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Autore: LaTuM    29/07/2010    9 recensioni
Artù aveva fatto grandi cose, ma fu spezzato prima che il suo destino finisse di compiersi. Merlino vuole un’altra possibilità.
Be feor cynn ja cyning tweonum, gān jeajen nie Dagure - [Tra la lontana stirpe e il re, vado incontro a giorni nuovi]
(pre-serie)
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Zauberspruch

Disclaimer: I personaggi di Merlin non mi appartengono, benché meno lo sceneggiato. Da questa storia non ci ricavo assolutamente nulla ù_ù



 

Zauberspruch

 

  

Non ricordava esattamente quanti anni fossero passati dal giorno in cui aveva deciso di isolarsi dal mondo: poteva essere qualche lustro, così come alcuni secoli. Il suo nome – da temuto che era – era entrato a far parte di una leggenda di cui oramai molti dubitavano. Un mago alla corte di un re sembrava follia, o almeno così pensavano gli abitanti delle terre vicine. Poteva sentirli parlare attraverso le rocce, le parole giungevano trasportate dal vento, accompagnate talvolta da qualche risata di scherno nei confronti di del Re che egli aveva cresciuto, educato ed aiutato con dedizione e devozione.

Di Artù la gente ricordava solo che aveva scelto un mago come consigliere e che – abbandonato dal suddetto mago – si era avventurato alla ricerca del mitologico Graal che però non riuscì mai a trovare. Delle sue imprese, della gloria che lo accompagnò per tutta la sua vita, la gente oramai aveva scelto cosa ricordare e cosa dimenticare e Merlino non poteva fare altro che stare a guardare l’oblio che diveniva leggenda.

Ciò che la gente non sapeva, o probabilmente aveva deliberatamente scelto d’ignorare, era che le imprese di Artù erano tutte state dettate dai suoi consigli, dalle sue parole.

Merlino sapeva che non gli aveva mai effettivamente permesso di agire col proprio arbitrio: l’aveva fatto con Uther, assecondando la sua pazzia convincendolo a trasfigurare il suo aspetto in quello di Gorlois per poter giacere con Igerna, dando origine a quella notte di amore maledetto in cui venne concepito Artù.1 Avendo sbagliato una volta e non voleva commettere nuovamente questo errore con il futuro Re di Camelot. Fu però proprio questo timore ad indurlo a sbagliare nuovamente costringendo Artù a non ascoltarlo per i più futili dettagli della sua vita. Fu proprio a causa di questa decisione che – da stolto e ignaro dei complotti dettati dalla magia – Artù giacque con la sorellastra Morgana, la quale avrebbe successivamente dato alla luce Mordred, colui che era stato destinato ad uccidere il sovrano di Camelot.

In qualche modo, da qualunque prospettiva Merlino decidesse di approcciarsi alla causa della morte di Artù, la colpa ricadeva sempre ed inesorabilmente su di lui. Così come era accaduto con il dolore del tradimento di Ginevra, principessa di un regno oramai in declino il cui cuore era stato catturato da un nobile cavaliere, e non dal Re che l’aveva chiesta in sposa.

Merlino lo sapeva. Aveva previsto tutto, ma in cuor suo non era riuscito a trovare le parole per far desistere Artù, ammaliato dalla bellezza della donna, accecato dall’amore che provava per lei. Non aveva voluto ricorrere alla magia, si era più volte ripromesso – e mai aveva smesso di farlo – che non sarebbe più intervenuto nei rapporti tra le persone. La sua magia doveva far del bene, non tessere inganni al fine di un Bene Superiore che non era certo si sarebbe potuto realizzare. Quando l’aveva fatto, acconsentendo ad esaudire le richieste di Uther, era nato Artù, il quale faceva effettivamente parte di quel piano per la realizzazione di questo Bene in cui Merlino credeva, ma allo stesso tempo era certo di aver sbagliato.

Le due facce della stessa medaglia… Errare ma compiendo il giusto.

Dalla morte di Artù per mano di Mordred aveva deciso di abbandonare per sempre la magia, i suoi incantesimi. Abracadabra di poco valore, avrebbe detto qualcuno in qualche nebuloso futuro.

L’idea di poter fare ammenda per gli errori causati dalla stoltezza e dalla presunzione riguardo i suoi poteri, lo convinse che, in fondo, poteva esistere un modo per dare una nuova possibilità a se stesso e a quel ragazzo che aveva cercato di guidare verso la vita che meritava. Artù aveva fatto grandi cose, ma fu spezzato prima che il suo destino finisse di compiersi.

Erano anni che non praticava la magia, soprattutto che non compiva potenti incantesimi e nel suo corpo si era accumulata una tensione magica e un’energia tale che richiedeva sempre più di essere liberata.

E fu un bene, perché la formula, per quanto semplice, richiedeva tutta la sua forza. Tutta la magia che per anni aveva tenuto silenziosa dentro di sé.

Afferrò il suo bastone ergendosi al centro della grotta, in una profonda cavità nella quale nessun mortale avrebbe mai osato avventurarsi. Era andato in quella grotta deciso a lasciarsi morire, ma la magia aveva voluto avere la meglio su di lui, costringendolo a darsi un’altra possibilità.

Trasse un profondo respiro e alzando le braccia verso un cielo celato dalle rocce, senza la minima incertezza recitò la formula, da lui stesso creata.

 

Be feor cynn ja cyning tweonum, gān jeajen nie Dagure

[Tra la lontana stirpe e il re, vado incontro al nuovo giorno]2

 

Una potente luce azzurra si sprigionò nella grotta, inondandola. Dopodiché tutto fu buio.

 

***

 

Nessuno di noi può scegliere il proprio destino, Merlin, e nessuno può sfuggire ad esso.

Ciò che è scritto non può essere cambiato.

Arthur – come Artù – è destinato a grandi cose.

A te il compito di guidarlo, come facesti quando fosti Merlino.

Agisci con saggezza fino a che il Fato te lo permetterà…

 

Quando Merlin aprì gli occhi fu conscio di aver sognato, ma non ricordava cosa. Non una parola, non un’immagine. Solo la voce di Hunith che lo raggiunse, svegliandolo completamente.

“Merlin, dovresti essere già in viaggio a quest’ora” lo rimproverò gentilmente la madre. Le sue parole, nonostante dicessero il contrario, lasciavano trasparire l’ansia e il dispiacere che la donna provava all’idea di separarsi da suo figlio.

“Un’ora in più o una in meno non faranno una grossa differenza, madre” la rassicurò il ragazzo alzandosi.

“Camelot è lontana, almeno tre giorni di viaggio” disse la donna consegnandoli una ciotola in cui era contenuta la sua colazione.

“Farò in tempo” rispose dolcemente lui mentre mangiava voracemente e in silenzio.

Hunith non disse altro e si limitò ad osservare suo figlio che si stava preparando per il suo primo e lungo viaggio. Merlin, comprensi i pensieri della donna, si decise ad afferrare finalmente la sacca in cui aveva raccolto le poche e povere cose che avrebbe portato con sé. Era pronto ad andare.

“Stai attento” mormorò lei abbracciando il ragazzo oramai prossimo alla partenza. Sapeva che spingere un giovane mago inesperto nel regno di colui che aveva messo al bando la magia era un grosso errore, ma di sicuro là a Camelot Merlin avrebbe avuto un futuro. Così le aveva detto una voce notturna a cui non aveva saputo dare un nome, ma aveva visto e toccato con i proprio occhi la magia, e nulla l’avrebbe dissuasa dal fato che, seppur dolorosa, la partenza di Merlin era una cosa giusta. L’unica cosa giusta da fare.

E Gaius si sarebbe sicuramente preso cura di lui.

 

A Camelot, Merlin sarebbe andato incontro al suo destino.

 

 

 

Note dell’autrice:

Questo è il mio patetico esordio nel fandom di Merlin.

Mesi fa avevo detto che il giorno in cui avrei iniziato a vedere questo telefilm avrei trovato il mio nuovo fandom, ed infatti eccomi qua.

E’ successo per caso il 20 di luglio quando è stata annunciata True No di egle vincitrice della votazione come miglior scena lemon. Incuriosita *fischietta* l’ho letta, l’ho amata e ho amato follemente anche quei due. Adesso sto facendo un tour de force per leggere la maggior parte dei lavori contenuti in questa sezione… pian piano ce la farò a commentarli tutti, promesso!

Il titolo della storia è una parola tedesca che significa formula magica.

L’idea è nata dal fatto che stavo cercando un modo plausibile di spiegare l’assegnazione (del tutto opinabile) dei ruoli e dei nomi decise dagli autori della serie e così ho pensato a questo...

 

Fonti:

1 Wikipedia, alla voce Mago Merlino
2 preso alcune parole consultando la voce Antico inglese su Wikipedia a cui ho aggiunto un po’ di Plattdeutsch - qui -, un ja finlandese (che significa e) e un Dagur islandese.

   
 
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