriso cordiale e vengono prese contro la loro volontà», urla. « Guarda, ci scommetto tutto ciò che vuoi che poi, fra quei due, scoppierà l’ammmmore. Lui la violenterà contro la sua volontà, una, due, tre volte. Lei sentirà emozioni "mai sentite prime" e poi staranno insieme, felici e contenti».
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Twilight's fandom - Considerazioni sulla sezione'
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Sth about violence
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PER.
FAVORE.

Leggete la nota finale.
Non commentate se non avete prima letto.
Non chiedo molto, solo attenzione alle mie opinioni/spiegazioni.
Grazie.




Something about Violence

L'arte deve sopprimere la violenza.
[Lev Tolstoj]
E la scrittura non deve osannarla...






La giovane è terrorizzata, fissa di fronte a sé con occhi sbarrati lo sguardo del suo predatore.
Uno sguardo sadico, voglioso, di chi ha puntato il proprio pasto.
Ha paura, la ragazza.
Cosa le farà quell’uomo – uomo? Come può essere tale?
Trema, l’ansia l’attanaglia.
Ma intorno a sé non ci sono vie d’uscita...

Il predatore avanza, leccandosi le labbra sadicamente.
Lei è lì, che lo guarda impaurita, il suo bel corpo scosso dai fremiti.
Le mani fremono dalla voglia di sfiorarla.
Il suo corpo si eccita a quella visione...

L’impatto contro il muro la fa boccheggiare, tanto è stato improvviso.
Il corpo dell’uomo è premuto contro il suo, prepotentemente.
La pallida luce lunare riflette i lineamenti del suo carnefice: scolpiti, virili... affascinanti.
Folti capelli ramati lo contraddistinguono.
Gli occhi sono neri, profondi. Promettono inferno, promettono peccato.
Ha paura, sempre più paura.
Il terrore aumenta quando si muove provocatoriamente contro il suo bassoventre.
Impossibile non capire cosa vuole.
E ciò la spaventa...
« T-ti prego», mormora, la voce flebile.
E lui ghigna, ghigna in maniera sadica.
Compiaciuta, quasi...
« Mi piace quando mi preghi».
Per la prima volta, sente la sua voce; bassa, roca, profonda...
Un brivido la percorre, un gemito le sfugge.
E lui continua, continua a premersi contro di lei...
Cosa mi farà?

Compiaciuto la osserva.
Una preda stupenda, una preda con cui giocare e divertirsi...
Le sfiora la guancia, il collo; con il dito scende verso la scollatura dell’abito.
Potrebbe strapparglielo anche subito.
Potrebbe... ma non lo fa.
È più eccitante continuare a giocare...

Non capisce cosa le prende.
Improvvisamente, il suo corpo sembra scaldarsi al tocco di quell’essere.
Risvegliato, sensibile.
Forse... eccitato?
No, impossibile!
Come si potrebbe provare eccitazione in un momento del genere.
Eppure... eppure...
« Basta, per favore», sussurra.
E lui ride, ride di una risata di gola che la fa vibrare.
Un ansito le sfugge quando le sue labbra vengono catturate da quelle vogliose di lui.
Un bacio duro, un bacio voglioso.
Il corpo premuto maggiormente contro il suo.
E lei non è più padrona delle sue emozioni.

È sua, ormai.
Lo sente.
Lo sa.
Così volubili, queste giovani donne.
Così... facili prede.
Non resistono.
Figurarsi...
Sono solo delle sguld-




« Ne ho abbastanza!»
La voce di Bella risuona per tutta la stanza.
Edward la osserva, preoccupato: dire che sua moglie è incazzata è poca cosa.
È furiosa.
« C- come è possibile leggere cose del genere?!».  La vampira comincia passeggiare nervosamente per la camera, i pugni che si stringono pericolosamente. « Ma insomma, che dignità c’è in tutto ciò?! Quale? Come se una potesse eccitarsi nel venire molestata!».
« Tesoro», tenta di intervenire pacato suo marito. « Sai che il corpo umano reagisce indipendentemente dalle volontà dell’individuo», la voce si fa sempre più flebile all’occhiataccia di sua moglie.
« Vallo a dire a Rose: sicuramente deve aver provato piacere accerchiata da tutti quegli uomini. O dillo alle donne che vengono violentate ogni giorno nel mondo. Quelle che si trovano davanti un sorriso cordiale e vengono prese contro la loro volontà», urla. « Guarda, ci scommetto tutto ciò che vuoi che poi fra quei due scoppierà l’ammmmore. Lui la violenterà contro la sua volontà, una, due, tre volte. Lei sentirà emozioni mai sentite prime e poi staranno insieme, felici e contenti».
Sarcasmo, furia, irritazione.
In questo momento, Edward è consapevole che la sua compagna è vicina a perdere la testa.
Del resto, la capisce.
Leggere queste cose non è piacevole.
Soprattutto, perché le ha trovate pure lui un po’... infantili.
C’è sempre stata attrazione verso ciò che è cupo, che viene definito... tenebroso.
Ma tenebroso non significa violenza.
Essere bastardi non significa essere sexy, lo sa bene.
Ma è fin troppo semplice dimenticarsene leggendo. Troppo.
Scuote la testa, dispiaciuto: è impossibile trovare la giusta soluzione, a questo problema. Perché è sempre così; il confine è sempre sottile tra fantasia e realtà.
Ma ciò non giustifica certo alcuni scempi che vengono scritti: donne prese in condizioni estreme, donne che provano sentimenti senza capire. Per non parlare dei commenti: donne che a loro volto sono tutte eccitate dalla situazione, dal momento.
Guarda sua moglie, Edward, e prova ad immaginarla nella stessa situazione... e in mente tornano le immagini di lei braccata da quegli... quegli animali in quel vicolo buio. O braccata da James, nella scuola di danza...
Pensare che qualcuno potrebbe provare piacere nel ritrovarsi nella stessa situazione gli provoca nausea.
Porta l’attenzione di nuovo su Isabella, che ha ripreso a parlare.
Lo fa per distrarsi.
 « Ammetto che ci sono storie ben fatte, dove viene spiegato il perché si arrivi a provare un sentimento. Ma c’è dietro tutto un lavoro psicologico – o almeno la bravura da parte dell’autore. Ma vogliamo mettere quelle dove la protagonista subisce di tutto, piange e si dispera, e dopo scopre di provare amore? O quelle dove il lui stronzo – ah, che sbagli! Stronzo è una persona strafottente e piena di sé; quello... quelli sono invece animali! – si riscopre micetto innamorato? Non so, non so».
Si alza, Edward.
Le va vicino, l’abbraccia.
Ne sente il respiro affannoso, ne sente il tumulto interiore.
« E quelle persone che commentano, pensando solo a quanto “faccia sangue” il protagonista, senza pensare che potrebbero trovarsi loro, nella vita, allo stesso posto...».
È un sussurro debole quello di Bella.
Gentilmente, il giovane Cullen le accarezza la schiena, baciandole i capelli.
« A volte è questione di maturità, tesoro. Non ce n’è abbastanza per affrontare certi temi».
« E allora perché scriverci su, se non si è capaci? Perché, con tutti i temi possibili, soffermarsi sulla violenza?»
Sospira, Edward. « Perché... perché. Non ce n’è un motivo. Scrivendo si impara, soprattutto se si ricevono giudizi che permettono di confrontarsi e di maturare. Altre volte si scrive tanto per: perché fa figo scrivere scene hard, perché fa avere pubblico il parlare del sesso – o della violenza. O semplicemente perché va di moda.
Altri, invece, non ricevendo mai, quando invece le meriterebbero, certe critiche, non migliorano, credendo quindi di scrivere robe sensate e giuste».
« Mi sembra un’assurdità», borbotta Isabella contro la sua spalla.
Anche lui ne è convinto.
Ne ha viste tante di assurdità, nella vita.
E non c’è età che regga: giovani, maturi... tutti ne compiono, di stupidaggini. Tutti ne scrivono.
Ha visto storie stravolte, solo per arrivare al lieto fine finale – ed intanto l’eroina di turno subisce di tutto e di più, ma dimenticarsi di certe violenze è fin troppo semplice, dopo dieci capitoli.
Che nervosismo, ma lo sa pure lui...
« Arrabbiarsi così non serve a niente», le mormora, baciandola sulle labbra.
Dolcemente, scioglie l’abbraccio, trattenendola però per una mano per ricondurla a letto.
La fa sedere, prendendo in mano il portatile, che posa sulle sue gambe.
« Perché non glielo fai capire, Bella? Dì cosa ne pensi, fai sapere la tua opinione. Se ti sembra che manchi di rispetto, se ti sembra sbagliato, dillo. È inutile sfogarsi con chi ti capisce, è inutile infuriarsi e rovinarsi l’umore per certe cose. No. Si prende, si commenta, si parla. Aiuti te, aiuti tutti. Il silenzio e l’indifferenza non aiutano mai».
Sorride la sua compagna; vede che è più rassicurata.
Annuisce piano, cominciando a scrivere.
E lui osserva, alle sue spalle, baciandola sul collo.
Sa che non servirà questo per cambiare le cose, lo sa.
Certe schifezze rimarranno sempre.
È solo un primo passo, per sensibilizzare.
Ma tanti piccoli passi fanno un percorso.
Basta solo avere la voglia di percorrerlo.


***


Con questa shot io protesto.
Protesto contro quelle storie – o presunte tali – che per “amore di pairing” fanno subire di  tutto alla protagonista. E non parlo solo del fandom di Twilight, succede dappertutto.
Non sono una femminista, certe storie forti piacciono pure a me.
Ma ci sono fan fiction dove non c’è una trama che regge, dove non c’è capacità di trattare certi argomenti.
Non si nasce scrittori, è vero. Si impara.
Ma perché partire da temi delicati?
Io apprezzo le storie dove mi fanno capire PERCHÉ si arriva a provare del sentimento, il COME si arriva.
Non APPREZZO dove pur di parlare di sesso, si fa subire di tutto. O dove, pur di far trionfare il proprio pairing, si scrivono SCHIFEZZE.
Ho letto dei commenti a certe storie che mi hanno lasciata allibita: ragazze – a volte donne – che rimangono estasiate mentre la protagonista, in una situazione di pericolo, subisce quella che è una violenza. Sì, estasiate dalla fame sessuale del lui di turno.
O che commentano con un “oh, com’è stronzo”.
Sono stufa di queste cose. Stufa.
Per questo ho cominciato a commentare tutto ciò che trovo insensato, pur non seguendolo. È facile dire “non leggere se non ti piace”; è facile fare gli indifferenti e non commentare, lasciando storie povere di contenuti povere pure di recensioni. Io ritengo di essere maturata dalle mie prime storie proprio grazie ai commenti – grazie a persone che mi hanno indicato dove sbagliavo, dove dovevo curare di più il testo.
E siccome è un certo periodo che vedo vari fandom invasi da quelle che trovo siano ficcyne senza senso, non ci sto più.
Non mi credo la più brava, non mi credo la migliore, però ritengo di avere una testa ed una sensibilità.
Tutto qua.
Non so chi leggerà questa storia, non lo so.
Non so neppure se qualcuno leggerà queste note.
Mi chiedo se chi si rispecchia in tutto ciò avrà il coraggio di confrontarsi, di dare le sue opinioni – perché è questo che vuole fare la mia shot: far reagire per avere un confronto.
Vedremo.
Io pubblico, perché sono stanca dell’indifferenza.
Ed invito anche voi che leggete a seguire l'esempio di Edward: commentate ciò che è insensato, commentate ciò che risulta essere violenza ingiustificata.
Non passate oltre, commentate, seppur con critiche negative - basta che siano sensate.
Sennò non se ne uscirà più fuori...

Saluti a tutti,
Anthea

   
 
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