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Autore: Kyrie Eleison    25/07/2010    4 recensioni
[Adam Lambert/Kris Allen]
L’unica cosa di cui aveva bisogno era un cambiamento, un cambiamento radicale.
Si trascinò in cucina e si versò la quarta tazza di caffè, pensando che prima o poi Katy si sarebbe svegliata, gli avrebbe fatto gli auguri e avrebbe preteso da parte sua una felicità che non sapeva assolutamente dove trovare.
- Di cosa ti lamenti?- avrebbe detto Gordon Meeks –Hai vinto un’edizione di American Idol, sei sposato con una donna bellissima, hai pubblicato un album e hai migliaia di fan! Io sono solo un povero idraulico che nella vita non ha niente a parte qualche tubatura sgangherata, cosa dovrei dire? Inoltre stasera hai un concerto e devi essere carico più che mai! -
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE INIZIALI: Ebbene, con un mese e una settimana di ritardo, ecco la storia per il compleanno di Kris! *coro angelico*
Non so bene come mi sia uscita, premetto che non mi esalta poi così tanto, ma è la prima fanfiction che scrivo su Adam e Kris, per cui evito di lamentarmi troppo.
Dedicata ovviamanente alla mia Elf e a KiraV, in qualunque modo si chiami su EFP.
(Non) siate (assolutamente) clementi. (e criticate, perché il mio amore per il sadomaso è veramente esagerato)
Tanto ammmmmmore <3

Brand New Shoes

It’s just a moment of change

 

21 giugno 2010, ore 06:57

 

E’ sempre triste svegliarsi e pensare di non aver combinato nulla nella propria vita, ma a volte crogiolarsi nell’atuocommiserazione è un ottimo rimedio per passare l’alba dei propri venticinque anni.
Peccato che a volte gli altri non abbiano voglia di unirsi a noi e non riescano a trovare nessun motivo per compatirci.
- Ho venticinque anni. - commentò Kris afflitto, stringendo enfaticamente il cordless.
- E te ne lamenti? Io ne ho quarantasei! - rispose dall’altro capo del telefono la voce di un uomo sconosciuto, il cui nome doveva essere Gordon Meeks.
Fin da piccolo Kris aveva sempre sognato di chiamare la prima persona “interessante” trovata sull’elenco telefonico e quel giorno, alla veneranda età di venticinque anni, finalmente era riuscito a togliersi lo sfizio.
- E di cosa si occupa? -
- Riparo lavandini. -
A quanto pareva, Gordon non era un tipo loquace.
- Almeno lei ha uno scopo nella vita. - sospirò Kris, camminando avanti e indietro per il soggiorno.
- Certo: diventare il re delle tubature! Alla tua età io non avevo inciso un album, né sposato una donna bellissima e nemmeno vinto un’edizione di American Idol, caro mio! -
Il venticinquenne spalancò la bocca e la richiuse: doveva trattarsi di un sogno in cui la sua coscienza sottoforma di idraulico gli faceva la ramanzina.
- Scusi, ma lei come sa queste cose? -
- Tralasciando il fatto che non sei proprio l’ultimo degli sconosciuti, la figlia di mia sorella ha una colossale cotta per te e a Natale mi ha regalato il tuo CD e un biglietto d’auguri con la tua faccia stampata sopra. Mica male Red Guitar, tra l’altro. -
- Oh, grazie.- rispose Kris con poca convinzione –Ora temo di dover andare. E’ stata una splendida chiacchierata. Arrivederci. -
Attaccò il telefono e rimase a fissare l’ora segnata sul display. Probabilmente se avesse acceso il cellulare avrebbe trovato un consistente numero di messaggi di auguri, ma proprio non gli andava. Avrebbe potuto svegliare Katherine e festeggiare con lei, ma nemmeno di quello aveva voglia. Non voleva neppure telefonare ai suoi, al fratello o a qualche amico.
L’unica cosa di cui aveva bisogno era un cambiamento, un cambiamento radicale.
Si trascinò in cucina e si versò la quarta tazza di caffè, pensando che prima o poi Katy si sarebbe svegliata, gli avrebbe fatto gli auguri e avrebbe preteso da parte sua una felicità che non sapeva assolutamente dove trovare.
- Di cosa ti lamenti?- avrebbe detto Gordon Meeks –Hai vinto un’edizione di American Idol, sei sposato con una donna bellissima, hai pubblicato un album e hai migliaia di fan! Io sono solo un povero idraulico che nella vita non ha niente a parte qualche tubatura sgangherata, cosa dovrei dire? Inoltre stasera hai un concerto e devi essere carico più che mai! -
Kris sospirò e si diresse con passo un po’ più sicuro verso la camera da letto, dove la sua dolce consorte riposava ancora tranquillamente.
-Katy?- sussurrò con dolcezza, rendendosi conto che parte della passione che dai tempi del liceo nutriva per la donna si era affievolita così come decine di altri aspetti della sua vita erano mutati.
- Prendila adesso! - suggerì con enfasi Gordon, ammiccando malizioso con una chiave inglese in mano.
- Santo cielo, sono le sette di mattina! - ribatté il venticinquenne costernato.
- E allora? Un tempo l’avresti fatto anche alle quattro di notte o durante il the delle cinque. -
- Non siamo in Inghilterra, Gordon. - commentò piatto Kris, sfiorando la schiena della moglie con una mano.
- Lo so, amore: siamo in California. Tanti auguri! - esclamò Katy, gettandogli le braccia al collo e stringendolo a sé con affetto.
- Grazie. -
E Kris non riuscì a far altro che ricambiare l’abbraccio e inspirare il buon odore dei suoi capelli.
Doveva parlarle: sentiva il bisogno dirle ciò che provava e sfogarsi con lei come faceva ai tempi della loro grande amicizia.
Oppure poteva limitarsi a fare qualcosa di molto stupido, cosa senza dubbio più semplice.
Prima che Gordon avesse il tempo di elargire consigli poco saggi, il citofono suonò e Katherine si alzò per andare a rispondere, premendo una mano sul petto del marito e costringendolo a sdraiarsi nuovamente.
- Carpe diem! - esclamò Gordon felice, comparendo con una videocamera da dietro la porta della stanza.
Doveva essere un idraulico molto istruito…
E anche molto pervertito.
- Kris, è arrivato un regalo per te! - esclamò Katherine dall’ingresso, giungendo poco dopo con un grosso pacco fucsia tra le braccia. Lo porse al marito e rimase in attesa.
Kris Allen strappò curioso l’involucro e si ritrovò davanti una semplice scatola di cartone con sopra la scritta Brand New Shoes in nero.
Cautamente sollevò il coperchio e scoprì un paio di orrende ed improponibili scarpe di pelle di cobra/vipera/biscia/armadillo geneticamente modificato.
- Carine- commentò Katy poco convinta –Chi te le manda? -
Kris sorrise, evitando accuratamente di rispondere alla domanda.
Estrasse le scarpe dalla scatole e si accorse che sotto di esse era nascosto un foglietto ripiegato. Lo aprì e lo lesse.
“E’ ora di rinnovare il tuo look, non trovi? Delle scarpe nuove di zecca, come tu hai sempre sostenuto, sarebbero il primo passo verso la gioia. Un anno e un mese fa l’America ti dimostrava il suo amore, ora è giunto il momento di ricambiare e dimostrare al mondo che puoi essere un vero sex symbol. Se hai intenzione di seguire il mio consiglio, e se hai un po’ di tempo prima del concerto di Albuquerque, vieni da me per qualche altro accessorio utile. E non solo.”
- Ehi, chi è? - insistette Katy, sbirciando da dietro di lui.
- Allison. - mentì spudoratamente Kris, cosa che di rado faceva con la moglie.
Si alzò con enfasi, ignorò Gordon e la sua patetica videocamera, si vestì con una rapidità sorprendente, infilò le scarpe oscene, baciò la moglie sulle labbra, afferrò le chiavi di casa, esclamò un gioioso “Esco, torno al massimo fra tre ore!” ed uscì con passo saltellante.
 
Kris Allen guidò con prudenza: nessuno vuole morire in un incidente a Los Angeles il giorno del proprio venticinquesimo compleanno.
Accanto a lui, Gordon esternava tutta la sua costernazione.
- Un gay pieno di capelli. Se hai vinto tu ci sarà pur un motivo, no? -
- Me lo sono chiesto per un anno intero. - rispose Kris, osservando la strada e le nuove scarpe con la medesima attenzione.
- Voi giovani proprio non vi si capisce! -
 
Dopo aver suonato il campanello, Kris attese in silenzio, con un agitato Gordon al suo fianco.
- Buongiorno, idolo venticinquenne di tutti noi! - esclamò Adam Lambert aprendo la porta della propria dimora all’amico e alla sua idraulica coscienza.
- Buongiorno a te. Grazie mille per il regalo! - rispose allegramente il nuovo arrivato, facendosi scortare all’interno dell’appartamento di Adam.
- Allora, come mai qui? -
- Mi hai invitato tu. - sorrise Kris, alzando un piede e ammiccando, mentre Gordon si aggirava con circospezione per la casa.
- Uh!- esclamò Lambert sorpreso –Non pensavo ti facessi così audace tutto d’un colpo! Ma nulla è impossibile. Dopotutto, come tu dovresti sapere, nel vangelo di Marco è scritto: … Venuta la sera, Gesù disse:“Passiamo all’altra sponda.” -
Gordon si voltò sconvolto verso Adam, brandendo un misterioso cacciavite di oscura provenienza.
- Sei blasfemo, gay pieno di capelli! - grugnì inferocito.
Kris scosse le spalle, ignorando l’idraulico e rivolgendosi all’amico: - Non è come credi, davvero. Ho bisogno di un cambiamento radicale. O anche solo di una qualche cretinata che mi faccia riflettere sul perché della mia esistenza -
Adam annuì comprensivo.
- Non che tu rappresenti solamente una cretinata, intendiamoci! Lo sai che tengo molto a te… - rettificò l’idolo americano, facendosi, se possibile, ancor più piccolo di quanto già non fosse.
Lambert sorrise e gli si avvicinò con un unico movimento fluido.
- Hai venticinque anni, Kris! Hai vinto un’edizione di American Idol, sei un musicista affermato, sei sposato e non hai praticamente mai avuto una relazione con una donna diversa da tua moglie, hai partecipato a missioni in paesi del Terzo Mondo… quando avresti intenzione di fare le tue presunte cretinate? -
E, così dicendo, lo attirò a sé e lo baciò.
 
- Ti giuro che è in linea! - esclamò Gordon, palesemente ferito nell’orgoglio.
- Certo, e io sono Christina Aguilera. - ribattè scettica Alicia, la figlia di sua sorella, strappandogli il telefono di mano.
- Ti pentirai di non averci creduto. - grugnì l’idraulico infuriato.
- Ehm… - mormorò una voce dall’altro capo del telefono, venendo immediatamente interrotta dal grido disumano di Alicia.
- Oddio, è lui! E’ veramente lui! Sono al telefono con Kris Allen! -
 
Doveva essere successo qualcosa di molto strano.
Kris ripercorse con maniacale precisione le tappe di quell’improbabile mattinata: alle sei e venti si era alzato, si era mentalmente augurato un felice venticinquesimo compleanno, aveva osservato per un paio di minuti Katy dormire, si era preparato un caffè, si era preparato un secondo caffè, si era preparato un terzo caffè, aveva aperto l’elenco telefonico ad una pagina a caso e aveva trovato un nome interessante –Gordon Meeks.
Successivamente aveva chiamato il suddetto Gordon Meeks e avevano iniziato a dialogare.
Aveva bevuto un quarto caffè.
Dopo Gordon era diventato una coscienza incorporea, gli aveva proposto di filmare un epico rapporto sessuale tra lui e sua moglie, aveva assistito allo scartamento del regalo di Adam Lambert –un paio di orrende scarpe in pelle di bestia non identificata- e lo aveva accompagnato a casa del sopracitato Adam Lambert.
Effettivamente, come Kris Allen ammise con se stesso, l’ultima parte aveva poco senso.
- Mi scusi, chi parla? - domandò alla ragazza dall’altro capo del telefono.
- Mi chiamo Alicia! Alicia Donovan! - rispose la poveretta in estasi.
- Ma… ehm… il signor Meeks? -
- Oh. E’ mio zio.- mugugnò Alicia visibilmente delusa –Io ti adoro, sai? Sei il mio idolo! Sei bellissimo! Canti in maniera stupenda! Suoni in modo divino! Sei perfetto, Kris! -
Per un istante, Kris sperò che morisse per overdose di punti esclamativi, ma purtroppo non accadde.
- Grazie mille, Alicia, sei gentilissima. Potresti per piacere ripassarmi tuo zio? - chiese con estrema gentilezza.
Con un mugolio lamentoso, la ragazza porse il cordless a Gordon e si precipitò ad inviare SMS a tutti i suoi conoscenti per informarli del lieto evento.
- Pronto? - esordì Gordon in tono professionale.
- Scusi, ma lei è venuto insieme a me a casa di Adam Lambert? - domandò Kris, facendosi forza e superando l’imbarazzo iniziale.
L’idraulico per poco non collassò.
- Come? -
- Potrebbe dirmi l’ora? - ansimò euforico l’American Idol, guardandosi attorno agitato in cerca di un orologio, che si accorse successivamente (molto successivamente) di avere al polso.
- Le sette e dieci. - biascicò Gordon, ancora lievemente sconvolto.
E le porte di un magico mondo colmo di nuvolette, unicorni e giostre con i cavallini si spalancarono davanti agli occhi meravigliati di Kris.
Tutto era nelle sue mani.
- Grazie mille, signor Meeks, mi è stato di grande aiuto! - ringraziò commosso, incurante del fatto che il suo numero di telefono avrebbe fatto il giro di metà Stati Uniti.
 
Kris Allen si precipitò in camera da letto, estrasse dall’armadio un paio di jeans, una T-shirt bianca e un paio di banalissime scarpe da tennis.
- Esci, amore? - domandò una sorridente e appena alzata Katherine.
- Sì. Devo comprarmi delle scarpe. -
- Ma oggi… -
La donna sorrise, lasciando cadere con nonchalance una spallina della camicia da notte color pesca.
- Sì, grazie mille, Katy! - esclamò il marito, stampandole un veloce bacio sulla fronte e uscendo con uno scatto da maratoneta.
Una volta in macchina, si rese però conto di non essere l’unico artista della situazione e di avere, oltre ai suoi, altri concerti con cui fare i conti, così fece una seconda telefonata, sicuro che durante quella non si sarebbe assopito.
 
- Pronto? - biascicò una voce assonnata.
- Dormivi? - trillò Kris con tono un po’ troppo euforico.
- Non sono nemmeno le sette e mezza, cos’avrei dovuto fare? -
- Beh, scusa. Senti, io stasera ho un concerto ad Albuquerque, però questa mattina ho un po’ di tempo libero: ti va se ci si vede? Cioè… sei a Los Angeles? Oggi è il mio compleanno, sai? Mi accompagneresti a comprare delle scarpe… tipo quelle che usi tu? - fece il venticinquenne senza prendere fiato nemmeno una volta.
- Kris, ma stai bene? -
- Sì, puoi? -
- Sì, oggi sono libero. Auguri! Come mai vuoi uscire con me? -
- Vengo da te allora. - concluse Kris con un sorriso ebete.
 
Kris Allen si presentò con estrema convinzione davanti alla porta di casa dell’amico, questa volta senza la rassicurante presenza di idraulici poco raccomandabili, e attese che questi lo invitasse ad entrare.
Adam comparve sulla soglia con in mano un paio di stivali verdegrigi dall’aria assai sospetta e li porse al nuovo arrivato con estrema gioia.
- Non chiedermi come io abbia fatto a trovare delle scarpe così belle a quest’ora: non vuoi saperlo. Buon compleanno! - esclamò raggiante, sporgendosi per baciare Kris sulle guance.
Questi afferrò gli stivali con la stessa enfasi con cui un pellegrino che vaga nel deserto da una settimana potrebbe gettarsi su un bicchiere d’acqua e abbracciò calorosamente l’amico.
- Adam, io sento di dover attuare una piccola rivoluzione della mia vita: vuoi farne parte? -
Adam Lambert non si soffermò a pensare al fatto che quella fosse la peggiore dichiarazione mai udita in tutti i suoi ventotto anni e accettò la proposta di buon grado, mentre in cucina il lavandino gocciolante segnalava l’urgente bisogno di un idraulico.

 


  
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