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Autore: e l l i e    24/07/2010    1 recensioni
E così bello e allo stesso tempo strano sentirlo così da vicino, così intensamente. Mi sembra di essere tornato piccolo, quando lui mi copriva di notte quando avevo freddo o quando mi accarezzava il visose notava che avevo gli occhi velati per la tristezza, si prendeva cura di me senza farlo vedere a nessuno. Riesco in un altro sospiro di liberazione concentrato sulla bianca toga e una carezza passa tra i miei capelli, la sua mano è gentile il suo tocco morbido, non era mai stato così prima d'ora. Finalmente sono tra le sue braccia, non credevo che un giorno sarebbe mai successo. Una goccia mi brucia il viso scivolando sulla spalla di Sanzo. Ma dopo 4O anni lui non c'era più
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono già passati così tanti anni. Ma per me questo è impercettibile, il tempo per me non ha significato. Umanamente dimostro quasi 24 anni ma nella mia vera natura sono centinaia ormai che vivo quasi inutilmente su questa misera terra e all'incirca 4O da quando io e lui ci siamo separati. Era ormai da un po' che avevo deciso di rivedere il sole, il mio sole. Mi incammino verso il tempio buddhista dove lui dimora e svolge il suo compito da monaco. Indugiai appena vidi quell'immensa struttura fronteggiata da statue e simboli rappresentanti i vari dei. Ho sempre creduto che la vita religiosa non fosse per niente da lui, troppo bello e giovane per concedersi solo a un dio, troppo irrequieto testardo per entrare nelle sue grazie. Avanzai con timore tra gli alberi di pesco in fiore che componevano il viale d'entrata. Questo posto non è cambiato per niente è esattamente come mi ricordavo quando da bambino mi arrampicavo sui rami più alti a mangiare furtivamente qualche frutto con i monaci che mi sgridavano costantemente. Ma non era mia intenzione farli arrabbiare, volevo solo giocare un po' e combinare qualche marachella, sentirmi "normale" come tutti gli altri bambini. Ma ovviamente, già il mio isolamento dalla vita del villaggio era un palese segno della mia anormalità. Lui era stato l'unico a prendermi con se, era il mio sole, la cosa più luminosa che avessi mai visto e le catene che tenevo ai polsi non pesavano più così tanto. Era stato, il mio papà, la mia mamma, il mio fratello maggiore, il mio maestro e tutte le figure che compaiono nell'infanzia di ognuno. Alla fine della straducola vi erano tre monaci con la tipica toga arancio intenti a raccogliere i frutti maturi dellorto all'interno dell'enorme giardino che circondava il tempio. Si fermarono dalla loro mansione appena mi videro, per un momento ebbi paura che mi avessero riconosciuto anche se non sono più il ragazzino che vedevano scorrazzare insieme al loro superiore. Mi impietrì anche io non appena sentì i loro occhi su di me. Dopo poco mi sorrisero gentilmente accogliendomi in maniera festosa.

-Salve figliolo, ha forse bisogno di qualche cosa?- proferì il primo.

Non hanno capito chi sono e ora che li osservo bene non sembrano nemmeno gli stessi monaci che ero abituato a vedere anni fa.

-N-no, io veramente...- deglutì violentemente facendomi forza, coraggio Goku - veramente io cercavo Genjo Sanzo biascicai.

-Ma certo seguimi ragazzo- mi disse carinamente portandosi una mano al petto e porgendone una al vento a indicarmi la direzione. Probabilmente non hanno ancora avvertito la mia vera natura e il fatto di aver coperto con un paio di occhiali i miei occhi d'orati non era d'aiuto ai monaci. In tutto questo tempo i capelli mi sono cresciuti parecchio, li tengo raccolti in un codino come quando vivevo qui e la frangia è lunga a sufficienza per nascondere abbaztanza bene la tiara che porto come dispositivo di controllo. Lo seguì senza indugio. L'uomo mi accompagnò in uno studio poveramente arredato con solo una scrivania al centro e qualche piccola libreria alle pareti.

-Sommo Sanzo avete visite- disse prima di chiudere la porta alle sue spalle. Scese un pesante silenzio nella saletta e ogni secondo che passava diveniva sempre più insopportabile.

-S-Sanzo...- balbettai. Aspettai un attimo in attesa di una qualsiasi risposta da parte dell'uomo che sedeva comodamente sulla sedia dietro alla scrivania. Non potevo vedere il suo viso dato che mi voltava le spalle con non chalance facendosi piccolo in quella poltroncina di pelle. Mi guardai intorno nervosamente facendo qualche passo in avanti per avvicinarmi a quell'individuo.

-Ti sei fatto grande...- quella voce l'avrei riconosciuta ovunque, calda e suadente come allora. Sorrisi inarcando le guence esattamente come il ragazzino che Sanzo era abituato a picchiare e a cui diceva sempre -...stupida scimmia- come non detto. Non potevo sbagliare era davvero lui.

-Hahahaha, non ci sono dubbi non sei cambiato per niente in questi anni- dissi ridendo. Mi mancavano quelle parole di poca cortesia pronunciate da lui, la sua voce era sempre la stessa di parecchi anni fa, calda allora stesso tempo finemente dolce, con qul tono di superbia che Sanzo ostentava ogni volta. In tutto il tempo passato accanto a lui avevo imparato a conoscerlo bene, dal tronde era stato, mio padre, mia madre, mio fratello maggiore e il mio migliore amico. gli si girò facendo rotare la poltrona mettendo i gomiti sulla scrivania in modo da incrociare le dita come una piccola ragnatela e portarsele sotto il mento. La vecchiaia si è messa parecchio in evidenza sul suo viso, ma ai miei occhi rimane comunque bellissimo, ed essa non ha potuto trasformare quella luce viola che brillava attorno alle sue iridi e richiamava il biondo d'orato dei suo capelli portati lunghi fino all spalle. Come obbligatorio portava la veste da monaco Sanzo e il sacro sutra accuratamente posato sulle spalle. Infondo ci somigliamo anche in questo. Siamo in maniera diversa immortali. Io non invecchio negli anni perchè sono un demone e il mio aspetto muta in modo quasi insignificante, mentre tu, umano, rimani comunque conforme nel tuo splendore e non diventi anziano ma sempre più maturo. Mi avvicino timidamente sedendomi su una delle seggiole poste davanti al tavolo da studio di fronte a lui. Prendo a giocare nervosamente con le dita cercando di non incontrare il suo sguardo attento e severo, ma dannatamente affascinante.

-tz...- apre un cassetto e comincia a rovistare all'interno di esso estraendo un pacchetto di sigarette e portandose una alla bocca accendendola e facendone un primo tiro. Avrei voluto tante volte essere quella sigaretta, poter assaporare per poco il tocco delle sue labbra, fargli compagnia solo come quell'oggetto così nocivo poteva fargliene. Provare cosa significa girovagare liberi all'interno della sua bocca per poi essere espulso con irruenza al di fuori di essa come quell'invitante fumo che gli dava un odore che io amavo. Deglutì violentemente, che diavolo di strani pensieri stavo facendo?! Ricominciai a dare segni di agitazione quando presi il bordo della mia camicia nera spiegazzandolo per bene facendolo gira e rigirare. Sanzo aggrottò le sopracciglia urlando:

-Smettila scimmia mi dai sui nervi!-

-Sc-scusami- mormorai, nonostante tutti questi anni ogni suo burbero ordine mi dava ancora i brivi e obbidì istintivamente.

-Allora...- cominciò lui - perchè sei venuto qui?-

-Bè ecco, volevo solo rivederti, avere tue notizie, dopo che abbiamo ucciso Gyumaoh...- stringo i pugni attorno alla stoffa dei jeans. E' doloroso ricordare la sua espressione triste ma severa, le sue parole... - mi dissi che non potevo stare più con te, di farmi una vita da solo, che ormai la nostra missione era compiuta, che non avevi più bisgno di me e viceversa e non abbiamo più saputo nulla, io non ho più saputo nulla, sei sparito così...e...immaginavo potessi essere qui e quindi...-

-Tsk, idiota di una scimmia...- esclamò lui richiamando la mia attenzione sorpresa. Gli occhi mi diventarono velocemente lucidi e si perdevano nei suoi abbelliti dalle lunghe ciglia color grano. Una parte di me si aspettava questa reazione da parte sua, ma un'altra si aggrappava disperatamente alla speranza che magari Sanzo potesse capire la sofferenza che ho provato nel vederlo abbandonarmi così e sparire dietro ai corpi di mille demoni martoriati. Sì alzò con un poco di fatica dalla poltrona per poi venirmi di fronte e poggiarmi la mano sulla testa. "Q-questa scena l'ho già vissuta" pensai tra me e me. Un brivido mi percosse la schiena, mi sentivo spaesato e confuso, ma allo stesso tempo, felice. Mi ricordo l'ultima volta che lui mi diede un gesto d'affetto come questo, fu dopo avere affrontato Homura, quando mi sentivo l'essere più insignificante e insicuro dell'intero universo. E solo il tocco delle sue dita tra i capelli ha saputo dirmi tutto ciò che Sanzo non avrebbe mai espresso a parole, forse per orgoglio o come credo io per paura.

-Sei cresciuto fisicamente ma sei rimasto comunque indietro con il cervello Goku...- pronunciò superbamente. Che cosa? Io sarei rimasto indietro? Sono abituato ai modi di fare burberi e caparbi di Sanzo, ma questa proprio non riesco a spiegarmela! Prima mi insulta e mi caccia, poi si dimostra dolce e infine dice che sono io a non capire? In questi situazioni mi da solo sui nervi, perchè non si spiega una buona volta invece di farmi le solite morali da bonzo.

-C-che cosa significa eh!?!? Non sono stupido, sei tu che non riesci mai a spiegarti come si deve!- gonfiai le giance incrociando le braccia come un bimbo offeso, tutto ciò mi faceva venire alla mente quando ero davvero solo una piccola scimmietta e mettevo il muso ogni qual volta che Sanzo mi sgridava o non accontentava un mio capriccio. Forse ha ragione in fondo sono rimasto ancora un bambino.

-Significa che non a tutto si deve una motivazione, che non tutto viene fatto finemente a rigor di logica....Goku- disse lui -ti ho lasciato da solo perchè era giusto così, l'unico motivo per cui noi quattro eravamo assieme era solo sconfiggere Gyumaoh e riportare la pace nella continua lotta tra demoni e essere umani. Non eravamo un gruppo come tu penso abbia creduto, quando la nostra missione era stata conclusa ognuno doveva intraprendere la propria strada, compreso tu, era ora che imparassi a cavartela da solo senza più avere bisogno costantemente della mia presenza- concluse Sanzo. Ora i miei occhi si stavano definitivamente riempiendo di lacrime che non ebbi più la forza di trattenere.

-Nessuno te lo ho chiesto- mormorai stringendo i pugni. Se ne è andato, per il mio bene? Il bimbo capriccioso che si dimora dentro la mia testa gli urlerebbe contro che diavolo pensava di fare. Lasciarmi solo così, quando entrambi sappiamo ci si spezzerebbe il cuore mantenerci lontani per tutto questo tempo, 4O anni. Forse penso ancora come un ragazzino, penso ancora di essere un ragazzino e questo mi porta a un persistente desiderio di averlo nella mia vita, non come madre, non come padre ne come fratello, ma qualcosa di più, molto di più come era sempre stato per me. In questi anni il mio cuore doleva molto, insopportabilmente, ma non si è mai spezzato, nella futile speranza di poter confessare tutto ciò che Sanzo è per me, proprio a lui, la cosa più bella che ho avuto grazie all'ocurità che mi ha punito per essere nato. Mi alzo si sobbalzo togliendomi la sua mano dalla testa e facendomi coraggio comincio a sputare fuori come un vomito di parole, quello che ho sempre voluto dirgli.

-Come puoi dire una cosa simile?- urlo portandomi due dita alle tempie - pensavo che almeno un minimo ci tenessi a me a quel qualsiasi cosa sono per te a quel qualsiasi cosa è il nostro noi.- le lacrime continuano a scendere senza poterle arrestare. Gli occhi mi bruciano come mai prima. Non ho mai avuto paura di niente, ho affrontato Dei, demoni ed esseri sanguinari ed ora realizzo davvero che la cosa che mi terrorizzava maggiormente era, perdere Sanzo. Nemmeno la polvere dei cadaveri bruciava così tanto gli occhi.

-Per me sei molto importante, e non l'hai mai capito, sei molto più di una stupida missione o un semplice compagno di viaggo Sanzo! Perchè ti riesce così difficile mostrare un qual si voglia sentimento eh?! Perchè Sanzo?!! Eppure ho sempre cercato di farti vedere il mio affetto nei tuoi confronti sperando di essere ricambiato un giorno, anche se quel giorno non fosse mai arrivato io non avrei mai smesso di credere nel mio sentimento e non sai quanta forza ho accumulato per dirti tutto questo, nonostante abbia la potenza di uccidere anche il più forte dei nemici, non sono riuscito a dirti quello che provo. E ora mi sento davvero un idiota totale-

Gli volto le spalle, tentando di asciugarmi il viso più velocemente possibile rendendomi davvero conto di quanto mi sia mostrato debole a e stupido in questo momento. Ma ormai il gioco è fatto e non posso più tirarmi indietro. Mi porto una mano al petto per sentire se il mio cuore batte ancora e sembrerebbe di sì anche se in maniera minima. Rimango immobile non cercando il più piccolo tentativo di muovere un muscolo affinando l'udito all'inseguire un fiebile suono che poteva somigliare a una parole fuoriuscita da quella bellissima bocca rosea e carnosa. Improvvisamente mi sentì cingere il corpo da dietro avvolgendomi in un abbraccio. Sbarrai gli occhi sorpreso, mi sta...abbracciando. Ascoltavo il suo respiro tiepido diffondermi nelle orecchie mentre si pronunciava in una spiegazione che per troppo anni attesi. Dischiuse le labbra sulla mia guancia aggrappandosi alle mie spalle e girandomi per trovarmi faccia a faccia con lui e immergermi in quei riflessi lilla che i suoi occhi assumevano.

-Anche tu sei sempre stato più di un compagno...Goku. Ma vedi ragazzino, molte cose non si posso far vedere, non si postrono mostrare a questo mondo pieno di pregiudizi e incoscenza con esseri in cui l'orgoglio spadroneggia nel cuore e nell'animo. Devi riuscire ad apparire solo agli occhi di te stesso raccontandoti di non lasciare trasparire nulla a chi ti circonda, per questo non ho mai dimostrato quanto tenessi a te, non come oggetto per la riuscita della nostra missione ma come un moccioso a cui tengo davvero molto e mi dispiace dirtelo solo ora piccolo, pf, ma ormai non sei più un bambino.- la sua voce tremava leggermente e le sue mani seguivano l'andamento di essa, sembrava una piccola foglia scossa dal vento, le situazioni si sono invertita. Sentì una strana sensazione allo stomaco che mi serpeggiò nel resto del corpo. E' calda e anche piacevole se pur molto forte, gioca con il mio cuore non sapendo come utilizzarlo, che cos'è questa cosa che mi fa avere palpitazioni, forse è solo...gioia. Sanzo non mi aveva mai detto cose simili e fin da bimbino qualcosa dentro di me mi aveva sempre sussurrato che in fondo lui mi voleva bene ma con l'andare degli anni quel sussurro si fievoliva sempre di più e la convinzione del contrario prese il sopravvento, fino ad oggi. Ora altre lacrime scendevano e mi laceravano dolcemente il viso, ma questa volta erano di felicità, di soffisfazione, d'amore. Non sapevo cosa adesso il mio bellissimo monaco s'aspettava ma decisi di non ascoltare più la paura o la ragione ma semplicemente quell'oggetto che ora mi batteva all'impazzata nel torace. Strinsi i pugni attorno al colletto della camicia nera come per prendere tutta la forza che il mio corpo potesse ancora trasmettermi, mi girai più velocemente che potevo correndogli incontro e affondando il viso nella sua toga color perla. Quel profumo di incenso misto a tabacco, quel profumo di buono che mi mancò sopra ogni cosa, lo aspirai a pieni polmoni cercando di catturarne ogni essenza, ogni piccola sfumatura. E' così soffice, così morbida emana quel buono che raramente apparteneva a Sanzo e ora è mio, unicamente mio, come è sempre stato e come sempre doveva essere, MIO. Mi strinsi a lui come a un padre ritrovato, mi persi in quell'abbraccio che da 5OO anni desideravo e che aspettai impaziente come un generale della sua battaglia, combattutto e voluto. E come un generale, per la prima volta piansi di gioia per avere vinto. Sanzo ricambiò poggiando le mani sulla mia schiena e premendomi forte contro il suo petto dove attraverso la regale stoffa potevo perfcepire il suo cuore accarezzarmi la guancia dolcemente. E' così bello e allo stesso tempo strano sentirlo così da vicino, così intensamente. Mi sembra di essere tornato piccolo, quando lui mi copriva di notte quando avevo freddo o quando mi accarezzava il visose notava che avevo gli occhi velati per la tristezza, si prendeva cura di me senza farlo vedere a nessuno. Riesco in un altro sospiro di liberazione concentrato sulla bianca toga e una carezza passa tra i miei capelli, la sua mano è gentile il suo tocco morbido, non era mai stato così prima d'ora. Finalmente sono tra le sue braccia, non credevo che un giorno sarebbe mai successo. Una goccia mi brucia il viso scivolando sulla spalla di Sanzo

-Grazie- gli sussurro -non voglio che tu te ne vada più-

-pf- sorrido tra me e me, mi aspettavo una risposta simile da Sanzo. Appoggia stancamente la guancia sulla mia testa e sospira fiebilmente un "Mai" che è bastato a farmi sussultare l'anima e il cuore.

Ma...mi hai mentito. Il buon monaco che incontrai davanti al tempio subito dopo avermi detto di seguirlo, mi portò in un giardino ricolmo anch'esso di alberi di pesco come quello principale. Ogni più piccolo bocciolo è in fiore specialmente in un punto che attira immediatamente la mia attenzione. Mi avvicinai non badando troppo al bonzo che proseguì da solo convinto che gli stessi a ruota. Attorno ai fiori dalle striature d'arcobaleno giaceva una pietra con delle incisioni e presto capì che era una lapide. Mi chinai aggrottando le sopracciglia confuso, è come se quella tomba richiamasse a se la natura e la facesse nascere nella sua bellezza. Sempre più incuriosito lessi a chi era dedicato quel giaciglio, doveva essere davvero una bella persona, mi dissi, se pensare che persino i fiori si posano da soli su di essa. Leggo attentamente il nome scritto sulla piedra. Sgrano gli occhi e il cuore sussulta fino a quasi fermarsi, il respiro diminuisce radicalmente come se il mio corpo non riuscisse di propria volontà a incanalare ossigeno. Mi porto una mano al petto dolente stringendo le unghie sulla carne di esso, con l'altra mi copro istintivamente la bocca la quale comincia a essere marchiata da una moltitudine di lacrime. Poso le dita visibilmente tremanti sull'incavatura del nome facendole scorrere lungo il freddo bordo. Con gli occhi ofuscati riesco a leggere

"In memoria del sommo Genjio Sanzo Hoshi che ha riportato la pace tra celeste e demoniaco del quale ne era padrone".

Strngo forte i denti per alleviare il dolore che ancora fa impazzire la mia mente e il mio cuore, la rabbia e il rancore prendono il sopravvento nell'infantile convinzione che Sanzo potesse essere simile a me e vivere fino ad avvicinarsi all'eterno, il pensiero di una cosa simile non mi aveva mai sfiorato. Ero venuto in questo posto culla dei miei ricordi per dirti quanto t'amassi e ora posso solo fissare il tuo nome, bello come lo eri te. Avrei voluto perdermi in quel tuo abbraccio tanto desiderato e nella mia fantasia realizzato. Il mio cuore si strazia rimembrando che ho solo immaginato tutto, ma posso ancora stare con te. La mia anima duole ma si spezza in questa pena d'amore. Mi sporgo in avanti abbracciando quel blocco di pietra inanimato come se fosse il tuo corpo caldo e profumato. Una goccia mi sfiora il viso, comincia a piovere. Alzo lo sguardo al cielo come quella volta in cui inconsciamente mi dissi di amarmi. Addio Sanzo.

   
 
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