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Autore: _Bec_    27/07/2010    42 recensioni
Milano, Italia. Alice, diciassettenne come tante altre, in cerca del principe azzurro e di ricostruirsi una vita nella sua nuova scuola. Lorenzo, suo vicino e ora anche suo compagno di classe; incomprensibilmente odioso, estremamente attraente. Le loro vite avrebbero potuto scorrere parallele, non fosse stato per l'attrazione innegabile tra di loro, per un patto scellerato.
(Introduzione by Bea (Panna_))
Dal prologo: "Ti odio. Sì, proprio così, ti odio. Il mio cuore potrà pensarla diversamente, ma il mio cervello riesce ancora a ragionare in maniera lucida…più o meno.
Non sto capendo un cavolo della lezione -sulla mia materia preferita tra l’altro- per colpa tua.
Ti sto fissando da mezz’ora, forse anche di più, eppure tu sembri immerso in un mondo completamente tuo e non te ne accorgi…o meglio, fingi di non accorgertene.
Mentre ti passi una mano fra i capelli per spettinarli, mi viene spontanea una domanda; chi ti credi di essere? Chi sei tu per farmi stare così male?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16: Gelosia


-Insisto.- Il cipiglio serio e corrucciato di Ilaria, mi fece intuire fin da subito che protestare non sarebbe servito a niente.

-Ila...- Provarci non costava niente però, -Sto bene e non sono una bambina.- Mi accigliai, trattenendo a stento uno sbadiglio; quella notte non avevo praticamente chiuso occhio.

Tra Angelica che scalciava, Ilaria che parlava nel sonno e Daniela che addirittura canticchiava, inneggiando alla morte di chi torturava gli animali, c'era da sbattere la testa al muro.

Ci eravamo addormentate tutte alle tre, dopo essere andate avanti a parlare di tutto, tranne che di quello. Lo avevo apprezzato davvero molto.

-Non si tratta di essere bambini Ali. È il minimo che possiamo fare dopo quello che ti abbiamo consigliato.- Intervenne Angie, mordendosi il labbro dispiaciuta ed abbassando lo sguardo.

-Vi ho già detto che non è colpa vostra.- Ripetei stancamente, cercando di spostare Ilaria dalla porta d'ingresso per uscire.

-Sì invece, siamo state delle amiche pessime. Piantala di agitarti, ti accompagneremo a scuola che tu lo voglia a no!- Protestò lei, continuando a sbarrarmi la strada.

Implorai Dany con lo sguardo di aiutarmi, ma lei sembrava più propensa a schierarsi dalla loro parte: -Avanti Ali...accompagneremo te e poi ce ne torneremo nelle nostre scuole, a mia madre non dispiacerà giustificarmi questo ritardo se le racconterò che era importante...- Spiegò in tono dolce.

Sbuffai, alzando le mani al cielo esasperata: -Bene! Come volete, andiamo!-

Pregai mentalmente di non incontrarlo in autobus. Non tanto per il mio desiderio lampante di non vederlo, quanto più per la paura che Ilaria, Angelica e persino Daniela potessero dare il via ad una strage. Angelica con le forcine per i capelli, Ilaria con le borchie della sua cintura e Daniela con le spille animaliste che aveva sullo zaino...erano tutte armi pericolose volendo ben vedere...

Fortunatamente non lo incontrammo, non in autobus almeno...

Mi bloccai di colpo, afferrando involontariamente il braccio di Angelica nel momento in cui lo vidi in lontananza, dall'altra parte della strada. Pessima mossa.

-È lui?- Intuì subito Angie.

Ila la spintonò di lato per vedere meglio. -Quale dei tre? Quello secchione con gli occhiali? Quello con la faccia da scimmia? O...-

-Sì.- La interruppi con un profondo respiro. Gabriele Mancini, Andrea Vergata e Lorenzo Latini.

-Oh.- Fu la risposta che diede Dany per tutti e tre.

-Non ha la faccia da scimmia!- Protestò invece Angelica, nuova fondatrice del fan club dedicato ad Andrea Vergata. Per lei bastava che un ragazzo fosse anche solo minimamente carino per perdere la testa, ne erano la prova i cuoricini che aveva al posto degli occhi.

-Una scimmia è più carina!- S'intromise nuovamente Daniela, indignata.

-Bene, lasciatelo a me.- Ilaria fece uno scatto felino in avanti, scatto che riuscii a bloccare in tempo afferrando il suo zaino.

-Ila, lascia stare!- La implorai. Ilaria non era una che scherzava; alle elementari aveva picchiato più volte i maschi che la infastidivano.

-Scherzi?! Non ho fatto un corso di kick boxing per niente!- Ribatté, cercando comunque di avanzare, mentre Daniela ed Angelica le davano manforte con un: -Rissa! Rissa!-

-Puoi sempre massacrare di botte Ste, tanto per cambiare.- Le suggerii. Quando era nervosa, senza motivo, iniziava a prendere a pugni sul braccio un nostro amico, Stefano. Lui la lasciava fare, sostenendo che i suoi pugni fossero come delle carezze.

Sbuffò, roteando gli occhi. -Ste è passivo, si lascia picchiare, non c'è gusto! E poi il mio istinto omicida al momento tende particolarmente verso quello stronzo.-

-Ila...- Sospirai, cercando di racimolare un po' di pazienza, -Ti prego.- Potevo difendermi da sola, volevo difendermi da sola. Non volevo che lui pensasse che ero andata a piagnucolare a destra e a manca.

Lei lo intuì e si fermò. Si scambiò un'occhiata d'intesa con Angelica che non mi sfuggì.

-Comunque mi spiace ammetterlo, ma Lorenzo Latini è proprio basso, MIB è più alto.- Constatò, con una smorfia di sufficienza.

-Oh sì! E poi hai visto com'è vestito? Mio nonno si vestirebbe meglio!- Concordò Angie.

-Che faccia da sfigato che ha poi! Secondo me passa il sabato sera a guardarsi le repliche dei Power Rangers e ad ascoltarsi le canzoni di Cristina D'Avena!-

Ovviamente non era vero niente di quello che stavano dicendo; però le loro congetture riuscirono a farmi ridere di cuore.

-Per non parlare dei capelli! Ma cos'ha dormito, a testa in giù?- Incalzò di nuovo Angelica.

-Avrà dormito attaccato ad un palo come una scimmia insieme all'amico!-

-Beh l'amico se non altro ha più roba, voglio dire...hai dato un'occhiata in basso?! Ti prego! Il mio cuginetto di dieci anni è messo meglio!-

E mentre loro continuavano con quello scambio acceso di opinioni, i ragazzi che passavano le osservavano neanche fossero state delle matte. Altri invece sorridevano maliziosi, ma venivano ampiamente ignorati.

Vidi la fronte di Dany aggrottarsi sempre di più, probabilmente confusa dal loro atteggiamento.

-E il naso storto?- Suggerì Ilaria, agitando la mano schifata.

-Ma non ha il naso sto...- La frase di Daniela fu bloccata da uno sguardo raggelante delle altre mie due amiche.

-Oh, sì, è vero!- Disse improvvisamente, illuminandosi nel modo più falso possibile.

-Ragazze, non ce n'è bisogno, davvero.- Le interruppi. -Grazie per il supporto, siete dei tesori. Ma da adesso in poi, spetta a me cavarmela.- Spiegai con un rinomato spirito.

-Sicura?- Domandò incerta Ilaria.

-Sicura.- Confermai.

Le salutai tutte quante affettuosamente, osservandole tornare verso la metropolitana per poter andare ognuna nella propria scuola.

Quando mi girai, ebbi un tuffo al cuore notando quel punto preciso vicino al cancello della scuola vuoto. Erano entrati.

Toccava anche a me farlo. Feci un respiro profondo, prima di ricominciare a camminare con le gambe tremanti. Ero più agitata del mio primo giorno di scuola, più di quando avevo sostenuto l'esame di terza media, più di quando andavo a scuola senza studiare.

-Ali!- Sentire la voce di Mel a metà strada, mi sollevò parecchio il morale.

-Mel!- Mi abbracciò con foga, dondolandosi pian piano con il busto.

Si staccò da me con lo stesso entusiasmo, tirando fuori qualcosa di non bene identificato dallo zaino.

-Sono attrezzata.- Mi mostrò un paio di forbici tutta gongolante.

Boccheggiai per qualche secondo, prima di essere in grado di formulare una frase di senso compiuto. -Mel, ma che cavolo...?- O quasi...

-Castrazione in arrivo.- Ghignò, in perfetto stile serial killer.

Alzai gli occhi al cielo divertita. -Lascia stare, non ce n'è bisogno! L'ho già dimenticato!- Ovviamente un criceto con una sciarpa sarebbe stato più credibile di me.

-Certo...come no.- Disse infatti, prendendomi a braccetto e trascinandomi su per le scale.

-Puccio, Mel.- La voce di Andrea Vergata alle mie spalle nel corridoio mi fece sobbalzare, specie perché sapevo già chi avrei trovato vicino a lui.

-Ciao Mel.- La sua voce, infatti, arrivò poco dopo, distante e annoiata.

Strinsi le mani a pugno con forza; non mi aveva nemmeno rivolto la parola.

Ci girammo per salutarli a nostra volta, ma quei due ci avevano già sorpassato senza degnarci di ulteriori attenzioni.

-Non salutarmi stronzo!- Sbraitò Mel, incrociando le braccia al petto imbronciata.

Oddio no. Doveva essere imbavagliata, meglio ricordarselo.

-Cosa?- Il Cretino si girò, alzando un sopracciglio in una perfetta espressione confusa.

Il suono della sua voce, i suoi occhi divertiti, quelle labbra leggermente incurvate...tutto di lui riusciva a mandarmi in tilt il cuore.

Dovevo smetterla di pensarci, da quando avevo capito di esserne innamorata i miei pensieri erano sdolcinati come quelli di una dodicenne alla sua prima cotta.

Quello stronzo non si meritava considerazioni del genere, dovevo iniziare a pensarla come Ilaria e Angelica; basso, sfigato, capelli da scimmia e naso storto. E poi c'era quell'altro particolare messo a confronto con quello del cuginetto di Angie, ma preferivo non pensarci.

Pregai Mel con lo sguardo; non dire cazzate, non dire cazzate...

-Hai capito bene!- Mi ignorò, rivolgendosi a lui a dir poco adirata, -Dopo come ti sei comportato dimenticati proprio di avere un'amica di nome Melanie! E ti conviene girarmi al largo se ci tieni ai gioiellini di famiglia!- E detto quello, sforbiciò l'aria con le dita, in modo decisamente minaccioso.

Lui strabuzzò gli occhi, dubitando visibilmente della sua sanità mentale.

-Ma che l'è preso?- Domandò Andrea, facendo un cenno in sua direzione.

-Ah cazzo ne so, avrà le sue cose.- Fu la risposta intelligente dell'Idiota, preceduta da una scrollata di spalle.

Bloccai la veemente risposta di Mel sul nascere, strattonandola dalla parte opposta a quella degli idioti e fulminandola con lo sguardo.

Si morse il labbro, abbozzando un sorrisetto dispiaciuto. -Scusa.-

La mia espressione seria durò per poco. Come facevo ad avercela con lei? La sua unica colpa era quella di essere stata una buona amica. -Mel...avevi detto che non ti saresti intromessa.- Sospirai.

-Non lo farò più...- Piegò le labbra in un'espressione da cucciolo bastonato, -E dire che mi sono anche trattenuta!-

Mi lasciai scappare una risatina. -Non oso immaginare cosa avresti fatto altrimenti...-

Sorrise, più tranquilla dopo aver constatato che non fossi arrabbiata con lei. -Pronta per una noiosissima lezione di matematica?- Domandò retoricamente.

La guardai rassegnata, -Oh sì, sto morendo dalla voglia di risolvere intricati ed impossibili problemi.-

Entrammo in classe un minuto prima dell'inizio della lezione, salutando con un mega sorrisone da leccapiedi la prof.

Mi accomodai al mio posto, facendo attenzione a non guardare nemmeno per un millesimo di secondo dall'altra parte della classe. Impresa quasi impossibile, soprattutto perché sentivo il suo sguardo su ogni centimetro di pelle. Mi sembrava che ogni mio singolo gesto fosse controllato; la mia mano che scriveva, che spostava i capelli, che giocava con il tappo della penna; la mia gamba che si accavallava, che si muoveva ritmicamente come antistress, che si intrecciava all'altra sotto al banco; il mio viso, che si alzava ed abbassava per vedere alla lavagna. Sentivo i suoi occhi su di me come una carezza, anche più in basso, sul mio seno, fra le mie gambe...e la cosa mi rendeva irrequieta ed eccitata, sentivo il respiro accelerato ed il cuore fino in gola.

La cosa più frustrante era girarsi verso di lui e vederlo tutto intento a prendere appunti. Possibile che fossi così rincretinita da immaginarmi tutto? O era lui ad essere così bravo da non farsi vedere? Stava forse cercando di farmi impazzire più di quanto non lo fossi già?

Buttai la penna sul quaderno affranta, trattenendo a stento uno sbuffo. Non mi guardava. Non mi guardava e la cosa mi stava facendo ridicolamente incazzare. Il fatto che lui mi ignorasse, che preferisse degli stupidi appunti di matematica a me, mi mandava in bestia. Ero patetica. Desideravo le attenzioni di uno stronzo che avrei dovuto ignorare. Desideravo le attenzioni del ragazzo che avevo allontanato volutamente da me. Ero una patetica mocciosa viziata ed indecisa.

Deciditi Alice! Che cosa vuoi?!

A saperlo...Non l'avevo respinto per farmi guardare da lontano da lui, se mi ignorava era meglio per me, sarebbe stato più facile da dimenticare...

Com'era? Basso, sfigato, capelli da scimmia e naso storto. Peccato che fosse tutto l'opposto...

Durante le successive ore non cambiò nulla; il suo sguardo non si posò su di me nemmeno per sbaglio. Da parte sua non arrivò neanche un'occhiata sprezzante o arrabbiata, niente! Si comportava come se fosse lui quello arrabbiato! Ridicolo! Io dovevo esserlo, non lui!

Quando poi si era avvicinato ad Alberto Stoppini, un nostro compagno di classe seduto dietro di me, per un attimo l'idea di alzarmi e di sbraitargli contro mi aveva accarezzato la mente. Avrei voluto esprimergli tutta la mia delusione, la mia rabbia ad alta voce, fregandomene degli altri.

Guardami cazzo, non fingere che io non esista!

Sentirlo così vicino -a pochi centimetri dietro di me- e non poterlo toccare, baciare, abbracciare, mi faceva star male.

Riuscivo a sentire la sua presenza come se fosse fuoco, come se ci fosse un incendio dietro di me che bruciava la mia schiena.

Allontanati...

O non sarei stata responsabile delle mie azioni.

Era una tortura in piena regola quella. Essere così vicina a lui, non essere calcolata e non poterlo guardare. Potevo solo continuare a bruciare in sua presenza, senza potermi girare, senza poter scappare da quell'incendio; Mel mi stava parlando, sarebbe stata una mancanza di rispetto nei suoi confronti alzarmi ed andarmene.

La sua risata poi, così sincera e genuina, arrivò come una stoccata dritta dritta al cuore.

Dio, come sono messa male!

Non capivo niente di quello che mi stava dicendo Mel, mi limitavo ad annuire e basta e a formulare qualche domanda in base alle poche parole che captavo del suo discorso.

-Davvero?- Chiesi fingendomi sorpresa, non avendo la minima idea dell'argomento che stessimo affrontando.

-Sì e gli ho pure detto...- Andò avanti ancora, mentre la mia mente era da tutt'altra parte.

Fui decisamente contenta di sentire il suono della campanella; Mel smise di parlare ed iniziò a sistemare le sue cose in cartella.

Altra ora di Educazione Fisica in arrivo purtroppo. Che cazzata averla due volte a settimana, era una materia inutile! Senza contare che il prof ci faceva giocare solo a calcio e ci dava pochissimo tempo per cambiarci alla fine della lezione, suscitando le ire dei suoi colleghi delle altre materie che ci vedevano entrare in classe sempre in ritardo.

Mi cambiai in silenzio e Mel fece altrettanto...grazie al cielo.

-Stoppini, Vergata, formate le squadre!- E ti pareva...ecco che si giocava a calcio.

Ovviamente fuori nel campetto, visto che 17 gradi per il prof erano tanti, quasi da mettersi in bikini al sole pallidino di Milano a fine novembre.

Non sapevo se essere contenta o no del fatto che non mi sarei ritrovata lui in squadra; Vergata mi odiava e di sicuro non mi avrebbe scelta, quindi non c'era pericolo che finissi in squadra con il suo amichetto.

Infatti fu Alberto a scegliermi. Non capivo perché tutti si ostinassero a prendermi in squadra con loro, anche prima di altri ragazzi, neanche fossi stata chissà quale promessa del calcio da accaparrarsi il prima possibile!

Era un calcolo matematico -benché io con la matematica facessi schifo-; chiunque mi prendeva in squadra era destinato a perdere. Evidentemente ad Alberto non importava.

Mi lasciai scappare un mugolio affranto non appena Andrea scelse Mel. Brutta scimmia del Niagara -esclamazione dettata dalla rabbia-, ma proprio Mel doveva scegliere?! Se non altro ero in squadra con Teo...

Iniziammo a giocare e...beh, il mio ruolo rimaneva quello di “difensore pigro”. Scollarmi dal prato su cui mi ero insistentemente incollata con i piedi era quasi impossibile.

Gli attaccanti della squadra avversaria passavano pure tranquillamente, mentre i miei compagni incitavano inutilmente: “Vai Puccio, difendi!”. Illusi.

-Puccio...- Il tono di voce con cui aveva parlato Giulio Marchesi era piuttosto seccato, sembrava si stesse trattenendo dal gridarmi contro ogni imprecazione possibile, -Potresti fare qualcosa per aiutare la squadra? Magari togliti la maglietta per distrarli, almeno serviresti a qualcosa!-

Aprii la bocca indignata per ribattere, ma lui non me ne diede il tempo e se ne andò, forse intuendo che se mi fosse rimasto ancora vicino sarebbe morto strozzato.

Ma guarda un po' te che razza di compagni insolenti che avevo!

Ripresi a “giocare”, ignorando i commenti malevoli sul mio modo di farlo. Che cavolo, ci mancava solo che dovessi mettermi a correre a destra e a manca dietro ad una stupida palla! Perché stancarsi inutilmente?!

Incrociai le braccia al petto, rabbrividendo per via del venticello che smuoveva gli alberi intorno. Alzai lo sguardo al cielo, notando una nuvola più scura delle altre avvicinarsi. Grandioso...ci mancava solo che si mettesse a piovere, il prof ci avrebbe fatto giocare pure sotto la pioggia, di certo non avrebbe interrotto la sua preziosa partita per una “misera” pioggerella!

Un grido lancinante mi fece spaventare, costringendomi ad abbassare lo sguardo verso il piccolo gruppetto che si stava riunendo intorno a qualcosa vicino al centro del campo.

Corsi veloce -unico movimento fisico durante quell'ora di ginnastica- per raggiungerli e vedere che cosa fosse successo.

Quando identificai l'artefice di quell'urlo addolorato, sgranai gli occhi incredula e preoccupata.

-Teo!- Strillai, chinandomi per constatare meglio le sue condizioni.

Era paonazzo in volto e la sua espressione sofferente riusciva a far star male anche me che non avevo niente. Si teneva la caviglia, rossa e già lievemente gonfia, dondolandosi con il fianco per poi appoggiarsi con il volto sull'erba.

-Latini!- La voce acuta ed incredula del prof mi fece distogliere lo sguardo dal suo volto agonizzante, -Si può sapere che diavolo ti è preso?!-

Spostai lo sguardo verso di lui così velocemente che la testa iniziò a girarmi.

Lui si limitò a scrollare le spalle, le labbra piegate in una lieve smorfia infantile. -Miravo alla palla.- Si giustificò tranquillo.

Ero quasi certa che gli occhi mi stessero per uscire dalle orbite: cosa?!? Era stato lui?! E dopo quello che aveva fatto a Teo osava anche giustificarsi?! Non avevo il minimo dubbio sul fatto che lo avesse fatto apposta, glielo si leggeva in faccia!

Incerta sul da farsi, mi limitai a sollevare la testa di Teo e ad appoggiarla sulle mie ginocchia, carezzandogli piano i capelli; mi faceva una pena tremenda poverino, ma non sapevo che altro fare per aiutarlo.

Alzai di nuovo lo sguardo per seguire la scena e per accusare Lorenzo-stronzo-Latini con gli occhi, ma lui, contrariamente a prima, sembrava proprio farlo apposta ad evitare di guardare in mia direzione.

-Non dire sciocchezze! Ho visto benissimo come ti sei avventato su Valenti!- Il prof non sembrava intenzionato a farsi prendere in giro tanto facilmente.

-No prof, l'ho visto anche io, mirava alla palla.- Avrei strangolato Andrea Vergata un giorno, era solo questione di tempo. Già lo odiavo, ma quel suo intervento lo aveva fatto salire in cima alla lista delle mie vittime.

-Sì prof, è stato un incidente.- Gli diede manforte il “capitano” della mia squadra Alberto.

Guardai Mel disperata e delusa; com'era possibile che nessuno prendesse le difese di Teo?! Perché nessuno parlava, perché nessuno lo difendeva? Per paura? Per amicizia nei confronti dello stronzo? Per...lealtà?

Mel non disse niente, si limitò a rimanere in silenzio e ad assistere come me.

La vera stoccata per il prof fu l'intervento di Gabriele Mancini, cocco dei cocchi di qualsiasi professore, dieci in condotta e voti altissimi in quasi tutte le materie; come poteva un prof non credere al suo pupillo?

-Prof...- Iniziò Lele con una serietà che quasi convinse anche me, -Ho visto bene anche io, non l'ha fatto apposta, mirava alla palla.-

Davanti a tutte quelle confessioni il prof fu costretto a ricredersi, -Beh...io ero lontano...può darsi che abbia visto male,- Si grattò la testa sgomento, -In ogni caso credo che sia il caso di portarlo subito in infermeria.-

-Ma è assurdo!- Mi ci volle qualche secondo per rendermi conto che quella protesta fosse uscita da me.

-Qualche problema Puccio?- Mi domandò il prof aggrottando la fronte.

-È evidente che l'ha fatto apposta!- Sbraitai alzandomi e fissando lo stronzo astiosa.

Per la prima volta dal giorno precedente, si girò a guardarmi. La sua espressione era un vero e proprio invito, un vero e proprio esorto a parlare se ne avevo il coraggio. Mi stava sfidando apertamente.

-Ah sì? Tu come lo sai, lo hai visto?- Il prof mi guardò serio, in attesa.

Inghiottii un bel po' di saliva, prima di rendermi conto del vero significato della sua domanda. No. Non lo avevo visto. Non potevo esserne comunque certa al cento per cento.

-Puccio...- Mi riprese, -Tu lo hai visto?-

Dire il falso, dire la verità, dire il falso, dire la verità...se avessi detto il falso lo avrei fatto finire nei casini con il preside e...beh...io non avevo la certezza che fosse stato lui e...Dio, stavo cercando di giustificarlo o difenderlo dopo quello che aveva fatto?!

-No...- Mi uscii in tono sconfitto.

Non notare il lieve ghignetto di vittoria che si dipinse per un millesimo di secondo sul volto dello stronzo fu impossibile.

Mi portai la mano alle labbra, mordicchiando la nocca dell'indice per impedirmi di urlargli contro insulti che avrebbero fatto diventare bianchi persino i capelli tinti del prof.

-Qualcuno lo porti in infermeria, io avviserò i genitori!- Ordinò il prof in tono perentorio.

Subito mi misi in piedi, per cercare di aiutare Teo ad alzarsi.

-Latini dalle una mano come minimo...-

Raggelai nel sentire le parole del professore; stavo già per dire al mio incubo personale di stare lontano da Teo -e da me-, quando di sfuggita notai un suo lieve cenno in direzione di Lele che subito scattò in avanti.

-Ci penso io prof.-

Ma cos'era, un soldatino che scattava all'ordine? Ridicolo!

-Oh bravo Mancini!- Oddio l'adorazione di quell'uomo per Lele era quasi preoccupante!

Mi lasciai aiutare da Lele a portarlo. Fu una fortuna averlo con me dopotutto; pensavo di poter riuscire a portare Teo da sola, ma non avevo calcolato il fatto che non riuscisse proprio a poggiarla a terra quella caviglia e che quindi era più un peso morto.

-Non riesco a credere che tu l'abbia difeso così!- Scattai di botto, dopo aver lasciato Teo nelle mani esperte dell'infermiera.

Mi aveva sorriso rassicurandomi che non era niente. Era così dolce con quell'espressione da cucciolo che ero quasi stata tentata di abbracciarlo e restare lì a coccolarlo.

-Se l'ho difeso un motivo c'è. E comunque Teo l'ha fatta molto più grossa di quello che è.- Mi rispose tranquillo Lele. Camminavamo lentamente per il corridoio, evidentemente entrambi non molto impazienti di tornare in classe.

-Cosa?- Domandai confusa. Che voleva insinuare, che Teo stesse fingendo?!

-Diciamo che prima che arrivassi tu la sua espressione era meno...accentuata.- Ridacchiò, sempre con quell'aria pacifica dipinta in volto, -Ci ha giocato parecchio su per farsi “coccolare”- Mimò le virgolette in aria, per nulla turbato dalla mia espressione da pesce lesso, -Questo ovviamente ha fatto incazzare ancora di più Lore.-

-Beh...- Dissi leggermente basita, -Lui non avrebbe comunque dovuto fare una cosa del genere...- Riacquistai la mia sicurezza, annuendo pian piano ad ogni mia parola.

-Davvero non riesci a capire perché l'ha fatto?- La sua voce si alzò di poco; era divertito ed aspettava silenziosamente una mia risposta.

-Per...- Scossi la testa, -No. Ok, mi arrendo. Spiegami tu che cosa c'è nella testa di quel cretino.-

-La sua testa faccio fatica anche io a capirla.- Rise, sistemandosi meglio gli occhiali dalla montatura rettangolare sul naso, -Però sono sicuro di una cosa. È geloso mia cara, geloso marcio.-

Strinsi le mani intorno ai fianchi, per calmare quelle fitte che come al solito avevano ripreso a tormentare il mio stomaco, -Non ci credo.- Dichiarai infine, -Credo solo che lui sia un bambinetto egoista e possessivo.- Lo guardai apertamente in faccia, sfidandolo a smentire quell'ultima mia affermazione.

-Sì è anche questo.- Beh, se non altro era onesto, -Ma sono sicuro che a te ci tenga davvero.-

Deglutii ed abbassai lo sguardo trovando improvvisamente insostenibile il suo.

Se davvero io avessi contato qualcosa per lui...non mi avrebbe mai detto quelle cose.

-Io credo che ci tenga di più a scoparmi.- Mi sfuggì, in tono acido e risentito. Quando me ne resi conto, annaspai rossa d'imbarazzo e cercai di correggermi, -No. Cioè, intendevo...-

-Tranquilla, so tutto.- Mi bloccò con un cenno della mano, sorridendomi.

Logico. Avrei dovuto immaginarlo. -Se ne sarà vantato parecchio.- Lo accusai delusa e amareggiata.

-Nah, ci ha solo accennato qualcosa...- Mi consolò.

Non risposi, decisi di porgli un'altra domanda che mi premeva, -Come mai ti fai dare ordini da lui? Mi sembri un ragazzo intelligente e onesto, troppo per essere amico di Lore e Andrea...- Alla faccia della schiettezza...beh, già che c'ero!

-Beh, ti ringrazio per il complimento!- Ammiccò pavoneggiandosi, -Comunque non prendo ordini da nessuno io...-

Feci per ribattere, ma lui mi bloccò, -Sì, lo so che sembra che lui mi abbia comandato a bacchetta prima, ma non è stato così. La sua era semplicemente una richiesta d'aiuto. La situazione sarebbe stata insostenibile per lui, con te e Valenti, per questo ho deciso di farmi avanti per aiutarlo.- Fece una pausa, studiando le mie reazioni di sottecchi, -Lore è un buon amico e non fare quella faccia!- Oh, aveva notato la mia smorfia scettica... -Dicevo, anche se non ci credi, è un buon amico. Mi ha sempre aiutato quando gli ho chiesto aiuto. Lui ha uno strano modo di farlo, ma quella era una richiesta d'aiuto, sì.- Sorrise di nuovo, quel ragazzo sembrava avere una paralisi facciale.

Sorrisi a mia volta, ma il mio di sorriso durò poco perché crollò non appena riportai lo sguardo sul corridoio davanti a noi.

Il respiro mi si mozzò di colpo e le gambe, dopo aver rallentato incerte, incominciarono a muoversi più velocemente, senza che me ne rendessi pienamente conto.

Davanti a me c'erano i due componenti mancanti di quel trio ridicolo, c'erano i due Re degli stronzi, in particolar modo c'era il responsabile della mia sofferenza psicologica e di quella fisica di Teo.

-Tu!- Lo additai, furiosa.

Sia lui che Andrea mi guardarono dall'alto in basso -non solo per via della mia scarsa altezza- con aria annoiata e scambiarono un'occhiata indifferente con Lele rimasto a debita distanza dietro di me. Forse per evitare di subire le mie ire: saggia mossa.

-Tu devi essere completamente impazzito!- Proseguii, sapendo di avere comunque la sua attenzione, nonostante stesse dimostrando il contrario.

Quella frase sembrò irritarlo più del dovuto; un lampo di...qualcosa che riconobbi come rabbia mista a...rancore trafisse per un istante i suoi occhi e mi lasciò interdetta. Sembrava attribuisse a quella frase un altro significato, un significato che a me sfuggiva.

-E perché?- Chiese riacquistando la sua stessa aria incurante di prima. Odiavo il tono di voce con cui l'aveva chiesto, assomigliava a quello di un bambino che prendeva in giro un adulto.

-Non fare il finto tonto, ti prego!- Le braccia lungo i miei fianchi erano con forza allungate verso il basso, quasi quel gesto servisse a darmi più tono e a farmi prendere più in considerazione da lui. -Quello che hai fatto a Teo è...- Mi bloccai, cercando di trovare un aggettivo abbastanza brutto che potesse descrivere il suo gesto, -Orribile!- Calcai con enfasi quella parola, sforzandomi di tenere bassa la voce per non farmi sentire dalle aule in fondo.

-Pff, capirai.- Alzò gli occhi al cielo...divertito, sì. Era divertito quello schifoso essere immondo! Ma io ero davvero innamorata di uno stronzo del genere?

Sì purtroppo e la prova inconfutabile era il battito veloce del mio cuore dovuto alla sua semplice vicinanza...per non parlare della parte irrazionale del mio cervello che si era soffermata sui primi bottoni slacciati della sua camicia ed aveva iniziato ad immaginare quanto sarebbe stato bello ed eccitante leccargli nuovamente via la panna o dargli piccoli morsi...

Deglutii, rimettendo a cuccia quella parte inutile. Insomma, un po' di contegno!

Il divertimento nei suoi occhi si diffuse in fretta ed arrivò anche alla sua bocca che si piegò in un sorrisetto soddisfatto. Che si fosse accorto del mio sguardo fugace al suo collo?

-Per una caviglia leggermente gonfia si è messo a piagnucolare come una femminuccia, non ha un minimo di dignità.- No, il suo sorriso era dovuto a quell'ultima cattiveria. Non sapevo se esserne sollevata o no.

-E si è fatto pure difendere da te. Com'è messo male.- Il sorriso diventò un vero e proprio ghigno sadico e...Dio, il mio cuore pianse nel notare quanto fosse bello anche con quell'espressione da creatura dell'Inferno. Mi facevo schifo da sola per aver pensato ad una cosa del genere, ma averlo davanti e sapere che lui...forse...non era già più mio, che era già stato con altre ragazze, mi mozzava il respiro.

Immaginare le sue mani sul corpo di un'altra ragazza, immaginare le mani di quella ragazza sul suo corpo...

Sei mia.

Ma lui era mai stato mio? Lo stomaco mi faceva male e la testa iniziava a girarmi.

-Alice?- Una mano mi afferrò saldamente il braccio da dietro, -Tutto bene?-

Ero di spalle e non potei vedere l'occhiata di rimprovero che Lele lanciò al suo amico.

-Sì,- Mi sforzai di sorridergli, -Tutto bene.- Mi voltai di nuovo a fronteggiarlo, decisa quella volta a non farmi più sopraffare dai sentimenti: -Sei solo un bambinetto viziato ed egoista! Pensi solo a te stesso e a prendere in giro gli altri, proprio come un bambino!- Il suo sopracciglio si mosse impercettibilmente, prima di ritornare al suo posto a completare nuovamente la sua espressione allietata.

-E Teo non piagnucola affatto come una femminuccia, Teo forse ha una caviglia rotta per colpa tua!- Senza volerlo, strattonai il braccio che Lele ancora stava tenendo e mi scagliai in avanti, ancora più vicina a lui, ancora più vicina alla sua bocca, ai suoi occhi, al suo respiro...

-Vorrei ben vedere te nelle sue...-

-Condizioni?- Mi interruppe lui, alzando di poco la voce.

Quella volta fu lui ad avvicinarsi, con la stessa rabbia e lo stesso risentimento di prima presenti nei suoi occhi e nella sua voce, -Sono stato investito da una macchina, Alice.-

Rabbrividii nel sentire di nuovo il mio nome pronunciato in quel modo da lui.

-Non mi sembra di aver piagnucolato come lui.- Inclinò la testa di lato, fissandomi intensamente.

Cos'era quello? Un tentativo di farmi sentire in colpa? Ci teneva a ricordarmi che quello che gli era successo era capitato per colpa mia?

-Non...- Mi allontanai da lui, per evitare di toccarlo come il mio cuore mi stava suggerendo di fare, -Non è la stessa cosa. È un paragone senza senso.-

Era come una calamita. Una calamita gigante ed io...ero un povero patetico pezzettino di metallo che tentava inutilmente di allontanarsi, di opporgli resistenza.

-Latini, Vergata...- La voce della prof di matematica alle mie spalle spezzò quella tensione, tensione che probabilmente sentivo solo io.

-Oh Puccio, Mancini...- Ci notò non appena ci raggiunse, -Si può sapere che cosa ci fate qui tutti in corridoio? Non avete l'ora di inglese adesso?- Domandò perplessa.

-Sì, stavamo giusto andando.- Lele aveva la prontezza di un attore nato.

-Ho sentito che Valenti si è fatto male durante educazione fisica, ho parlato poco fa con i suoi genitori che stanno venendo a prenderlo. Come sta adesso?- Si rivolse in generale a tutti e quattro, non sapendo bene evidentemente chi avesse visto Teo per ultimo.

-Meglio.- Fu l'unica parola che riuscii a formulare, senza guardare in faccia nessuno degli altri.

-Oh bene, andate in classe ora, su.- Sollecitò, prima di ricominciare a camminare spedita verso le scale.

Ci dirigemmo verso la classe come ci aveva detto la prof, senza proferire nessun'altra parola. Rimasi il più vicino possibile a Lele, come se lui avesse potuto farmi da scudo in caso di un altro eventuale attacco di Lore...che arrivò quando meno me l'aspettavo.

-Solo una cosa...- Mi sussurrò poco prima di entrare in classe, -Fossi in te non mi preoccuperei troppo di scegliere i vestiti per venerdì sera.-

Un moto di rabbia mi assalì nel sentire quelle parole, dette sempre con quel divertimento sadico.

-Dubito che Valenti possa venire a prenderti, mi dispiace...- La sua era una presa in giro bella e buona.

Mi sforzai di rimanere impassibile, a costo di farmi uscire sangue dai palmi delle mani che stavo infilzando con le unghie.

Entrai in classe complimentandomi mentalmente per il mio autocontrollo; non avrebbe meritato una risposta.

Per il resto della giornata rimasi con Mel, sempre armata di forbici.

Si offrì pure di accompagnarmi a casa e non accettò un no. Diciamo che più che offrirsi si era inserita a forza nell'autobus con me per riaccompagnarmi, neanche fossi stata una bambina piccola che non poteva salire sui mezzi pubblici da sola.

-Tu hai visto la scena?- Le chiesi d'un tratto, sedendomi nel posto che si era liberato vicino a lei.

-Quale scena?- Forse era stata solo una mia impressione, ma mi era sembrato di vederle alzare la guardia.

-Quella di Lore e Teo, oggi.- Precisai, guardandola attentamente in faccia.

Probabilmente aveva già capito che mentire non sarebbe servito a niente, non con me. -Sì.-

Sgranai gli occhi sdegnata, -Perché non hai detto niente allora?-

-Perché era una cosa tra loro...-

Credetti di aver capito male, così chiesi conferma, -Che cosa?-

-Ali...- Si girò a guardarmi seria, -è una cosa tra loro.-

-Ma ...Teo! Dopo quello che gli ha fatto, come hai potuto non difenderlo?!- Stavo alzando la voce. Me ne accorsi solo quando una signora si girò a guardarmi infastidita.

-Teo è un ragazzo, ha una sua dignità, non è un bambino Alice! Smettila di trattarlo come se lo fosse, sa difendersi da solo!-

Arretrai di poco con la testa risentita, -Io non lo tratto come un bambino...-

-Sì, invece. So che non lo fai apposta, Teo fa tenerezza anche a me. Ma...Ali non sono due bambini, non puoi metterti in mezzo tu, difendendo Teo e rimproverando Lore, è una cosa che riguarda loro, la risolveranno loro.- Mi spiegò, roteando gli occhi rassegnata.

-Certo, bella roba, come? A suon di pugni?- Borbottai.

-No, Teo non è tipo da risse. Si vendicherà in un altro modo, ma lo farà. Da solo, com'è giusto che sia. Senza che tu ti metta in mezzo.-

-Ma...-

-Ali ma non lo capisci che tutto questo è per te?- Scosse la testa, guardandosi poi intorno per assicurarsi che nessuno ci stesse guardando incuriosito.

-Incolpi me?- Inarcai le sopracciglia, irritata.

-No, sciocca, certo che no! Intendo dire che mettendoti in mezzo non farai che peggiorare la situazione! Lore reagisce così per il tuo modo...affettuoso di comportarti con Teo e reagirà ancora peggio se non la smetti di difenderlo!-

Schioccai la lingua, puntando lo sguardo fuori dal finestrino arrabbiata, -È un problema suo, non mio.-

Sospirò e intuii che il discorso era finito lì.

Avevo capito che cosa intendeva dire e in effetti non aveva tutti i torti. Forse avevo solo peggiorato la situazione mettendomi in mezzo, ci avrebbe pensato Teo a difendersi, non aveva bisogno di me. Però...quando lo avevo visto in quelle condizioni, per colpa mia...avevo sentito il bisogno di difenderlo, di arrabbiarmi con Lore per tutto, non solo per quello che aveva fatto a Teo...

Quando arrivammo, invitai Mel a stare almeno un po' a casa mia, ma lei declinò dicendo che aveva già un impegno e che non poteva.

Iniziai a pensare che lei potesse essere considerata a tutti gli effetti una delle mie migliori amiche...specie perché per aggiudicarsi quel titolo essere un po' matte, come tutte le altre mie amiche, era d'obbligo. Decisamente sì, Mel rientrava nella categoria.


Lorenzo's pov


-Oh, io davvero non riesco a capirti.- Fu il commento disinteressato di Andrea, troppo preso dal suo tic nervoso alla mano e dalla Playstation per girarsi a guardarmi almeno per educazione mentre parlava.

Stava perdendo di due goal e la sua disperazione era palese; continuava a dare piccoli colpetti con le dita sul controller della Play e ad asciugarsi la mano sudata sui jeans. Dovevo ricordarmi di igienizzare il Controller una volta finito di giocare...

Si alzò in piedi di scatto, non appena la palla colpì la traversa.

-Cazzo!- Disse fra i denti, risedendosi.

Sorrisi di sbieco; e dire che non mi stavo nemmeno impegnando più di tanto, se avessi voluto avrei potuto fargli un altro goal come niente...

-Voglio dire-, riprese il suo brillante discorso, -Con tutte le tipe che te la sbattono davanti anche al primo incontro, tu proprio dovevi fissarti con la rompicoglioni di turno?-

Storsi il naso, -Io non sono fissato con nessuna Andre.- Protestai irritato.

-Punto sul vivo?- Chiese allietato Lele, alzando per un attimo gli occhi dal libro che stava leggendo.

-'Fanculo.- Fu la mia breve e concitata risposta.

-Pure Valenti dovevi mettere in mezzo? Hai rischiato grosso oggi con quel coglione!- Proseguì Andrea, come se Lele non avesse nemmeno parlato.

Strinsi con più forza il telecomando, sentendo una morsa insopportabile allo stomaco.

Teo aveva superato il limite. Il solo pensiero che la toccasse, il solo vederlo mentre la baciava, mentre la abbracciava, mentre sfiorava quella pelle che a me era stata preclusa...mi faceva incazzare come una belva, sentivo il sangue ribollirmi nelle vene.

E il costante, patetico ed inutile sforzo di lei di difenderlo? Quello stronzo era riuscito ben bene ad ingraziarsela e a farle pena, facendo sembrare me il “cattivo” della situazione.

Ma lei rimaneva mia, patto o non patto, lui non poteva permettersi di toccare qualcosa di mio.

Dio, stavo seriamente rischiando di impazzire; lei era quanto di più provocante ed eccitante ci fosse ed io non potevo toccarla! Con che faccia avrei potuto farlo, ora che non c'era più la “scusa” del patto?! Non avrei fatto la figura del patetico sfigato che la implorava di ritornare sui suoi passi e di ripensarci. Quando con quelle semplici parole aveva chiuso la storia del sesso il giorno prima, per un attimo ci avevo pensato. Per un attimo ero stato tentato di baciarla, di scusarmi per aver detto quella cazzata sul “giocattolino” e di chiederle di non farlo...Mi ero insultato mentalmente più volte per quello stupido e cazzuto pensiero e le avevo risposto in un altro modo, più freddo, più distaccato, più giusto. Anche se...l'idea che non l'avrei più potuta baciare e toccare a mio piacimento mi stava uccidendo.

In classe ignorarla era diventato quanto di più difficile potesse esistere, sentivo la sua presenza a distanza; il profumo del suo balsamo, il profumo della sua pelle, riuscivo quasi a sentire persino il suo respiro. Vedere il suo collo scoperto, le sue labbra rosse per via dei suoi lievi morsi con i denti, le sue mani mentre spostavano i capelli, mi faceva eccitare come un moccioso di dodici anni alle sue prime armi. Merda...forse Andrea non aveva poi tutti i torti, ero ossessionato da lei...Ma cosa cazzo aveva lei in più di altre?!

-La figa è sempre uguale, non vedo che cos'abbia quella della Puccio di diverso.-

Ecco, appunto, detto con parole diverse. Andrea mi aveva letto nel pensiero.

-Andre sei proprio uno stronzo.- Commentò Lele, distogliendo di nuovo l'attenzione dal suo stupido libro.

-Ah per favore!- Si irritò sbagliando di nuovo un goal, -Tu hai i tuoi metodi romantici del cazzo per fartela dare Lele. Funzioneranno anche ma sono una perdita di tempo! Tempo sprecato, perché dopo una o due volte che te la sbatti ti stufi...e poi io la voglio subito, odio aspettare!-

Come non concordare anche su quello? Andrea ogni tanto diceva qualcosa di sensato.

Mi ritrovai ad annuire involontariamente, ignorando gli insulti del mio avversario alla mia amata Inter.

-Comunque...- Riprese dopo essersi sfogato sulle mogli dei miei giocatori, -La Puccio non è male, certo, ma perché aspettare che quella si decida a dartela scusa? Trovati una biondina uguale a lei e sbattitela, tanto le bionde son tutte uguali.-

Certo, sarebbe stato un bel piano, ma...come cazzo potevo spiegargli qualcosa che non riuscivo a spiegare nemmeno a me stesso? Come spiegargli che non volevo nessun'altra, bionda o non bionda, ma che volevo solo lei? Che volevo risentire il suo profumo, le sue mani sul mio corpo, i suoi baci, il suo sapore...

Deglutii ricordandomi di quel suo sapore...che tanto per cambiare, come ogni cosa di lei, mi aveva fatto impazzire.

Tu devi essere completamente impazzito!

Sì, ero completamente pazzo, ma era stata lei a ridurmi così, era stata lei a farmi diventare dipendente dal suo sapore, dal suo odore, dai suoi gemiti...e la odiavo per quello...

Non potevo spiegarlo ad Andrea, mi sarei preso per il culo io da solo se lo avessi detto ad alta voce, figuriamoci lui quanto mi avrebbe sfottuto.

Lei mi aveva rifiutato, lei mi aveva respinto...quella brutta troia mi aveva respinto, cazzo! Dovevo smetterla di pensare a lei in quel modo, dovevo smetterla di starle addosso...! Che si facesse pure scopare da Teo quella stronza, cosa me ne sarebbe importato?!

Una parte dentro di me non la pensava allo stesso modo e me lo dimostrò con dolorose fitte.

-Anche se, in genere le ragazze che fanno le preziose sono quelle che cedono per prime quando glielo metti fra le gambe.-

Ghignai maligno, segnando un altro goal, per la sua “gioia”.

-Che bell'opinione che hai delle ragazze...- Lo accusò schifato Lele.

La risposta arrivò silenziosa: una semplice scrollata di spalle.

Il mio problema era che non potevo nemmeno avvicinarmi a lei, non senza fare la figura dell'idiota...lei era stata chiara quando aveva chiuso quel patto del cazzo. Se ci avessi provato nuovamente, non solo avrei mandato a puttane il mio orgoglio, ma anche la mia dignità. Le avevo detto che avrei trovato qualcun'altra con cui rimpiazzarla e lo avrei fatto.

Andre aveva detto...una biondina che le assomigliasse?

-E bionda sia...- Dissi sovrappensiero, osservando i miei giocatori festeggiare per quella vittoria.

Anche se di nuovo, c'era quel qualcosa di insopportabile e fastidioso dentro di me si opponeva con tutte le sue forze...



*Note dell'autrice*


Altro attacco di paranoia...so già che questo capitolo non piacerà, me lo sento...O forse sono io quella anormale che si fa paranoie inutili...probabile, quindi la smetto...xP

Volevo innanzitutto ringraziare le meravigliose ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ho visto anche un sacco di nick nuovi*__* Le vostre parole rassicuranti mi riempiono di gioia! Non so davvero come ringraziarvi, mi sopportate sempre in questi momenti di paranoia avanzata! Non saprei cosa fare senza di voi e non esagero...>.<

Beh, per quanto riguarda questo capitolo, parto dal fondo, ovvero dal pov di Lore. I suoi pov sono volutamente corti, la trama va avanti con i pov di Alice, quelli di Lore servono solo a mostrare quanto è idiota e quanto maschilisti sono i suoi pensieri, così come i suoi discorsi con gli amici, anzi no, mi correggo, con l'amico Andrea. Con un soggetto del genere come amico...

Spero che i pensieri di Lore e che il discorso con i suoi amici siano sembrati verosimili! Andrea è da prendere a calci lo so, ma ho cercato in tutti i modi di immedesimarmi nella mente maschile per formulare le sue frasi e i suoi consigli all'amico. Per le sue reazioni durante il gioco alla Play mi sono ispirata ai miei fratelli, che ho osservato silenziosamente mentre scrivevo. Devo ammettere che i ragazzi diventano soggetti divertenti quando giocano alla Play xD

Per quanto riguarda il resto...vi avevo anticipato che per il “povero” Teo non ci sarebbe stato un lieto fine in questo capitolo e infatti direi che non gli è andata molto bene...immagino che Lore sia odiato alla follia da tutte ora. La gelosia lo ha proprio accecato e lo accecherà ancora finché si ostina a mettere davanti l'orgoglio. Solo una cosa voglio dire, spezzo una lancia a favore di un personaggio che io comunque adoro; lui non sa dei sentimenti di Alice...così come lei non sa dei sentimenti di lui. Lore sapeva che ad Ali interessava Teo e lei non ha mai smentito la cosa. Diciamo che sono due idioti entrambi, Alice un po' di meno perché ha capito di esserne innamorata.

Lui comunque non vuole essere di nuovo respinto, non vuole fare la figura dell'idiota, del “patetico sfigato” che le corre dietro. Fa il “superiore” con lei, fa vedere che non gli importa niente, quando invece è l'esatto contrario.

E a proposito di questo vorrei chiedere una cosa:

So che molte di voi sono impazienti di vedere questi due insieme...Ho in programma un'altra decina di capitoli circa -tra il ritorno dell'ex di Alice e uno stage in Inghilterra che la classe farà-, quindi mancherà ancora un po'...però mi rendo conto che tutti questi capitoli possano risultare noiosi...quindi, se vorrete che la storia venga tagliata e che i due finiscano insieme prima, io lo scriverò. Per me non cambierebbe niente alla fine :) A voi la scelta!

Detto questo, volevo dire un'altra cosa (oggi le note son lunghissime cavolo :P), venerdì pomeriggio partirò...quindi questo probabilmente sarà l'ultimo aggiornamento, mi dispiace. Posto ora, nonostante manchino alcune risposte alle recensioni (che aggiungerò entro domani pomeriggio come la volta scorsa, promesso) per cercare di portarmi avanti ed iniziare a scrivere il prossimo e per darvi il tempo di leggerlo, casomai riuscissi a postare venerdì mattina. Farò il possibile per scrivere velocemente comunque :)

Tornerò verso gli ultimi di agosto e se non posterò prima di partire, lo farò appena tornata.

Vi auguro delle buonissime vacanze e vi mando un bacione immenso!

Grazie ancora per tutto, per i commenti qui, in forum e su FB, non merito lettrici così meravigliose! >.<

Bec


*Spoiler sui prossimi capitoli*

Di nuovo, non ho spoiler concreti...Nel prossimo capitolo ci sarà il famoso sabato sera con Angelica e quel che sarà sarà :P

Nei prossimi...diciamo 2 capitoli ritornerà l'ex di Ali e ci sarà la famosa biondina che dovrebbe sostituire Alice. Tutto questo è provvisorio però, alcuno pezzi magari non riuscirò a scriverli o deciderò di cambiarli, quindi sono anticipazioni non confermate ufficialmente xD



Ci tengo poi a segnalarvi:

- Il nuovo contatto facebook che ho creato appositamente per mettere spoiler sulle mie storie o per farmi contattare per qualsiasi cosa –a me farebbe piacerissimo conoscervi^^- ; non sapevo cosa fare l’altro pomeriggio e l’ho creato xD

-Il mio profilo Twitter che non ho la minima idea di come funzioni perché non l’ho mai usato, ma imparerò…forse xD

- il FORUM che alcune mie amiche fantastiche hanno creato per le mie storie >.<

Iscriversi a forum community è semplicissimo; mi farebbe davvero piacere chiacchierare un po’ con voi lì! Oltretutto se state scrivendo qualcosa anche voi, potrete pubblicizzarlo^^

Dimenticavo, per essere abilitati alle sezioni protette bisogna presentarsi nella sezione Welcome =)







Ringrazio infinitamente le 200 persone che hanno aggiunto la storia alle preferite (ma siete già tantissimi!!Grazie**), le 239 che l’hanno inserita fra le seguite e le 33 che l’hanno inserita fra quella di ricordare, grazie davvero per la fiducia! =D

Ringrazio infine le 104 meravigliose persone che mi hanno aggiunto come autrice preferita, grazie mille siete carinissime^^



















[Scusate per il ritardo, ora le risposte ci sono tutte :) Non credo di riuscire ad aggiornare prima di partire, mi dispiace...perciò vi auguro di cuore una buonissima vacanza! :D]














   
 
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