Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Segui la storia  |       
Autore: DadaOttantotto    25/07/2010    3 recensioni
Simon Quincey è morto, e fin qui niente di strano. Simon diventa un fantasma, incontra un Angelo che gli spiegherà come stanno le cose. Ha cinque giorni di tempo per sistemare le sue "questioni irrisolte", altrimenti... Ma quali saranno queste benedette questioni? Per scoprirlo, Simon dovrà rivedere la sua vita con occhi diversi, venendo a conoscenza di fatti che avrebbe preferito non sapere, ritrovando cose che credeva di aver perso...
Genere: Comico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'It's all about fangs, claws and ectoplasm'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A ghost named Simon cap 1
Capitolo 1

Me ne stavo lì e mi guardavo attorno, come se non fosse successo niente. Osservavo uomini agitati, donne urlanti e bambini piangenti.
Il proprietario della macchina che mi aveva investito era rimasto distante, le mani nei capelli e le gambe che tremavano. Provai un senso di insoddisfazione. Non che mi fossi aspettato il finimondo, ma mi sarebbe piaciuto che qualcuno gli avesse tirato anche solo un pugno. In fondo, era un assassino.
- Gran brutta fine - esclamò qualcuno al mio fianco.
Mi voltai verso la fonte di quel suono, sicuro di vedere un'altra di quelle persone che osservavano la scena.
Invece mi trovai davanti ad un uomo che teneva lo sguardo fisso su di me. Non sulla figura sdraiata in mezzo alla strada, ma su di me.
- Uno esce per comprare le sigarette, e poi...
- Mi scusi - chiesi - Sta parlando con me?
- E con chi, sennò? Con lo Spirito Santo? Senza offesa... - aggiunse poi, alzando la testa e guardando il cielo.
Era una situazione surreale. Non avevo nemmeno capito bene cosa fosse successo, e mi ritrovavo a chiacchierare con un tipo che, non solo mi era del tutto sconosciuto, ma riusciva a vedermi e sapeva cosa volevo fare.
- Quindi sono morto - azzardai.
- Morto, finito, kaputt... vedila un po' come vuoi, Simon.
Perfetto, sapeva anche il mio nome. Ma chi cavolo era?
- E lei.. è venuto per portarmi via?
L'uomo mi fissò serio, scuotendo la testa e posando le mani sui fianchi.
- Perchè mi scambiate sempre per un Angelo Traghettatore? Ho per caso la faccia di un tassista? Stammi bene a sentire, amico. Io sono un Angelo Giudice, sono qui per decidere dove devi andare.
- Dove devo andare?
Sospirò, lasciando cadere le braccia. Mi guardò come se gli avessi chiesto la cosa più stupida di questo mondo, mentre io continuavo a non capire.
- Ti giuro che non comprendo come Pietro possa averti definito una "promessa" - disse - Morto, fantasma, questioni irrisolte. Ti quadra?
Annuii. Che fossi deceduto mi sembrava abbastanza chiaro. Quello non mi riusciva di capire era il fatto delle "questioni irrisolte". Che io sapessi, non avevo niente da risolvere. Ero felicemente sposato, un ottimo lavoro, amici fantastici... tutto concluso.
- Bene. Adesso, hai cinque giorni per mettere a posto le cose. Se ci riuscirai, il tuo posto lassù sarà assicurato. Se invece fallissi... beh, in quel caso, buona fortuna.
- Come? Che vuol dire "buona fortuna"??
- Vuol dire che non vorrei essere nei tuoi panni. Se non riuscirai a fare tutto entro i cinque giorni a tua disposizione, farai la conoscenza dell'inquilino del piano di sotto. E, credimi, non è per niente una buona compagnia.
Si girò, incamminandosi. Per un momento mi prese il panico: l'unica persona con cui potevo parlare, (che mi vedeva, più che altro) se ne stava andando.
- Dove va? - feci, ansioso.
- A sedermi - replicò, rivolgendomi un sorrisetto sarcastico - Ho idea che sarà una cosa lunga... e comincia a darmi del tu, del resto passeremo parecchio tempo insieme. Il mio nome è Alex.
- Io sono...
- Simon Quincey, 36 anni, avvocato, sposato, niente figli. So tutto di te. Sei la mia missione, non potrebbe essere altrimenti.
- Oh - riuscii soltanto a mormorare.
Provai a ricapitolare: ero morto, rimasto intrappolato sulla Terra come fantasma, per colpa di queste benedette questioni da risolvere. Peccato che non avessi la minima idea di quali fossero.
Il mio interlocutore allungò una mano al taschino della camicia bianca che indossava e ne estrasse un pacchetto, che poi portò alla bocca.
- Gli Angeli fumano?
- Gli Angeli fanno un po' quello che vogliono - rispose Alex - E non venirmi a dire che fa male, tu sei il primo a non saper rinunciare alla nicotina.
- Veramente stavo per farti una domanda.
Sollevò nuovamente lo sguardo su di me, poi sciolse il codino in cui erano legati i suoi capelli biondi. Con un veloce movimento delle mani, li rimise al loro posto, sistemandosi una ciocca sfuggente dietro all'orecchio.
- Spara.
- Mi chiedevo... cosa dovrei fare esattamente?
- Santo cielo! - esclamò.
All'improvviso, un forte rumore tipo tuono riecheggiò prepotentemente. Io arretrai spaventato, mentre Alex non battè ciglio.
- Dicevo tanto per dire! - urlò, poi tornò a rivolgersi a me - Scusa, ma il Grande Capo è un tipo piuttosto permaloso... allora, come posso spiegarti in modo che tu capisca? Sei uno spettro, e fin qui ci siamo. La ragione per cui sei ancora sulla Terra è che, da qualche parte, hai ancora qualcosa da sistemare. E devi farlo entro cinque giorni. Altrimenti sarai destinato all'Inferno. Ora ci sei?
Sì, c'ero. Eccome se c'ero. Stavo impazzendo, era l'unica spiegazione. Angeli e fantasmi non esistono, mi ripetevo. Sei morto, morto e defunto, Simon. Oppure è tutto un sogno.
- Non mi credi, vero?
- Sì, certo che ti credo.
- Non è vero - disse l'Angelo - So riconoscere uno scettico quando lo vedo. Sai, all'inizio, nessuno si fida di noi. Alcuni, addirittura, rifiutano di credere di essere morti, benchè abbiano il proprio cadavere davanti agli occhi.
Si interruppe per tirare l'ennesima boccata ad una sigaretta ormai quasi spenta.
- Ora sei ad un bivio: se scegli di darmi retta, sono qui per aiutarti. In caso contrario, ti saluto. Non sei il solo a cui devo badare.
Dovevo prendere una decisione, in fretta. Prestar fede alle parole di Alex o andarmene per i fatti miei? Accettare l'aiuto di un essere sovrannaturale, i cui intensi occhi verdi mi incutevano un po' di timore, o rifiutarlo e cercare di risolvere le mie questioni da solo?
- Allora? Cosa hai deciso di fare, Mr Quincey? - domandò impaziente.
Lo guardai, poi sospirai pesantemente.
- Quando si parte?

Rieccomi a rompervi le scatole! Ok, in questo capitolo viene introdotto il famoso Angelo... che dire, io lo adoro! So che, detto da me, non ha molto senso, visto che l'ho creato io... ma vabbè...
Passiamo alle recensioni al prologo:
Hayley_Gin91: che vuoi che ti dica, sono una che fa le cose alla rovescia!! :) Grazie della recensione e spero che anche questo capitolo ti piaccia!
e r a t o: eh sì, cara, il Prologo Compulsivo ha fatto di nuovo danni! Ormai lo sai, sono una sbrigativa... il protagonista, appena entrato in scena, muore subito e si leva dai piedi! E invece... vi tocca a sorbirbelo sotto forma di fantasma.... e l'Angelo? Ti piace? :)
Ringrazio questa due povere anime pie anche per aver inserito la storia tra le seguite!
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci8!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: DadaOttantotto