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Autore: ChelseaH    26/07/2010    9 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quando avevano lasciato Bristol, ognuno per intraprendere la propria strada nel mondo, e in quei sei mesi aveva sentito solo sporadicamente Tony.
Eppure Tony ora era lì di fronte a lui, a fare vacanze londinesi a sentire lui.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anthony Stonem, Maxxie Oliver
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Skins e tutti i suoi personaggi appartengono a Channel 4 e agli aventi diritto.


ATTENZIONE, SLASH.


NOTE.

Giusto un paio di cose prima di lasciarvi alla lettura:

  • è una shot ambientata circa sei mesi dopo la fine della seconda stagione;
  • sono partita dal presupposto che alla fine della stagione in questione Tony e Michelle siano tornati effettivamente a stare insieme;
  • scritta per il prompt Skins, Maxxie/Tony, Ci sono io con te del Fanon Fest di FW;
  • vorrei dedicare questa shot a Egle e Oryenh che ho scoperto essere grandi supporter del pairing Maxxie/Tony. Spero possa piacervi!
  • buona lettura x)



Intimacy


Maxxie sgranò gli occhi quando, aprendo la porta dell’appartamento nel quale viveva, si ritrovò faccia a faccia con Tony.

“Maxxie.” lo salutò questi entrando senza troppe cerimonie, trascinandosi dietro un trolley gonfio di roba.

“Cosa ci fai qui?” chiese il biondo confuso.

Erano passati quasi sei mesi da quando avevano lasciato Bristol, ognuno per intraprendere la propria strada nel mondo, e in quei sei mesi aveva sentito solo sporadicamente Tony.

“Notevole, come sempre del resto.” gli ripose l’amico, ignorando la domanda e indicando piuttosto il corpo di Maxxie, coperto solo da un asciugamano intorno alla vita. Il ragazzo sembrò accorgersi solo in quel momento della propria nudità, del resto quando era andato ad aprire dopo che il campanello aveva suonato insistentemente per due minuti buoni, aveva pensato che fosse Anwar che, tanto per cambiare, aveva dimenticato le chiavi a casa.

Maxxie non era uno di quei ragazzi pudici o con problemi nel rapportarsi col proprio corpo, non gli causava nessun problema essere visto da altri in una tenuta post doccia, ma con Tony era diverso.

Lui e Tony avevano dei precedenti.

Non che non avesse dei precedenti con un numero indefinito di altri ragazzi, ma con Tony era stato diverso.

Innanzitutto Tony era uno dei suoi migliori amici, il che lo rendeva terreno potenzialmente tabù.

Secondariamente Tony ai tempi aveva una ragazza, che era la stessa che aveva ora e con la quale non faceva altro che prendersi e mollarsi ora come allora; non era stato divertente essere la causa di uno di quei tira e molla, non lo era stato per nulla, soprattutto tenendo conto che la ragazza in questione, Michelle, era anche una sua amica.

Terzo, Tony non era propriamente gay anzi, non lo era affatto.

Quarto punto, e probabilmente il più importante, era cambiato tutto da quando Tony aveva avuto l’incidente. Sembrava passata un’eternità da quel giorno, ma il loro rapporto era decisamente cambiato quando Maxxie – più di chiunque altro – si era fatto in quattro per aiutarlo a riprendersi sia fisicamente che emotivamente. Era cambiato in meglio, si era fatto più profondo, più intimo in un senso che nulla aveva a che fare con la sfera sessuale.

Ecco perché sentì il bisogno di lasciare Tony solo all’ingresso e correre in camera a mettersi qualche vestito addosso.

Quando tornò lo trovò comodamente seduto sul divano in salotto.

“Che ci fai da queste parti?” gli chiese nuovamente.

“Vacanze londinesi, è un crimine? – Tony abbozzò quel sorrisetto sghembo che era quasi il suo tratto distintivo per eccellenza. – Dove sono gli altri?” chiese poi guardandosi intorno.

“Chi?” domandò stupidamente Maxxie.

“Anwar e quel tuo ragazzo... non ricordo come si chiama.”

“Non stiamo più insieme da un pezzo, si è trasferito dopo che abbiamo rotto. Anwar è al lavoro.” fece spallucce il biondo.

“Ottimo.” di nuovo quel sorrisetto.

Maxxie non replicò, si soffermò piuttosto ad osservare l’amico.

Tony sembrava... così Tony.

Considerazione alquanto stupida ma il ragazzo era uscito dall’incidente completamente cambiato. E come poteva essere altrimenti? Un autobus che ti travolge non è esattamente qualcosa che puoi dimenticare con facilità o dal quale ti rialzi con qualche graffio di poco conto. Dopo di quello i drammi si erano susseguiti con una rapidità talmente incalzante da lasciare tutti senza fiato: la morte improvvisa del padre di Sid, i soliti casini con Michelle, la morte di Chris, la fuga di Cassie...

Eppure adesso, a distanza di mesi e mesi, Tony pareva essere esattamente la persona che era fino a qualche istante prima di essere investito.

“Che c’è?” gli chiese.

“Niente.” scrollò la testa Maxxie.

“Stai sorridendo.”

Il biondino non si era quasi accorto della piega all’insù che avevano preso le sue labbra ma era davvero contento di vedere Tony con la sua aria perennemente provocante stampata in volto, il suo essere così sicuro di sé stesso, il suo essere... Tony per l’appunto.

Quello era il ragazzo che si era spogliato per lui mentre erano in gita in uno sperduto paesino della Russia, il ragazzo che si era offerto di fargli un pompino, il ragazzo che lui aveva rifiutato cercando anche di ferirlo nel farlo. Sembrava quasi un’altra vita quella in cui era successo e, ripensandoci ora, non era l’orgoglio di Tony quello che voleva ferire quella notte ma aveva semplicemente bisogno di fare male a qualcuno per sfogarsi del male che Anwar aveva fatto a lui nell’unico momento di lucidità religiosa della sua intera vita.

Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dal campanello che aveva ripreso a suonare insistentemente e, a meno di altre sorprese, stavolta Maxxie era abbastanza sicuro che fosse il suo coinquilino.

“Sono sottopagato per quello che mi tocca fare.” sbuffò Anwar entrando in casa dopo che gli venne aperto.

“E cosa ti tocca fare?” chiese Tony incuriosito.

“Sai quanti kebab ho fatto oggi? Almeno una decina! E sono solo un apprendista, capisci?” gli spiegò tutto concitato e Maxxie dovette trattenersi dal ridere di fronte alla concezione di sfruttamento che aveva l’amico.

“Così fai kebab, eh?” Tony sembrava sul punto di aggiungere una delle sue battute pungenti quando Anwar parve realizzare che la sua presenza lì era un’anomalia.

“Cosa ci fai qui?!” gli chiese, improvvisamente esaltato e Maxxie avrebbe potuto giurare di veder sfilare l’immagine di un sacco di belle ragazze sulla fronte di Anwar.

Le ragazze avevano la tendenza ad apparire dal nulla quando c’era Tony Stonem di mezzo e il ragazzo andava in bianco più o meno da quando aveva abbandonato Sketch a Bristol. Non che fosse una gran perdita, in ogni caso.

“Avevo voglia di staccare un paio di giorni dall’università.” rispose Tony, lanciando un’occhiata maliziosa a Maxxie che deglutì a fatica.

Tony gli piaceva, quella era la verità.

Se lo sarebbe fatto senza pensarci due volte se non fosse stato per tutti i punti che si era ripassato mentalmente poco prima, l’aveva sempre trovato oltremodo sexy.

Non che lo amasse o che lo volesse come ragazzo fisso, ma non avrebbe disdegnato per nulla una notte di fuoco con lui e rivederlo dopo così tanto tempo e ritrovarlo così sé stesso beh... non lo aiutava certo a scacciare quel pensiero.

“Bene, che si fa stasera?” fu la domanda di Tony che lo riportò nuovamente alla realtà.

“Donne!” esclamò Anwar.

“Donne sia!” gli diede corda Tony.

“E Michelle?” Maxxie si morse la lingua subito dopo aver fatto quella domanda, non era sicuro di volerlo sapere, non mentre il suo stomaco si stava attorcigliando per le cause sbagliate.

“Michelle è arrabbiata con me, di nuovo. E giuro che stavolta non ho fatto niente, le passerà.” disse semplicemente Tony, col tono di uno fin troppo abituato a una determinata routine.

Fu così che si ritrovarono in un club alla periferia di Londra, talmente di basso borgo da far quasi dimenticare a tutti e tre che non erano più a Bristol e che erano passati mesi dall’ultima volta che erano usciti tutti insieme.

A Maxxie sembrava tutto così normale.

Le pasticche che Tony allungò a lui e ad Anwar.

L’alcol in circolo.

La musica a volume altissimo.

Le ragazze che si affollavano intorno a Tony e che rifuggivano da Anwar.

Tony che ignorava tutte le avance e andava verso di lui.

Ecco, questo forse non era poi così tanto normale.

“Maxxie, Maxxie, Maxxie. Mi sei mancato amico.” gli urlò per farsi sentire, mentre gli passava le braccia intorno al collo col solito sorriso sghembo.

Un attimo dopo le loro labbra si stavano sfiorando, toccando, mordendo.

Maxxie sapeva che non doveva, sapeva che era sbagliato, sapeva che Tony apparteneva a qualcun altro ma non riusciva a spingerlo via.

Al contrario gli cinse i fianchi, facendo aderire ancora di più i loro corpi.

Faceva caldo, oppure era Tony a essere caldo, non avrebbe saputo dirlo.

Le loro lingue danzavano insieme mentre le mani di Tony si infilavano sotto alla sua maglietta, accarezzandogli la schiena e facendolo rabbrividire di desiderio.

Maxxie si strinse ancora di più a lui, incurante della gente che avevano intorno, consapevole solo di quelle labbra, di quelle mani e di quell’erezione che premeva contro di lui con prepotenza, così simile e così diversa dalla sua.

Si chiese se Tony si sarebbe spogliato nuovamente per lui, se si sarebbe di nuovo offerto a lui come quella notte in Russia. Magari più tardi, nell’intimità della sua stanza, al buio, dove nessuno avrebbe visto, saputo, giudicato.

Poteva essere il loro piccolo segreto, poteva concedersi quello sfizio a cui ambiva da così tanto tempo che nemmeno lui riusciva a quantificare.

Sarebbero stati amanti per una notte, una soltanto.

Era poi così sbagliato?

Sì, lo era e Maxxie – o per meglio dire, quella parte di cervello ancora lucida che c’era in lui – lo sapeva.

Con uno sforzo di volontà immenso si staccò da Tony e se ne andò, lasciandolo in balia delle ragazze, dell’alcol o di qualunque altra cosa lo potesse tentare.

Gli bastarono cinque minuti all’aria aperta per rinsavire del tutto e rendersi conto che aveva fatto la cosa giusta; un altro bacio, un’altra carezza e sarebbe finito con l’uscire da lì ancora avvinghiato a Tony, trascinarlo a casa e... scrollò la testa sconsolato.

Aveva fatto bene e continuò a ripeterselo fino a quando un Anwar deluso per l’essere andato in bianco anche quella sera e un Tony annoiato non uscirono dal locale pronti a tornare a casa.


***


Tony finì col crollare nel letto di Maxxie, seguito poco dopo dal biondo ma nonostante la stanchezza, un paio di ore dopo erano entrambi svegli.

“Io e Michelle ci siamo lasciati.” gli disse Tony, la voce impastata dal sonno e dai postumi da sbornia.

“Tu e Michelle vi lasciate sempre.” replicò Maxxie, fissando un punto imprecisato del soffitto.

“No... credo che sia una cosa definitiva.”

A quelle parole il biondo si voltò verso l’amico, attirato dal tono di voce.

Lo scrutò in volto alla pallida luce della luna che filtrava dalla finestra.

Non era più il vecchio Tony, era tornato ad essere il Tony post incidente, malinconico, insicuro, spaesato.

Lui e Michelle si lasciavano di continuo e la maggior parte delle volte era insindacabilmente colpa di Tony ma nonostante i tradimenti, i litigi e l’indifferenza con la quale ogni tanto la trattava, lui era seriamente innamorato di lei. Maxxie non aveva mai capito di preciso come mai si comportasse così, l’unica cosa che sapeva per certo era che Tony – a dispetto del suo atteggiamento – amava Michelle e aveva sempre avuto bisogno di lei al proprio fianco.

“Non ho fatto niente... non ho fatto niente.” così dicendo Tony si accoccolò contro di lui e Maxxie lo prese sotto braccio, stringendolo.

La sbornia era passata, l’effetto della droga anche e quello che era successo quella sera pareva un ricordo lontano, così come lontano era tornato ad essere il vecchio Tony.

“Ha detto che sono cambiato troppo. – proseguì il moro – Ma io non ricordo come ero prima, come faccio a ricordarmi? è così terribile cambiare?” gli chiese.

“No... non lo è e non importa se non ti ricordi com’eri... non sei poi così diverso.” Maxxie era sincero. Gli era piaciuto riavere il vecchio Tony la sera prima ma si stava rendendo conto che quello che lui continuava a chiamare vecchio Tony non era scomparso anzi, poche ore prima l’aveva avuto proprio di fronte a sé. Si era semplicemente evoluto, si era adattato alle circostanze, si era lasciato marchiare dagli eventi e non era colpa dell’incidente, o quantomeno non solo di quello, se era cambiato.

“Davvero?” domandò Tony.

“Sì e comunque, per quello che vale, ci sono io con te, ci sarò sempre.”

Di nuovo quell’intimità, quella che nulla aveva a che fare con il sesso o con l’attrazione fisica, quella che riguardava solo e soltanto la loro amicizia, un’amicizia che si stava rinsaldando una volta di più.

“Lo so. – replicò Tony – Per questo sono venuto qui, sapevo che ci saresti stato per me.”

Maxxie lo strinse ancora più forte a sé e, in breve, si addormentarono di nuovo.


   
 
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