Crownless
~
{Mine is the Earth and the sword in
stone
Mine is the throne for the idol
One fleeting moment and it is all gone
Crownless again – will I fall?}
Pupazzi e giocattoli sistemati ognuno al proprio posto – i soldatini
ammassati l’uno sopra l’altro dentro il grande contenitore blu, il pupazzo a
forma di patata in un angolo della stanza, senza il suo naso, o la sua bocca, o
la sua barba, la ragazza sdraiata sotto il letto, solo la testa che fuoriesce;
e lui accanto al cuscino.
Il cuscino è ampio, è accogliente, è come una casa dentro una casa.
O
perlomeno, lo è dal punto di vista di un giocattolo. E’ un posto ambito, come
un trono.
Non che ci siano lotte per questo, in fondo si sa, il posto accanto
al cuscino – accanto ad Andy – è di
Woody.
Il letto è anche più grande del cuscino, ed è come un regno, un vasto regno in
cui Andy è il re e lui, lui è l’amico
più fidato del re.
Senza i suoi consigli, il re non va in guerra e non stipula
trattati di pace, e senza la sua presenza il re non si dà pace – non dorme,
senza il suo migliore amico.
Però a volte il re va via – va a scuola, dorme, oppure gioca con gli altri suoi amici, quelli come lui.
E allora
i soldatini saltano giù dal contenitore, il pupazzo a forma di patata recupera
il naso, la bocca e la barba - e a volte
se li sistema nei posti sbagliati, ma nessuno glielo fa notare –, la ragazza
esce fuori dal nascondiglio buio sotto il letto e Woody torna ad essere lo sceriffo
dei giocattoli – però la stanza è vuota,
perché Andy è andato via.
E forse non è
vuota solo la stanza, ma anche quelle braccia di legno, quel cappello e quella
cordicella. E forse – no, di sicuro – è vuoto anche quel cuore di legno.
Ed è quasi ironico – quando Woody prende vita, il suo cuore vuoto non batte,
no, ma quando torna ad essere solo un giocattolo inerte, in quei momenti in cui
Andy gioca con lui, o di sera, quando il tramonto illumina la stanza ed il re
lo stringe a sé prima di dormire, quando torna ad essere quello accanto al cuscino, allora anche il legno batte,
regolarmente, come se fosse colpito da un’ascia che non fa male.
Poi ad un certo punto succede.
Il re volta la testa e lo fa uscire dal palazzo, poi prende per mano un altro
giocattolo.
E quello vicino al cuscino non è più
lui.
E allora se lo chiede, quel cuore di legno, se lo chiede per un solo attimo
fuggente.
Smettendo di battere, cadrà?
Ho rivisto Toy Story – in attesa di poter vedere il
tre al cinema – ed è come se lo avessi visto per la prima volta, non ricordavo
nulla. Mi sono innamorata di questo film.
Giuro che mi sono venute le lacrime agli occhi verso la fine – “Hey Buzz, sai volare!”
E Woody mi ha fatto troppa pena, all’inizio. Ha perso tutto, quando è
arrivato Buzz. Tutto.
Questa è per lui.