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Autore: iosnio90    25/07/2010    6 recensioni
Questa è la terza parte della mia serie: il linguaggio della resa. Dopo tutti gli avvenimenti del Labirinto, quando tutto sembrava andare per il meglio, ecco che la magia sembra avere la meglio e Samuel e Samia rapiscono Bonnie lasciando Damon da solo. Cosa succederà? Per scoprirlo dovrete leggere, ma per chi non lo avesse ancora fatto, vi consiglio di leggere prima le prime due parti di questa serie altrimenti non si capisce nulla. Ovviamente è una Damon/Bonnie! BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
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Prologo

Buio.
Era tutto ciò che Bonnie riusciva a vedere: un unico, sconfinato, immenso buio.
Si sentiva leggera, in balia di ciò che succedeva intorno a lei, in balia del buio.
Era come se non fosse lei a governare il suo corpo, ma come se questo fosse spinto da una corrente invisibile, come se galleggiasse.
Bonnie stava galleggiando nel buio.
Non riusciva a parlare, non riusciva a pensare, non riusciva a muoversi: si sentiva persa e completamente sola.
Dov’era? E Damon? Cosa gli era successo?
L’ultima volta che Bonnie lo aveva visto era rinchiuso in una gabbia mortale da cui non poteva uscire e in cui non poteva muoversi senza correre il rischio di morire.
Era morto? Era davvero morto?
No, non poteva essere! Se Damon fosse morto Bonnie lo avrebbe sentito. Ma adesso stava galleggiando in quel mare oscuro e non riusciva neppure a sentire se stessa, come poteva pretendere di sentire lui?
Bonnie era stanca, voleva solo lasciarsi andare, ma quando era sul punto di farlo, qualcosa glielo impedì.
Una luce, una luce stava rischiarando quel buio.
Bonnie aprì gli occhi, molto lentamente, e solo allora capì che il buio dove era confinata fino a poco prima era il buio dell’incoscienza nella quale era sprofondata mentre era ancora nel Labirinto.
Quando mise a fuoco ciò che la circondava, si rese conto di essere in un luogo sconosciuto e fin troppo luminoso.
Era distesa su un letto enorme, a baldacchino, e dai lati svolazzavano tranquille delle tendine rosa pallido che a sprazzi le facevano vedere piccole parti della stanza in cui si trovava.
L’unica cosa che Bonnie capì fu che quella stanza doveva essere enorme e molto lussuosa.
Dov’era finita?
Cercò di muoversi per potersi alzare e potersi guardare intorno, ma ogni tentativo fu inutile: Bonnie era legata al letto mani e piedi da delle catene di ferro e aveva una spessa cintura di cuoio a bloccarle il corpo all’altezza dello stomaco.
Bonnie venne presa dal panico.
All’improvviso scorse due sagome che si avvicinavano.
Avanzavano lentamente, senza fretta.
Bonnie aveva paura.
Poi, finalmente, una delle due figure alzò una delle tendine, quella alla destra di Bonnie, e fu allora che li vide e li riconobbe: erano i due stregoni che l’avevano presa, i Consiglieri, come si erano presentati e come li chiamava Ted, l’uomo e la donna, Samuel e Samia.
Samuel, che teneva la tendina alzata con un braccio, la lasciò lentamente cadere e, insieme alla sorella, entrò in quella specie di bozzolo privato in cui Bonnie era tenuta prigioniera.
Si sedettero ai lati dell’enorme letto: Samuel a destra, Samia a sinistra.
“Vedo che ti sei svegliata?” - disse la donna.
Bonnie aveva le lacrime agli occhi.
“Cosa volete da me? Cosa avete fatto a Damon?” - chiese con voce spezzata.
“Cosa vogliamo da te? Non ha importanza! Cosa abbiamo fatto al vampiro? Nulla, ma questo è ancora meno importante!” - rispose Samuel.
Damon era vivo, se loro non gli avevano fatto nulla significava che era vivo e che l’avrebbe salvata.
“Qualsiasi cosa vogliate non la otterrete perché io non ho intenzione di assecondarvi e perché Damon verrà a salvarmi” - Bonnie sentiva accendersi dentro di lei il fuoco della speranza.
“Oh, cara! Io non ci giurerei!” - rispose Samuel accarezzandole la fronte.
Bonnie girò il viso per sottrarsi a quel contatto, ma subito il tocco di Samuel da dolce divenne crudele e Bonnie si sentì afferrare per il mento e venne costretta a rincontrare di nuovo gli occhi dell’uomo.
“Adesso dì addio alla vita come la conosci, dì addio a tutti i tuoi ricordi, a tutti i tuoi amici, dì addio a Damon perché quando ti risveglierai non sarai più tu!” - le disse con una voce tanto bassa e tranquilla da mettere i brividi.
Stava succedendo qualcosa, Bonnie lo sentiva e non riusciva ad opporsi.
Samuel le aveva afferrato la mano destra e Samia la mano sinistra.
I due Consiglieri si guardavano negli occhi, pronunciavano frasi strane, senza senso, in una lingua che Bonnie non conosceva ma che le risultava familiare.
Si sentiva in preda all’ansia, ma sempre più debole.
Intorno a lei l’aria divenne elettrica.
Bonnie sentiva una strana pressione pesarle sulle mani.
Quando abbassò il mento vide che nel punto in cui Samuel e Samia le tenevano le mani si erano formate come una specie di enormi bolle nere che la avvolgevano fino al polso.
Bonnie non sapeva cosa fare.
Ad un tratto ci fu una piccola e improvvisa esplosione di luce e Bonnie sentì la pressione aumentare e diffondersi: adesso il suo corpo era totalmente ricoperto da una sorta di patina nera.
Bonnie non riusciva più a muovere neppure un muscolo.
< Dì addio alla vita come la conosci >, aveva detto così Samuel, ma cosa significava? Che stavano per ucciderla? E’ così che sarebbe morta? Schiacciata da una pellicola nera?
Bonnie non riusciva ad accettarlo e nel frattempo il canto dei due stregoni continuava inesorabile.
La pressione divenne insostenibile, ma se Bonnie fino a quel momento aveva creduto che era quella la cosa peggiore, presto si accorse che si era completamente sbagliata.
Ad un tratto una stana sfera rossa si creò nello spazio tra Samuel e Samia, sulla testa di Bonnie.
La sfera galleggiò in aria per ancora qualche minuto, poi Bonnie la vide piombare sulla sua fronte e, nel momento dell’impatto, sentì un dolore atroce e penetrante.
Era come se nella sua testa fosse scoppiato un incendio che via via si diffondeva togliendo aria ai suoi ricordi che non riuscivano più a resistere e che indietreggiavano verso un angolo buio e remoto della mente di Bonnie nel disperato tentativo di salvarsi, ma senza successo.
Bonnie aveva l’impressione di vederli: il fuoco che avanzava, i ricordi che si accatastavano gli uni sugli altri creando una confusione orribile nella memoria di Bonnie, fino a che non cedettero, il fuoco li avvolse, il dolore crebbe, il fuoco si trasformò, si solidificò, divenne una specie di muro incandescente dietro cui erano confinati i suoi ricordi e poi con un ultimo colpo decisivo, che portò Bonnie all’apice della sofferenza, un’ultima fiamma solitaria, ma più forte dell’intero incendio, si scagliò su quel muro e vi appose il suo marchio.
Bonnie non era più Bonnie.

“Cosa è successo?” - chiese Samia a Samuel una volta che l’incantesimo venne concluso.
“Guarda!” - fu la risposta di Samuel.
Samia vide la patina nera, che si era formata intono alla ragazza, ritirarsi pian piano e scomparire, ma la cosa che più la colpì fu lo strano simbolo rosso che era apparso sulla fronte della strega e che stava scomparendo, come se la mente di Bonnie lo stesse riassorbendo.
Ma Samia riuscì s vederlo bene prima che scomparisse: era un cerchio di un rosso leggermente stinto, al suo interno vi era un altro cerchio più piccolo legato a quello esterno da piccoli raggi, insieme formavano una specie di cornice per il disegno che intrappolavano cioè una specie di serratura, la toppa di una chiave, ma era girata al contrario.
“Cos’è?” - chiese al fratello.
“Il Sigillo! Quello che tiene sotto chiave i suoi ricordi, la sua vita, tutto!” - rispose Samuel con un sorriso compiaciuto.
“E la chiave?” - chiese Samia.
“Quale chiave?” - chiese a sua volta Samuel.
“Il disegno del Sigillo è una serratura! Quindi ci sarà una chiave! Dov’è?” - chiarì Samia.
“Oh, ti riferisci a quella chiave! Non è materiale, non è una chiave vera e propria, è più una sorta di RICORDO-CHIAVE, insomma se la strega riesce a ripescare dal luogo in cui sono confinate tutte le sue memorie quel preciso ricordo, allora il Sigillo si spezza!” - spiegò Samuel.
“E cosa facciamo se dovesse accadere?” - chiese Samia preoccupata.
“Non accadrà! Non è mai accaduto e poi noi la terremo sotto stretta osservazione! Adesso dobbiamo darle una nuova vita, ricordi? Il lavoro non è finito!” - disse Samuel e poi allungò una mano fino a prendere quella della sorella.
Samuel si chinò sulla strega, le sussurrò qualcosa all’orecchio e dopo pochi istanti la ragazza spalancò gli occhi.
Samuel, con un gesto della testa, la liberò da tutte le catene e lei si mise a sedere all’istante come se fosse un automa.
Samia capì che quello era il momento del secondo incantesimo.
Samuel si mise in una tasca la mano libera e ne tirò fuori una piccola sfera bianca contenente nient’altro che una delicata nebbiolina verde: quella era la sfera con i nuovi e falsi ricordi della strega che Samuel aveva preparato e che adesso dovevano mettere nella mente della ragazza.
Samia guardò i fratello, guardò la strega, guardò la sfera e poi annuì.
Samuel lanciò in aria la sfera che cominciò a galleggiare sulle loro mani unite.
Pronunciare l’incantesimo fu facile, era come se le parole venissero fuori da sole.
Poi una tenue luce dorata avvolse tutto, Samuel e Samia portarono le loro mani sulla testa della ragazza e la sfera li seguì.
Con delicatezza, Samia lasciò la mani di Samuel e la sfera scese piano sulla strega, che più che una persona era una involucro vuoto che aspettava di essere riempito.
Il vetro della sfera sembrò dissolversi nel nulla a contatto con la fronte di Bonnie e la nebbia verde le avvolse la testa fino a scomparire al suo interno.
Bonnie chiuse gli occhi e ricadde sul letto.
Era fatta, adesso dovevano solo aspettare e vedere se era andato tutto bene.
“E’ tutto pronto per quanto si sveglierà?” - chiese Samia.
“Certo! Il resto del Consiglio sa bene cosa le abbiamo fatto e mi sono premurato di inserire nella sua falsa vita due amiche del cuore nonché coinquiline!” - disse Samuel.
“Cioè?” - chiese Samia.
“Non mi è sembrata una buona idea lasciarla da sola così ho convocato due giovani streghe di enorme talento, Maddy Ross e Katie Price, ho raccontato loro tutta la storia di questa strega e ho detto loro del nostro piano, di Ted, del Labirinto, del Sigillo, tutto, e ho detto loro che avrei inserito loro due nella vita della strega e che avevano il ruolo di sue coinquiline e amiche nonché sorvegliati, ovviamente, ma questo Bonnie non lo saprà!” - spiegò Samuel.
“Capisco! E gli altri? Cosa diranno vedendola!” - chiese Samia pensando a tutte le persone che vivevano nella capitale del Regno magico, dove erano loro, e che non avevano mai visto Bonnie.
“Mi sono occupato anche di questo facendo diffondere un comunicato che reca scritta la stessa storia che Bonnie crederà di aver vissuto per davvero. Per tutti e per Bonnie stessa, lei sarà una giovane strega che è vissuta fino a poco tempo fa nella periferia, ai margini del Regno. Disgraziatamente a causa di un gruppo di vampiri la sua famiglia, ovviamente finta, è morta lasciandola sola, così lei ti ha scritto, Samia, raccontandoti la sua triste storia e tu hai voluto aiutarla accogliendola tra di noi, qui nella capitale!” - spiegò Samuel.
“Perfetto!” - disse Samia.
“Sì, perfetto! Anche perché con questa storia instillata nella mente lei non potrà fare altro che odiare sopra ogni cosa i vampiri!” - disse Samuel.
“Così siamo tranquilli nel caso in cui quel Damon dovesse provare a cercarla!” - continuò Samia.
“Esatto!” - fece Samuel.
Passò qualche altro minuto.
Loro restavano in religioso silenzio e la strega non accennava a muoversi.
All’improvviso, però, qualcosa cambiò.
Bonnie si mosse, si stava svegliando.
“Ci siamo!” - disse Samuel.
“Adesso scopriremo se è andato tutto per il meglio!” - continuò Samia.
Bonnie batté un paio di volte le palpebre, poi si soffermò con lo sguardo su di loro.
Non parlava e questo stava facendo preoccupare i due stregoni che si limitavano a guardarla sorridendole leggermente.
Poi Bonnie scosse la testa e si mise a sedere.
Guardò Samia, poi Samuel e poi di nuovo Samia.
Finalmente parlò.
“Samuel, Samia, dove sono?” - chiese.
Samia guardò Samuel e si sorrisero: aveva funzionato.
“Sei al sicuro, ora!” - rispose Samuel.
“Oh, quei vampiri, quei vampiri hanno ucciso la mia famiglia!” - disse cominciando a piangere.
“Lo sappiamo, ma ora sei con noi, al sicuro!” - la tranquillizzò Samuel.
Era tutto così perfetto che Samia faceva fatica a crederci.
“Samia, oh Samia, tu mi hai ascoltata, hai letto la mia lettera e mi stai aiutando, grazie!” - disse Bonnie abbracciando Samia.
Samuel si aprì in un sorriso che voleva dire soltanto una cosa: Ce l’abbiamo fatta!.
“Certo, certo, piccola! Non preoccuparti e smettila di piangere! Adesso vieni, per prima cosa devi mangiare e darti una bella pulita, poi faremo due chiacchiere e ti presenteremo al resto del Consiglio, mia cara!” - disse Samia alzandosi e facendo alzare Bonnie per poi prenderla per mano e guidarla verso l’uscita.
“Si, andiamo!” - disse Samuel affiancandole e prendendo l’altra mano di Bonnie.
“Grazie anche a te, Samuel!” - sussurrò Bonnie.
Samuel la guardò e sorrise: “Non preoccuparti! E benvenuta nella tua nuova vita!” - disse enfatizzando notevolmente la parola NUOVA.




NOTE:
Ciao a tutti e come promesso ecco il prologo della terza parte della mia storia.
Spero che vi sia piaciuto anche perchè ci ho lavorato un bel pò visto che non sapevo come spiegare dell'incantesimo e del sigilllo, comunque spero di essere stata abbastanza chiara, ma sono sicura che se non fosse così voi, mia adorate lettrici, me lo farete sapere, giusto?
Beh, penso che aggiornerò due volte a settimana o forse una sola volta, anche perchè ormai è estate e credo di meritare un pò di dovuto riposo dopo le fatiche dell'anno universitario e lavorativo.
E poi sono anche immersa nella stesura della scaletta per questa storia: diciamo che ho molte idee e sto solo cercando di capire l'ordine in cui devo inserirle nella storia.
Comunque a presto con il primo capitolo.
Recensite...recensite...recensite...BACIONI...IOSNIO90!


   
 
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