Roba da bambini

Era una semplice ragazza. Una come le altre. Si distingueva solo per il suo carattere un po' particolare: distaccata quasi con tutti, a volte antipatica, ma con chi sapesse prenderla, era davvero molto dolce. Non era abituata ad avere molti amici, infatti solitamente la gente si fermava a conoscere il suo nome senza preoccuparsi di sapere altro. Giulia.
Aveva 11 anni e mezzo, quando cominciò le scuole medie. Sempre timida e impacciata, cercò di fare le sue prime amicizie. Era un po' come tutte le bambine della sua età, ancora all'oscuro di quelli che potrebbero essere stati gli anni più impegnativi e sorprendenti della sua vita.
Passò qualche giorno, e lei cominciò ad ambientarsi nella sua nuova classe. Con le ragazze non aveva bei rapporti, ma non per motivi molto complicati: loro, erano le tipiche ragazzine vanitose, estroverse, che non si preoccupavano di fare brutte figure o di rispondere male agli altri, perché erano sicure di ogni loro piccolo gesto e credevano che con la loro "bellezza" sarebbero riuscite in tutto.
...Convinte loro.
Ormai persone così si trovano dappertutto, ma Giulia, come tutti a quell'età d'altronde, non lo sapeva. Non lo sapeva, e non ci pensava. L'unica cosa di cui era sicura, era che avrebbe dovuto convivere per 3 anni con loro. Già pensando questo le sembrava di aver cominciato a vivere in un incubo. Lei non era così.
Lei era una ragazza semplice, che non pensava alla marca dei vestiti, alle scarpe coi tacchi o al trucco per apparire "più bella". A lei importava solo essere sé stessa. Essere sé stessa, e avere amici in grado di accettarla per come era. Puntava sulla bellezza interiore. Non su un po' di ombretto, matita nera e fondotinta per attirare gli sguardi di tutti.
Ed era questo che la faceva sembrare "strana". Una bambina, forse. Agli occhi degli altri poteva sembrare solo un'ingenua bambina. In effetti probabilmente era così. 
Giulia non provò più, neanche minimamente, ad avvicinarsi ad una di quelle. Questo mai. Le facevano ribrezzo. E trasmettevano odio verso di lei. Forse, la loro era invidia. O forse, non volevano avere amiche con delle semplici scarpe da ginnastica e "truccate" con acqua e sapone.
Possiamo dire che Giulia non pensava ai ragazzi, per lei potevano essere dei semplici amici. Non di più. Per lei l'amore non esisteva. Esistevano solo piccole, e grandi cotte. Ne aveva già vissute un paio. 
Non che fossero delle vere e proprie storie, sia chiaro. Anzi, non possono essere considerate storie. Assolutamente no. Abbracci, solo abbracci.  Nessun "ti amo", ma solo stupidi bigliettini con i cuori. Roba da bambini.
Non sapeva minimamente cosa fosse l'amore. Mentre loro, le ragazzine stereotipate, certo che lo sapevano. Lo sapevano eccome. Si può dire che oltre agli abbracci erano passate ad altro, e da molto tempo, anche.
I ragazzi della sua classe l'avevano già inquadrata come la "meno esperta", ma di quello, sicuramente non ci aveva fatto caso. Lei non faceva caso nemmeno alla loro esistenza. Ormai credeva che anche i ragazzini fossero attratti dalle ragazze completamente opposte da lei. Cominciava a pensare che neanche uno di loro avrebbe potuto diventare un amico, in futuro.
Fin quando, però, alla fine del primo quadrimestre, le professoresse cambiarono i posti, per invogliare tutti a conoscersi meglio.
E così cominciò la sua prima vera amicizia. Un migliore amico inaspettato: Alex.