"LE
VERITA' NASCOSTE."
Ero
rimasta ferma, non muovevo neanche gli occhi, quella notizia mi aveva
completamente sconvolta.
Non
poteva essere vero. Era ingiusto, crudele, meschino, poi mi ricordai in che
mondo vivevo, assolutamente normale! Certo sempre disumano per me, ma io dovevo
assomigliare agli altri, dovevo fare parte della massa, sennò potevo dare
qualche problema alla mia bellissima famiglia "perfetta", che era tutto meno
che perfetta, josh, mio fratello che aveva solo quattordici anni, si era scopato
mezza scuola, mia sorella piu' grande era incinta di un ragazzo di cui non sa
nemmeno il nome. Dimenticavo lei fa la "puttana".
Ma
i miei genitori cercavano di mascherare lo stato disastrato della nostra
famiglia, con un bellissimo sorriso smagliante e tanti soldi.
Perchè
ero io quella che portava i problemi, non è colpa mia se sono un poÕ diversa,
se sono umana, se quando vedo un film romantico piango, se a tredici anni il
mio primo interesse non sono i ragazzi bensì le amiche e la danza.
Ora
conoscete tutti la verità, della mia famiglia schifosamente ricca.
Ripensando
alla notizia che mio nonno era morto da un'ora stavo male , ero l'unica che si preoccupava,
i miei non gli volevano neanche fare un funerale, perchè costava troppo.
Che
cazzo vuol dire questo, spendono un miliardo di soldi per delle stronzate e non
possono spendere 1000 euro per mio nonno? Si, volevo assolutamente scappare da
questa realta'.
Erano
le otto di mattina, avevo ancora sonno, ma era già troppo tardi, presi le
valigie che avevo nascosto sotto il letto, tirai fuori il biglietto del treno per Londra,
si lo so è lontanissima, da qui, da questa cittadina americana, ma non mi
importava, volevo andare il piu' lontano possibile da questa famiglia, da questo
posto, volevo rifarmi una vita nuova, una vita vera, una vita mia.
Uscii
dalla porta cercando di non fare rumore, presi la macchina, lo so che non la
potrei portare, mi mancano ancora tre anni per prendere la patente, ma io
volevo fare un piccolo dispetto a
mio padre. Presi le chiavi, le infilai, girai, andai a 300 km all'ora,
ero libera, poi la lasciai in un posto sconfinato, (
spero che non la ritroveraÕ mai!),
poi
dopo cinque minuti arrivo' Jessica, lei è la mia migliore amica, anche lei ha
una famiglia come la mia, scappavamo insieme, lei ha diciasette anni e la
macchina la puo' portare, così di corsa andammo verso la stazione, le porsi il
suo biglietto, poi salimmo sul treno e insieme ci mettemo a sentire l'i-pod,
ovviamenete i Green- Day, il nostro gruppo preferito!
Il
nostro sogno a Londra era andare a vivere insieme e poi trovarci un lavoro, io
avevo rubato a mio padre
undicimila euro, ci sarebbero bastati per un po'!.
Il
treno ovviamente non puo' fare America-Londra, ci portava fino a New York, da
là avremmo preso l'aereo diretto per Londra.
Le
ore di treno passarono così velocemente che non ce ne accorgemmo.
Jessi
si era addirittura addormentata, così la sveglaii cautamente, poi prendemmo le
valigie e andammo verso l'area taxi, salimmo sul primo che c'era capitato e
senza avere la soddisfazione di dire "segua quella macchina!" dicemmo "All'aereoporto!
Grazie!".
Io
e Jessi, ci divertivamo a commentare le vetrine dei negozi che si vedevano dal
finestrino, pensavamo a quelli che ci sarebbero stati meglio e poi le scarpe,
la nostra piu' grande passione!
Ma
neanche il tempo di fantasticare troppo, che il taxi era arrivato all'aereoprto,
così ringraziammo il conducente, pagandolo e poi scaricammo le valigie e le
portammo fino al nostro gate.
Per
la prima volta nella mia vita ero felice, non dipendevo da nessuno, potevo
essere chiunque volessi, anche se il mio desiderio era solo essere me stessa,
non ci sarebbe stata una madre che ti avrebbe detto "stai composta", oppure "fai
silenzio!", ero sempre stata un'anima libera, mai indossato una gonna, mai
andata a feste "regali", mai desiderato essere famosa, volevo solo essere
Alice, insieme alla mai migliore amica stavo benissimo, lei mi bastava, poi
certo anch'io avevo il mio sogno, volevo entare alla "Juliard" che si trova
proprio a Londra, ma essendo molto insicura, non so se ce l'avrei fatta.
Anche se
sotto sotto confidavo un po' in me, nella tecnica che ho, ma principalmente
nella mia grande passione.
Ma
a distarmi dai miei pensieri fu una voce che diceva " Volo per Londra!",
ancora piu' elettrizata in quel momento, presi le valigie di scatto e trascinai
Jessica, perchè volevo essere la prima, così fu, la signorina vide il biglietto
ci fece passare.
Era
l'inizio di qualcosa di nuovo, qualcosa che volevo veramente io, che nessuno mi
aveva imposto.