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Autore: DadaOttantotto    27/07/2010    6 recensioni
- Vedi? Fa così.
Poggiò la punta contro il muro, calcando un poco, e scrisse tre parole. Poi tornò a guardarla, sorridendo.
- La mia pistola si inceppa sempre due volte.
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Click Click boom
Questa storia partecipa al Six Months Contest (Parole utilizzate: Pistola, Pennarello)

L'uomo si passo una mano tra i capelli unti, sibilando parole incomprensibili. Angie si spinse maggiormente contro il muro, benchè sapesse che non c'era via di fuga. Non sapeva cosa potesse aver fatto per meritare di essere rapita, rinchiusa in un umido scantinato, torturata in quel modo... ma, qualsiasi cosa fosse, aveva fatto infuriare in modo impressionante l'individuo che l'aveva sequestrata.

- Voglio che tu sappia che non ho niente contro di te - esclamò l'uomo, quasi a darle risposta - Io ce l'ho con il mondo intero!
Fece dondolare la pistola davanti al viso, poi la fissò con quello sguardo da pazzo che spaventava a morte la povera ragazza.
- Hai visto che bella? L'ho rubata a mio padre...
Continuava a guardarla, probabilmente in attesa di una risposta. Ma Angie era talmente terrorizzata da non riuscire nemmeno a respirare, figuriamoci articolare una frase di senso compiuto. Cercò di scappare, ma l'uomo la rimise a sedere con una delle sue mani sporche.
Tutto di lui era sporco, Angie aveva avuto il tempo di notarlo. I denti erano marroni, i capelli insudiciati, le unghie lunghe e nere... probabilmente non si lavava da parecchio. E, in più, era completamente matto. A volte era calmo, le parlava in modo gentile, sembrava quasi che volesse aiutarla. Altre volte, invece, usciva di senno, urlandole contro ogni tipo di insulto e oscenità.
- Non ce l'ho con te - ripetè.
- E allora lasciami andare - azzardò Angie in un sussurro - Lasciami andare, ti prego... non racconterò a nessuno quello che è successo!
- La pistola. L'hai vista? L'ho rubata a mio padre.
La ragazza scosse la testa, sconsolata. Non l'aveva minimamente ascoltata.
- Vuoi sapere dov'è mio padre?
No, non mi interessa, pensò.
- E' lassù - disse, indicando il cielo e poi ridendo sguaiatamente - Ce l'ho mandato io!
L'uomo si battè una mano sul petto, come se fosse fiero di averlo fatto.
- Gli chiedevo di regalarmi la pistola, ma lui non voleva. Diceva che ero pazzo. Ma io non sono pazzo!
Angie iniziò a tremare più di prima. Conosceva quello sguardo: la quiete prima della tempesta. Da lì a poco avrebbe cominciato a gridare come un ossesso, a toccarla, ad insultarla... e lei non lo voleva. Doveva starle lontano, quel viscido.
- Io non sono pazzo! Volevo solo la pistola! Ma lui ha detto di no, e io l'ho presa di nascosto. Ma questa pistola è difettosa.
Afferrò con foga un pennarello dalla tasca della giacca sgualcita, poi tolse il tappo con i denti.
- Vedi? Fa così.
Poggiò la punta contro il muro, calcando un poco, e scrisse tre parole. Poi tornò a guardarla, sorridendo.
- La mia pistola si inceppa sempre due volte.
Rivolse l'arma contro la ragazza. Premette il grilletto, ma, invece del botto che Angie si aspettava, la pistola emise solo un sonoro schiocco.
- Click.
Successivamente, l'uomo si puntò l'arma alla tempia. I suoi occhi brillavano mentre, con un gesto veloce, il dito faceva partire un proiettile. Ma, anche quella volta, la pistola non sparò.
- Click.
La canna fu nuovamente orientata verso Angie, la quale iniziò a piangere disperata. Se quello che il suo rapitore aveva detto era vero, era spacciata. La pistola si era inceppata due volte. La terza sarebbe stata quella buona. Ma, forse, poteva ancora sperare che succedesse di nuovo, che l'arma non funzionasse...
No, non poteva. Lo capì quando, la testa leggermente inclinata, l'uomo le rivolse un sorriso maligno.
Chiuse gli occhi, pregando che la sua morte fosse veloce e il più possibile indolore. Tutto quello che poteva fare, era aspettare il fatidico
- Boom!

Bene, che si può dire? Spero solo che la giudice non si senta troppo male leggendo questa schifezzuola! :)
Il titolo viene da una canzone dei Saliva, intitolata appunto "Click Click Boom", ma la storia non è isprirata ad essa. E' che il titolo mi dava l'idea di qualcosa che non funziona per due volte di seguito, poi , al terzo tentativo, ecco che fila tutto liscio!
Ok, la smetto di annnoiarvi...
Non mi resta altro da dire se non che spero che la storia vi piaccia!
Un baci8!
   
 
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