Autrice: Nahara
Traduttrice: Appletree
Rilettrice della prima bozza di traduzione: Naky
Beta italiano e verifica dall'originale: Nikyo
Link all'originale: http://thewordtree.livejournal.com/4771.html
Conteggio parole dell'originale: 3700
Rating: Pg13
Pairing: Merlin/Arthur (ovviamente manco a dirlo)
Trama: Merlin pensa di essere affascinante, Arthur pensa di essere furbo. Entrambi si sbagliano.
Disclaimers: Questi Arthur e Merlin non mi appartengono, (magari), sono della BBC, e nemmeno questa storia mi appartiene, L'autrice è Nahara che non l'ha scritta a scopo di lucro ma solo per il suo/nostro diletto.
Nota Traduttrice: Non so dire quanto adoro questa storia, la amo semplicemente. Leggendo un po' in giro per il web ho scoperto che molte altre persone amano "A Smile is its Sword," e spero di non deludere con la mia traduzione le ragazze italiane che l'hanno letta in originale. Consiglio comunque a tutte coloro che capiscono un po' di inglese di leggerla anche in originale, perchè è tutta un'altra cosa ;)
Sono stata terribilmente felice quando Nahara ha accettato di darmi il permesso per tradurla, e ora sono ansiosa di condividerla con tutte voi. L'autrice passerà sicuramente da queste parti per leggere eventuali commenti, quindi ragazze dateci dentro!
Ringrazio tanto la mia rilettrice Naky che per prima ha dovuto rincorrere gli errori di battitura e di forma: :* grazie tesora.
E poi Devo fare una statua a Nikyo, davvero, perchè ha fatto un lavoro di betatura e di controllo dal'inglese talmente accurato che a questo punto non credo davvero possa esistere beta migliore :D Grazie Ny e scusa per la marea di schifezze :D
Ci tengo quindi a sottolineare che se per caso trovaste sviste o piccoli errori, sono da attribuire solo a me e alla mia lite eterna con word (e col mio cervello).
E ora.... Buona lettura :D
Un sorriso è la sua spada
La bellezza è potere, un sorriso è la sua spada.
~ Charles Reade
Merlin stava tentando di flirtare. A
Ealdor non aveva
mai avuto modo di imparare i dettagli di quell’arte
stranamente complicata. Eppure,
nonostante la poca dimestichezza
in questo campo, Merlin era abbastanza
intelligente da capire che le
cose stavano andando
molto, molto male.
All’inizio della
settimana l’inserviente di cucina,
Morag, era sembrata contenta e ben disposta verso i suoi approcci
alquanto
patetici, e invece ora stava praticamente fuggendo su per la collina
subito
dopo averlo visto arrivare. Era
arrossita e aveva mormorato qualcosa sul fatto di essere necessaria da
qualche
parte - ovunque - lontano da Merlin.
Merlin, essendo comprensivo, decise che lei stava cercando un modo
gentile per
scaricarlo, e la prese da uomo.
“Per l'amor di Dio, Merlin! Comportati da uomo,”
disse Arthur quando vide Merlin
aggirarsi depresso per le sue stanze, nel tentativo di pulire.
“Troverai
qualcun altro.”
Guardò
Merlin severamente.
“Come hai fatto ...?”
“Io sono il principe. So tutto.”
Merlin aveva qualche dubbio su questo e si risentì
dell’espressione da so-tutto-io
sul volto di Arthur. Dannata nobiltà.
“Sì, oh Grande
Saggio" disse, sollevando gli occhi al cielo, e lasciò la
stanza per
andare a prendere il pranzo di Arthur.
Deciso a
trovarsi una giovane donna piacente, Merlin sfoderò tutta la
sua simpatia con il
personale femminile di Camelot. Essere il servo di Arthur gli dava
libero
accesso a tutti i settori. Era solo questione di trovare la ragazza giusta. Gwen era fuori questione
naturalmente, perché beh... era Gwen.
Lui
voleva
soltanto
qualcuno con cui intrattenersi. Flirtare era divertente, come lo era
baciare
(nonostante la sua goffaggine), e
come lo erano anche
gli occasionali incontri più intimi.
Eppure in quei giorni, ogni volta che Merlin si avvicinava a
chicchessia cercando
un contatto ravvicinato, l'altra persona perdeva interesse molto rapidamente.
Aveva l'alito cattivo? Il fazzoletto che portava al collo era forse un
po'
troppo da...zoticone campagnolo?
Era a dir
poco confuso, e una parte di lui aveva il sospetto che il principe
sapesse
tutto e stesse ridendo di lui da qualche parte, nell’ombra.
Era davvero molto fastidioso.
A rendere il tutto ancora
più irritante, Merlin
continuava a trovare prove del fatto che il suo signore si dilettava
parecchio
proprio nel tipo di attività che a lui erano negate. A volte si
trattava di un anello nascosto tra le
pieghe delle lenzuola, o di uno scialle
femminile drappeggiato sullo
schienale di una sedia.
A volte si trattava
di una donna in carne e ossa che usciva delle stanze di Arthur all'alba
– e a
Merlin non serviva molta immaginazione per indovinare cosa fosse
accaduto. Una
volta aveva anche trovato un paio di stivali maschili da equitazione,
che
sicuramente non appartenevano
ad Arthur;
Merlin aveva lucidato abbastanza spesso gli stivali del Principe per
riconoscere
ogni paio alla perfezione. E,
se le cose continuavano
così, sembrava proprio che quello sarebbe stato il massimo
di intimità che gli
sarebbe mai toccato.
“Ti sei divertito, mio Signore?” Chiese Merlin una
mattina, dopo aver visto
uscire l’ultima fanciulla dall’aria imbarazzata.
“Immensamente.” Arthur lo guardò per un
momento, un sorriso sul volto
compiaciuto. “Sono irresistibile, vedi. Non posso farci
niente.”
“Giusto”.
“Sono così incredibilmente regale.
Mi
si lanciano praticamente addosso.” Fece un sospiro profondo,
come se tutta
quell’adorazione fosse un fardello pesante da sopportare.
“Dev’essere terribile per voi, Sire.”
Merlin si precipitò fuori dalla stanza,
le risa di Arthur lo seguirono lungo il corridoio. Bastardo.
Una sera (durante una festa in cui poteva aver
bevuto un po’ troppo) Merlin
stava legando a meraviglia con Enid, una delle lavandaie. Enid non
sarebbe
stata la sua prima scelta - o la quinta - ma sembrava che lei fosse
l’unica in
quei giorni disposta a dare a Merlin una seconda
occhiata.
Al
momento lei rideva di gusto alle sue battute e Merlin si sentiva il re
del mondo.
Sorprese Gwen mentre dal suo
posto accanto a Morgana
gli scoccava uno sguardo sprezzante, ma la
ignorò. Lui sapeva che le sue
battute erano divertenti, e anche Enid pareva pensarla allo stesso modo.
Anche se alcune risate potevano avere a che fare con il fatto che lei
aveva
bevuto il doppio di lui. Ma in ogni caso, che importanza aveva?
Quando si chinò per
baciare la ragazza lei girò la
testa in un improvviso attacco di timidezza virginale e le labbra di
Merlino
finirono sulla sua guancia paffuta. Lei
ridacchiò forte, in quel modo
fastidioso che sembrava più che altro un
latrato di cani. Merlin sorrise nel suo miglior tentativo di essere
affascinante e ci provò una seconda volta.
Proprio mentre stava riavvicinando le labbra, Enid gracchiò.
Molto forte.
Qual era il
problema di questa ragazza?
“Melrin …”
farfugliò, agitando nervosa le mani per aria. Io ... io non
posso.” Il suo sorriso era autentico, ma di scusa.
“Eh?”
“Sei
adorabile, ma... mi piace il mio lavoro,”
continuò Enid.
Che cosa aveva a che fare con i baci? Forse cercava
una scusa per
qualche altra ragione...
“E' a causa del fazzoletto che
ho al collo,
non è vero?” Chiese disperato.
“Cosa? No-o. Solo che non voglio finire nei guai. Non
dovrei... il principe
Arthur non vorrebbe
-” si fermò
improvvisamente quando un'ombra cadde su di loro oscurando il loro
angolo
appartato. Gli occhi di Enid si girarono e parve sul punto di svenire.
Oppure di
vomitare.
Merlin si voltò e vide Arthur in piedi dietro di lui, le
braccia conserte e
un'espressione strana sul volto – tra il seccato e il
sardonico. Merlin si alzò
e certamente non stava barcollando. Arthur di
sicuro stava tutto storto
di proposito, per fargli un dispetto.
“Ho interrotto qualcosa?” Disse, in finto tono
cordiale, ma Merlin non si fece
ingannare; Lui era sempre in grado di capire Arthur. “Mi
stavo giusto chiedendo
dove fosse finito il mio domestico recalcitrante e lo trovo ubriaco e -
stai...
stai cercando di essere affascinante,
Merlin?”
C'era una
nota di principesca incredulità nella sua voce.
“Non sono ubriaco,” insistette Merlin, che sarebbe
stato più convincente se non
avesse inciampato nei suoi stessi piedi e non si fosse ritrovato a fare
amicizia con il pavimento. “E sono affascinante per natura,”
proseguì, con meno convinzione mentre fissava i piedi
di Arthur.
“Lo vedo.” Arthur guardò in malo modo
prima Merlin che si dibatteva sul
pavimento, poi Enid, fissandola con occhi stretti. Il viso della povera
ragazza
passò dal rosso al bianco al verde in modo imbarazzante.
“Mio signore.” Lei si alzò, facendo una
riverenza barcollante ad Arthur . “Mi
scuso. Devo andare - perdonatemi.” Senza quasi guardare
Merlin, Enid scomparve.
“Guastafeste,” brontolò Merlin,
riuscendo finalmente a sedersi e appoggiando la
testa contro il muro di pietra. “Avevo una chance. Volevo
solo divertirmi un
po'. Qualche bacio, qualche toccatina e cose di questo
genere...”
Arthur sospirò drammaticamente. “Alzati, Merlin.
Per quanto la tua vita
sessuale nei suoi più intimi dettagli mi emozioni
profondamente, ho
bisogno di te. O avevo. Sei completamente inutile in questo stato. Chi
lo
avrebbe detto che saresti potuto cadere
più in basso?”
Merlin, aggrappandosi al muro con profonda concentrazione,
tornò a ripetere:
“Volevo solo divertirmi un po’.” Fece una
pausa, guardando Arthur. “Perché tu
ottieni sempre tutta la gloria e le donne? Siamo - io e te - siamo come
due
facce della, sai ... stessa medaglia.”
“Bella analogia, Merlin. Molto profonda.”
“E’ vero! Il drago ha detto ...” Merlin
agitò una mano in modo vago, ma si
fermò di colpo per via del suo equilibrio precario. Arthur
si accigliò, il
ragazzo era più ubriaco di quanto avesse potuto credere.
Blaterare a proposito
di draghi? Non andava bene.
“Eppure questa faccia,”
Merlin puntò
un pollice sul suo petto, “...ottiene solo, panni sporchi! E
... non ... donne
sporcaccione.” Merlin chinò la testa sconfitto.
“Perché?”
Arthur sospirò. “E' colpa del fazzoletto che porti
al collo.”
Merlin non si ricordava molto la mattina successiva, e probabilmente
era una
buona cosa, pensò. A
giudicare dal martellio nella
sua testa aveva avuto una notte piuttosto… interessante.
Gli ci vollero innumerevoli tentativi per concentrarsi mentre
inciampava per
tutta la stanza cercando di vestirsi. Senza veramente capire come ci
era
riuscito, Merlin si ritrovò nelle cucine, con un pesante
vassoio pieno di
frutta, pane appena sfornato e una brocca d'acqua. Si chiese per un
attimo dove
fosse finita Morag e decise che doveva essersi nascosta, come aveva
preso
l’abitudine di fare ogni volta che lui andava da quelle
parti. Merlin si
strinse nelle spalle, fingendo che non gli importasse. Non sul serio.
Dopo una faticosa salita fino alle stanze di Arthur, nella quale forse
aveva
fatto cadere qualche acino d’uva (niente di cui Arthur
avrebbe sentito la
mancanza), arrivò davanti alla porta del principe. Proprio
nel momento in cui
alzava un pugno per bussare, la porta di Arthur si aprì di
propria iniziativa.
In piedi davanti a lui c’era Morag.
Lei trattenne il respiro, voltò lo sguardo alla vista di
Merlin in piedi
dall'altra parte della porta. “Merlin!”
Sussurrò, la metà del nome detta in
tono stranamente melodrammatico. “Che ci fai qui?”
Si guardò alle spalle con
una smorfia.
“Io - beh, sono il servitore di Arthur?”
Abbassò lo sguardo impotente sul
vassoio. “E’ mattina e devo sempre arrivare la
mattina presto perché Arthur non
può fare nulla da solo. Devo svegliarlo, portargli da
mangiare, vestirlo. Lo
sapevi che lui non può nemmeno vestirsi o spogliarsi da
solo? Ma credo che tu
ora lo sappia! Ha!”
Merlin non
aveva idea di quello che stava combinando la sua lingua - non stava
certo
prendendo ordini da lui. Se solo avesse potuto tacere.
Il viso di Morag divenne cremisi, le sopracciglia unite in
un’espressione
costernata. Prima che Merlin potesse scusarsi per la sua idiozia, la
cameriera
era fuggita verso il corridoio
e fuori
dalla sua vista. Le ragazze fuggivano sempre da lui.
Merlin mise
il broncio.
Voleva pestare i piedi in camera di Arthur e fare più rumore
possibile, ma il
modo in cui la sua testa continuava a martellare gli fece scartare quel
particolare tipo di tortura. Merlin strinse i denti. Come affrontare
Arthur? O
più precisamente, come umiliarlo.
Ci fu un gemito dall’alcova e Merlin spostò una
delle tende del letto, lasciando
che un allegro fascio di luce mattutina illuminasse un Arthur
decisamente nudo
sdraiato davanti a lui. Il principe fece una smorfia e si
spostò lontano dalla
luce, ma non si svegliò. Schioccando la lingua, Merlin
rifletté se il fatto di rovesciare o no una brocca
d’acqua gelata sul principe
sarebbe stata la vendetta più soddisfacente, o magari
avrebbe anche potuto
usarla solo per colpirlo.
All’improvviso Merlin ebbe un'idea diabolica e gli fu
difficile non
schiamazzare di gioia. Si levò le scarpe, poi
gattonò furtivamente sul letto e
mettendosi vicino ad Arthur richiuse le tende. Doveva stare attento,
non voleva
spaventare Arthur e rovinare quel momento perfetto per la sua
rivincita.
Merlin si sistemò
accanto al principe e, per un
momento, trattenne il fiato in attesa di vedere se Arthur dava segno di
essersi
accorto che lui gli aveva invaso il letto. Non
successe nulla. Arthur poteva
essere la pigrizia fatta
persona quando ci si metteva.
Cercando di controllare una risatina ribelle, Merlin si
chinò verso Arthur e
accarezzò con una mano tutta la lunghezza della sua schiena
nuda. Un movimento
lento che premeva delicatamente sulla pelle calda, seguendo il rilievo
della
spina dorsale di Arthur. Dalla
figura del principe,
ancora addormentato, venne un cupo borbottio. Merlin
portò la mano fino
alla parte posteriore del collo di Arthur e le dita serpeggiarono
nuovamente
verso il basso in una lunga carezza lussuriosa. Si fermò un
attimo sui fianchi
di Arthur.
Il principe si mosse. “Mm-cos?” Mormorò
nel suo cuscino.
Merlin non disse nulla, ma continuò a seguire la linea della
colonna vertebrale
di Arthur. Era un gesto stranamente confortante e a Merlin piaceva la
sensazione della pelle di Arthur sotto le dita.
Senza alcun preavviso Arthur si mosse repentinamente, e si spinse il
più
lontano possibile da lui.
“Che cazzo?!" Si lagnò Arthur. "Chi
sei?”
Beh, ecco qualcosa di inaspettato. Arthur sembrava quasi... spaventato?
Merlin
aveva sempre saputo che lui non era un tipo molto mattiniero, ma questa
reazione era un po’ eccessiva. Ebbe pietà dei
compagni di letto di Arthur, se
quello era il trattamento
che ricevevano la
mattina dopo.
Merlin prese un profondo respiro e disse in falsetto: “Oh,
sire. Sei così
incredibilmente virile che non ho potuto tenere le mani a
posto!”
“Io ... cosa?” Arthur suonava meno inorridito, e
più confuso. “Tu sei... non
quella ragazza? Morag?” Sembrava piuttosto perplesso e non
poco diffidente. E
Arthur si era lamentato del fatto che Merlin avesse bevuto troppo la
sera
prima...
“Oh Arthur,” Merlin fece finta di lamentarsi, la
voce ancora contorta in un
orribile falsetto. “Non ti ricordi la nostra notte di
passione? E' stato come
una pioggia di stelle cadenti, la terra ha tremato, il mare
-” Il suo breve
monologo fu
bloccato da un attimo di cecità
improvvisa. Arthur aveva aperto le cortine.
“Merlin? Sei nel mio letto.”
L’espressione di Arthur era sbigottita e un po’
assente, come se la consapevolezza che Merlin fosse seduto accanto a
lui mentre
dormiva (nudo), lo avesse reso completamente impassibile.
“Perché?”
“Per scherzo?”
Sul momento era parsa
un’idea geniale. Strisciare nel
letto di Arthur, fingere di essere la sua ultima conquista e mettere in
imbarazzo alla luce del giorno quell’idiota così
tronfio. Eppure,
l'unico imbarazzato era Merlin; buffo come finisse sempre
così.
“Hai deciso di molestarmi... per scherzo?” La voce
di Arthur era ancora
impassibile.
“Non ti stavo realmente molestando, Sire.” Disse
Merlin un po' indignato.
“Allora
cosa
stavi facendo veramente?
“Ecco, io era solo arrabbiato perché sei andato a
letto con Morag. Sapevi che
le andavo dietro. Perché non puoi lasciare almeno una
ragazza per me in
tutta Camelot? Non che
tu non possa avere chiunque anche solo
chiedendo!” Merlin sbuffò. Arthur
aveva gli occhi socchiusi e la bocca assottigliata.
“Se non sei lì a spaventarle,” Merlin
continuò tutto d’un fiato, “sei
lì a
corteggiarle... idiota avido.”
“Allora hai deciso di molestarmi?” Disse Arthur
molto lentamente e
dolorosamente.
“Non stavo - Senti, volevo
solo
metterti in imbarazzo per farmi una risata. Mi dispiace.”
Rimasero seduti in silenzio per un po’. Arthur aveva lo
sguardo perso e il
volto serio e illeggibile. Merlin lo osservava con circospezione.
“Beh,” disse Arthur alla fine, un sorriso ampio sul
volto “Era solo una
questione di tempo prima che ti innamorassi di me! Impossibile tenere
le mani a
posto, eh?"
Merlin alzò gli occhi al cielo e scese dal letto per
iniziare la loro routine
quotidiana. “Il tuo ego non conosce confini, Sire.”
Il resto della giornata passò tranquillo. L'unico vero
fastidio fu che
Arthur aveva continuato a fare commenti
sull'amore di Merlin per la sua ‘bella e aristocratica
figura’. Non faceva che
ripeterlo con un enorme sorriso, e normalmente Merlin avrebbe lasciato
che
quelle battute gli scivolassero addosso - solo che non poteva, proprio
a causa
di quel sorriso. Questo perché non era un vero sorriso. Non
raggiungeva gli
occhi di Arthur.
Merlin cercò di ignorarlo, ma col passare dei giorni il
sorriso falso di Arthur
diventava sempre più forzato, finché una sera
Arthur non ne poté più. Scattò contro
Merlin e gli disse di sparire dalla sua vista. Questo
ricordò a Merlin quella
volta durante il torneo con il cavaliere Valiant, ma ora Merlin non
aveva alcun
indizio del perché Arthur fosse seccato con lui. Era colpa
sua?
Quello strano comportamento era iniziato quella mattina, quando Morag
era sbucata
fuori dalle stanze di Arthur. Arthur era innamorato della cuoca? Quella mattina Merlin non
l’aveva creduto, non a giudicare
dal modo in cui Arthur aveva reagito e parve non ricordarne nemmeno il
nome. Ma
Arthur era strano e lui in quel momento era stato ancora sotto i
postumi della
sbornia… quindi tutto era possibile.
Radunato il suo coraggio, una mattina Merlin avvicinò Morag
nelle cucine. Ci
andò prima del solito, in
modo che la ragazza non avesse la possibilità di nascondersi
da lui – non per
l’ennesima volta.
Morag stava
parlando con Gwen a bassa voce, ma con tono ansioso. Gwen batteva una
mano
sulle spalle della ragazza sussurrandole dolci parole di conforto.
Morag impallidì
quando vide Merlin e parve sul punto di scappare.
“Ti prego, non andartene!” Disse Merlin
disperatamente, una mano tesa a
bloccare la sua fuga. Gwen lo guardò in modo strano.
“Voglio solo parlare con
te, a proposito... sai, di quella mattina... quando, uhm,
sei uscita dalle camere di Arthur?”
“Io non voglio parlarne,” replicò
rigidamente Morag.
“Mi dispiace, ma è molto importante. Vedi, Arthur
si comporta in modo strano da
allora. Mi chiedevo se, ehm, è successo qualcosa tra voi
due? Avete avuto un
piccolo battibecco amoroso... o qualcosa del genere?” Questo
era troppo
imbarazzante per Merlin, davvero. Sentì il rossore salirgli
dalle orecchie,
passare per le guance e raggiungere il collo.
Morag lo stava guardando come se gli fosse cresciuta una seconda testa.
“Di che
cosa stai parlando? Amanti? Io e il principe?”
“Beh, non è così? Ti ho visto uscire
quella mattina e ...”
“Morag, diglielo e basta. Ha bisogno di sapere,”
disse Gwen dolcemente,
stringendo il braccio della ragazza. Merlin era totalmente confuso. La
ragazza
della cucina prese un respiro profondo e traballante.
“Io non sono l’amante del principe Arthur. Lui...
lui ha solo voluto che
sembrasse in quel modo. Il principe Arthur chiede ai servitori, ai cavalieri,
e talvolta anche ai nobili, di
stare al suo gioco.”
“Che gioco? Perché avrebbe dovuto farlo?”
“Potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto che non
vuole che nessuno
diventi troppo... amichevole con te.” Morag e Gwen
osservarono la sua reazione.
Merlin era decisamente sconcertato.
“Ancora non capisco.”
“Oh Merlin!” Si lagnò Gwen.
“Sei davvero così cieco? Arthur
ha terrorizzato la gente affinché ti stesse alla larga
– perché -” fece
una pausa e prese un respiro profondo – “perché,
è totalmente innamorato
di te e non vuole che nessun altro ti tocchi. Merlin, sei l'unica
persona in
tutta Camelot che non lo sa.”
Merlin non disse nulla, non pensò a niente, semplicemente
restò attonito. Se
non fosse stato per la faccia seria di Gwen , avrebbe riso forte e a
lungo.
Guardò disperatamente verso Morag.
“È vero,” disse a bassa voce.
“Mi dispiace, ma tutti noi dovevamo evitarti,
anche se sei molto carino - Enid era troppo
ubriaca per
ricordarsene bene. Comunque, il Principe ti ha veramente a
cuore.” Abbassò il
viso. “O ti aveva.”
“Aveva?” Merlin chiese debolmente.
“È venuto da me l'altro giorno e ha insistito che
devo... beh, uhm... dormire
con te.” Morag arrossì e
guardò il pavimento con cipiglio. “Ha detto che mi
amavi, ne era certo. Ma io so che non è così,
perché... anche tu tieni a lui.”
Dire che improvvisamente tutto era diventato chiaro, come se lui fosse appena
stato colpito da un fulmine, sarebbe stato fuorviante. Nella
mente di Merlin tutto era ancora piuttosto confuso e sfocato, e tutto
ciò a cui lui riusciva a pensare era di andare
da Arthur. Dopo essere andato da Arthur tutto si sarebbe sistemato
– era
l’unica certezza che aveva.
Senza dire altro, Merlin lasciò la cucina e salì
le scale, attraversò diverse
stanze e salì ancora più su, fino a quando non
giunse davanti alla porta di
Arthur. Senza bussare, Merlin entrò e si diresse verso il
letto. Da dietro le tende non
proveniva alcun rumore. Per la
seconda volta in una settimana, Merlin si trovò seduto
accanto a un Arthur
addormentato.
Il principe era nuovamente sdraiato a pancia in giù, ma
questa volta indossava
un paio di pantaloni e un cipiglio appena accennato. Il cuore di Merlin
batteva
freneticamente nel petto, come se stesse cercando di uscirne. Quando
decidi
di donarlo a qualcuno, meditò, pare che il cuore diventi
troppo ansioso per
aspettare che tu lo lasci andare. Quando Merlin
toccò con le dita il calore
familiare della pelle di Arthur, sentì lo stomaco
precipitare e il respiro
bloccarsi. Arthur poteva essere un idiota, ma era un bellissimo idiota.
Lentamente, Merlin fece scorrere le dita verso il basso sulla schiena
del suo
principe proprio come la volta precedente. Non aveva nessuna fretta,
voleva che
Arthur si svegliasse lentamente. Al quinto passaggio delle sue dita
Arthur
mormorò qualcosa che Merlin non riuscì a
cogliere, e al settimo Arthur sbatté
le palpebre e aprì gli occhi.
"Merlin?" Disse Arthur con la voce pesante di sonno. “Che ci
fai
qui?”
“Ti sto molestando,” Rispose Merlin con
un sorriso. Prima che potesse aver il
tempo di fermarsi e rifletterci su, Merlin si lanciò in un
bacio.
All’inizio non successe nulla, poi Merlin cominciò
a muovere le labbra intorno
a quelle di Arthur, leccandole e succhiandole. Il principe sapeva di
sudore, di
tepore e di mattina. Era un sapore strano ma inebriante.
Arthur si tirò indietro, gli occhi spalancati e confusi.
"Stai... cercando
di essere affascinante, Merlin?"
"Già. Sta funzionando?"
“Un po'.” Arthur si mise seduto, sciogliendo le
spalle e Merlin non riusciva a
distogliere lo sguardo. "E Morag?"
"Morag?"
"Non sei... innamorato di lei? Sembravi piuttosto sconvolto all'inizio
della settimana quando pensavi che noi avessimo, ehm..."
"Sei una idiota," disse Merlin affettuosamente. Arthur sembrava
pronto a colpirlo, così Merlin pensò rapidamente.
"Non sono innamorato di
Morag, non lo sono mai stato, non lo sarò mai. Volevo solo
qualcuno con cui
divertirmi... e smettere di desiderare te
così tanto."
La bocca di Arthur si aprì, gli occhi spalancati, ma non
disse nulla. Forse per
lui era stato come un fulmine a ciel sereno, rifletté Merlin.
"Credevo che tu sapessi tutto," disse.
Arthur
alzò
gli occhi al cielo.
"Hai davvero detto a tutti di stare alla larga da me?” Gli
occhi di Merlin
si socchiusero divertiti, un sorriso sul volto. Arthur
guardò le labbra
sorridenti di Merlin con qualcosa di simile all’euforia.
"Forse," disse divertito. Merlin si mise a ridere.
Fu allora che Arthur lo afferrò, facendolo sdraiare sulla
schiena e baciandolo
con urgenza. Merlin rispose al bacio, lasciando che le dita si
muovessero
liberamente sulla pelle di Arthur. Non credeva che si sarebbe mai
potuto
stancare di questa sensazione, di essere ubriaco di Arthur.
Se Merlin ci avesse mai pensato prima (cosa che ovviamente non aveva
mai fatto)
avrebbe scommesso che Arthur faceva l'amore nello stesso modo in cui
combatteva
– solenne, forte e determinato. Eppure quello che stava
succedendo non era
nulla di simile. Arthur era così giocoso,
e gentile.
Poteva
sentire il respiro di Arthur su tutto il corpo e le vibrazioni delle
sue
risatine scherzose. Fu esilarante e divertente. Non aveva forse detto
ad Arthur
che avrebbe voluto solo un po' di divertimento? E sinceramente, Merlin
non
riusciva a ricordare un momento in cui aveva riso di più
– il
suo sorriso era così grande da far male.
"Come riesci a farlo?" Gli chiese Arthur più tardi, una
domanda che
era un miscuglio di stupore e di esasperazione sussurrate nell'orecchio
di
Merlin.
"Fare
cosa?"
"Sconfiggermi.
Disfarmi. Trafiggermi." Fece una piccola pausa. Era strano sentire
Arthur
così insicuro, così aperto. "Laddove cavalieri
con spade affilate hanno
fallito, tu e il tuo sorriso idiota mi annullate completamente. Cosa
c'è in
te?"
Merlin sorrise. "E' tutta colpa del fazzoletto al collo."
Note conclusive traduttrice: Spero che la storia vi sia piaciuta quanto è piaciuta a me, in ogni caso non esitate a dirmi cosa ne pensate!
Che Il Dragon Slash sia sempre con voi! (e con Arthur e Merlin) ;)
Appletree