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Autore: Eclair    24/07/2010    5 recensioni
Appoggiato stancamente allo stipite della porta, con un braccio dietro la testa, c'era Mello. Il suo Mello. Forse un pò scarmigliato, impolverato e con gli abiti un pò bruciacchiati, ma era lui. E lo guardava. Non era solo un apparizione. Mello era vivo, ed era lì in quella stanza con lui.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Halle Lidner, L, Mello, Near
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disappear.
Disappear.
If I beg and if I cry
would it change the sky tonight?
Will it give me sunlight?
Should I wait for you to call?
Is there any hope at all?
Are you drifting by?





-Allora dovrò farlo io.-






« Lidner... »
« Sì? »
« Hai riferito a Mello delle nostre indagini? »
« ...Sì. Ma nulla a proposito di Mikami. »
« Forse siamo ancora in tempo. Ma se per caso Mello dovesse sapere di Mikami da Takada e precipitarvisi, andrebbe tutto in fumo. Faccia il possibile per riprendersi Takada... Anzi, fermi Mello, per favore. »
« ?... Ma... »
« Lo faccia. »


**



« Near... mi dispiace. Non avrei mai pensato che Mello... »
« No. Va bene così. »

Near stava immobile, su una sedia del quartier generale, impassibile come sempre.
M
a il suo sguardo era spento. Le dita erano immobili.
Inutile quanto tentasse di passare indifferente, inutile pensare al giovamento dell'azione di Mello per il caso. Era tutto inutile.
E lui era un bugiardo, mentiva agli altri, mentiva a sè stesso.
Sentiva il dolore represso pulsargli nelle orecchie, assordandolo.
Mello era morto.
Nessuno avrebbe potuto riportarlo indietro.
Ed era tutta colpa sua.


When I think about it I know that I was never held or even cared

The more I think about it the less that I was able to share with you
I try to reach for you, I can almost feel you
You're nearly here and then..



Dopo un tempo indefinito, Lidner tornò al quartier generale, dopo essere stata sul posto. Near parve non accorgersene, oppure la stava bellamente ignorando. L'agente lo guardava tra il preoccupata e l'intimorita.
« C'era.. solo cenere. Ho trovato questo. »
La donna si avvicinò al tavolo di fronte a Near, posandoci sopra con un rumore cristallino il suo rosario, e senza dire parola scomparì dietro la porta. Le fitte allo stomaco di Near si facevano sempre più violente, sempre più impossibili da sopportare: Non poteva reggere quella vista, continuava a guardare quel rosario bruciacchiato e annerito sul tavolo, gli sembrava così fuori luogo lì sopra, continuava a fissarlo, come ad allontanarlo da sè. Perchè era stato così stupido?!


And then I lie all by myself, I see your face, I hear your voice
My heart stays faithful
And time has come and time has passed, if it's good, it's got to last
It feels so right

Avremmo potuto essere primi insieme.

Il ragazzo si alzò di scatto dal suo posto, e con tutta la forza che aveva in corpo fece scivolare violentemente la piccola mano sul tavolo, scagliando il rosario di Mello dall'altra parte della stanza. Sei un debole: Questo gli ripeteva la sua mente, fino allo spasmo.
Non esiste un modo per placare il dolore in certi casi.


You disappear.


**
Near era ancora in piedi, a testa bassa stringeva tra i pugni l'orlo del suo pigiama, quando qualcosa gli fece spalancare le palpebre.
« Ci si rivede, Near. »
Quella voce. La sua voce.
Allora stava davvero diventando matto. Lui era morto, morto, morto!
Decise di preservare la sua restante sanità mentale strizzando gli occhi e cercando di ignorare l'apparizione con cui la sua mente confusa voleva portarlo alla pazzia.
« Near.. » Non pronunciare il mio nome... ti prego... « Vattene. Tu sei morto. » Disse Near risoluto.
Stava davvero parlando da solo?

« Davvero, avrei dovuto esserlo. Ma in quel caso adesso non sarei quì, non credi anche tu?
»
Gli rispose stranamente paziente la voce, con uno strano tono difficile da definire, tra il canzonatorio e il consapevole.
Non era possibile. Non era più solo la sua voce, sentiva i suoi passi muoversi per la stanza, sentiva il suo odore, così stranamente familiare. Non poteva essere confuso fino a questo punto... voltò il viso da un lato, guardando alle sue spalle.
Appoggiato stancamente allo stipite della porta, con un braccio dietro la testa, c'era Mello. Il suo Mello. Forse un pò scarmigliato, impolverato e con gli abiti un pò bruciacchiati, ma era lui. E lo guardava. Non era solo un apparizione. Mello era vivo, ed era lì in quella stanza con lui.
Il più piccolo si voltò completamente, la bocca semiaperta e lo sguardo fisso. Ormai non pensava più, non realizzava, era quasi come un sogno, non gli importava che Mello sto stesse vedendo in quelle condizioni.
« Mello... come... »
« Beh sai, ho acquistato destrezza a sfuggire alle esplosioni, e quella ragazza era fin troppo goffa per non accorgermi che stava combinando qualcosa, e così... »
Near si rivoltò verso il tavolo, mentre l'altro curiosava noncurante per la stanza.
« Ecco dov'era! l'hanno portato a te, eh?» Mello aveva trovato per terra il suo rosario, lanciato in un attimo di disperazione dal suo rivale. « Mh.. ma non credo che potrò continuare ad usarlo... »
L'altro strinse le mani che aveva poggiate al tavolo.
« Che cosa ti è passato per la mente? Cosa avevi in programma di concludere con il tuo stupido rapimento? Saresti morto per niente! »
Mello si voltò a guardarlo, sorpreso.
« E tu, invece? Saresti morto per una ragione, è così diverso? Sbaglio o chi non riesce a completare qualcosa, indipendentemente da tutto quello che ha fatto per giungere alla fine, è solo un perdente? Volevi fare la stessa fine di L, numero uno? » replicò.
« Tu sei... SEI UN IDIOTA MELLO! »
Il più piccolo sbattè violentemente il pugno sul tavolo, e rimase così, chino, ansante, con la frangia che gli copriva parte del viso e le braccia appoggiate al tavolo. Aveva perso il controllo.
« Il quaderno era un falso! Lasciando scrivere il mio nome su quel quaderno non sarebbe accaduto nulla, capisci?! Quando imparerai a non agire più in questo modo? Saresti morto per uno stupido errore! »

Mello era rimasto scioccato da questa rivelazione, adesso tutto acquistava più senso... ma non ebbe il tempo di rifletterci troppo sopra.
Una lacrima sgorgò dagli occhi di Near, scorrendo a metà per la guancia candida per poi cadere sul pavimento. Il suo dolore, la sua rabbia, non potevano più rimanere dentro di lui. Si vergognava terribilmente, ma ormai non gli importava più. Il biondo era rimasto profondamente colpito: Non aveva mai visto Near piangere, arrabbiarsi, esprimere i suoi sentimenti in un modo così... umano.
Lo afferrò per un braccio, costringendolo ad alzare il volto, anche se l'altro continuava a tenerlo dal lato opposto. Il suo rivale, sul quale aveva riversato tutto il suo odio fin dalla più tenera infanzia, adesso era lì, le guance rosse per il pianto, piangeva per lui.
Dal suo canto il più piccolo non riusciva a focalizzare su quello che stava succendendo, sentiva gli occhi bruciargli e le lacrime salire senza fermarsi.
Mello lo strattonò più forte, facendo uscire un altra lacrima dagli occhi dell'altro. E per un secondo che sembrò un eternità, il secondo più intenso e significativo della vita di entrambi, si guardarono negli occhi.
Cosa mi sta succedendo?
Nessuno dei due lo sapeva, nessuno dei due capiva cos'era quella sensazione di vuoto allo stomaco, perchè il cuore aveva accellerato i battiti. Quasi senza accorgersene le loro labbra si toccarono. E non ci fù altro da dire, da spiegare, da pensare.
Entrambi si abbandonarono per la prima volta a quelle emozioni mai provate, senza alcuna paura, e presto i vestiti non servirono più.




« Me-Mello... ti amo. »
« Ti amo anch'io, Near. »















Ringrazio di cuore a chi ha recensito, troppo buone <3!











  
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