Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Dominil    24/07/2010    6 recensioni
La gelateria sul ponte di Huntington Beach era una delle più frequentate e affollate nel periodo estivo.
Aveva certamente un nome ma nessuno lo ricordava più ormai, era stato il pontile stesso a darle un’identità.
Ed era lì che il piccolo Matthew si trovava, a fare la fila per un cono accanto ai suoi genitori che lo tenevano per mano. Stava sudando come non mai tra quella folla e la calura estiva di certo non aiutava. Le manine scivolavano tra quelle di mamma e papà e la maglietta cominciava ad aderire alla schiena.[...]
“Fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto Cristo Santo…”
“Brian!”
Il ragazzo fece un balzo, staccandosi dal muro dell’ospedale della città.
“Signori Sanders…” blaterò a mezza voce.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2: 
Patto di Sangue; 1994 

  
 


13 Agosto 1994, Casa Sanders.


  
L’aria calda scuoteva le finestre dell’abitazione e Matt percepiva chiaramente il loro fremito, con la facciata premuta contro il vetro. Nella sua testa contava i secondi, ne avrebbe aspettati altri dieci e poi avrebbe urlato il nome di sua madre: questo si era detto. 
3... 2... 1... 
“Mamma!” 
Si voltò verso le scale che portavano al piano di sopra e poi verso l’orologio del soggiorno prima di balzare in piedi. 
03:40 p.m. 
“Aspetta Matt, sto arrivando!” 
Il ragazzo, di tutta risposta, sbuffò. 
Lo sapeva sin da quando sua madre gliel’aveva proposto, che sarebbe stata una pessima idea eppure aveva accettato lo stesso. Il sol leone che scioglieva la California l’aveva tratto in inganno. 
La signora Sanders era ritardataria di natura, una di quelle persone che non erano mai arrivate in orario ad un appuntamento. 
Si era offerta di accompagnare Matt al suo quotidiano incontro con Brian, alle quattro meno un quarto saccate s’intende, perché non se la sentiva di lasciar andare in strada il suo bambino con questo caldo e adesso le toccava correre. 
“Su tesoro, in macchina!” esclamò la donna scendendo le scale a due a due. 
Il ragazzino non se lo fece ripetere due volte e si catapultò fuori dalla casa per poi svoltare sul vialetto. 
Era all’aria aperta da meno di un minuto e già sudava, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di passare il pomeriggio con il suo migliore amico. 
“Hai due minuti, mamma.” Asserì Matt allacciando la cintura. 
“Il massimo che posso fare è superare il limite di velocità e ignorare tutte le leggi della strada.” 
Il ragazzo non rispose, incurvò solo leggermente le labbra in un piccolo sorriso. Quando per un attimo si voltò verso sua madre però, notò uno strano sguardo... quasi trionfante. 
“Mamma che hai?” 
“Niente tesoro, niente.” 
  
  
Casa Haner 
  
“Dai Brian, un’altra partita!” 
“Mi dispiace ragazzi, ma devo proprio andare. Sarà per la prossima volta.” 
Brian posò il joystick sul letto di Brent e sorrise a lui e ai suoi amici per poi avvicinarsi alla porta. 
“Salutami il tuo ragazzo!” esclamò l’altro Haner, facendogli ciao con la mano. 
“Fottiti bro.” 
Uscì da quella stanza sbattendo la porta e mentre scendeva le scale si ravviò i capelli di nuovo troppo lunghi. Sua padre non faceva altro che lamentarsi di quella capigliatura informe che assomigliava più ad una pianta incolta, ma non poteva farci niente se ricrescevano sempre troppo in fretta. 
Aveva deciso che li avrebbe tenuti così, senza troppi problemi. 
Il nervosismo che le parole di Brent avevano creato in lui era già sparito e stava cercando il suo cappellino quando si accorse di essere in ritardo, estremo ritardo. 
Fece appena in tempo ad afferrare il berretto, che già correva a perdifiato lungo il marciapiede, la t-shirt appiccicaticcia e le tempie sudate non miglioravano la cosa. Era in ritardo di sette minuti esatti, si disse che doveva andare più veloce ed essere sul pontile il prima possibile; l’unica fortuna consisteva nel non essere troppo distante. 
Mentre le file di alberi sfrecciavano ai lati, Brian non sentiva i suoi 13 anni sulla pelle... ma molti di più. 
Non era il pacchetto di sigarette che già sbatacchiava nella sua tasca a dargli questa sensazione, era il muscolo pulsante che aveva nel petto il colpevole. Si trattava di anima o cervello o qualsivoglia sinonimo di maturità interiore voi vogliate, solo di questo. 
Non c’era un tredicenne a correre, ma un ragazzo che si rendeva perfettamente conto del dolore, della sofferenza, delle conseguenze che quel viscerale rapporto con Matt avrebbe portato. 
Solo di questo. 
  
  
Pontile di Huntington Beach 
  
I piedi di Matt ormai toccavano terra anche quando era seduto sulla panchina e lui era costretto ad alzare leggermente le gambe per farle dondolare. 
Aveva persino aumentato la velocità quando si era accorto che Brian fosse in ritardo di dieci eterni minuti. 
Sudava sia per il caldo che per l’ansia, la paura serrata che la routine potesse spezzarsi gli stava facendo girare la testa. Non poteva mancare proprio oggi, oggi aveva un’idea grandiosa in mente. 
“Maaaaaatt!” 
L’interpellato si voltò e vide il suo migliore amico raggiungerlo di corsa. Aveva i capelli sulla fronte e le guance rosse ripresero il loro colore solo quando si fermò a riprendere fiato. 
“Scusa... per il... ritardo...” ansimò tra un sospiro e l’altro. “Brent...” 
“Tranquillo Bri, nessun problema.” 
L’altro si sedette al suo fianco, già esausto. 
“Allora che ti va di fare oggi?” 
“Beh una cosa ci sarebbe...” iniziò Matt. “Ma è meglio andare in spiaggia dove c’è più tranquillità e meno gente.” 
Brian inarcò le sopracciglia. 
“Non ti mangio mica, rilassati!” 
Matt afferrò l’amico per il polso e lo tirò su. 
Assorti nella loro età non pensarono o sentirono nulla di strano, solo la pelle accaldata dell’uno e dell’altro. Ma quella sensazione, quel brivido non esalato, sarebbe andato a nascondersi nei loro cuori per poi accumularsi a tutti gli altri sentimenti troppo maturi per manifestarsi, fino a quando i loro corpi sarebbero esplosi e i sensi avrebbero annebbiato le loro menti più di qualsiasi altro vino. 
Arrivati sulla sabbia si sedettero a terra e Matt estrasse un coltellino dalla tasca. 
Brian non era spaventato, solo stranito. 
Stranito e curioso. 
“Che hai in mente di fare con quello?” 
“Un patto di sangue... ne hai mai sentito parlare?” 
“Vagamente... Ma non ne so molto.” 
“Allora.” Cominciò Matt poggiando la punta di metallo sul polpastrello dell’indice. “Tutti i partecipanti devono procurarsi un piccolo taglio... così...” Il dito si colorò debolmente di rosso. “Ecco, ora tocca a te, Bri... Poi bisogna unire le dita in modo che il mio sangue si mescoli con il tuo.” 
I due avevano le dita premute e nel frattempo si guardavano negli occhi. 
Matt era eccitato e soddisfatto, Brian quasi indifferente. 
“E adesso?” chiese quando ebbero terminato l’operazione. 
“Non c’è nient’altro da fare, ma adesso la nostra amicizia dovrà durare per sempre o il patto verrà spezzato e noi moriremo.” 
“Bah... Non credo molto a queste cose, insomma, non c’era bisogno di questa cosa per convincermi che la nostra amicizia sarà eterna.”



Dominil's corner:
Oh sono tanto contenta di aver già postato il secondo capitolo!
Ormai credo che abbiate capito più o meno come si svilupperà la storia, verranno racconti gli episodi fondamentali delle loro vite.
Ringrazio davvero tutti, soprattutto chi recensisce *-* :
Lost In Camden Town: ehilà donna, è da tanto che non ci sentiamo! Sono contenta che come inizio ti piaccia, beh si Matt bambino è un po' strano ù_ù Dai, mentre aspetti qualche parola te la concedo! XD Bacione!
friem: *-* grazie mille, i complimenti da te sono davvero molto graditi anche perchè non en concedi molti, quindi graziegrazierazie ^^ Beh devi sapere che nel mio immaginario Matt è un bambino troppo cresciuto anche a quasi 29 anni, ecco perchè ti sembrava piccolo. Spero ti piaccia anche questo capitolo, ci terrei tanto a sapere che ne pensi! Un bacio.
jessromance: amour mi impegnerò per portarla a termine, I promise! Sono contenta che ti piaccia, un bacione e alla prossima <3
sunsetdream: mia giovane e stupenda Tuck, mi emoziono troppo quando mi recensisci *W* E grazie infinitamente per tutti i complimenti, sei sempre troppo gentile! Mi auguro che anche questo non ti abbia deluso. Tanti baci e adesso vado a commentare la tua bellerrima Synacky ^^ 

Un grazie anche a jessromance e trivialgirl che hanno inserito la storia tra le preferite e aClaire_Young, Crazy_Me, Isult e _sory_ che l'hanno tra le seguite e anche a LA dreamerche legge e mi commenta in tempo reale.

Vi amo tuttetuttetutte, al prossimo capitolo!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Dominil