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Autore: meerkittens    26/07/2010    8 recensioni
-Non hai mai desiderato di essere inghiottito da un uragano? Io penso sarebbe una fine grandiosa. (...) Il turbine dell’ascesa al successo, il turbine della nostra storia, e infine il turbine dell’uragano. Sarebbe davvero una morte degna.-
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non conosco i personaggi citati e non intendo fornire una descrizione veritiera del loro carattere.

Hurricane .

 

 

Jared guardava fuori dalla finestra.

Colin stava dietro di lui, e lo imitava.

Farrell sembrava sconfitto.

Guardava quell’uragano infuriare e abbattersi su quel meraviglioso ambiente naturale che si trovava al di fuori della loro casa, ad Haiti.

Erano al sicuro, lì dentro; quell’edificio aveva resistito a tempeste peggiori ed erano stati rassicurati sul fatto che non sarebbero stati in pericolo, eppure quello spettacolo fuori dalla finestra era terrificante.

In sintonia con il loro animo.

Avevano appena litigato; in teoria, si erano lasciati.

L’arrivo dell’uragano aveva impedito a Jared di infilare la porta e scappare.

E ora stava lì, dando le spalle a Colin, concentrato su quella forza della natura che si scatenava.

Farrell non poteva vederlo, ma i suoi occhi non erano spaventati.

Al contrario, guardavano l’uragano, brillanti delle lacrime trattenute da prima, e un luccichìo che sicuramente Colin, sulle prime, non avrebbe compreso.

Era determinazione.

Jared osservava intensamente quella tromba d’aria, quasi ne fosse affascinato, guardava gli alberi in procinto di essere sradicati e divorava con gli occhi quel mare, in cui le onde erano prese da un continuo fremito, incontrollabile e terribile.

-Se uscissi di casa ora…- sussurrò –di me non rimarrebbe più nulla.-

Colin sbiancò.

-Te ne importerebbe, Colin?-

La voce di Jared era poco più di un sussurro, quella di Colin era spezzata.

-Non dire idiozie, Jared.-

Leto chiuse gli occhi e sorrise debolmente.

-Non hai mai desiderato di essere inghiottito da un uragano? Io penso sarebbe una fine grandiosa.-

-Jared…-

-Vorrebbe dire aver vissuto la vita allo stesso modo fino all’ultimo.-

-Jar…-

-Il turbine dell’ascesa al successo, il turbine della nostra storia, e infine il turbine dell’uragano. Sarebbe davvero una morte degna.-

-SMETTILA.-

Colin gli afferrò un braccio e fece voltare Jared verso di sé, bruscamente.

Ma non era lo sguardo di Jared ad essere quello sconfitto.

Era ancora quello di Colin.

Il suo corpo agiva con furia, ma i suoi occhi erano spenti.

Jared, invece, aveva ancora lo sguardo vivo e tenace.

-Non era la mia vita, quella che stavo dipingendo.

Erano i tuoi pensieri.-

Un lampo passò negli occhi inespressivi di Colin, e Jared seppe che aveva fatto centro.

-Il successo, la fama, la droga, l’alcool, e poi i figli, le compagne, me

sei davvero così stanco, Col?-

-Non ho pensato al suicidio, guardando l’uragano, Jared.-

-No?- il cantante lo guardò intensamente, poi accennò un breve sorriso.

-Io sì.-

La morsa sul braccio di Jared si fece molto più forte, ma Leto non se ne lamentò.

Lo sguardo morto di Colin faceva infinitamente più male.

-Ci ho pensato per un breve istante- confessò allora, desideroso di vedere un qualcosa, negli occhi che lui amava più di se stesso –ma equivarrebbe a una sconfitta e io non intendo arrendermi.-

-Jared…-

-Jared un cazzo- spazzò via la mano dal suo braccio e fu lui ad afferrare Colin per le spalle –non puoi mettermi da parte così, Colin. Me ne sarei andato in lacrime, se non fosse arrivato l’uragano, ma guardarlo mi ha fatto capire che non posso arrendermi.

Non puoi arrivare, prendere la mia vita e poi spazzarla via, esattamente come la calamità naturale che sta infuriando fuori in questo momento.-

Colin gli rivolse un sorriso, morto come i suoi occhi: -Strano, avevo sempre pensato che fossi tu l’uragano, fra noi -

-Io ho portato solo felicità nella tua vita- replicò Jared, senza ricambiare –sei tu che ora vuoi distruggere la mia.

Solo per non ammettere che, cazzo, non sei certo Superman o qualche altro fottuto supereroe, solo per non ammettere che sei un uomo con dei limiti, solo per non ammettere che a volte uccideresti per una canna, mentre sei con Alicja, solo per non ammettere che quei ritmi lavorativi ti sfiancano, solo per non ammettere che l’unica persona con cui vorresti passare la tua vita è un uomo, e sono io.-

 

Jared aveva sempre ritenuto che, tra Alessandro il Grande e Colin, ci fossero sicuramente alcune analogie.

L’immensa capacità di amare, il carisma, la determinazione.

La fragilità.

Quando le parole arrivarono a Colin, Jared lo vide accasciarsi verso terra, e provò un’ istantanea sensazione di dejavù; era una scena molto simile a quella della morte di Clito, e Colin aveva lo stesso sguardo di Alessandro: come se fosse stato lui ad essere pugnalato.

Leto lo abbracciò e si inginocchiò a terra con lui, tenendolo stretto; come era toccato a Efestione, così ora Jared si apprestava a raccogliere i cocci.

-Col, Col, Col- mormorava al suo orecchio, baciandogli la fronte, accarezzandogli i capelli, passandogli le mani sulle braccia, toccandolo ovunque potesse; Colin singhiozzava sul suo collo e mai come allora si resero conto che era davvero Jared, il più adulto dei due.

Pochi anni li separavano, e l’aspetto di Jared confondeva le idee perfino a loro stessi: era difficile pensare di essere più giovane, per Colin, quando il suo compagno dimostrava molti meno anni di quelli che portava e in più era matto da legare.

Ma in quel momento quei quattro anni parvero un abisso.

Colin pianse, pianse quella gioventù bruciata, quegli anni di bad-boy di Hollywood che non lo avevano mai fatto respirare, pianse le delusioni, pianse le fatiche, pianse la libertà che non aveva più, pianse l’ingiustizia per l’impossibilità di passare ogni minuto con l’uomo che amava davvero.

 Jared lo strinse più che potè, sussurrando qualsiasi cosa gli venisse in mente, qualsiasi parola, non importava, Colin doveva solo sentire la sua voce, doveva capire che era lì, che non l’avrebbe abbandonato mai.

-Non ce la faccio più, Jared- singhiozzò Colin, e Jared sentì una crepa formarsi nel suo cuore.

Non sopportava sapere che Colin era in quello stato, non poteva permettergli di stare così.

-Col- iniziò, staccandosi appena da lui. Lo osservò: Colin lo guardava smarrito, con il viso lucido di lacrime, la bocca socchiusa e lo sguardo stanco e ferito.

In quel momento, nulla gli sarebbe parso più bello.

-Se può servirti…- continuò, deglutendo -…io posso farmi da parte.-

L’espressione dell’irlandese si fece confusa e terrorizzata, come se, in fin dei conti, non gliel’avesse chiesto lui stesso solo un’ora prima.

-No- riuscì a sussurrare, e alzò una mano, esitante, a sfiorare lo zigomo di Jared, il quale sorrise debolmente.

Si guardarono per qualche minuto.

Fuori l’uragano continuava a infuriare.

Colin guardava Jared.

Guardava intensamente quei lineamenti perfetti, angelici, quello sguardo profondo ed eterno.

Si chiedeva come avrebbe potuto fare a meno di lui.

Poteva?

Poteva davvero?

Poteva uccidere un amore, barattarlo con la speranza di un po’ di serenità?

Poteva essere così egoista?

Improvvisamente si sporse in avanti e baciò Jared, irruento, disperato.

Leto lo lasciò fare, intuendo il suo bisogno, ma quando Colin cercò di stendersi su di lui e farsi strada tra le sue cosce lo fermò in modo deciso.

-Col, no-

Era stato appena un sussurro.

E, per la seconda volta nel giro di pochi minuti, Colin si spezzò.

-Non farò l’amore con te, Colin. Non se per tutta la durata del rapporto tu non farai che pensare al momento in cui mi lascerai.-

Colin chiuse gli occhi e quasi sorrise.

-Non so cosa fare, Jared. Non lo so davvero.-

E, vedendo quel sorriso, per la prima volta un sentimento di rabbia si fece strada dentro Jared.

Oh, lui non lo sapeva.

E si aspettava che intanto se ne stesse buono ad annuire?

-Sai cosa penso?- iniziò Jared, guardando a terra, i pugni serrati che tremavano.

-Penso che tu sia un fottuto egoista.-

Colin lo guardò, un barlume di curiosità in quegli occhi stanchi.

-Jare…?-

-Egoista, si. Dimmi Colin, mi hai mai domandato se per me fosse tutto facile?-

Quello lo guardò stupito, e Jared non gli diede tempo per rispondere: -Te lo dico io: no. Ma supponiamo che tu mi abbia fatto questa fottuta domanda. Ti interessa davvero la risposta?-

Colin aprì la bocca, ma di nuovo il cantante non lo fece parlare: -Certo che no, altrimenti me l’avresti chiesto tu. Ma ti risponderò lo stesso: no, non è facile.

Non è facile essere un cantante, un attore, un regista, un fratello, un amico. Non è facile essere il fidanzato di un uomo altrettanto famoso. Non è facile doverlo tenere nascosto, non è facile starlo a guardare mentre mette su famiglia. Non è facile e a volte mi sento come se mi stessi dissanguando lentamente.

Non è facile.

Ma credi che tutto questo basti per pensare di poterti lasciare?

Credi davvero che io non mi renda conto che probabilmente sarebbe molto più semplice la mia vita se non stessimo insieme?-

Jared alzò gli occhi.

La sua voce aveva tremato per tutto il discorso e non aveva avuto il coraggio di guardare Colin, ma ora cercò il suo sguardo.

L’apatia era del tutto scomparsa dal suo sguardo, e con quella anche il dolore.

I suoi bellissimi occhi scuri lo guardavano intensamente, e in loro non c’era nulla tranne concentrazione e serietà.

Era in attesa del ‘ma…’ .

Era in attesa di quella parola che, probabilmente, avrebbe potuto instillare la speranza che lui non era riuscito a trovare.

O che forse non aveva nemmeno davvero cercato.

Jared quasi sorrise, amaro.

Poteva ancora sentire le lacrime salate di Colin, sulle sue labbra.

-Egoista…- sussurrò, in tono quasi inudibile. Ancora una volta, lasciava il compito di mettere a posto a Jared.

La cosa peggiore era che lo faceva inconsciamente.

E Jared lo amava troppo per lasciarlo andare.

A volte ho creduto che stare con te mi avrebbe ucciso, prima o poi.

-Sarebbe più semplice, Col. Sappiamo entrambi che lo sarebbe.

Ma…-

Colin trattenne il fiato, e Jared cercò le parole.

E lo farà, Colin. Prima o poi lo farà.

-Non potrei mai davvero pensare che sarei più felice, senza di te. Il tempo che ora passiamo insieme, lo passerei a sognarti, e sarebbero incubi. Cercare la serenità in qualcun altro sarebbe come cercare lo spettro di un rapporto che mi dava già tutto ciò di cui avessi bisogno.

Siamo impegnati,  siamo stanchi, siamo sopraffatti dalle nostre vite…

Ma siamo innamorati.

O, perlomeno, io lo sono.

E separarmi da te mi ucciderebbe. Non basterebbero mille concerti, mille film o mille compagne a dimenticarti, e credimi se ti dico che ammetterlo non è per niente facile.

Io ti amo Colin, ma sei un gran bastardo, e se non provi lo stesso non intendo sprecare una parola di più.-

Un giorno mi ucciderai, ma, ti prego, non oggi.

Non oggi, perché l’uragano che c’è fuori ispira davvero insani follie.

-Grazie.-

Jared sgranò gli occhi, sconvolto.

Tra tutte le risposte possibili, un ringraziamento non l’aveva proprio contemplato.

-Sei sempre così positivo, Jared. Mi sento davvero…così piccolo, in confronto a te.-

Colin si arrischiò a posare una mano sulla guancia di Jared, e quello lo lasciò fare, basito dall’espressione improvvisamente tranquilla del suo ragazzo.

Era quasi serena.

-Piccolo non per l’età. Mi sento proprio piccolo come uomo, se paragonato a te. Sei forte, sei positivo, e io non so chi devo ringraziare per essere amato da te. E’ come se mi potessi passare le tue qualità, non appena ne ho bisogno. E sì, hai ragione, sono un fottuto bastardo egoista, ma credimi se ti dico che è proprio per questo che finora non ti ho mai lasciato.

Tu meriteresti una vita più felice, accanto a qualcuno che ti può stare sempre accanto, Jared.

Finora ti ho tenuto legato a me proprio perché non ero disposto a fare a meno di te, ma tu sei troppo meraviglioso per stare con la zavorra che sono, non credere che non ne sia consapevole.-

-Non voglio nessun altro, purtroppo- sussurrò Jared, e Colin sorrise, guardandolo negli occhi.

-Ma io ti trascino giù, lo capisci?- gli spiegò gentilmente, e a Jared si strinse il cuore, vedendo quel sorriso farsi triste.

Non mi importa, non mi importa.

-Non mi importa.-

-Non è questo che voglio, per te.-

-Bugiardo.-

-Non voglio farti del male.-

-Lo so.-

-Devo lasciarti andare.-

-No.-

Voglio affondare con te.

Colin lo guardò, e seppe che non ce l’avrebbe mai fatta, a liberarsi di lui.

Avrebbe dovuto lasciarlo brutalmente, farsi odiare, ma il suo maledetto egoismo non gliel’avrebbe comunque mai permesso.

Si sarebbe ucciso, piuttosto che farsi odiare da Jared.

-Quindi, tu che proponi?-

Jared gli fece un piccolo sorriso: -Stiamo insieme. -

Lasciamoci alle spalle tutto questo.

-Ti prego, un’altra opportunità, e saremo felici.-

-Come puoi esserne sicuro?-

-Colin James Farrell, cazzo, amami e basta!- Jared scoppiò in una risatina nervosa e Colin si diede pace, finalmente.

Allungò le braccia e strinse Jared a sé, delicatamente, quasi temesse di sentirlo spezzarsi.

-Sono un idiota.- sussurrò al suo orecchio, e il cantante ridacchiò con voce tremula: -Lo so.-

Colin gli accarezzò i capelli, lentamente, con dolcezza.

-Ti amo, Jared, ti amo davvero. Perdonami, ti prego, perdonami sempre.-

Jared non rispose, ma accentuò la stretta sulla sua maglietta.

-Perdonami se non riesco a lasciarti andare e perdonami se a volte, per compensare a questo, tento di fuggire io. Non è ciò che realmente voglio, io voglio te.-

-E’ per questo che io ti riporterò sempre indietro, ovunque tu vada- promise Jared, con il volto affondato nel collo di Colin. –Perché ti conosco meglio di te stesso e so cosa è meglio per te. E,guarda caso…- alzò la testa a incontrare lo sguardo del compagno e sorrise – ciò che è meglio per te è anche ciò che è meglio per noi.-

-E quindi per te, uh?- Colin scoppiò a ridere e si sporse a dargli un piccolo bacio.

Dolce, sorridente.

Jared rimase a guardarlo, con gli occhi lucidi e le labbra piegate in un sorriso.

-Yeah, I’m a selfish bastard, but at least I’m not the one.- citò, e Colin annuì.

-Il nostro amore è più egoista di noi, temo.-

-Meglio, gli stronzi godono di una lunga vita, di solito.-

Si sorrisero, felici di non dover più mettere in discussione il loro rapporto, e istintivamente guardarono fuori dalla finestra.

L’uragano aveva perso un po’ della sua potenza, ma la natura era ancora in subbuglio.

Un giorno verremo spazzati via anche noi.

Quello spettacolo però non spaventava più Colin così tanto.

-E’ straordinario.-

Ma saremo insieme.

-Ecco perché l’ho paragonato a te.-

E ciò che vorrà distruggerci dovrà inseguirci fin sottoterra.

Noi non ci arrenderemo, non dimenticheremo, non ci separeremo,

saremo sempre più forti di lui.

 




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Mmm, beh.
Questa fic non mi piace granchè -anzi, quasi per nulla- ma dovevo scriverla.
Pochi giorni fa ho assistito a una tromba d'aria fuori da casa mia -mi ha sradicato un albero, la puttana D: - e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare, durante e dopo, era Hurricane.
Oltretutto è la mia traccia preferita di This Is War, forse la mia preferita in assoluto.
Ma beh, insomma, dovevo scrivere, era proprio un bisogno, capite? XD
Poi a metà mi son bloccata, ma vabbè, cose che succedono XD
Non mi soddisfa ma dovevo scrivere.
Ahaha, okay, la pianto di scrivere dovevo XD
A qualcuno è piaciuta questa cosetta?
Beh, il lancio dei pomodori non mi farebbe proprio piacere ma pur di ricevere qualche parere lo accetterei pure XD
Ringrazio la mia Hella, perchè senza di lei probabilmente avrei finito la fic in modo davvero sconclusionato.
E ringrazio Jared e Colin, anche se non lo sanno.
Perchè ormai sono davvero parte della mia vita, mi vengono in mente negli aspetti più impensati della mia quotidianeità, come, per esempio, assistere a una tromba d'aria XD
E li amo, li amo davvero.
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, e a chiunque -spero- verrà la voglia di lasciare almeno una piccola recensione XD
Grazie, grazie.

xo,Ils.
  
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