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Autore: Asuka97    27/07/2010    0 recensioni
Sapevo che non sarebbe stato semplice... ma niente poteva tirarmi indietro. (Contemporaneo a Raccoon City) Nuovi personaggi inventati da me: Amy Summer e Daniel Rice
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Claire Redfield
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odiavo ammetterlo, ma ci eravamo persi. Ogni angolo che giravamo sembrava lo stesso, a meno che non fosse una trappola ben realizzata.
- Stiamo ormai girando da venti minuti e non riusciamo a trovare l'uscita e quella maledetta porta! Mi sembra anche strano che non ci siano mostri di ogni genere perchè solitamente in posti di questo genere ci sono -. Amy intervenì piuttosto furiosa e annoiata, anche io pensavo fosse veramente strano che succedesse tutto quello...
- Però forse si trova proprio in questo atrio la stanza segreta, per questo sembra che giriamo intorno senza concludere. -. Dissi trionfante avvicinandomi alle vetrine controllando se ci fosse qualche tasto o insenatura, aiutato dalla partner.
Notai infine di fianco alla porta principale un puntino rosso e, appena mi avvicinai, si aprì permettendoci di scendere le scale e trovarvi un piccolo laboratorio, simile a quello della stazione. Sentimmo dei passi provenire verso sinistra, noi puntammo le pistole verso quella figura. Era una donna con un camice bianco e un grande cappello che le copriva il viso, aveva una targhetta sul vestito e leggendola mi resi conto di chi fosse: Alicia Redfield.
Non parlava, non spiegava, si sedette solamente su una sedia davanti ad un computer a scrivere e analizzare dei campioni di piante.
- M-mi scusi...-. Si avvicinò a lei Amy con coraggio - Lei è la madre di Chris e Claire...-. La donna la interruppe con la mano.
- Vi dispiace andarvene? Non conosco nessuna persona da voi menzionata, sono l'unica qui, voi siete solo delle allucinazioni!-. Disse lei ridendo follemente.
Noi ci guardammo straniti per la sua reazione, forse era da queste parti molto prima di noi, ma sapevo come far parlare certa gente. Puntai la pistola sulla testa della signora, costringendola a fornirci spiegazioni.
- Va bene "signore", sono stata costretta a rimanere qui per vent'anni SOLO perchè ho ucciso il caro Sindaco, il quale stava fregando tutti con la storia che ci avrebbe riportato a casa! Non lo sopportavo più e per questo ho finto di morire, vedere il suo volto pieno di sangue è stata proprio una bella esperienza... chissà-. Si alzò prendendo la lampada a fianco e spegnendo la luce - Forse potrei rivedere tutto questo con voi!-. Seguì una risata agghiacciante e una serie di rumori metallici, come se lei avesse sbattuto più volte la sua arma sugli scaffali di ferro, in più la luce a volte ritornava. Ci era d'aiuto perchè potevamo sapere in che parte si trovava e quale tattica usare, sarebbe anche stato più semplice in quanto il nemico in questione fosse un essere umano.
Purtroppo colpirla riusciva difficile, era molto scaltra e sapeva muoversi bene nel laboratorio. Ci nascondemmo da lei dietro uno scaffale pieno di siringhe e provette, l'unica cosa che ci spaventava era la sua risata malefica e i rumori, purtroppo però non potevamo usufruire delle torce in quanto le avevamo lasciate in mezzo alla strada durante la nostra fuga.
Corse verso noi, evidentemente però neanche lei vedeva tanto bene e si dimenticò di tastare nella nostra direzione, per cui noi due avevamo tutto il tempo per prendere la mira e continuare a sparare cercando di mirare la testa, il punto più debole del corpo.
Ci avvicinammo lentamente e controllammo se fosse morta e per fortuna lo era. Subito dopo il duro combattimento, tornò la luce, da quel momento mi sembrava tutto così strano, come pilotato dall'inizio... Amy mi disturbò ancora e mi indicò l'uscita, era una porta fatta di vetro ornata da due fiori, veramente molto accogliente!
Uscimmo da quell'ambiente terrificante e guardammo il cielo: la pioggia era cessata, ma il cielo era nuvoloso e si era tinto di un grigio molto scuro, quasi nero.
E finalmente trovammo l'elicottero, il mezzo con cui dovevamo raggiungere l'ospedale di Weeping Clouds... o avremmo dovuto. Già, non ci eravamo molto vicini, ma sentimmo come un ticchettio provenire dall'interno, sospettavamo qualcosa così ci riparammo dietro a un muretto dall'esplosione che ci fu un secondo dopo.
La radio di Amy prese segnale, era il professor Brown che ci aspettava da almeno due ore all'interno dell'edificio, raccontammo tutta la nostra storia e lui si ricordò di aver lasciato nel 1996 una macchina in mezzo all'autostrada a causa dell'esplosione che sentii alla radio sui Monti Arklay. Aveva paura a guidare.
Ci aspettava ancora per un'ora dicendoci di sbrigarsi.
Noi ubbidimmo e uscimmo dalla foresta orientandoci con i famosi cartelli verso destra, l'auto si trovava a pochi metri da noi e questa cosa mi insospettì ancora.
- Dai, invece che pensare guida la macchina! Hai sentito il professore, no? -. Urlò la mia partner vicino all'auto. Solo in quel momento mi chiesi quanti anni avesse: ne dimostrava almeno venti, però non sapeva ancora guidare.
- Scusa, ma tu quanti anni hai? -. Le chiesi senza essere scortese entrando nella macchina seguito da lei.
- Diciassette... sono entrata nella guerra molto presto perchè i miei mi abbandonarono per strada e è da lì che ho conosciuto Claire! Tu, invece?-. Si trattava quindi di una storia triste? Un'altra? Ero stufo di sentirle...
- Io sono cresciuto normalmente e sono entrato nell'organizzazione Heaven due anni fa, solo in quattro mesi ho ottenuto dei riconoscimenti speciali e ho collaborato alla ricerca dell'unità S.T.A.R.S. senza successo. Fine della storia-. Ero piuttosto seccato dalla sua domanda, ma se non le avessi risposto probabilmente mi avrebbe assillato per tutto il viaggio e non ne avevo per niente voglia.
Il paesaggio era cupo, in lontananza sentivo i tuoni e fulmini, sembrava che ci seguissero... anche loro!
Amy sospirò un paio di volte e si guardò dietro: nessuno, era una strada fantasma. Notò poi un foglietto, lo prese e scoprì di avere in mano l'ultimo stralcio di spartito della Canzone di Campbell, mi avvisò trionfante scuotendolo davanti a me.
- Guarda, guarda! Abbiamo tutti i pezzi, potremmo suonarli o cantarli -. La guardai stranito, non solo disturbava la guida, ma pensava anche di aver trovato chissà che gran cosa.
Li riunì nell'ordine prestabilito e lesse lentamente le parole: non avevano nessun senso, però ogni volta che leggeva, vedevo sulla strada un uomo col cappotto marrone e la scritta "S.T.A.R.S." che andava a fuoco.
Strappai di mano lo spartito e lo buttai dal finestrino, non volevo guai.
- Ehi, volevo finirlo!-. Si lamentò come al solito lei, picchiandomi piano.
- Dannazione! Abbiamo anche finito la benzina -. Urlai io disperato fermandomi. Fortunatamente c'era vicino un benzinaio, riempii la macchina di benzina ed entrammo per curiosità nel negozietto a fianco di souvenir.
Sentimmo poi dei lamenti, era un po' buio e stretto lì dentro ma riuscimmo a raggiungere la finestra che si affacciava davanti al rifornitore di benzina: degli zombie sbucati casualmente (?) dal nulla si gettarono nella nostra auto rompendo vetri e altro ancora. Altri si diressero nella nostra direzione e, a nostra insaputa, appena ci girammo per andarcene, ne ritrovammo uno dietro di noi.
Eravamo shockati e prendemmo le distanze rompendo con la pistola la finestra, saltando fuori. Mi accorsi in tempo che Amy era ancora dentro a lottare con il morto vivente, gli sparai aiutando la partner a scavalcare la finestra.
Buttammo a terra i numerosi mostri che ci ostruivano la via e tornammo alla macchina. Controllai nelle tasche della giacca e dei pantaloni, ma non trovai le chiavi. Morale? Ripercorremmo ogni singolo luogo in cui ci eravamo fermati lottando con gli zombie, fortunatamente le chiavi le avevo lasciate sul tavolino del negozietto, così con grande fatica corremmo nuovamente verso l'auto e riuscimmo così ad andarcene.
- Hai fatto almeno il pieno? -. Chiese tentando di trattenere le risate.
Io non le risposi perchè altrimenti sarebbe stata una risposta dura... e lei odiava quando la offendevo.

  
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